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Autore: Abby_da_Edoras    13/08/2021    4 recensioni
[Minilong AU post-Endgame Canon Divergence. Pairing: SteveXBucky TonyXPeter PietroXBruce]
E' il primo Natale che gli Avengers possono trascorrere in pace dopo aver sconfitto Thanos e aver salvato i loro amici, dovrebbe perciò essere un periodo di gioia per tutti, ma così non è. Pietro Maximoff vorrebbe stringere di più i rapporti con Bruce Banner, ma non è sicuro dei sentimenti del dottore. Steve è preoccupato perché Bucky si comporta in modo strano e non è mai a casa. Tony desidererebbe tanto passare le feste natalizie con Peter, ma il ragazzo continua a essere solo cordialmente amichevole con lui... Riuscirà la magia del Natale a risolvere i problemi di questi personaggi?
Grazie a tutti coloro che leggeranno questa storia, a chi commenta, ai lettori silenziosi, a tutti coloro che mi hanno fatto tornare la voglia di scrivere anche su questi personaggi.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, sceneggiatori, autori e produttori del MCU.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, James ’Bucky’ Barnes, Peter Parker/Spider-Man, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legends never die'
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Quarta parte

 

You do everything too fast
You move like a whiplash
You're missing the romance
And I see through it all

How did you go
From being a mama's boy to a ladies' man?
I'm not going home with you tonight
But you can hold my hand
And we can take it slow
And I can show you how to slow dance…
(“Slow dance” – Kelly Clarkson)

 

Pepper aveva deciso: non era ancora il momento di rivelare a Tony che Morgan era sua figlia. La bambina era troppo piccola e Tony aveva già troppi problemi di suo per sobbarcarsi anche il peso di una simile consapevolezza. Non lo avrebbe aiutato, anzi, avrebbe finito per farlo sentire ancora più in colpa e non era proprio ciò di cui Tony aveva bisogno!

In realtà qualcosa si era mosso nelle prospettive natalizie di Stark… ma non esattamente nel modo sperato da lui. Mancavano due giorni a Natale ed era l’ultimo pomeriggio di stage per Peter alla Stark Foundation prima delle vacanze. Quel giorno, inaspettatamente, mentre si apprestava a uscire dal suo ufficio, Tony trovò il ragazzo ad attenderlo, con un’aria molto imbarazzata e visibilmente a disagio. Si tormentava l’orlo del maglione e si guardava le scarpe, come faceva sempre quando aveva qualcosa da dire e non trovava il coraggio di farlo.

“Signor Stark” gli disse, titubante, “senta, so che potrebbe sembrarle una domanda sfacciata ma… lei ha progetti per il giorno di Natale?”

Un calore immenso invase il cuore di Tony a quelle parole. Sorrise e si affrettò a rispondere.

“No, niente di particolarmente importante, Peter, ma perché me lo chiedi?”

“Perché… beh… il fatto è che…”

Tony non avrebbe voluto illudersi troppo, ma quel modo di fare di Peter gli ricordava così tanto la sua timidezza e la sua dolce ingenuità dei tempi in cui stavano insieme che non poté fare a meno di sperare.

“Ecco… insomma, non c’è un modo facile per dirlo” buttò fuori il ragazzo. “Zia May ha invitato Phil Coulson al pranzo di Natale e io… beh, per me non è affatto facile accettarlo. Voglio dire, io ammiro molto il signor Coulson, lo sa, e sono anche contento che la zia abbia finalmente qualcuno che può renderla felice, però il pranzo di Natale è una cosa… è una cosa troppo intima, troppo familiare e io non mi sento ancora pronto, ecco! Per cui volevo chiederle… signor Stark, le dispiacerebbe molto partecipare anche lei? Per zia May non c’è problema, aveva già detto che potevo invitare chi volevo, ma Ned, ovviamente, passerà il Natale con i suoi parenti e io… non ho altri amici che lei.”

Tony sperò che sul suo volto la delusione non apparisse troppo lampante.

Certo, da un lato era contento che Peter si fosse rivolto a lui e che lo considerasse un suo vero amico, il problema era che lo aveva messo al pari di Ned e lui… beh, lui avrebbe voluto essere ben più di questo per Peter.

“Non l’ho offesa, vero, signor Stark? Non era mia intenzione e non voglio neanche metterla a disagio, ma davvero non saprei a chi altri chiedere!”

Oddio, essere l’ultima spiaggia dava un bel colpo all’orgoglio di Tony Stark, tuttavia decise di considerare quell’offerta come un’occasione positiva. Intanto era riuscito a tornare ad essere un amico fidato per Peter e, per come andavano le cose ultimamente, sentiva di non avere alcun diritto di lamentarsi.

“Non preoccuparti, ragazzo, non mi hai affatto offeso” rispose quindi, cercando di non sembrare troppo avvilito. “Anzi, mi fa molto piacere che tu abbia pensato a me. Verrò molto volentieri e ti ringrazio, però… ecco, se stasera sei libero vorrei invitarti a mangiare una pizza a casa mia perché penso che tu abbia bisogno di parlare con qualcuno di ciò che sta accadendo a tua zia May e, quindi, anche alla tua vita. Niente di impegnativo, nessun locale, solo una pizza da asporto e due chiacchiere… tra amici.”

Peter sembrava indeciso, ma la necessità di parlare vinse i suoi scrupoli.

“Va bene, signor Stark” rispose. “La ringrazio per aver accettato e anche per l’invito. Ha ragione, ho proprio bisogno di parlare di questa cosa e penso che lei potrà aiutarmi a fare chiarezza perché… sono molto confuso, lo ammetto!”

Stark tirò un sospiro di sollievo. La storia dei buoni amici non lo soddisfaceva del tutto, ma era contento di passare una serata con Peter e, soprattutto, di poterlo aiutare in un momento difficile. Chissà, magari ne sarebbe nato qualcosa di buono. In fondo se Peter voleva confidarsi con lui era già molto rispetto a qualche tempo prima.

Ancora una volta, come tante altre, Tony e Peter si ritrovarono nell’appartamento dell’uomo al Quartier Generale degli Avengers, l’uno di fronte all’altro e con una pizza fumante nel piatto. Tony non poté fare a meno di ricordare le innumerevoli serate trascorse in quel modo con Peter e che adesso sembravano così lontane. Chissà se anche Peter ripensava a quelle sere? Chissà se anche lui ne sentiva la mancanza? Ma no, non doveva lasciarsi trascinare da speranze e illusioni, doveva dedicare la sua attenzione al problema concreto che il ragazzo stava affrontando.

“Dunque, vediamo se ho capito bene” ricapitolò Tony. “Tua zia May esce con Coulson e a te la cosa non piace molto.”

“No, non è proprio così, signor Stark” replicò Peter, scuotendo vigorosamente il capo. “Il signor Coulson mi piace molto e, all’inizio, ero contento quando la zia usciva con lui. La vedevo ridere, illuminarsi, farsi bella per lui ed ero felice che fosse così. Però, ecco… una cosa è uscire insieme e una cosa è invitarlo al pranzo di Natale! Il Natale si passa con la famiglia e invitare anche lui è come se… come se…”

“Come se zia May ti dicesse implicitamente che vorrebbe sposare Phil?” buttò là Tony.

Peter non rispose subito, tagliò con attenzione un pezzo di pizza, lo portò alla bocca e lo masticò a lungo prima di deglutire.

“Sì, credo che ci abbia azzeccato in pieno, signor Stark. E… io non ce la faccio, ecco! E’ troppo presto!” protestò il ragazzo. “Sono successe troppe cose in questi ultimi tempi e io non ce la faccio, non posso sopportare anche questo, vedere un altro uomo per casa al posto dello zio Ben. No, adesso non posso sopportarlo!”

Stark aveva compreso benissimo quale fosse il vero problema di Peter: probabilmente, se Coulson e May si fossero frequentati due anni prima, nel periodo in cui anche lui e Peter erano felici insieme, il ragazzo non l’avrebbe presa così male. Sicuramente all’inizio avrebbe pensato a zio Ben e al fatto che nessuno poteva prendere il suo posto, ma poi si sarebbe arreso, avrebbe pensato che, se lui aveva trovato la persona giusta, allora era un bene che anche zia May potesse innamorarsi ed essere felice. E non dubitava che Peter desiderasse anche adesso la felicità della zia, ma il vero problema era che troppe cose erano cambiate in quei mesi, troppe perdite, troppo dolore. Semplicemente, Peter non riusciva ad accettare un altro cambiamento, l’ennesimo nella sua vita.

“Peter, ti assicuro che lo capisco perfettamente e che condivido in pieno la tua angoscia” replicò Tony, ritenendo ancora una volta che la cosa migliore da fare, per recuperare il rapporto che desiderava con il ragazzo, dovesse essere il più sincero possibile. “So che tu ami tua zia e che vuoi la sua felicità, però senti di non essere in grado, in questo momento, di accettare un altro cambiamento, visto che già ce ne sono stati così tanti. Non c’è niente di male ad ammetterlo, anzi, è un bene che tu possa sfogarti e, anzi, hai fatto bene a dirlo proprio a me che sto vivendo un’esperienza simile e quindi so quanto sia dura.”

Peter restò talmente stupito dall’inaspettata confessione dell’uomo da restare a bocca aperta, dimenticando per qualche momento la metà della pizza che ancora gli restava.

“Anche lei, signor Stark…? Insomma, si sente come me, sperduto e stanco, frustrato da troppi cambiamenti e troppo dolore?”

“Beh, perché ti stupisci tanto? Sono un essere umano anch’io, in fondo… anche se adesso ho una parte di DNA Kree nel mio organismo” scherzò Tony. “Sì, lo so che in genere non parlavamo mai di quello che mi succedeva o di ciò che provavo, ma adesso mi sembra il momento giusto: tu sei grande abbastanza e hai attraversato esperienze che distruggerebbero un uomo con il doppio dei tuoi anni e io… io mi sono reso conto che morire e tornare in vita ti cambia davvero la prospettiva, ti rendi conto che le cose è meglio dirle subito, perché nessuno ti dà la certezza che potrai farlo ancora, se aspetti troppo.”

Sentire Tony parlare in questo modo affascinava Peter e, per la prima volta dopo tantissimo tempo, si trovava ad ascoltarlo e ad attendere il momento in cui l’uomo avrebbe risolto tutti i suoi problemi e lo avrebbe fatto sentire bene, proprio come accadeva due anni prima. E, dal canto suo, Stark si rendeva conto del fatto che era proprio questo il modo di iniziare un nuovo rapporto con Peter, partendo dalla sincerità e dal parlarsi cuore a cuore, cosa che non aveva mai fatto prima, sempre reticente nel mostrare sentimenti ed emozioni. Qualcosa di nuovo stava iniziando…

“Innanzitutto sono morto e sono stato riportato in vita con il Progetto T.A.H.I.T.I. e, qualsiasi cosa ne possa pensare tu, non è stata una passeggiata. I dubbi che hai avuto su di me li ho avuti anch’io: sarò ancora umano? Sarò ancora la persona che ero prima? Cosa succederà tra qualche anno? E poi, quando finalmente sono stato in grado di ritornare alla mia vita di prima, ho trovato tante cose cambiate: Clint ha lasciato gli Avengers per dedicarsi alla famiglia e a un lavoro normale che gli permetta di tornare a casa ogni sera, T’Challa ha scelto anche lui di tornare in Wakanda e di impegnarsi per il suo Paese e il suo popolo * e, a quanto pare, anche Steve sta meditando di lasciare la sua onorata carriera di Captain America e passare il testimone a Sam Wilson” spiegò Tony e, già mentre parlava, si vedeva come tutti quei cambiamenti, seppure non così negativi, andassero a toccare le corde del suo cuore e lo addolorassero. “A volte mi sento come se fossi anch’io tornato dall’ibernazione dopo sessant’anni e vedessi un mondo tutto diverso attorno a me… forse questa è la prima volta in cui capisco veramente come si debba essere sentito Steve in tutti questi anni!”

Fece un sorrisetto ma i suoi occhi non sorridevano, quelle erano cose che lo facevano davvero soffrire, non ultimo il fatto di aver rotto i rapporti con il vecchio amico per tanto tempo e doversi rendere conto adesso che aveva ragione lui, che non è facile adattarsi alle novità, che è brutto sentirsi estranei al mondo in cui si vive.

“E poi ci sono io che ho lasciato gli Avengers” aggiunse Peter, ma questa volta non lo disse per sottolineare la sua decisione irrevocabile, quanto per dar voce al suo rimorso. Non aveva mai pensato che anche Stark avesse sofferto e stesse soffrendo ancora… anche e soprattutto per colpa sua e della sua ostinazione.

Tony parve accorgersi di aver parlato troppo.

“Non fraintendermi, non voglio rimproverare i miei ex-compagni per aver scelto di vivere le loro vite con le persone amate piuttosto che continuare a lottare e a rischiare la vita ogni giorno, ognuno di loro ha il diritto di scegliere ciò che ritiene meglio” si affrettò a rimediare. “Volevo solo dire che, per me, anche fatti positivi come questi hanno rappresentato un cambiamento che non riesco ad accettare, proprio come per te: sei felice che tua zia May abbia di nuovo qualcuno da amare, ma dentro di te stai male perché non sarete più voi due, ci sarà una terza persona che tu, tutto sommato, non conosci e alla quale dovrai adattarti.”

Peter aveva finito di mangiare la pizza, ma lentamente, riflettendo su ogni boccone e sulle parole di Stark, e adesso capiva che l’uomo aveva espresso nel modo migliore tutte le sue emozioni confuse e aggrovigliate.

“Però, nel tuo caso, devi pensare ad una cosa molto importante: stai crescendo, Peter, presto finirai la scuola superiore e a settembre andrai al college” riprese Tony. “Non so ancora se vorrai continuare anche lo stage alla Stark Foundation ma, in ogni caso, avrai molto meno tempo da passare a casa. Tua zia May si troverà sola per giornate intere, magari non rientrerai neanche per dormire, chissà, potresti decidere di abitare al campus universitario… vuoi davvero che lei rimanga così tanto tempo da sola, aspettando solo di poterti rivedere i weekend o nei ponti festivi? Io sono certo che non è questo che vuoi per tua zia.”

Peter non aveva mai riflettuto su questo, non si era mai spinto fino a immaginare il suo futuro anche prossimo e adesso capiva che Stark aveva perfettamente ragione: in un modo o nell’altro, qualsiasi scelta avesse fatto, la sua vita era destinata a separarsi da quella di zia May ed era solo un bene se lei era riuscita a trovare una persona che l’amasse e la rendesse felice.

“Accidenti, come sempre finisce che ha ragione lei, signor Stark!” ammise, ma il suo apparente malumore era solo un atteggiamento, in realtà era felice di capire che tutto si sarebbe risolto nel miglior modo possibile e… e, stranamente, anche del fatto che, come accadeva tanto tempo prima, fosse stato proprio il signor Stark a farglielo comprendere e accettare.

Il ragazzo posò le posate sul piatto ormai vuoto e si alzò in piedi.

“Comunque non cambia niente, l’invito per il giorno di Natale è ancora valido” continuò, vagamente imbarazzato. “Se a lei fa piacere, intendo. Insomma, preferisco comunque avere una persona conosciuta accanto e poi lei e Coulson siete vecchi amici…”

Parlando, Peter si era avvicinato a Tony che era ancora seduto al suo posto, quasi timoroso di fare una mossa sbagliata che avrebbe potuto distruggere tutta la complicità che si era stabilita finalmente tra loro.

“Quindi verrà da noi per Natale, signor Stark?”

“Ma certo, Peter, te l’ho già detto, sarò molto felice di passare il Natale da voi” rispose l’uomo.

Ma il ragazzo sembrava avere ancora qualcosa da dire, adesso era fin troppo vicino a Stark e si tormentava l’orlo del maglione.

“E comunque… non intendo lasciare lo stage alla Stark Foundation e nemmeno andare a vivere in un campus universitario” ammise, a voce bassissima. “So che è quello che fanno quasi tutti ma io… io non voglio cambiare anche questo e poi non voglio allontanarmi da… insomma, non voglio che…”

Tony non osava nemmeno sperare che Peter volesse dirgli che non intendeva allontanarsi da lui, già troppe volte lo aveva sognato e immaginato e poi era rimasto deluso, ma adesso Peter era vicinissimo, tremava, arrossiva, sembrava proprio il Peter di due anni prima e lui…

“Io sono felice che tu non te ne vada, Peter, lo sai, ma deve essere una tua scelta” disse l’uomo.

Ma quando si trovò Peter tra le braccia che si stringeva a lui, che sembrava non volerlo più lasciare, che gli si aggrappava quasi e che aveva le labbra così vicine alle sue, non riuscì a trattenersi: lo baciò e lo avvolse nel suo abbraccio come desiderava da ormai tanti mesi, come temeva che non sarebbe mai più accaduto. Sentì il calore dolce della sua bocca morbida, il tepore del suo corpo tra le braccia, i respiri che si confondevano e lo baciò a lungo, lentamente, godendo il suo sapore e la sua tenerezza ritrovata, perdendosi in lui. Gli accarezzò i capelli scompigliati, gli coprì la fronte, le guance e il viso di piccoli baci e poi riprese a baciarlo sulle labbra tiepide e dischiuse.

Peter era, di nuovo, il suo più prezioso regalo di Natale e Tony pensò che forse le cose non sarebbero tornate proprio come prima, ma che avevano finalmente trovato la strada giusta per restare insieme e questa volta nulla più li avrebbe divisi.

 

FINE

 

 

* Questa è la soluzione che mi è sembrata più verosimile e meno dolorosa per accettare il fatto che T’Challa non sarà più tra gli Avengers… In questo caso non potevo salvarlo come personaggio perché purtroppo è morto il bravissimo attore che lo interpretava, ma io voglio pensarlo ancora vivo e combattivo nella sua terra.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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