Quarta parte
You do everything too fast
You move like a whiplash
You're missing the romance
And I see through it all
How did you go
From being a mama's boy to a ladies' man?
I'm not going home with you tonight
But you can hold my hand
And we can take it slow
And I can show you how to slow dance…
(“Slow dance” – Kelly Clarkson)
Pepper aveva deciso:
non era ancora il momento di rivelare a Tony che Morgan era sua figlia. La
bambina era troppo piccola e Tony aveva già troppi problemi di suo per
sobbarcarsi anche il peso di una simile consapevolezza. Non lo avrebbe aiutato,
anzi, avrebbe finito per farlo sentire ancora più in colpa e non era proprio
ciò di cui Tony aveva bisogno!
In realtà qualcosa si
era mosso nelle prospettive natalizie di Stark… ma non esattamente nel modo
sperato da lui. Mancavano due giorni a Natale ed era l’ultimo pomeriggio di
stage per Peter alla Stark Foundation prima delle vacanze. Quel giorno,
inaspettatamente, mentre si apprestava a uscire dal suo ufficio, Tony trovò il
ragazzo ad attenderlo, con un’aria molto imbarazzata e visibilmente a disagio.
Si tormentava l’orlo del maglione e si guardava le scarpe, come faceva sempre
quando aveva qualcosa da dire e non trovava il coraggio di farlo.
“Signor Stark” gli
disse, titubante, “senta, so che potrebbe sembrarle una domanda sfacciata ma…
lei ha progetti per il giorno di Natale?”
Un calore immenso
invase il cuore di Tony a quelle parole. Sorrise e si affrettò a rispondere.
“No, niente di
particolarmente importante, Peter, ma perché me lo chiedi?”
“Perché… beh… il
fatto è che…”
Tony non avrebbe
voluto illudersi troppo, ma quel modo di fare di Peter gli ricordava così tanto
la sua timidezza e la sua dolce ingenuità dei tempi in cui stavano insieme che
non poté fare a meno di sperare.
“Ecco… insomma, non
c’è un modo facile per dirlo” buttò fuori il ragazzo. “Zia May ha invitato Phil
Coulson al pranzo di Natale e io… beh, per me non è affatto facile accettarlo.
Voglio dire, io ammiro molto il signor Coulson, lo sa, e sono anche contento
che la zia abbia finalmente qualcuno che può renderla felice, però il pranzo di
Natale è una cosa… è una cosa troppo intima, troppo familiare e io non mi sento
ancora pronto, ecco! Per cui volevo chiederle… signor Stark, le dispiacerebbe
molto partecipare anche lei? Per zia May non c’è problema, aveva già detto che
potevo invitare chi volevo, ma Ned, ovviamente, passerà il Natale con i suoi
parenti e io… non ho altri amici che lei.”
Tony sperò che sul suo
volto la delusione non apparisse troppo lampante.
Certo, da un lato era
contento che Peter si fosse rivolto a lui e che lo considerasse un suo vero
amico, il problema era che lo aveva messo al pari di Ned e lui… beh, lui
avrebbe voluto essere ben più di questo per Peter.
“Non l’ho offesa,
vero, signor Stark? Non era mia intenzione e non voglio neanche metterla a
disagio, ma davvero non saprei a chi altri chiedere!”
Oddio, essere l’ultima spiaggia dava un bel colpo
all’orgoglio di Tony Stark, tuttavia decise di considerare quell’offerta come
un’occasione positiva. Intanto era riuscito a tornare ad essere un amico fidato
per Peter e, per come andavano le cose ultimamente, sentiva di non avere alcun
diritto di lamentarsi.
“Non preoccuparti,
ragazzo, non mi hai affatto offeso” rispose quindi, cercando di non sembrare
troppo avvilito. “Anzi, mi fa molto piacere che tu abbia pensato a me. Verrò
molto volentieri e ti ringrazio, però… ecco, se stasera sei libero vorrei
invitarti a mangiare una pizza a casa mia perché penso che tu abbia bisogno di
parlare con qualcuno di ciò che sta accadendo a tua zia May e, quindi, anche
alla tua vita. Niente di impegnativo, nessun locale, solo una pizza da asporto
e due chiacchiere… tra amici.”
Peter sembrava
indeciso, ma la necessità di parlare vinse i suoi scrupoli.
“Va bene, signor
Stark” rispose. “La ringrazio per aver accettato e anche per l’invito. Ha
ragione, ho proprio bisogno di parlare di questa cosa e penso che lei potrà
aiutarmi a fare chiarezza perché… sono molto confuso, lo ammetto!”
Stark tirò un sospiro
di sollievo. La storia dei buoni amici non
lo soddisfaceva del tutto, ma era contento di passare una serata con Peter e,
soprattutto, di poterlo aiutare in un momento difficile. Chissà, magari ne
sarebbe nato qualcosa di buono. In fondo se Peter voleva confidarsi con lui era
già molto rispetto a qualche tempo prima.
Ancora una volta,
come tante altre, Tony e Peter si ritrovarono nell’appartamento dell’uomo al
Quartier Generale degli Avengers, l’uno di fronte all’altro e con una pizza
fumante nel piatto. Tony non poté fare a meno di ricordare le innumerevoli
serate trascorse in quel modo con Peter e che adesso sembravano così lontane.
Chissà se anche Peter ripensava a quelle sere? Chissà se anche lui ne sentiva
la mancanza? Ma no, non doveva lasciarsi trascinare da speranze e illusioni,
doveva dedicare la sua attenzione al problema concreto che il ragazzo stava
affrontando.
“Dunque, vediamo se
ho capito bene” ricapitolò Tony. “Tua zia May esce con Coulson e a te la cosa
non piace molto.”
“No, non è proprio
così, signor Stark” replicò Peter, scuotendo vigorosamente il capo. “Il signor
Coulson mi piace molto e, all’inizio, ero contento quando la zia usciva con
lui. La vedevo ridere, illuminarsi, farsi bella per lui ed ero felice che fosse
così. Però, ecco… una cosa è uscire insieme e una cosa è invitarlo al pranzo di
Natale! Il Natale si passa con la famiglia e invitare anche lui è come se… come
se…”
“Come se zia May ti
dicesse implicitamente che vorrebbe sposare Phil?” buttò là Tony.
Peter non rispose
subito, tagliò con attenzione un pezzo di pizza, lo portò alla bocca e lo
masticò a lungo prima di deglutire.
“Sì, credo che ci
abbia azzeccato in pieno, signor Stark. E… io non ce la faccio, ecco! E’ troppo
presto!” protestò il ragazzo. “Sono successe troppe cose in questi ultimi tempi
e io non ce la faccio, non posso sopportare anche questo, vedere un altro uomo
per casa al posto dello zio Ben. No, adesso non posso sopportarlo!”
Stark aveva compreso
benissimo quale fosse il vero problema di Peter: probabilmente, se Coulson e
May si fossero frequentati due anni prima, nel periodo in cui anche lui e Peter
erano felici insieme, il ragazzo non l’avrebbe presa così male. Sicuramente
all’inizio avrebbe pensato a zio Ben e al fatto che nessuno poteva prendere il
suo posto, ma poi si sarebbe arreso, avrebbe pensato che, se lui aveva trovato
la persona giusta, allora era un bene che anche zia May potesse innamorarsi ed
essere felice. E non dubitava che Peter desiderasse anche adesso la felicità
della zia, ma il vero problema era che troppe cose erano cambiate in quei mesi,
troppe perdite, troppo dolore. Semplicemente, Peter non riusciva ad accettare
un altro cambiamento, l’ennesimo nella sua vita.
“Peter, ti assicuro
che lo capisco perfettamente e che condivido in pieno la tua angoscia” replicò
Tony, ritenendo ancora una volta che la cosa migliore da fare, per recuperare
il rapporto che desiderava con il ragazzo, dovesse essere il più sincero
possibile. “So che tu ami tua zia e che vuoi la sua felicità, però senti di non
essere in grado, in questo momento, di accettare un altro cambiamento, visto
che già ce ne sono stati così tanti. Non c’è niente di male ad ammetterlo,
anzi, è un bene che tu possa sfogarti e, anzi, hai fatto bene a dirlo proprio a
me che sto vivendo un’esperienza simile e quindi so quanto sia dura.”
Peter restò talmente
stupito dall’inaspettata confessione dell’uomo da restare a bocca aperta,
dimenticando per qualche momento la metà della pizza che ancora gli restava.
“Anche lei, signor
Stark…? Insomma, si sente come me, sperduto e stanco, frustrato da troppi
cambiamenti e troppo dolore?”
“Beh, perché ti stupisci
tanto? Sono un essere umano anch’io, in fondo… anche se adesso ho una parte di
DNA Kree nel mio organismo” scherzò
Tony. “Sì, lo so che in genere non parlavamo mai di quello che mi succedeva o
di ciò che provavo, ma adesso mi sembra il momento giusto: tu sei grande
abbastanza e hai attraversato esperienze che distruggerebbero un uomo con il
doppio dei tuoi anni e io… io mi sono reso conto che morire e tornare in vita
ti cambia davvero la prospettiva, ti rendi conto che le cose è meglio dirle
subito, perché nessuno ti dà la certezza che potrai farlo ancora, se aspetti
troppo.”
Sentire Tony parlare
in questo modo affascinava Peter e, per la prima volta dopo tantissimo tempo,
si trovava ad ascoltarlo e ad attendere il momento in cui l’uomo avrebbe
risolto tutti i suoi problemi e lo avrebbe fatto sentire bene, proprio come
accadeva due anni prima. E, dal canto suo, Stark si rendeva conto del fatto che
era proprio questo il modo di iniziare un nuovo rapporto con Peter, partendo
dalla sincerità e dal parlarsi cuore a cuore, cosa che non aveva mai fatto
prima, sempre reticente nel mostrare sentimenti ed emozioni. Qualcosa di nuovo
stava iniziando…
“Innanzitutto sono
morto e sono stato riportato in vita con il Progetto T.A.H.I.T.I. e, qualsiasi
cosa ne possa pensare tu, non è stata una passeggiata. I dubbi che hai avuto su
di me li ho avuti anch’io: sarò ancora
umano? Sarò ancora la persona che ero prima? Cosa succederà tra qualche anno?
E poi, quando finalmente sono stato in grado di ritornare alla mia vita di
prima, ho trovato tante cose cambiate: Clint ha lasciato gli Avengers per dedicarsi
alla famiglia e a un lavoro normale che gli permetta di tornare a casa ogni
sera, T’Challa ha scelto anche lui di tornare in Wakanda e di impegnarsi per il
suo Paese e il suo popolo * e, a
quanto pare, anche Steve sta meditando di lasciare la sua onorata carriera di Captain America e passare il testimone a Sam
Wilson” spiegò Tony e, già mentre parlava, si vedeva come tutti quei
cambiamenti, seppure non così negativi, andassero a toccare le corde del suo
cuore e lo addolorassero. “A volte mi sento come se fossi anch’io tornato dall’ibernazione
dopo sessant’anni e vedessi un mondo tutto diverso attorno a me… forse questa è
la prima volta in cui capisco veramente come si debba essere sentito Steve in
tutti questi anni!”
Fece un sorrisetto ma
i suoi occhi non sorridevano, quelle erano cose che lo facevano davvero
soffrire, non ultimo il fatto di aver rotto i rapporti con il vecchio amico per
tanto tempo e doversi rendere conto adesso che aveva ragione lui, che non è
facile adattarsi alle novità, che è brutto sentirsi estranei al mondo in cui si
vive.
“E poi ci sono io che
ho lasciato gli Avengers” aggiunse Peter, ma questa volta non lo disse per
sottolineare la sua decisione irrevocabile, quanto per dar voce al suo rimorso.
Non aveva mai pensato che anche Stark avesse sofferto e stesse soffrendo ancora…
anche e soprattutto per colpa sua e della sua ostinazione.
Tony parve accorgersi
di aver parlato troppo.
“Non fraintendermi,
non voglio rimproverare i miei ex-compagni per aver scelto di vivere le loro
vite con le persone amate piuttosto che continuare a lottare e a rischiare la
vita ogni giorno, ognuno di loro ha il diritto di scegliere ciò che ritiene
meglio” si affrettò a rimediare. “Volevo solo dire che, per me, anche fatti
positivi come questi hanno rappresentato un cambiamento che non riesco ad
accettare, proprio come per te: sei felice che tua zia May abbia di nuovo
qualcuno da amare, ma dentro di te stai male perché non sarete più voi due, ci
sarà una terza persona che tu, tutto sommato, non conosci e alla quale dovrai
adattarti.”
Peter aveva finito di
mangiare la pizza, ma lentamente, riflettendo su ogni boccone e sulle parole di
Stark, e adesso capiva che l’uomo aveva espresso nel modo migliore tutte le sue
emozioni confuse e aggrovigliate.
“Però, nel tuo caso,
devi pensare ad una cosa molto importante: stai crescendo, Peter, presto
finirai la scuola superiore e a settembre andrai al college” riprese Tony. “Non
so ancora se vorrai continuare anche lo stage alla Stark Foundation ma, in ogni
caso, avrai molto meno tempo da passare a casa. Tua zia May si troverà sola per
giornate intere, magari non rientrerai neanche per dormire, chissà, potresti
decidere di abitare al campus universitario… vuoi davvero che lei rimanga così
tanto tempo da sola, aspettando solo di poterti rivedere i weekend o nei ponti
festivi? Io sono certo che non è questo che vuoi per tua zia.”
Peter non aveva mai
riflettuto su questo, non si era mai spinto fino a immaginare il suo futuro
anche prossimo e adesso capiva che Stark aveva perfettamente ragione: in un
modo o nell’altro, qualsiasi scelta avesse fatto, la sua vita era destinata a
separarsi da quella di zia May ed era solo un bene se lei era riuscita a
trovare una persona che l’amasse e la rendesse felice.
“Accidenti, come
sempre finisce che ha ragione lei, signor Stark!” ammise, ma il suo apparente
malumore era solo un atteggiamento, in realtà era felice di capire che tutto si
sarebbe risolto nel miglior modo possibile e… e, stranamente, anche del fatto
che, come accadeva tanto tempo prima, fosse stato proprio il signor Stark a farglielo comprendere e
accettare.
Il ragazzo posò le
posate sul piatto ormai vuoto e si alzò in piedi.
“Comunque non cambia
niente, l’invito per il giorno di Natale è ancora valido” continuò, vagamente
imbarazzato. “Se a lei fa piacere, intendo. Insomma, preferisco comunque avere
una persona conosciuta accanto e poi lei e Coulson siete vecchi amici…”
Parlando, Peter si
era avvicinato a Tony che era ancora seduto al suo posto, quasi timoroso di
fare una mossa sbagliata che avrebbe potuto distruggere tutta la complicità che
si era stabilita finalmente tra loro.
“Quindi verrà da noi
per Natale, signor Stark?”
“Ma certo, Peter, te
l’ho già detto, sarò molto felice di passare il Natale da voi” rispose l’uomo.
Ma il ragazzo
sembrava avere ancora qualcosa da dire, adesso era fin troppo vicino a Stark e
si tormentava l’orlo del maglione.
“E comunque… non
intendo lasciare lo stage alla Stark Foundation e nemmeno andare a vivere in un
campus universitario” ammise, a voce bassissima. “So che è quello che fanno
quasi tutti ma io… io non voglio cambiare anche questo e poi non voglio
allontanarmi da… insomma, non voglio che…”
Tony non osava
nemmeno sperare che Peter volesse dirgli che non intendeva allontanarsi da lui,
già troppe volte lo aveva sognato e immaginato e poi era rimasto deluso, ma
adesso Peter era vicinissimo, tremava, arrossiva, sembrava proprio il Peter di
due anni prima e lui…
“Io sono felice che
tu non te ne vada, Peter, lo sai, ma deve essere una tua scelta” disse l’uomo.
Ma quando si trovò
Peter tra le braccia che si stringeva a lui, che sembrava non volerlo più
lasciare, che gli si aggrappava quasi e che aveva le labbra così vicine alle
sue, non riuscì a trattenersi: lo baciò e lo avvolse nel suo abbraccio come
desiderava da ormai tanti mesi, come temeva che non sarebbe mai più accaduto. Sentì
il calore dolce della sua bocca morbida, il tepore del suo corpo tra le
braccia, i respiri che si confondevano e lo baciò a
lungo, lentamente, godendo il suo sapore e la sua tenerezza ritrovata,
perdendosi in lui. Gli accarezzò i capelli scompigliati, gli coprì la fronte,
le guance e il viso di piccoli baci e poi riprese a baciarlo sulle labbra
tiepide e dischiuse.
Peter
era, di nuovo, il suo più prezioso regalo di Natale e Tony pensò che forse le
cose non sarebbero tornate proprio come prima, ma che avevano finalmente
trovato la strada giusta per restare insieme e questa volta nulla più li
avrebbe divisi.
FINE
* Questa è la soluzione che mi è sembrata più
verosimile e meno dolorosa per accettare il fatto che T’Challa non sarà più tra
gli Avengers… In questo caso non potevo salvarlo come personaggio perché
purtroppo è morto il bravissimo attore che lo interpretava, ma io voglio
pensarlo ancora vivo e combattivo nella sua terra.