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Autore: Tale Vivo    13/08/2021    1 recensioni
Ogni cosa le è stata tolta, soprattutto le tre a lei più care, le uniche che veramente amasse. Cersei Lannister indugia un'ultima volta nel suo dolore, prima di rimettersi a giocare al gioco del trono, oramai pedina di se stessa.
Aveva vietato a chiunque di estirpare quei fiori rosa su cui suo figlio aveva scelto di morire, anche quelle sporche di sangue ― soprattutto quelle sporche di sangue.
Il sangue di suo figlio le ricordava quanto sola fosse in quella città, in quel reame, in cui niente di delicato poteva sopravvivere, nemmeno quando protetto da una leonessa.

[Questa storia partecipa a due challenge: "Solo i fiori sanno" di Pampa313 e "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" di Soly Dea]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Heathers and Ashes


Fissava quel punto da ore, forse giorni: il tempo s’era fermato lì. Lì dove le eriche erano ancora appiattite. Quelle eriche rosa come le guance del fanciullo che le aveva schiacciate col suo corpo, lasciato cadere a peso morto da quella finestra. Morto.
Aveva vietato a chiunque di estirpare quei fiori rosa su cui suo figlio aveva scelto di morire, anche quelle sporche di sangue ― soprattutto quelle sporche di sangue. 
Il sangue di suo figlio le ricordava quanto sola fosse in quella città, in quel reame, in cui niente di delicato poteva sopravvivere, nemmeno quando protetto da una leonessa. Sangue che non si trovava solo su quelle eriche, ma anche sulle mani della gente di Approdo del Re; un’onta rossa che solo la vendetta avrebbe potuto lavare. Forse.
Joffrey. Morto
Myrcella. 
Morta
Tommen. Morto
Le uniche persone che aveva mai veramente amato incondizionatamente le erano state strappate brutalmente, pedine di un gioco troppo grande e pericoloso per loro ― ma non per lei. Vestita di nero, affacciatta alla finestra da cui suo figlio Tommen s’era tolto la vita due giorni prima, Cersei Lannister alzò lo sguardo dalle eriche rosa sporche di sangue. Bevve un lungo sorso di vino, sciogliendo l’ultimo pizzico di umanità che le era rimasta, frantumatasi sotto il peso del suicidio del suo utlimogenito, e fissò le macerie del Grande Tempio di Baelor. Ora davvero sola contro tutti e senza nulla da perdere, da quelle ceneri avrebbe iniziato la sua ascesa e, con essa, la sua vendetta.








 

 


Questa storia partecipa a due challenge:

  • Challenge delle Parole Quasi Intraducibili di Soly Dea con la parola del bantu, dialetto africano, ubuntu: umanità verso gli altri, la sensazione del sentirsi parte di una grande comunità, secondo la filosofia che una persona è quella che è in virtù di ciò che tutti siamo. Chi ha ubuntu non può perseguire solo il vantaggio personale, ma è una persona aperta e disponibile e fa del bene che si diffonde in tutta l’umanità.
    NdR: la storia parla della mancanza di questo sentimento.
  • Challenge Solo i fiori sanno di Pampa313 con il fiore erica rosa-lilla, il cui significato è solitudine.
   
 
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