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Autore: NPC_Stories    14/08/2021    3 recensioni
Una raccolta di flashfic e oneshot che attraverso una parodia quasi sempre comica di alcuni cliché letterari racconteranno frammenti di vita dei miei personaggi ricorrenti, o anche piccoli missing moments di altre storie.
Aggiornamento a random quando mi sento ispirata.
Genere: Fantasy, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1324 DR: Battle of Wits


Daren stava facendo la guardia, lasciando che i suoi occhi spaziassero, per quanto possibile, sul panorama della grotta sotto di lui.
Si trovava nei pressi della caverna naturale che lui e Krystel usavano come base quando venivano a visitare il Buio Profondo nei pressi di Eryndlyn. La loro alcova riparata si trovava su un piano rialzato rispetto alla grotta più grande. Qualche corridoio sbucava a diverse altezze della parete della grotta, uno dei quali proprio vicino alla loro piccola caverna. Era necessario posizionarsi in un luogo che permettesse di tenere d'occhio sia la galleria che la grotta sottostante.
Per quale motivo Krystel fosse così curiosa verso il Buio Profondo, non lo aveva mai capito. Lei diceva che quel mondo sotterraneo aveva un'energia diversa rispetto alla Superficie, e doveva essere vero, perché lei era esperta di quella roba. Daren invece era esperto di sopravvivenza nel Buio Profondo, come chiunque avesse servito per almeno un po' di tempo nelle pattuglie di qualche città drow. I dintorni di Menzoberranzan, dove era nato, non erano poi così diversi dalle caverne intorno a Eryndlyn. Quindi aveva scelto lui il luogo in cui accamparsi, perché c'era un rivolo d'acqua ed era abbastanza difendibile. Per lo stesso motivo non era stato facile scacciare il piccolo gruppo di quaggoth che aveva abitato la zona prima del loro arrivo.
Dopo di allora, il drow aveva caldamente raccomandato alla sorella di proteggere il "loro" posto con qualche incantesimo, in modo che non venisse di nuovo invaso da altre creature mentre loro erano di nuovo in Superficie. All'inizio Krystel non voleva, perché le sembrava sbagliato precludere quella fonte d'acqua ad altre creature mentre loro non erano nemmeno lì per usufruirne, però Daren si era permesso di insistere: era lui che doveva combattere contro i mostri, dopo tutto, e avrebbe preferito non doverlo rifare.
Quindi quello era diventato definitivamente il loro posto, o almeno il loro posto nei periodi in cui Krystel aveva voglia di visitare il Buio Profondo. Era sempre in inverno, e non tutti gli inverni, ma solo nei periodi in cui si sentiva tranquilla a delegare la gestione della sua locanda a uno dei suoi figli.
E Krystel, di figli, sembrava produrne a ciclo continuo. Ogni due decenni più o meno sfornava un marmocchio. Daren non era contrario alla cosa, era perfettamente normale che una drow costruisse una famiglia numerosa, era così anche nella società in cui era nato. Quello che era strano era il tasso di sopravvivenza dei suoi figli: erano ancora tutti vivi. Una normale famiglia drow, composta da una matrona e dalla sua prole, raggiungeva raramente delle dimensioni ragguardevoli perché i figli tendevano a sfoltire il loro numero uccidendosi a vicenda per guadagnare più potere. Krystel non aveva mai creato un simile clima di competizione all'interno della sua famiglia, e anzi incoraggiava i suoi ragazzi a sostenersi a vicenda.
Era quello che stava facendo anche con gli ultimi due arrivati: Amber, la sua figlia naturale di circa otto anni, e Tek'ryn, il suo nuovo figlio adottivo che non ne aveva ancora dieci. Per gli standard drow i due bambini si potevano considerare coetanei, eppure non avrebbero potuto essere più diversi.
Agli occhi di Krystel, Amber era una bambina normale e Tek'ryn era un ragazzino traumatizzato dalla sua infanzia in mezzo ai drow. Agli occhi di Daren, Tek'ryn aveva avuto una vita normale per un elfo drow, anche se lui era a suo modo speciale, essendo smaccatamente più intelligente della media; Amber, per gli standard degli elfi scuri, era mostruosamente viziata. Nel senso che non era mai stata picchiata, non era costretta a stare sempre zitta, non doveva fare alcun tipo di lavoro pesante, e gli adulti intorno a lei le davano attenzioni. Questo era normale per un bambino cresciuto in Superficie, Daren lo aveva capito da tempo. Sperava che presto lo capisse anche Tek'ryn. Quella era la vita che lo aspettava, una vita senza più abusi, ma il ragazzino non era pronto per crederci.
Tek'ryn in quel momento stava facendo la guardia insieme a lui. Daren trovava la cosa quasi divertente, perché il piccolo non sapeva davvero cosa aspettarsi dai pericoli dei corridoi del selvaggio Buio Profondo, ma avrebbe preso al volo qualunque scusa per non rimanere da solo insieme alla madre adottiva e alla sua nuova sorella. Stare insieme a due femmine lo terrorizzava, e inconsciamente si era attaccato molto al suo nuovo zio. Daren se lo teneva accanto volentieri: era un ragazzino silenzioso che non rompeva mai le palle. Tutto quello che chiedeva era di essere lasciato in pace, non voleva interazioni con gli adulti perché nella sua esperienza portavano solo problemi. Quindi passavano lunghe e pacifiche ore insieme a non dire nulla, interagendo solo quando ogni tanto il guerriero passava al bambino qualche striscia di carne secca e di funghi da mangiare. Tek'ryn non chiedeva neanche cibo, sarebbe svenuto dalla fame prima di rivolgere la parola a un adulto.
Ogni tanto vedevano passare qualche creatura nella caverna sottostante, e Daren si sforzava di fare un po' di conversazione.
"Quella è una lucertola crestata" aveva detto una volta, indicando un rettile sulla parete opposta della grande caverna. "È abbastanza innocua se non viene provocata." Ci aveva pensato un attimo, poi aveva aggiunto: "Non avvicinarti mai a un animale nel Buio Profondo. Tutti sono pericolosi, se si sentono minacciati."
E quella era è stata una delle poche interazioni degli ultimi giorni. Gettando uno sguardo al corridoio laterale che sbucava vicino alla loro caverna, Daren trovò presto un altro argomento di conversazione.
"Guarda, Tek'ryn." Lo richiamò dandogli di gomito. "La creatura che si sta avvicinando è una delle più pericolose di questa zona."
"Ma è S'lolath" affermò il bambino, riconoscendo l'elfo scuro che lo aveva portato lì, facendolo fuggire da Eryndlyn alcuni giorni prima.
"Appunto" confermò Daren con un sorriso poco allegro. Appoggiò una mano sulla spalla del nipote. "Torna da Krystel, e dille che abbiamo visite. E poi resta dentro."
A queste parole, sentì Tek'ryn entrare in tensione, ma sapeva che avrebbe obbedito. Non avrebbe mai contestato l'ordine esplicito di un adulto.

"Allora" Daren salutò S'lolath con un cenno del capo. "Già di ritorno?"
"Evidentemente. È un tratto caratteristico della Superficie attestare l'ovvio?"
"No, è solo un modo cortese per chiedere che cosa ci fai qui" ritorse il guerriero.
"Non posso venire a trovare la mia amante e i miei figli? Krystel ti ha forse detto di non lasciarmi passare?"
"Al contrario, questo è proprio il tipo di baggianate che le piace sentire" Daren si fece da parte con un gesto di invito.
Era la verità, a Krystel piaceva credere che S'lolath si interessasse davvero a lei e ai ragazzi, e forse anche lui era sincero... entro una certa misura.
Ad ogni modo Daren non aveva motivo di mentirgli, di sostenere che la strega potesse vedere oltre i suoi inganni: se S'lolath avesse pensato di non poterla manipolare, sarebbe potuto diventare pericoloso.
S'lolath però si fermò, come se le parole di Daren lo avessero infastidito.
"A te piace pensare che tua sorella sia una sciocca e che io sia un crudele burattinaio, ma i limiti della nostra relazione le sono molto chiari. Forse ha un'opinione di me più alta di quanto dovrebbe, e forse è vero che questo mi fa comodo. Ma quello che tu non capisci è che lei può permetterselo, non corre pericoli vivendo questo suo piccolo sogno, perché lei non ha bisogno di me. Non c'è pericolo che si illuda che correrò a salvarla se finisse nei guai. È abituata a badare a se stessa. Quindi perché, esattamente, vuoi toglierle questo conforto?"
"Perché non sono così convinto che non le faresti del male" Daren decise di giocare a carte scoperte. "Mi sta bene che tu non muova un dito per aiutarla, non mi sono mai aspettato che lo facessi, ma chi mi dice che non la tradiresti?"
"Mio caro amico, nessuno che io conosca è interessato a lei. La città di Eryndlyn non sa nemmeno che Krystel esiste." S'lolath diede una risposta perfettamente pragmatica.
"Ma tu lo sai. Chi mi dice che un giorno non la venderai?"
S'lolath rise, una risata tranquilla e nemmeno troppo di scherno.
"Perché non è una seguace della Regina Ragno? Suvvia. Non siamo a Menzoberranzan. Non devi aspettarti questo tipo di fanatismo a Eryndlyn. Le sacerdotesse hanno ben altri problemi a cui pensare, come più di mezza città sotto il controllo di Vhaeraun e Ghaunadaur. Una singola drow eretica, che non appartiene nemmeno a Eryndlyn, non è interessante per nessuno." Esitò un momento, poi aggiunse: "Posso capire che tu mi consideri completamente privo di buona fede, e che tu non creda che io provi alcun tipo di sentimento verso di lei e verso i miei figli. Non è sempre tutto così bianco o nero, amico mio, ma non cercherò di convincerti. Ti invito però a considerare il fatto che molti decenni fa, quando mi avete salvato, abbiamo deciso di essere alleati. In quell'occasione Krystel mi ha dimostrato il suo grande potere, che vantaggio avrei a tradire un'alleata così promettente e che crede nel nostro sodalizio?"
Daren ascoltò in silenzio la risposta di S'lolath, trovandola, suo malgrado, inattaccabile. C'era qualcosa però che stonava.
Ha menzionato il nostro primo incontro, quando lo abbiamo salvato. Non c'è nessun motivo concreto per cui un drow possa voler rimarcare un momento in cui qualcun altro ha fatto qualcosa per lui. Lo ha detto soltanto per suggerirmi che lui ragioni in modo diverso dagli altri. Anche il fatto che si sia disturbato a fermarsi e rispondermi, quando avrebbe potuto andare oltre perché ha già il permesso di Krystel di entrare... è una specie di segno di rispetto.
Quindi non è qui per manipolare lei, ma me.

"Smetti di dire che siamo amici, S'lolath. Mi sei simpatico, ma l'amicizia è un'altra cosa." Tagliò corto.
"L'amicizia tra drow..."
"Anche l'amicizia tra drow. È un rapporto pragmatico che si basa sullo scambio di favori, non semplicemente sulla simpatia. Certo, la simpatia ci vuole, altrimenti sarebbe un'alleanza. Ma da sola non basta, e io sono sicuro che tu non muoveresti un dito per me, quindi smetti di tentare di manipolarmi per farmi muovere un dito per te."
S'lolath gli rivolse un sorriso rassegnato.
"In futuro mi piacerebbe avere il tuo aiuto per uccidere quel mago di cui abbiamo parlato, ma è un discorso prematuro adesso, devo ancora indagare se ha davvero degli altri cloni. Quindi che motivo avrei di suscitare la tua simpatia se non ho bisogno di te in questo momento?"
"Perché tu pensi sul lungo periodo, e io ti stimo per questo, ma non voglio essere una carta nella tua manica pronta da giocare quando ti fa comodo."
S'lolath accentuò un pochino il suo sorriso, che aveva preso una piega divertita.
"Amico mio, lasciarti usare oppure no dipende interamente da te. Non ti porterò rancore in ogni caso."

S'lolath non se l'era presa per quel piccolo fallimento. Alla fine non si aspettava niente di meno da quel degno avversario, e tutto questo non aveva importanza. Gli sarebbe bastato guadagnare le simpatie di Krystel e rimanere nelle sue buone grazie. Daren non avrebbe disobbedito alla volontà esplicita della sorella, già una volta aveva rischiato la vita per salvarlo soltanto perché lei lo aveva preteso.
Forse il guerriero lo aveva dimenticato, ma una famiglia drow è come una catena: la sua forza equivale a quella del suo anello più debole.



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Questa storia si svolge alcuni giorni dopo Trauma, Redemption Demotion e Three is the Magic Number.
Il trope di oggi è Battle of Wits, una battaglia che purtroppo Daren non può vincere perché gioca in una squadra.
   
 
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