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Autore: hermy09    16/08/2021    0 recensioni
"Dovrei iniziare a chiamarti principe Jason" .
"No...".
"Sapevo non ti sarebbe piaciuto, ecco è ufficialmente il soprannome giusto" .
"Non ha alcun senso" .
"Si invece. La storia di base abbiamo detto che c'è. L'aspetto stereotipato anche. In più sei sempre tutto composto e diplomatico, anche se è tutta scena... Non guardarmi così!" .
"Ogni volta che parlo con te mi ricordo perché non lo facevo mai".
"E hai pure salvato dai guai una persona che non sopportavi, due volte! Me! Se non ti rende un cavaliere..." .
"Limitati a principe per favore".
Dopo essersi lasciato con Rachel, un improvviso avvicinamento al suo vicino di casa Jason Grace farà scoprire a Percy che ci sono molte cose su se stesso che in realtà non sa. E ovviamente, trattandosi di Percy gli porterà anche molti guai.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Jason/Percy, Percy Jackson, Rachel Elizabeth Dare, Reyna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Questo non sta accadendo davvero... Questo non sta accadendo davvero"
Percy provava a ripeterselo da almeno due minuti di canzone.

La band della sua ragazza, Rachel Elizabeth Dare, quella sera si stava esibendo all'evento che ogni anno nella loro città apriva l'estate, la grande festa a casa dei fratelli Stoll. Travis e Connor in realtà non erano poi nemmeno così popolari, era la loro casa ad essere pazzesca. Loro padre gestiva una ditta di trasporti che fruttava parecchio.
Solitamente la maggior parte degli invitati se ne stava in piscina o in giro a giocare a beer pong, gioco della bottiglia e simili, perciò Rachel non si aspettava chissà quale pubblico interessato (oltre a Percy naturalmente), quindi Percy era andato alla festa anche con l'intenzione di sostenerli.
Ma, sepurtroppo per tutti gli altri, quella sera aveva piovuto nel bel mezzo della serata e si dovette riunciare alla piscina. In compenso però si erano messi tutti al riparo in garage, che in realtà era così grande e ben arredato da sembrare un altro piano della casa.
Un gruppetto di ragazzi avevano preso possesso di un tavolo da ping-pong. Altri continuarono a bere avvolti nei teli da bagno cercando di asciugarsi e nel frattempo continuarono ad ascoltare la band

Luke Castellan, il cantante del gruppo, era cugino dei fratelli Stoll. A Percy quel tipo aveva sempre fatto una strana impressione. A Rachel e a Thalia, la bassista, stava molto simpatico, c'era molta sintonia nel loro gruppo. Ma Percy non riusciva a capire se poterlo considerare un possibile amico o no. Non voleva dire che era falso, però...

"Spero sia stata per tutti una bella serata". La band si era sistemata in fretta ed aveva continuto lo spettacolo. Rachel seduta dietro la batteria salutò Percy con la mano, erano stati insieme poco e niente. Percy le mandò un bacio. Quella sera era proprio carina. I capelli ricci erano molto più... Ricci del solito? Negli occhi aveva messo qualcosa che luccicava, e il top nero stretto con la camicia a quadri aperta le donava molto.
Cessato l'applauso Luke continuò col suo discorso di apertura.
"Vogliamo chiudere la serata con una cover che spero tutti riconoscerete, seppur mi sia preso un po' di libertà poetica sul testo. Speriamo vi divertiate".

Dopo che Rachel ebbe battuto le bacchette la canzone iniziò e Percy la riconobbe dalle prime note di chitarra. Era "Scotty doesn't know" dei Lustra.
Era già pronto a cantare quando si accorse che il testo non combaciava.
Luke partì in quarta, quasi senza dargli il tempo di metabolizzare.

"Percy doesn't know, that Rachel and me, Do it in my van every Sunday..."

E forse avrebbe anche lasciato a Luke il beneficio del dubbio, se nel volto di Rachel non si fosse subito dipinta una espressione di panico.

Percy invece era sicuro di assomigliare a uno dei pesci dell'acquario dove lavorava, gli si era aperta la bocca e non riusciva più a chiuderla.
E pregò nella sua mente che gli altri nella stanza non ci avessero fatto caso, non aveva il coraggio di girarsi per controllare lui stesso.

Questo non stava accadendo davvero. Rachel impazziva per lui. Luke era solo un suo amico. Quella era solo una canzone. Era uno scherzo.
No?

Luke continuava tranquillissimo con quell'aria da splendido a cantare.

"Percy doesn't know
Percy doesn't know
Percy doesn't know
So don't tell Percy"

Thalia che all'inizio era presa dalla sua chitarra aveva cominciato a capire cosa stesse succedendo e sembrava un po' confusa.
Rachel continuava a suonare guardando fisso davanti a se, con l'aria di una che doveva star sudando 7 camicie.

Durante l'ultima strofa che solitamente andava cantata in coro Luke ebbe la decenza di smettere di usare il suo nome.

Non sapeva per quanti in quella sala fosse così, ma Percy ne era certo.
Luke non era suo amico.
E lui non era l'unico ragazzo con cui Rachel andasse a letto.

Dovevano parlare.

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"Che cosa abbiamo in fondo da dirci noi due Percy"

Lui e Rachel erano sul retro del casa. Vi era stata costruita una tettoia di legno, ed era arredato con dei divanetti e un dondolo. Che luogo romantico per essere mollati.

"Rachel, forse non realizzi la gravità di ciò che è accaduto... E poi non capisco, da quando ti piace Luke?"

Rachel aveva la faccia tosta di sembrare quasi... annoiata.

Tirò fuori un accendino dalla tasca per accendersi una sigaretta.
Percy per l'ennesima volta quella sera si rese conto di quanto fosse stata cieco.
Rachel prima fumava solo sigarette rollate, aveva da poco iniziato con i pacchetti aromatizzati, ma nessuno dei loro amici le usava... Tranne Luke.

"Te lo avrei comunque detto io molto presto. Tra di noi è da tempo che... "

Percy la interruppe "Già sarebbe stata una mossa più elegante di quello che ha fatto Luke..."

Rachel lo ignorò "Non spostare l'attenzione su altro. Dicevo: per come andavano le cose tra di noi, per come la vedo io questo è il divenire naturale delle cose".

Percy non era un tipo aggressivo, cercò di tenerlo a mente.

"Il divenire NATURALE?"
"Fartela alle mie spalle con quel perdente di Luke è una cosa NORMALE per te?".

Rachel soffiò il fumo.
"Luke non è un perdente. È molto maturo".

Maturo. Luke. Luke che aveva poco prima offerto quello spettacolo degno da telenovela.

La sua espressione dovette far transparire i suoi pensieri perché Rachel subito continuò dicendo: "Di lui mi piace che mi tratti come la me completa. Vede me al 100%, anche più di quanto possa far io"

Percy cominciò a pensare che invece delle sigarette Rachel fumasse altro, era così oppure Luke era un manipolatore di serie A.

"Stai sparando cazzate" Percy perse la poca pazienza rimastagli.
"Continui a fare discorsi sul nulla ma non mi dici nulla su di noi. Pensavo ti piacessi Rachel, che fossi affezionata a me, che fossimo una vera coppia"

Rachel continuava a fumare. "Oh per favore...C'è davvero bisogno che ti spieghi cosa non vada tra noi? Sembriamo due bambini dell'asilo sul versante coppia".

Percy era sbigottito "Io semplicemente non volevo farti molte pressioni... La smetti di fumarmi in faccia?".

Rachel spostò la mano seccata "Beh a me piace chi sa prendere l'iniziativa. Onestamente c'è zero chimica tra noi. A volte mi domando se sei un minimo attratto da me".

Percy decise che ne aveva abbastanza.
"Giusto per non avere altre sorprese. Ora che ci siamo lasciati, tu e Luke uscirete insieme no?".

"Oh no siamo una coppia aperta. Luke pensa sia abbastanza intelligente da gestirlo".

"Bene" Percy cominciò ad allontanarsi, ma ci pensò un attimo e si girò.
"Spero che oltre al vizio del fumo ti passi anche qualche malattia venerea. Fossi in te comprerei una pomata per la candida, dicono che in estate sia più facile beccarla".

La faccia che fece Rachel lo fece sentire leggermente più soddisfatto.

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Fortunatamente la band di Rachel sembrò essere andata via dalla festa.
Percy voleva stare un po' da quel lo. Cercò un modo per riprendersi e lo trovò nel sedersi su un divanetto con una birra in mano. Poi pensò che gli sarebbe anche servita una distrazione, e quella arrivò da lui con un costume rosa a due pezzi addosso.

"Percy! Posso sedermi vero?" disse Drew Tanaka mentre prendeva posto accanto a lui.
L'acquazzone era fortunatamente scampato e gli invitati si erano un po' sparpagliati per tutta la casa, ciò permetteva di avere un po' più di privacy, ma ovviamente non era la serata fortunata di Percy.
"Serataccia non è vero?" gli disse infatti Drew.
"Davvero? Cosa te lo fa pensare?"
Drew fece una risatina.
"Qualcosa riguardo la schifosissima musica della band".
"Se sei qua per rigirare il coltello nella piaga...". Drew quando voleva sapeva essere insopportabile.
"Oh no, vedi, io sono una persona molto positiva".
Drew si sollevò leggermente per spostare le gambe, facendo rumore con la pelle che si era attaccata al divano per l'umidità.
"A me piace vedere anche le cose brutte come una opportunità". Detto ciò le gambe lisce e morbide di Drew si piantarono in grembo a Percy
Si sentiva arrivare da fuori a tutto volume "Just Dance" di Lady Gaga, ma non troppo forte per cui Percy non potesse sentire Drew. La ragazza però doveva pensarla diversamente in quanto quasi si attaccò al suo orecchio.
"Gli altri potranno aver pensato che ti hanno fatto le corna".
Percy cercò un punto dove guardare per evitare l'imbarazzo della situazione.
"Ma io la vedrei più come esser diventati single" continuò Drew.
Percy finì con lo sguardo sulle tette di Drew che si avvicinavano minacciosamente al suo petto.
Okay, meglio fare un altro tentativo.
"Rachel non è certo l'unica disponibile in circolazione".
E quando la mano di Drew cominciò a risalire la sua coscia dal ginocchio in su Percy decise che per lui la festa era ufficialmente finita.
Si alzò lasciando Drew a bocca asciutta. Percy aveva il sospetto che Drew avesse bevuto. Era una persona molto... Espansiva, ma ognuno aveva dei limiti. E salire su di lui quasi nuda davanti a tutti doveva esserlo per Drew in una condizione più lucida.
Meglio evitare altri scandali per quella sera.

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Percy sarebbe potuto tornare a casa, ma ciò avrebbe solo peggiorato il suo umore. Sua madre e il suo ragazzo Paul avrebbero passato la notte fuori, quindi Percy per quella sera aveva certi programmi. Il tornare a casa da solo non era il modo per potersi distrare dal fatto di esser stato tradito e mollato, quindi era da escludere. Ma nel buco di città in cui viveva chi oltre lui non si trovava alla festa da cui era fuggito?
Un tonfo forte lo fece sussultare.
Jason Grace era fuori casa a gettare la spazzatura.
Ovviamente l'unico a non essere alla festa era quella secchia snob di Jason.
Percy non si rese conto di starlo fissando finché non venne richiamato proprio da lui.
"Hai perso le chiavi di casa Jackson?".
Percy lo guardò confuso ma poi realizzò che Jason doveva averlo visto fissare la porta di casa senza però entrare per un bel po'.
Jason viveva di fronte a lui due case più a destra, ma non erano poi così amici. Ma, onestamente, quella sera perfino Jason era meglio di niente.
"È successo una specie di casino".
"Ma non mi dire" Jason sistemò anche un sacco che dal rumore doveva contenere del vetro. "Che è successo?" "Qualcuno si è ubriacato troppo e ha cominciato a farlo in mezzo alla piscina?"
Una cosa del genere un anno fa era davvero quasi successa, a Percy vennero i brividi al pensiero di che schifo doveva esserci nella piscina degli Stoll".
"Troppo importante per venire tu stesso alla festa?".
Jason smise di sistemare i sacchi e mise le mani in tasca.
"Lo sai, non è il mio ambiente".
Jason era forse l'unico ragazzo della cittadina a non essere nato e cresciuto lì. Jason Grace si era trasferito due anni fa a vivere con la madre e la sorella Thalia. I loro genitori erano separati e fino ad allora Jason aveva vissuto col padre. Ma non si era mai del tutto integrato, anche per lui ogni occasione era buona per andare a trovare il padre. Ora che ci pensava a Percy venne da chiederglielo.
"Non dovresti già essere fuori città?".
Jason annuì "Sì, ma quest'anno mio padre ha aperto più tardi". Il padre di Jason possedeva un super residence/resort per ricconi fuori città. Jason passava l'estate a lavorare lì.
Percy non disse nulla, preso nuovamente dai suoi pensieri.
"Sul serio Jackson sembri rimbambito stasera. Mi vuoi dire che ci fai qui fuori?".
Percy fece l'ennesima cosa lontana dalla sua personalità quella sera. Buttò indietro la testa, si sfrego tempie e occhi, e quasi gridò dalla frustrazione. Non pensava di essere capace di emettere un suono così.
"Okay, forse ti serve qualcosa, una birra?"
"Oh sì, Drew non m'ha manco dato il tempo di finirne una".
Jason era sempre più confuso.
"Okay dovrai spiegarmi anche questa" .

Essendo la madre di Jason sveglia, ed essendo Percy ancora ostinato a non voler entrare a casa propria, optarono per salire sul tetto.
Erano già alla terza lattina quando Percy arrivò alla parte di Drew.
"Cioè ti è salita addosso così? Nuda?"
"Beh dai non era nuda, era in costume".
"Beh come se fosse".
"Non l'hai mica vista che ne sai".
"Sei tu che hai parlato di costume dentro al sedere e tette di fuori". Avrebbe dovuto far bere Jason più spesso, diventava più divertente. O forse non aveva mai parlato con Grace per davvero.
"Comunque, non capisco perché sei con me e non con lei al momento".
Percy storse il naso "Per cortesia, era l'ultima cosa di cui avessi voglia".
"Ma guarda almeno ti saresti preso una rivincita".
"E su di chi? Non penso proprio che a qualcuno dei due importi". Percy si riferiva ovviamente a Luke e Rachel.
"Pensi che Luke abbia un van?"
"Un che?"
"Un van, sai no? Come nella canzone"
A Percy quasi andò di traverso la birra.
"Non mettermi in testa ulteriori immagini raccapriccianti"
Jason era tutto risatine.
"La cosa che mi fa impazzire è la roba che mi ha detto".
"Non aveva molto senso in effetti"
"Capito? Io credevo che semplicemente non avesse voglia, non che avesse qualcun altro"
"Forse dopo le prove non aveva più manco energie per te"
Percy lo guardò torvo.
"Ehi io sono comunque dalla tua parte, quel Luke è un vero cretino". Jason cercò di confortarlo.
"Non è manco così bello".
"Lo pensi davvero?"
"Certo" Jason masticò delle patatine che avevano portato su.
"O almeno, fisicamente parlando non hai nulla in meno di lui. Anzi".
Tutto il tempo libero che il nuoto agonistico toglieva a Percy bisognava ammettere che veniva compensato con la forma fisica che aveva ottenuto.
"Già, non è nulla di speciale. Manco mi piacciono i biondi".
"Ehi!" disse Jason.
"Io sono biondo".
"Che c'entra siere diversi, tu hai gli occhi azzurri".
"Anche Luke ha gli occhi azzurri".
Ah, Percy non lo aveva notato.
"Vabbè ma siete comunque diversi. Lui non è bello".
Jason ci pensò e sbatté le ciglia.
"Wow Jackson non sapevo avessi una cotta".
"Ma piantala, sono solo oggettivo, è questione di... Struttura ossea ecco".
Percy e Jason non erano amici. Non c'era una particolare faida tra loro, erano solo, come di mondi diversi. Avevano amici diversi, facevano sport diversi, tifavano squadre di basket diverse. Erano pure uno contro l'altro nel club di dibattito!
A scuola spesso si ritrovavano a discutere in classe. Erano due personalità molto forti ecco.
Però anche Jason quella sera sembrava uscito da suo solito personaggio serioso e composto che teneva a scuola, da cui Percy stava alla larga.
"Sai quale è il tuo problema?" gli chiese Jason. "Sei troppo sottone".
"Sottone? Io? Io non sono sottone".
"Oh si invece, riesco a immaginarti. Ti prego Rachel non lasciamoci, io pensavo ci amassimo" lo prese in giro Jason.
Percy gli lanciò la linguetta di una lattina.
Jason gli lanciò un patatina. "È così però, devi fare lo stronzo".
Jason si succhiava il sale delle patatine dalle dita e vedendo che Percy lo guardava mise su un'espressione di dubbio.
"Pensavo solo che sei umano a quanto pare, sai divertirti".
"Oh io sono simpaticissimo attorno a chi riesce a farmi divertire" rispose Jason.
"Ora non esagerare. Per arrivare ad essere simpatico ce ne vuole".
Jason fece un sorrisetto di sfida che a Percy sembrò di riconoscere.
"Tu invece ti sapresti divertire?"
"Vorresti mettermi in dubbio?"
"Beh qualcuno ha dovuto cercare divertimento da altre parti".
"Giochi sempre sporco tu eh?". Percy sentiva di aver bevuto al punto giusto per trovare quasi tutto un valido motivo per cui ridere, quindi non si arrabbiò nemmeno.
"Da quando stavi con Rachel te la tiravi tanto" continuò Jason.
"Io me la tiravo?".
"Certo si vedeva da un chilometro. E invece si scopre che Jackson non ci sa proprio fare".
Percy posò la birra.
"Fermi fermi fermi" era partito in quarta. "Questa è un'idea che ti sei fatto tu".
"Se Rachel pensava che non fossi nemmeno attratto da lei. Che facevate invece di pomiciare, vi guardavate negli occhi?".
Percy cringiò all'uso della parola pomiciare, cosa che divertì Jason ancora di più.
"Per la cronaca, io sono fantastico a pomiciare".
"Pff" lo prese in giro Jason. "Ti stai di nuovo montando la testa".
"Con che licenza parli tu? Non mi pare che tu sia circondato da ragazze".
"Percy. La tua di ragazza ti ha fatto le corna. Non parlerei al tuo posto".
"E un'altra mi è salita addosso. Sono comunque molto richiesto".
"Eh, magari però poi scappano".
Percy alzò gli occhi al cielo.
"Beh io vedo comunque zero prove a tuo sostegno". Pareva di essere a lezione di dibattito.
"Oh ma io ho le prove. Prove pratiche".
"Beh mettile agli atti".
Percy si rese conto in ritardo di cosa aveva detto, ma non ci diede peso, o almeno ci provò.
Jason rise "Dovrei usare il metodo Drew Tanaka?".
"Oh non so se riesci a riprodurre l'effetto" disse Percy e si mise a ridere all'idea.
A Jason però l'idea dovette piacere. Con un colpo di reni si alzò, per poi mettersi a cavalcioni quasi in braccio a Percy.
"Che cretino che sei".
"So che manca il costume ma dovrai accontentarti".
Una parte di Percy sentiva che lo scherzo in quanto tale doveva finire in risata li, ma nessuno dei due si mosse, quindi continuarono.
Jason passò le mani su dalle ginocchia di Percy fino ad arrivare alle spalle, per poi sostenersi poggiandogliele dietro al collo. Percy penso che stando sul tetto c'era molto più freddo, quasi da brividi.
"Pure se fossi in costume per quanto potresti impegnarti, dubito riusciresti a convincermi".
"Ehi sei tu quello che va in giro a vantarsi di avere certe abilità".
"Fino ad ora tu nell'imitazione di Drew Tanaka non arrivi neanche a sei".
Jason alzò un sopracciglio.
"È che non ci metto tutto me stesso". Jason si era avvicinato, e Percy sentiva ogni parola scandita con le labbra di lui sul suo lobo sinistro.
Jason aveva smesso di ridire e Percy cominciava a sentire tutti i muscoli tesi.
"Dovresti saperne qualcosa, forse non ci mettevi impegno dopo tutto?" Jason tornò a guardarlo a mo di sfida.
È vero i suoi occhi erano azzurri ma, con Luke, Percy pensò che non c'entrasse assolutamente niente.
"Ti assicuro che quando voglio so impegnarmi benissimo".
Grace aveva sempre avuto quella cicatrice all'angolo delle labbra?
"Questo è da vedere".
Abbastanza. Percy si sporse in avanti. Non seppe dire se fu una scelta impulsiva, gli era sembrata la cosa più logica da fare. Del tipo stimolo risposta, ti lanciano qualcosa e ti scosti, oppure la afferri.
Percy voleva concentrarsi sul dare prova della sua bravura, ma sentì di essere distratto dal sapore salato che era rimasto in bocca a Jason dopo aver mangiato quelle patatine, e dopo un po' si perse. Non seppe neanche lui in quanti millesimi di secondo pensò di aver fatto bene a non fumare quella sera, perchè dovette davvero usare ogni suo secondo per concentrarsi nello stare dietro a Jason.
Grace si stava impegnando eccome, altro che Drew Tanaka.
Percy non voleva permettere a Jason di avere ragione, quindi cerco si riprendere in mano la situazione, ma era così... difficile. Sentiva con insistenza la lingua di Jason, anche se non capiva come ci fossero arrivati a quel punto. Stava provando a capire se fosse possibile che percepisse la cicatrice di Jason, o era solo la sua immaginazione dato che l'aveva notata un minuto fa. E poi Grace che prima si era messo a cavalcioni ora gli stava proprio stretto in braccio... Un momento.
Grace era in braccio a lui. Jason Grace del club di dibattito. Jason Grace che abitava vicino casa sua. Jason Grace sul tetto, che riusciva a sentire praticamente qualunque cosa avesse mangiato quella sera, seduto su Percy Jackson e con le braccia attorno al suo collo. Era tutto un po' troppo fuori personaggio.
Percy poggiò piano le mani sul petto di Jason, e per un secondo si preoccupò, perché stava rischiando di stringerselo addosso invece che scostarselo di dosso. Fortunatamente Jason mise un ultimo pizzico di foga in più prima di fermarsi e dargli un sonoro bacio a stampo, come se ci fosse stato solo quello per scherzare, e infine allontanarsi.
Percy nella sua testa stava cercando delle parole di senso compiuto per formare una frase, ma era troppo... stordito.
Fortunatamente se ne occupò Jason, di nuovo.
"Visto?" disse scendendo da dosso a Percy "È questo metterci tutto il proprio potenziale. Spero che almeno lo imparerai così non avrò messo agli atti le prove inutilmente".
Percy sembrò ricordarsi il loro discorso originario.
"Almeno tu al posto di Rachel non ti stai lamentando".
"Ho avuto di peggio".
Dalla strada sentirono arrivare risate e dei gridolini.
Thalia, Luke, Rachel e un'altra persona stavano tornando a casa, a casa Grace.
"Che stanno facendo quei tre?" disse Percy.
"Beh quella è la nuova coppia, e l'altro sarà il nuovo tipo di Thalia. Saranno troppo brilli per fare tre strade diverse" disse Jason. Subito dopo cominciò a lamentarsi.
"Bleah oddio. Non mi va di rientrare a casa con una situazione del genere, ho paura di ciò che potrei sentire o vedere domani mattina".
Percy si offrì. "Se vuoi puoi restare qua, i miei non ci sono".
Jason lo guardò.
"Uuh, sono riuscito in quello che Drew ha fallito?".
"Che scemo" Percy gli diede un spallata.
"Aiutami a scendere, sono troppo ubriaco".

Alla fine in qualche modo Percy riuscì a far scendere Jason, preferirono usare il lucernario che portava alla sua stanza. I vantaggi di avere la propria camera in mansarda. Jason avrebbe anche potuto dormire nel divano, ma a Percy non andava di spiegare domani a sua madre che ci facesse lì il figlio dei vicini.
Alla fine essendo il suo letto a due piazze si sistemarono lì e chiusero a chiave la porta per evitare fraintendimenti al mattino. La cosa aveva un grande probabilità di rendere il tutto ancor più strano, ma fortunatamente Percy trovò Grace addormentato appena tornò dal bagno. Cercò di addormentarsi anche lui nonostante i pensieri martellanti che stava avendo. Sicuramente tutta la situazione di Rachel era stata scioccante, ma dopo pochi minuti quel pensiero venne scavalcato da un altro. Girò la testa sul cuscino. Lui e Grace avevano per davvero pomiciato?
La parola fece di nuovo ridere Percy. Neanche lui era tornato sobrio. Tutto ciò non stava accadendo davvero. Si addormentò anche lui subito come un sasso.

E niente questa doveva essere una oneshot e invece mi sono lasciata trasportare quindi avrete più capitoli e un storia super drama.
La canzone all'inizio del capitolo esiste davvero, vi consiglio di cercarla.
Ricordatevi di lasciare una recensione e salvare la storia tra i seguti perché ho già 4 capitoli pronti, quindi sarò più costante negli aggiornamenti rispetto al mio solito.
<3<3

   
 
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