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Autore: oscuro_errante    16/08/2021    2 recensioni
[AUTORE: martini_agitato] / [Dax/Kahn: A Trill Story] Di ritorno da una missione di guerra, il Capitano Sisko apprende che il cardassiano Dukat si è introdotto sulla stazione ed ha causato il collasso del Tunnel Bajoriano, uccidendo anche la Dottoressa Lenara Kahn. Affranta dal dolore, Jadzia cerca in tuti i modi di salvare almeno il simbionte della sua compagna ma si scontra con le leggi Trill. Sisko cerca disperatamente di riaprire il Tempio Celeste bajoriano, ma si rende conto che l'unica persona che avrebbe potuto aiutarlo era proprio Lenara.
Genere: Malinconico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Benjamin Sisko, Jadzia Dax, Julian Bashir
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dax/Kahn: A Trill Story'
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Lo scontro nel sistema di Chin’toka aveva messo a dura prova le forze militari congiunte della Federazione Unita dei Pianeti, dell’Impero Klingon e dell’Impero Stellare Romulano. Il Capitano Sisko, al comando dell’inusuale ma efficace flotta di navi, aveva condotto la battaglia contro i Cardassiani e il Dominio dalla plancia della U.S.S. Defiant, fino a quando un’inaspettata e violenta visione inviatagli dai Profeti del Tempio Celeste bajoriano lo aveva letteralmente paralizzato. Il Maggiore Kira aveva saputo prendere in mano la situazione e, con l’aiuto del Comandante Dax, del Guardiamarina Nog e del Capo O’Brien era riuscita a mettere a segno un’importante vittoria; per la prima volta la Flotta Stellare e i suoi alleati avevano giocato in attacco, mettendo seriamente in difficoltà il nemico.
I festeggiamenti sulla via del ritorno vennero interrotti da una comunicazione di Priorità Uno, proveniente da Deep Space 9, con cui il Comandante Worf, lasciato al comando della stazione, segnalava che il cardassiano Dukat aveva penetrato la rete difensiva della base, riuscendo a irrompere nel tempio dove era custodito il Cristallo della Contemplazione e a violarlo. Le sue azioni avevano determinato il collasso del Tunnel Bajoriano e la perdita di una vita.

All’apertura del portellone d’attracco Jadzia anticipò tutti i suoi colleghi, precipitandosi sulla passeggiata della stazione spaziale. Scartò tutti i Bajoriani che le si pararono davanti, alcuni allontanandoli a parole e altri spingendoli letteralmente da parte, mentre guadagnava freneticamente la via verso l’Infermeria.
Dopo di lei mise piede sulla passeggiata il Capitano Sisko, seguito dal Maggiore Kira e il Capo O’Brien. La folla bajoriana si strinse attorno al Capitano, rallentandone la camminata. Anche lui aveva urgenza di raggiungere l’Infermeria, ma non poteva ignorare il suo ruolo di guida spirituale per la popolazione bajoriana, ora allarmata dall’improvvisa scomparsa del tunnel, quello che per loro era il Tempio Celeste dei Profeti.
Una bambina di non più di dieci anni afferrò la mano di Sisko, impedendogli di avanzare oltre. «Emissario, mamma dice che i cristalli sono diventati scuri, che i Profeti ci hanno abbandonato.»
Sisko si accucciò in modo da poter vedere la bambina negli occhi e le strinse affettuosamente le spalle tra le sue mani, ma prima che potesse dire una sola parola, la bambina continuò quasi lacrimante: «Deve ritrovare i Profeti. Emissario, lei deve trovarli. Dica loro di tornare, la prego».
Sisko allontanò per un attimo il pensiero di ciò che lo attendeva in Infermeria e cercò di concentrarsi su quanto la piccola bajoriana gli aveva appena chiesto. Si guardò attorno, rendendosi conto che la bambina non era l’unica Bajoriana della sua età ad essersi avvicinata a lui; qualche passo più indietro anche i genitori dei bambini lo guardavano con occhi persi. Alcuni membri dell’equipaggio bajoriano di Deep Space 9 avevano interrotto di adempiere alla loro mansioni pur di incontrare l’Emissario.
«Farò di tutto...» fu l’unica cosa che Sisko riuscì a dire.
La folla continuava a mormorare preoccupata, mentre il Capitano, Kira e O’Brien ripresero la loro camminata, sempre più veloci verso l’Infermeria.
Ad attenderli in astanteria trovarono Odo e Quark, entrambi con le braccia in conserta e stranamente in silenzio, che camminavano avanti e indietro nervosamente e non avevano per niente voglia di battibeccare come erano soliti fare.
Non appena furono entrati, si aprì la porta di una delle sale operatorie e ne uscì un’infermiera seguita dal Dottor Bashir, ancora avvolto nella tunica rossa che indossava per gli interventi più delicati. La sua espressione non presagiva nulla di incoraggiante. Aveva in mano un PADD medico, e prima di parlare dedicò ad esso un ultimo sguardo, per poi consegnarlo all’infermiera. Prese fiato e, alzando gli occhi, trovò davanti a sé il Capitano Sisko; poi scandì le parole fin troppo chiaramente.
«Sono riuscito a salvare il simbionte Kahn.»
Kira e O’Brien si scambiarono uno sguardo attonito. Quark, che stava per chiedere cosa il dottore volesse dire con quelle scarne parole, venne fermato da un gesto asciutto di Odo.
Bashir continuò: «E deve tornare su Trill il prima possibile», gli si strozzò la voce in gola, «ma non ho potuto far niente per Lenara».

La sala operatoria era avvolta in una penombra spettrale; al centro della stanza vi era un solo bio-letto, fiocamente illuminato dai riflessi delle luci dei macchinari medici disposti tutti intorno. Sisko si fermò a pochi passi di distanza, andando ad appoggiarsi sconfortato a una parete. Sul letto, coperta da un lenzuolo bianco, Lenara respirava appena. Accanto a lei vi era Jadzia, la sua compagna, la donna con cui aveva condiviso la vita negli ultimi tre anni, che le teneva strette le mani baciandole ripetutamente  mentre cercava di trattenere le lacrime.
Lenara trovò la forza per parlare, ma la sua voce era fievole e le energie le venivano meno ad ogni respiro: «Mi dispiace» sussurrò.
Jadzia strinse più forte le mani di Lenara. «Non dire nulla. Ti amo.»
Lenara chiuse gli occhi, non riusciva a rimanere vigile. L’eco dei ricordi delle vite passate si susseguiva nella sua mente. Kahn, il simbionte che l’aveva accompagnata negli ultimi anni, non era più con lei, espiantato dal Dottor Bashir per permettergli di vivere ancora, ma qualcosa di quella unione era ancora presente e ad emergere in quegli ultimi momenti fu il ricordo di Nilani, una precedente ospite. L’amore di Nilani Khan per Torias, uno degli ospiti del simbionte Dax, era stata la scintilla che aveva fatto innamorare Jadzia e Lenara. In quegli anni passati assieme sulla stazione si erano promesse amore ogni giorno, scoprendosi sempre più unite, come se ad amarsi non fossero solo stati Nilani e Torias, ma anche Lenara e Jadzia e perfino i loro simbionti, Kahn e Dax. Mai così tante vite si erano incontrate in due soli cuori.
Lenara socchiuse appena gli occhi, trovando quelli di Jadzia ad attenderla, e riuscì a malapena a sussurrare: «Ti amo».
Jadzia non riuscì a trattenere le lacrime. Baciò le mani della sua amata un’ultima volta e poi ne cercò le labbra. Non voleva lasciarla andare.
«Non è colpa tua», riuscì a dire Lenara, «sapevo i rischi che correvo venendo a vivere con te.»
Jadzia non poteva sopportare di perderla. «Quando tu non sei con me è come se mancasse una parte di me stessa...» sussurrò tra le lacrime.
Lenara chiuse per un’ultima volta gli occhi e una lacrima le solcò la guancia, perdendosi tra le macchie della sua carnagione trill. «E’ la cosa che desidero di più…» esitò, i pensieri faticavano a formularsi, «...stare con te», Jadzia la abbracciò, voleva trattenerla con sé, «...ma non credo che riuscirò a farlo.»
Sisko si avvicinò a Jadzia e la sorresse mentre, singhiozzante, si accasciava sul corpo esanime di Lenara.
   
 
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