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Autore: ciarlot    17/08/2021    1 recensioni
Non arrivare, domani. Perché so già che ti perderò.
Non arrivare, domani. Perché so già che ti perderò.
Ti perderò.
****
Snoke è morto.
Kylo Ren è solo e respinto.
Rey è andata via.
Questa storia è il mio personale "what if". Cosa succede dopo l'episodio VIII?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Kylo Ren, Principessa Leia Organa, Rey, Rose Tico
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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My past has tasted bitter for years now
So I weild an iron fist
Grace is just weakness
Or so I've been told
I've been cold, I've been merciless
But the blood on my hands scares me to death
Maybe I'm waking up today

- Jaymes Young "I'll be good" -



In piedi davanti alla galassia.

Il cuore rallentava.

Era solo, certo, come il giorno prima, come anni prima. Come sempre.
Ma il tempo della solitudine cosmica era stato messo a tacere dalle incombenze, dalle azioni, tantissime, che ora dipendevano direttamente da lui.

Crait era stato un disastro. Su tutti i fronti.
(Fortunatamente Snoke era morto, così nessuno avrebbe osato fargli una paternale)

Primo. Era partito senza un vero piano. Il che non era proprio da Leader Supremo. Hux infatti era su tutte le furie. Più antipatico del solito.

Secondo. Non aveva avuto tempo di capire cosa avrebbe dovuto fare per cambiare la sua rotta interiore, e andare a tutti i costi su quel pianeta a combattere la Resistenza gli faceva tanto KyloRenDiPrima. Il che lo riportava al primo problema.

Terzo. Luke. Quanto lo odiava. Anche da vecchio. Patetico. Era talmente accecato dalla rabbia e fuori di sé da non aver capito nemmeno che lui non era realmente lì. Quanto detestava la magra figura che aveva fatto alla sua "prima uscita pubblica". Un ridicolo e inutile scontro con un fantasma.

Quarto. La ragazza. Ovvero come fare una scelta difficile e coraggiosa ed esserne pienamente soddisfatta. Questo era davvero insopportabile. Da come aveva pilotato quel vecchio rottame e liberato i suoi, pareva che l'esitazione di qualche ora prima fosse morta e sepolta. Sembrava nuova di zecca, neanche parente della sua Rey. Forse si era fatto un enorme viaggio mentale... E lei adesso era là che se la rideva alla grande con quei suoi immondi amici.

Si disse che gli elenchi erano noiosi e controproducenti se non portavano a delle soluzioni.

Bisognava partire dalle cose semplici e dai vantaggi. Questa doveva essere la filosofia del Nuovo Leader Supremo.

Luke era morto. Ottimo. Non si sarebbe più intromesso nella sua vita. Il tempo di quelle frasi sibilline, di quelle risposte che erano in realtà insulse domande, di freddezza e repressione era finito. Fi-ni-to. Game Over vecchio zio.

Poi bisognava fare qualcosa per Hux, trovargli un giochino, un diversivo, qualcosa di misterioso e potente... qualsiasi cosa che lo tenesse impegnato mentre lui cercava una soluzione per tutti gli altri problemi.

Siccome la ragazza rappresentava senza dubbio la rogna più difficile era meglio tenerla alla fine.

L'ultima cosa da fare a quel punto era occuparsi di sé stesso. Era una bella sfida: trovare un modo moralmente sostenibile per governare quella caotica galassia che non ricordava neanche più perché era in guerra. Detta così sembrava quasi semplice.

Ma Kylo Ren sapeva benissimo che semplice non era, anche se in quel momento drammatico giocava con la leggerezza: i cambiamenti di quel genere portavano sacrifici enormi.

Continuare a combattere come stavano facendo era troppo devastante per entrambe le parti, d'altronde la vittoria di uno dei due schieramenti sarebbe stato l'annientamento dell'altro.

E quando parlava di sacrifici lui intendeva ovviamente il sacrificio di altre vite, per non parlare del tempo, delle risorse, dei compromessi, oh quanto li odiava i compromessi. Erano una roba così jedi.

Tuttavia riconosceva che erano contrappesi inevitabili. Avrebbe dovuto imparare a digerirli.

E comunque, in nessun modo, esisteva un cessate il fuoco pacifico e indolore.

Si stupì di quel pensiero.

Kylo Ren di qualche mese prima avrebbe incenerito con un cenno del sopracciglio chiunque avesse detto una stronzata del genere davanti a lui.

Kylo Ren di qualche ora prima aveva proposto all'unico essere meritevole nell'intero universo di unirsi a lui in quella visione del futuro.

Proprio perché troppo semplice e giusta, neanche Rey avrebbe ammesso quella verità, o forse era troppo orgogliosa per farlo.

E lui? Lui era abbastanza forte per perseguirla? Doveva. Come? Una cosa alla volta.

Prese un bicchiere d'acqua dal dispenser e andò alla scrivania.
Accese il pad e iniziò ad inviare alcuni semplici ordini ai suoi sottoposti per il giorno successivo.

Innanzi tutto voleva che venisse allestita una sala d'allenamento privata attigua al suo alloggio. Avrebbe avuto bisogno di tempo e spazio solo per lui, la voleva da anni. Doveva mantenere i suoi standard di combattimento. Non poteva permettersi neanche la minima flessione.

Poi calendarizzò una riunione con Hux al quale chiese di farsi trovare pronto con l'inventario completo dei danni subiti a Crait. Intanto gli voleva affibbiare le attività di ricostruzione, cosa che finora non aveva mai seguito in prima persona.

Inoltre era suo preciso scopo automatizzare il più possibile gli scontri futuri. Doveva assolutamente ridurre il numero di personale umano da sacrificare quando sarebbe stato il momento.

Hux, da bravo primo della classe, non fece attendere la sua risposta. Per la sera successiva avrebbe avuto tutti i numeri richiesti. Già vedeva davanti a se una successione illeggibile di tabelle visualizzate su numerosi schermi, noiose e ammorbanti. Ma si disse che da qualche parte dovevano pur cominciare.

Quindi prese la decisione di progettare una nuova nave per sé. Sarebbe dovuta essere una specie di casa. Abbozzò alcuni concetti in una cartella protetta, poi spense tutti i dispositivi.

Un droide suonò e nella bussola di ingresso comparve un vassoio con il pasto proteico della sera. Leader Supremo o ultimo dei cadetti, non faceva differenza, il cibo era sempre uguale. Orrendo. Non lo guardò nemmeno. L'idea di mangiare quella roba era l'ultimo dei suoi pensieri. Si chiese se Snoke avesse l'abitudine di mangiare, e se sì, cosa... Probabilmente quell'essere deforme vestito d'oro come un semidio, che proclamava il digiuno e infliggeva privazione, faceva preparare per la sua persona opulenti manicaretti segreti.

Tornò alla parete vetrata.

Nella sua nuova nave avrebbe voluto più spazio per guardare fuori. In alto. Il Nuovo Leader Supremo voleva espandere le proprie conoscenze, esplorare nuovi mondi, trovarne di vuoti e provare ad abitarvi. Aveva bisogno di creare qualcosa di nuovo e di suo, che lo rispecchiasse.

Quella sera poteva permettersi il lusso di dormire e pensò che come lui, anche gli abitanti di quella terribile comunità, dopo Crait, ne avevano bisogno.

Si tolse la divisa da Cavaliere, andò a rinfrescarsi il viso. Aveva rimosso lo specchio dal bagno. Per non guardarsi più.

Si avvicinò al letto con una calma surreale. Non riusciva a spiegarsi come mai non fosse pieno di ira, dolore e sete di vendetta per quello che era successo, come avesse fatto a non distruggere niente al suo arrivo. Si sentiva come fuori da sé stesso.

Aprì il cassetto del comodino. La benda della ragazza era lì con i suoi profumi e colori. Con l'eterno dubbio di lei. Lo prese e se lo portò al naso, come quando lo aveva trovato.

Ora, inaspettatamente, profumava di verde, di felci e sottobosco, di natura pulsante e sensuale. Di legno e di fuoco.

Di acque cristalline che scavano in profondità nella roccia.

Di lembi di pelle.

Qualcosa nell'aria cambiò. I suoi sensi si espansero. Una bassa nota vibrante che proveniva da dentro di lui aveva preceduto il contatto.

La calma apparente di prima svanì nel momento stesso in cui la vide.

Non pensava che sarebbe arrivato così presto... Lei... era convinto che lei non lo volesse più. E lui era talmente mortificato dopo la loro ultima connessione, che non sarebbe stato certamente il primo a cercarla.

Invece la ragazza era lì. Come al solito non capiva dove fosse. Sembrava una piscina naturale scavata in una sorta di caverna.

Non gli interessava capire dov'era per recuperare le coordinate della Resistenza, no. Ora che era lì, era attratto solo da Rey.

La cosa assolutamente incredibile era che la ragazza non lo percepiva. Non l'aveva visto, non si era accorta della sua presenza.

Incuriosito da quella nuova situazione scese silenzioso in quella pozza turchese e camminò da lei, cercando di non muovere l'acqua.

Solo i suoi piedi minuti erano immersi. Aveva gli occhi chiusi in un momento tutto per sé. Era bellissima.

Si chiese se non fosse stato meglio andarsene anziché restare lì. Poteva immaginare le sue giuste lamentele se l'avesse sorpreso, avrebbero litigato, perché era come se la stesse spiando, cosa che anche per lui era moralmente deprecabile.

Lei tuttavia sorrise un poco, a chissà quale pensiero, e alla vista di quell'espressione beata lui non poté fare altro che avvicinarsi ancora di più.

Sentiva solamente l'istinto di toccarla. Lei forse non se ne sarebbe nemmeno resa conto, se lui fosse stato attento. Decise di rubare quel momento, e farlo suo.

Con le mani sfiorò gentilmente la pelle delle caviglie nude.
Lei percepì un brivido, ma non si mosse né aprì gli occhi o si accorse di lui nella forza.

Lui non si fermò, avanzando di qualche attento centimetro verso di lei, trattenendo il respiro, pervaso dalla meraviglia. Proseguì sulle gambe con mano più stabile.

Quanto avrebbe voluto toglierle quegli stracci di dosso. Adorava la sua pelle. Sottile, giovane, l'aveva bramata dal primo istante, su Takodana, imperlata di sudore.

L'aveva toccata un unica volta quando erano nella grotta di Ahch-To. Era pura energia. Ed era soffice. E non era mai stata di nessuno.

Risalì i fianchi poi le sfiorò la schiena, lei si mosse come un gatto che cerca una carezza, e lui vi sostò per compiacerla.

Salì piano verso il collo. Lo accarezzò con incredulità, era abituato a spezzarlo.

Il volto di Rey era chiaro come un'antica giornata di sole, inondato di piacere e rispondeva estasiata al suo solletico.

Infilò le mani tra i capelli, erano morbidi e sottili, lei alzò le spalle rabbrividendo, le sciolse quei ridicoli nodi che complicavano il suo viaggio nel corpo della ragazza.

Non poteva credere di essere lì, con lei, e di essere in pace. No, in realtà non era pace, era lo stare insieme più travolgente che avesse mai provato. Rey aveva il respiro corto e bisbigliava qualcosa tra sé e sé.

Si avvicinò tremando al viso della ragazza, trattenne il fiato. Con la punta delle dita bagnate ne tracciò lieve i contorni, puri e perfetti, cercando di essere leggero, sforzandosi di non premere. Sembravano le dune rosate della spiaggia all'alba, delicate e mobili, lisce come la seta.

Non aveva finito, scese verso il collo, poi giù verso il torace. Non c'era imbarazzo o incertezza, nonostante fosse la prima volta che toccava una donna, non c'era peccato perché non le voleva fare del male.

La stava guardando con le mani, come aveva visto una volta fare da un anziano cieco.

Scese giù fin dove la scollatura incrociata glielo permetteva, tra i due piccoli seni, e il suo petto si alzava al ritmo di un respiro veloce che percepiva sulla bocca, caldo e irregolare, come le sue pulsazioni.

Quando tornò sul mento per alzarle il viso con un tocco leggero, la vide tremare. Ma non era paura, no. Sapeva di essere lui la causa di quei fremiti. Anche se non poteva leggere la sua mente, anche se la connessione era solo sua, lo sapeva. Lei era appagata.

Aprì appena la bocca e lui intravide i denti bianchi e più in là la punta della lingua.

Possibile che lo chiamasse?

Non era bravo a decifrare i segni del corpo, abituato a prendere ciò che voleva direttamente dalla testa delle sue vittime, che lo volessero o no.

In quel momento Rey, senza nulla da dire, era strana, era tenera. Lì nelle sue mani. Non era in pericolo, non era spaventata, non resisteva. In qualche modo era lì con lui.

Se la ragazza fosse stata consapevole e presente, se avesse potuto ricambiarlo, lui non sarebbe stato così gentile, no. Sentiva tutta la repressione salire da quella voragine che si era impossessata di lui, sentiva una sensazione di calore che gli bruciava i polmoni, lo irradiava di passione travolgente. Avrebbe dovuto fare appello a tutto il suo autocontrollo per non divorarla.

Le prese il volto tra le mani adoranti, sfiorò le labbra con il pollice facendovi cadere dentro una goccia di quel brivido.

Il tocco che gli riuscì fu morbido, caldo, inaspettato. Più grande di lei.

La circondò in un abbraccio avvolgente. La toccava con una delicatezza che non sapeva nemmeno di avere dentro di sé. Che mai aveva sognato di poter donare a qualcuno.

In quel momento estatico, lontani anni luce e nemmeno del tutto consapevoli, lei era sua. Lo voleva.

Appoggiò lieve le labbra sulle sue, che lo chiamavano. Erano secche, assetate, bramavano quel contatto. Le assaggiò delicatamente, sapevano della sua reliquia segreta. Le prese tra le sue che invece erano grandi e umide, e senza fretta ma con decisione, le aprì per portare il suo sapore anche dentro.

Lui era l'acqua.

Lei era la sete.

Non sapeva come resistere oltre, era sconvolto da quel bacio che Rey si lasciava dare. Si staccò per respirare e lei vacillò come in preda alle vertigini e all'avidità.

Allora tornò da lei e la baciò ancora, e ancora, saggiando la perfezione di quella bocca tanto desiderata. Fissò con le labbra il suo viso, le piccole guance, il collo, e di nuovo quella bocca impertinente dalla quale erano uscite lame taglienti, ma che ora dipendeva dalla sua.

Non avrebbe voluto separarsi da lei ma doveva andare. Non poteva continuare quel gioco perverso. Non era giusto. Non da solo.

Era ebbro di lei, e quello era solo l'inizio di una sensazione che lo stava pervadendo, molto più intensa e meno tenera.

Suggellò la fine di quel piccolo atto d'amore con un ultimo bacio, stavolta sulla guancia, vicino all'orecchio, provocandole una meravigliosa risata, che avrebbe portato sempre con sé.

Fu l'ultima cosa che vide prima di tornare nella sua camera. Il volto appagato della ragazza Rey di Jakku.

https://youtu.be/scd-uNNxgrU

   
 
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