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Autore: gianluka2000    19/08/2021    0 recensioni
[Apex legends]
[Apex legends]"Nei miei giochi, è dalle ombre...che devi guardarti le spalle". Gli Apex games si preparano ad affrontare una tortuosa e tremenda missione: difendere il loro universo dall'assalto delle ombre e dalla dimensione oscura.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era appena giunta l’alba sul pianeta Zabora. Per le leggende era arrivato il momento di ricominciare a prepararsi per un’altra giornata di adrenalina negli Apex Games.

La nave che le avrebbe riportate al loro lavoro stava aspettando nello stesso punto di atterraggio della giornata di ieri, su una piattaforma quadrata collegata all’enorme piazza di una metropoli: tant’è che i fan, i quali erano presenti ieri ad accogliere i loro idoli, si erano accampati e a dormire proprio lì, con gli addetti alla sicurezza sempre a monitorare e a prevenire qualsiasi losca azione nei dintorni.

“Dite cheese!” Il primo a presentarsi fu Octane, sempre carico e pronto all’azione e, nell’attesa che arrivassero tutti gli altri, iniziò a fare compagnia ai suoi fan. Dopo pochi minuti, arrivò anche Lifeline, la sua vecchia amica.

“E’ già salito qualcuno sulla nave?” domandò il medico di guerra.
“Ah, non lo so, chica… Ma quello che so di per certo è che sono un fenomeno!” rispose il temerario Silva mentre si avvicinava a lei dopo aver finito di firmare l’ultimo autografo.

La terza ad arrivare fu Bloodhound, accompagnata da uno dei suoi corvi sulla spalla. Lei, a differenza delle altre leggende, non era propensa ad avvicinarsi ai fan per firmare autografi o scattare fotografie da postare sui social: andò subito a bordo della nave, limitandosi semplicemente a un breve saluto ai presenti che urlavano il suo nome.

“Bene, la vichinga è arrivata, ora chi è il prossim...” Octane non riuscì a finire la frase dopo essersi voltato. Sperava di riuscire a intravedere un'altra leggenda dirigersi verso di loro, ma l’unica cosa che vide fu solo un corpo robotico rosso… Alzò lo sguardo molto rapidamente e vide i suoi perfidi occhi gialli, coperti da una spaventosa maschera bianca: era Revenant. Lifeline non era per niente impaurita rispetto al suo amico, e decise di dargli manforte.

“Daah, stupido demone, perché non muori e basta?!” Chiese molto irritata la ragazza al simulacro assassino.
“Già, perché non te ne vai... Nella tua… T-tomba, ecco”, aggiunse il ragazzo.

“Oooh… Credete che sia così semplice?” replicò il robot senza distogliere lo sguardo dalle due leggende.
“Beh… Nell’arena sì!” affermò subito dopo Octane, che venne sbalzato immediatamente all’interno della nave da un fortissimo calcio da parte del simulacro.

“Silva!” esclamò preoccupata Lifeline, che corse subito in suo aiuto. La folla di fan era rimasta ammutolita davanti a quell’essere, ma c’era comunque una piccola parte che lo sosteneva inneggiando il suo nome. Dopo pochi istanti, tutte le persone che erano rimaste in silenzio cominciarono improvvisamente a gridare di gioia.

Revenant rimase un po' perplesso: sapeva benissimo che non dipendevano da lui tutti quei festeggiamenti, e non ci mise molto a comprenderlo. Si girò lentamente dietro di sé e noto qualcuno arrivare. Tacco 12, fisico mozzafiato, genitori morti: era appena arrivata Loba.

“Posso sapere perché te ne stai lì impalato, demonio?” chiese la ladra, molto stizzita nel vedere il mostro che aveva assassinato i suoi genitori.
“Eheheh, potrei farti la stessa domanda…” rispose il simulacro alla sua più acerrima nemica, “Che c’è, Loba? Hai paura di avvicinarti? Tranquilla, non ho alcuna intenzione di ucciderti… Almeno fino a quando non raggiungeremo l’arena”.

“Chiudi il becco! La tua voce mi irrita!” controbatté la ragazza mentre si apprestava ad andare incontro al robot, “E comunque... Ricorda che posso farti fuori in qualsiasi momento, grazie al tuo codice che ora è nelle mie mani”, Loba iniziò a fare un breve sogghigno accanto al viso del suo nemico, per poi procedere ad entrare dentro la navicella, dove Lifeline aveva appena finito di fasciare il petto di Octane.

“Non vedo l’ora che arrivi quel giorno…” disse Revenant dopo aver sentito quelle parole, abbastanza fugaci, espresse da Loba. Il simulacro, dopo quel breve battibecco con la sua rivale, decise di entrare con il resto delle altre leggende.

”Wow, che botta! Hey amigo, vacci piano la prossima volta… Anche se dubito che lo farai, ma se proverai a rifare quello che mi hai fatto… Beh, ti farò passare la voglia di fare tanto il gradasso. Eheh, c’è pure la rima!” Silva era cosciente del fatto che non lo avrebbe ascoltato, ma non era certo il tipo da farsi sottomettere in quel modo.

Nel frattempo, quasi tutte le leggende stavano per arrivare dai loro compagni.La prossima ad arrivare fu Rampart, affiancata dal suo amico metallico Pathfinder.

“Mi raccomando, Path, questa volta cerca di non essere impulsivo, che tu sia in squadra con me oppure no”, consigliò la ragazza al robot dal software gentile.

“Non preoccuparti, ho imparato la lezione!” Path era strafelice di ricominciare la giornata con i suoi amici e anche di concedersi qualche piccolo selfie con la sua fetta di fan prima di partire. Dopodiché cominciarono ad arrivare anche Gibraltar, Horizon e Fuse.

“Aspetta... Ma quello è Tommy! M-ma non ci eravamo fatti una foto proprio ieri sera?” Horizon era abbastanza confusa nel vedere di nuovo quel fan, esattamente allo stesso identico punto della giornata di ieri, dopo essere rientrati dal lavoro.

”Ehm… Credo che tutta questa gente si sia appollaiata qui per tutta la notte”, dedusse l’amante degli esplosivi.

“D’altronde cosa vi aspettavate, siamo leggende… L’universo ci ama!” rispose Gibby a sua volta mettendosi a ridere come suo solito.

“Universo? Non ti pare di stare un tantino esagerando? Insomma… Non credo che gli Apex Games siano diventati così famosi, no?” Fuse non poteva credere che i giochi, dove lui stesso partecipava, fossero diventati uno dei più grandi eventi dell’universo stagioni dopo stagioni, fino a quando non cominciò a vedere un sacco di navi giganti volare sopra di loro, con a bordo un sacco di passeggeri che urlavano il loro nome.

“Ne sei ancora sicuro, fratello?” Chiese Gibraltar ad un Fuse rimasto a bocca aperta, dopo aver notato tutte quelle enormi navi sponsorizzate dagli Apex Games. I prossimi ad arrivare furono Wraith, Wattson, Mirage e Crypto.

“Si puo sapere che diavolo stai facendo?” disse Crypto turbato dalle movenze che stava facendo l’illusionista, composte da balletti strambi e gesti con le mani che puntavano il pubblico.

“Perchè? Non ti piacciono?” Domandò Elliot senza dubbi per la testa.

“Sono ridicoli... Dacci un taglio”, rispose Wraith molto innervosita.

“Per me non sono male!” Aggiunse Wattson che per lei, tutto sommato, non erano così imbarazzanti.

Tra le ultime quattro leggende ad arrivare c’era Seer, acclamato da una buona parte del pubblico presente nella piazza in quel momento; Valkyrie, che volò intorno ai palazzi enormi della città fino ad atterrare al suolo davanti ad Obi, il quale aveva appena creato un’enorme falena tramite il suo nucleo centrale, composta da piccoli micro-droni poi dissoltisi subito dopo; Caustic, arrivato con molta noncuranza dell’ambiente che lo circondava, puntò dritto verso la navicella; infine arrivò Bangalore, che salutò i presenti con un semplice e veloce saluto militare. Era arrivato il momento di partire.

La nave cominciò ad accendere i motori, attivando in men che non si dica la velocità luce, e lasciò Zabora con gli abitanti che lo popolavano. Le leggende si ritrovarono immediatamente a doversi lanciare dalla navicella e la mappa del giorno era quella che aveva dato inizio a tutto, il Canyon dei re.

“Ok! Vediamo un po' quali sono i miei compagni”, pensò Mirage osservando i banner comparire al centro e ai lati della nave. Il computer aveva scelto tutti gli abbinamenti e le squadre di questa partita. “Oh… Dannazione, sono in squadra con Wraith e il robot assassino”.

I portelloni stavano iniziando ad aprirsi, “Piantala di lamentarti e andiamo, cerca soltanto di non stargli tra i piedi”, gli rispose la combattente sull’abbinamento non proprio entusiasmante.

Quasi tutte le leggende si erano appena lanciate dalla nave. Wraith era stata nominata Jumpmaster, e non ci volle molto che anche lei si lanciasse assieme al suo team.
“Atterriamo lì…” Propose il simulacro.

Wraith stava pensando bene di assecondarlo, ma ad un tratto qualcosa la fermò: la sua voce dell’oblio stava ricominciando ad avvertirla di un pericolo nelle vicinanze, questa volta con molta più insistenza. “Ma cosa diamine?! Non siamo nemmeno atterrati!” Pensò tra sé e sé la ragazza, “Qualcosa non va, è da ieri sera che questa voce insiste nel dirmi che c’è un pericolo non molto distante da dove mi trovo io”.

D’un tratto, Wraith cominciò a sentire una presenza strana di fronte a lei. Alzò lievemente la testa, e quello che vide era al dir poco strano: una figura oscura con addosso un giubbotto di pelle nero, un cappuccio anche esso nero e un paio di pantaloni del medesimo colore.

“Hey! Stai forse dormendo per caso?! Ho detto atterriamo lì!” Revenant iniziò a sbraitare vedendo la sua compagna non andare nella direzione da lui indicata.

“Per la miseria, Wraith, se lui vuole andare lì, andiamo lì!” Mirage stava iniziando a preoccuparsi, non aveva mai visto la sua amica comportarsi in quel modo.

La figura iniziò ad allontanarsi e a scendere ad altissima velocità, “S-si sta… Si sta dirigendo nei laboratori Singh!” Wraith non aveva ancora capito che cosa stesse accadendo, ma sapeva con certezza che non era qualcosa di buono.

“Seguitemi!” Esclamò la ragazza.

“Cosa?! ma sei cieca? Non è quella la posizione che avevo indicato!” Revenant stava cominciando a perdere la pazienza.

“Si può sapere che ti prende?! Così rischi di farci ammazzare dal robot che non dai nostri nemici, che quasi sicuramente saranno già sparsi in giro per il canyon!” Mirage non riuscì a comprendere cosa stesse accadendo a Wraith: era rimasta totalmente in silenzio, non provava nemmeno a rispondere.

“Mmmh, va bene, spero tu sappia quello che fai. Revenant, noi andiamo qui!” Mirage comprese che ormai la zona dove atterrare era diventata i laboratori Singh, proprio i laboratori dove si celano i ricordi e il passato della sua amica.

“Uh?! Bah, fate come volete, io però mi sposto in un'altra direzione”, Revenant cominciò a staccarsi e a prendere le distanze dal gruppo, tuttavia non andò molto lontano dai laboratori.
   
 
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