Film > Star Wars
Ricorda la storia  |      
Autore: Christine_Heart    24/08/2021    1 recensioni
"Ricorda, mio caro Obi-Wan. Ti ho amato, sempre. Lo farò sempre..."
Un miraggio in lontananza.
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi, Qui-Gon Jinn
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Kenobi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era stata una giornata lunga, e il caldo afoso non aveva aiutato.
I due soli di Tatooine stavano tramontando, e Obi-Wan era ormai vicino casa.
Attraversare il deserto a piedi stava diventando sempre più faticoso, ma si costringeva a farlo, sia come allenamento fisico, sia come distrazione mentale.
Con un movimento leggero della mano aprì la porta della sua abitazione.
Una volta dentro, si tolse il lungo mantello.
Si passò una mano tra i capelli ormai più lunghi del solito.
Era stanco quel giorno, forse perchè qualcosa lo tormentava da giorni.
Lasciò cadere il suo mantello sul letto, e iniziò a sistemare la poche provviste che aveva comprato al mercato.
Poi si fermò ad osservare una cassa sistemata vicino a due sedie.
Sospirò accarezzandosi la corta barba folta.
Sapeva che aprendola nulla sarebbe cambiato, soprattutto il suo umore, ma aveva bisogno di farlo. 
S'inginocchiò con calma, e avvicinò la cassa.
Aspettò ancora un secondo, poi l'aprì.
Ne osservò il contenuto perfettamente ordinato. 
Spostò tutto con estrema attenzione.
Alcuni erano ricordi che aveva portato via con sè, ricordi di una vita passata, ricordi con persone che aveva amato, persone importanti come Qui-Gon Jinn, Siri Tachi, Cody, Rex, Ahsoka Tano,   Padmé Amidala, Anakin Skywalker, Korkie Kryze e Satine Kryze.
Un cristallo azzurro e viola incastonato a formare un ciondolo, uno spallaccio bianco con il simbolo dell'ordine Jedi disegnato di rosso, una conchiglia bianca con venature blu, una spada laser che conosceva bene. Poi finalmente trovò quello che stava cercando.
Prese tra le mani una scatola in legno.
L'aprì e al suo interno, nascosto da un drappo di velluto blu, un fiore bianco, ormai seccato da tempo. 
Ne prese lo stelo, e lo sollevò con delicatezza.
Conservava ancora un po' del suo profumo.
Obi-Wan inspirò ad occhi chiusi.
Scosse il capo,e rimise il fiore al suo posto.
Chiuse la cassa e uscì. Aveva bisogno d'aria fresca.
Il suo cuore non riusciva a reggere quel giorno.
Troppi fantasmi.
I soli avevano quasi toccato l'orizzonte, il blu della notte si stava avvicinando.
Una donna bionda, dal sorriso dolce, parve quasi alzare una mano per salutarlo.
"Ricorda, mio caro Obi-Wan. Ti ho amato, sempre. Lo farò sempre..."
Obi-Wan si coprì il volto con una mano.
Un miraggio in lontananza.
"Obi-Wan" si sentì chiamare con premura.
L'uomo si voltò di scattò per incontrare due occhi saggi, e lunghi capelli scuri.
"Maestro?!" disse incredulo.
Non era la prima volta che Qui-Gon andava a fargli visita.
Era stato spesso in compagnia di Obi-Wan.
Anche se la sua forma non era ben visibile come era successo su Mortis, 
Obi-Wan era grato a quella trasparenza azzurra.
"Che cosa succede, mio giovane Padawan?!"
Obi-Wan si lasciò cadere lungo la parete della propria abitazione.
Guardò ancora lontano distratto.
"Sto forse ingannando la morte Maestro?" chiese infine.
"Obi-Wan perchè questa domanda?" domandò Qui-Gon serio.
Si mise si al suo fianco, e aspettò una risposta.
"Mi sento cambiato."
"I tuoi tempi sono cambiati Obi-Wan."
"Mi sento debole."
"Tu non sei debole Obi-Wan."
 
Pioggia.
Coruscant era grigia e cupa quel giorno.
Le luci s'intravedevano appena sotto la pioggia scrosciante.
Eppure Anakin sembrava così felice.
Era corso fuori, sotto l'acqua, e Obi-Wan non era riuscito a fermarlo.
"Anakin dovresti proprio rientrare adesso."
Obi-Wan aveva preso posto all'ingresso del balcone.
Protetto dalla tettoia, sorseggiava il suo tè, mentre teneva d'occhio Anakin.
"Perchè Maestro?"
"Perchè ti stai bagnando, e rischi di prenderti un raffreddore."
"Ma è così bella la pioggia."
Era stata una settimana lunga, con addestramenti duri, e Obi-Wan non voleva opprimere il suo allievo, voleva che si godesse il tempo libero come un bambino normale, anche se voleva dire giocare sotto la pioggia.
"Su Tatooine non c'era?" chiese gentile.
"Sì, certo che c'era."
"Ma durava poco, o era così forte che non si poteva uscire di casa." 
Saltò in un'altra pozzanghera mentre la sua treccina si spostava con lui.
Obi-Wan sorrise divertito.
"Anakin per favore, non farmi ripetere." avvertì.
Posò la ciotola di tè per terra, e guardò serio il suo Padawan.
Anakin sospirò sconfitto.
"Va bene Maestro." disse arrendevole.
Obi-Wan si alzò in piedi, e si avvicinò al suo allievo.
L'acqua fredda gli accarezzò subito il viso.
"Su coraggio." gli disse tendendogli la mano.
Anakin l'afferrò contento, e insieme rientrarono.
 
Una volta dentro Anakin sembrava davvero sollevato anche se gocciolava ovunque. Obi-Wan lo fece sedere e prese un asciugamano. 
Iniziò a passarla con delicatezza sui capelli bagnati sotto le risate divertite del bambino.
 
Era uno dei ricordi più piacevoli che aveva con Anakin.
Eppure non era stato capace di ascoltarlo, di capirlo, di aiutarlo.
Era stato troppo esigente o duro con lui?
"Dove ho sbagliato Maestro?"
"E' questo che credi Obi-Wan?
"Non so più a cosa credere."
"So solo che li ho persi, tutti."
"Ho perso Anakin, Ashoka e Satine."
Respirò affondo, poi scosse il capo deluso.
"In questi giorni ho desiderato..."
"Vorrei tanto sapere se alcuni dei miei fratelli e sorelle sono vivi."
"So che il Maestro Yoda è vivo, ma...non può essere il solo."
"Vorrei tanto cercarli, ma è troppo rischioso."
Fece una pausa che sembrò più lunga del dovuto.
"Dovevo rimanere al tempio." disse sospirando.
"Hai salvato i suoi bambini." gli fece coraggio Qui-Gon.
"Ma non lui." pensò con amarezza Obi-Wan.
"Oggi l'ho visto." disse invece.
"Era al mercato con sua zia, giocava felice tra la sabbia."
"Assomiglia così tanto a suo padre." disse sorridendo.
Guardò dove sapeva esserci la fattoria dei Lars, e gli tornò in mente il bimbo di pochi anni visto quella mattina.
Un bimbo dal visetto sorridente, i capelli biondi e gli occhi chiari che lo salutava con la mano.
"Anche in quel momento sono stato debole."
"Perchè?"
 
Il sole era già alto, e Obi-Wan posò la sua tazza di "latte blu" sul tavolo.
Aveva sentito un gemito, ma non era sicuro.
Si avvicinò alla culla con attenzione.
Lì un bimbo biondo, avvolto da una tutina azzurra sgambettava felice.
"Buongiorno Luke" gli disse prendendolo in braccio.
Sorrise gentile, e gli baciò con dolcezza la guancia, mentre il piccolo Luke gli accarezzava la barba curioso e contento.
"Facciamo colazione, ti va?"
 
"Volevo tenerlo con me, crescerlo come mio, e insegnarli la via della forza."
"E che cosa ti ha fatto cambiare idea?"
"Non sarebbe mai stato veramente al sicuro con me."
"So che è stato difficile per te."
"Sei tormentato e lo capisco."
"Mi si legge in faccia." provò a scherzare lo Jedi.
"No al contrario." rispose lento il suo Maestro.
"Ti ho visto piangere Obi-Wan." aggiunse in fine con voce bassa.
Ed era vero, era successo.
 
Aveva avuto incubi sin da giovane, ma ora erano tornati, più forti e violenti.
Quella notte il senso di colpa giocava con lui.
Obi-Wan sognò un giovane Anakin che correva veloce su di un prato verde fiorito da poco, il vento leggero faceva volteggiare alcuni petali gialli.
"Maestro, aspetta." chiamava senza fermarsi.
"Maestro per favore."
"Maestro...AH!"
Era inciampato su di un sasso, ed era caduto di faccia.
"Anakin!" 
"Stai attento."
Obi-Wan l'aiutò ad alzarsi, e gli poggiò rassicurante una mano sul braccio.
Prese un fazzoletto dalla sua tasca e tamponò con attenzione la guancia graffiata del suo allievo.
"Dove stavi andando così di fretta?" chiese curioso.
Il bimbo insicuro, non rispondeva.
"Anakin, va tutto bene?" gli chiese tirandogli appena la treccina con un sorriso.
"Maestro...aiutami..." disse rapido.
E in un'attimo il giovane voltò del bambino, si frantumò, lasciando il posto ad una maschera di odio, che gli urlava contro parole che non avrebbe mai dimenticato.
Gli occhi azzurro cielo così pieni di vita, si trasformarono in due pozze spente di un giallo acceso circondato di rosso.
Un corpo smembrato, spalle voltate e tremanti che se ne andavano.
Intorno fiamme, fuoco, odore di cenere, di dolore e di morte.
 
Si svegliò madido di sudore.
Lente lacrime iniziarono a scendere rigandogli le guance.
Nascose il volto dietro le mani, disperato.
Sentì qualcosa di tiepido avvolgerlo, come un'abbraccio.
Un profumo leggero che conosceva bene.
Ma sapeva che lei non era veramente lì.
Passò la restante notte sveglio.
Si mise comodo, a fissare lontano, in attesa dell'alba.
Ai primi raggi di sole, decise di alzarsi.
 
"E' umano."
"Non è da Jedi."
"Eppure...Non hai mai ceduto."
Obi-Wan si voltò verso il suo Maestro senza capire.
"Non ti sei mai unito al lato oscuro." precisò Qui-Gon deciso.
"Hai continuato a credere ai tuoi valori, ai tuoi principi, rispettandoli fino alla fine."
"Anche in questo momento che nessun vincolo ti obbliga."
Qui-Gon incrociò gli occhi del suo allievo con un mezzo sorriso.
"Quindi come vedi, ho ragione." 
"Non sei debole Obi-Wan."
"Tu sei il Jedi più coraggioso che io conosca, il migliore tra tutti."
"E non ti sto lodando perchè mio Padawan, è la verità."
"Grazie Maestro."
"Dovrei essere io a ringraziarti Obi-Wan."
"Maestro?!"
"Le mie ultime parole sono state per Anakin, lo ricordo bene."
"Ma avrei voluto dirti molto di più."
Qui-Gon aspettò un secondo prima di continuare il suo discorso.
"Feemor è stato probabilmente il più umile tra i miei allievi."
"E dopo il mio grande fallimento con Xanatos..."
"Non ero più sicuro del mio rango di maestro."
"Tu sei stato...una rinascita."
"Sono stato duro con te, a volte pretendevo più del dovuto."
"Ma il mio affetto così come il tuo non sono mai stati intaccati."
"Hai sempre avuto grandi abilità e grandi doti."
"Una pazienza e un'affetto che in pochi ho visto."
"Sei la persona più vicina ad un figlio, che abbia mai avuto."
 
Obi-Wan sapeva che cosa voleva dire.
 
L'astronave sfrecciava con una certa velocità dritta verso Coruscant.
E malgrado l'ora tarda, Obi-Wan no si era ancora svegliato.
Era strano, e non era da lui.
"Obi-Wan." chiamò piano Qui-Gon.
Il suo allievo aveva gli occhi serrati e la fronte corrugata.
Stava combattendo contro un sonno agitato.
Ma non sembrava essere uno dei suoi soliti incubi.
Era sicuramente qualcosa di diverso.
"Obi-Wan." chiamò di nuovo il Maestro Jedi.
Obi-Wan si svegliò quasi infastidito.
Tossì appena e sollevò le palpebre con stanchezza.
"Maestro" lo salutò con voce debole.
"Qualcosa non va? Tu non fai mai tardi."
L’uomo si sedette sul bordo del letto.
"Non mi sento bene." confessò il giovane Padawan.
Il suo respiro era corto ed irregolare.
"Ho freddo." precisò tremando appena sotto le coperte.
"E la testa...è così pesante." aggiunse stranito.
Qui-Gon posò una mano sulla fronte dell'allievo.
"Hai solo un po' di febbre Obi-Wan." gli disse con un sorriso incoraggiante.
"Tranquillo Padawan." aggiunse subito il Maestro Jedi.
"Non ti preoccupare, presto saremo a casa."
Obi-Wan deglutì con fastidio, e Qui-Gon notò che aveva le labbra leggermente asciutte.
Si alzò e riempì un bicchiere di acqua fresca.
"Proviamo a bere un po' d'acqua?"
Obi-Wan annuì, e Qui-Gon l'aiutò a sollevare la testa senza sforzarsi.
Il Maestro portò il bicchiere vicino le labbra del ragazzo, e Obi-Wan bevve metà del contenuto con sorsi piccoli, tenendo ferma una mano sullo stomaco.
Visto che il suo corpo sembrava sopportare quel liquido, si poggiò nuovamente sul cuscino morbido.
"Ora cerca di riposare."
"Se più tardi la febbre non si sarà abbassata, dovrai sforzarti a mangiare qualcosa, così da poter prendere il medicinale senza problemi."
"Se hai bisogno di me, chiamami, va bene?"
"Si Maestro." aveva risposto Obi-Wan prima di richiudere gli occhi.
 
Era stata una delle loro primissime missioni, e il suo corpo sfinito, non aveva reagito nei migliori dei modi.
Eppure Qui-Gon non l'aveva lasciato un'attimo da solo, temendo che la febbre gli potesse dare complicazioni.
Si conoscevano appena, ma il loro legame era già molto forte.
 
"Apprezzo quanto hai detto Maestro, e ti capisco."
"Sei stato per me, la figura più vicina ad un padre."
Obi-Wan sorrise.
Un sorriso carico d'affetto.
Un sorriso che valeva più di mille parole.
"Avrei voluto essere lo stesso per Anakin."
"Sono sicuro che lo sei stato."
"E sono sicuro che a modo suo Anakin, ti ha voluto bene."
I soli erano ormai lontani, e le stelle iniziavano a dipingersi nel cielo blu notte.
" Padmé ha detto che c'è ancora del buono in lui."
"E' futile continuare a sperare?"
"La speranza non è mai futile, ragazzo mio."
Si voltò a guardarlo e sorrise.
"Non riuscirò mai ad abituarmi." aggiunse poi divertito.
"A cosa Maestro?" chiese confuso Obi-Wan.
Il Maestro Jedi fece passare un dito sulle ciocche grigie, che si confondevano con i suoi capelli biondo rame.
"A questo." spiegò osservandole con calma.
"Il tempo scorre anche per me." scherzò Obi-Wan.
Qui-Gon annuì, prima di ritornare ad osservare il cielo.
Percepì che malgrado la conversazione e lo sfogo, nulla era cambiato.
Su Obi-Wan gravava ancora un forte tormento.
Qui-Gon si sentì in obbligo di intervenire.
"Obi-Wan, posso darti un consiglio?" chiese poi sereno.
"Certamente Maestro."
"Ricorda chi hai amato, e continua a vivere."
"Perchè tu non hai colpe, credimi." 
"So che è difficile da accettare, ma non ho nessun motivo di mentirti. Hai fatto tutto ciò che era in tuo potere."
E in quel momento il cuore di Obi-Wan si alleggerì.
Per troppo tempo aveva portato un peso insopportabile.
Ma ora avevo capito, cosa voleva dire il suo Maestro.
"Ricorda e vivi anche per loro." pensò sollevato Obi-Wan.
Qui-Gon percepì quella serenità nella Forza.
Sorrise leggermente prima di voltarsi verso il suo Padawan.
Gli poggiò una mano sulla spalla, fiero di lui.
"Puoi ancora fare del bene, devi solo aspettare il momento giusto."
"Intanto continua a proteggere quel bambino come hai fatto fin'ora."
Obi-Wan annuì sereno, e Qui-Gon si alzò in piedi.
"Ricordati, concentrati sul momento. Percepisci, non pensare. Usa il tuo istinto. E che la Forza sia con te."
Gli accarezzò la testa con fare paterno.
"Si è fatto tardi, è meglio che io vada." gli disse poi con calma.
"E tu hai bisogno di riposare." aggiunse a mo di rimprovero.
"Sì Maestro." ridacchiò Obi-Wan.
Qui-Gon gli sorrise con affetto.
"Buonanotte Obi-Wan." augurò infine.
"Buonanotte Maestro." rispose educato.
Obi-Wan lo guardò andar via, leggero come il vento del deserto.
Ormai solo si fermò a pensare.
Non avrebbe mai detto veramente addio, e lo sapeva, coloro che aveva perso erano una parte di lui, e piangere per quel dolore non era un male, ma poteva vivere in pace e da quel momento avrebbe imparato a farlo.
Sorrise guardando le lune ormai immobili nel cielo stellato.


Note dell’autrice:
Sto aspettando con impazienza di vedere la serie "Kenobi".
Da quando so che sono finite le riprese, non sto più nella pelle.
Obi-Wan è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti.
Ma prima volevo provare "a dire la mia", a scrivere qualcosa di mio.
 
Io credo che le vecchie abitudini siano dure a morire, soprattutto se c'è affetto, ecco perchè ogni tanto Qui-Gon si lascia scappare un "Padawan", mentre parla con Obi-Wan.  Mentre credo che Obi-Wan si rivolga a Qui-Gon con "Maestro" solo per una forma di rispetto.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Christine_Heart