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Autore: icered jellyfish    30/08/2021    0 recensioni
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[...] Lucidi e appena mossi capelli non troppo lunghi e di una tonalità color caramello, spiccavano in mezzo alla folla di persone che si accingeva a scendere sgomitando dai vagoni.
Era una giornata particolarmente calda e soleggiata per essere ancora in quel periodo dell’anno, ma d’altronde, era ormai da un po’ che l'estate pareva essere arrivata prima del previsto.
Si spostò svogliatamente dalle scapole la chioma che pareva avere il peso di una coperta sulle spalle, e si liberò dal fastidio di qualche ciuffo cadutole sul viso coperto di lentiggini. Iniziò allora a guardarsi attorno con le sue iridi di un color cioccolato che pareva essersi mescolato col rosso aspro dell’autunno, camminando attenta, nel frattempo, a ciò o chi stava cercando, finché non sentì finalmente qualcuno che la chiamava per nome.
Una voce si impose allora sulla confusione generale tipica di ogni stazione.
«Sig.na Orwell! Sig.na Serah Orwell!» [...]
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Envy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il primo a toccare il pavimento - Capitolo 1




CAPITOLO 1


Ore 10.45 – Central City – 28 aprile, 1918.
Il fischio del treno segnò l'arrivo del veicolo alla stazione ferroviaria di Central City.
Lucidi e appena mossi capelli non troppo lunghi e di una tonalità color caramello, spiccavano in mezzo alla folla di persone che si accingeva a scendere sgomitando dai vagoni.
Era una giornata particolarmente calda e soleggiata per essere ancora in quel periodo dell’anno, ma d’altronde, era ormai da un po’ che l'estate pareva essere arrivata prima del previsto.
Si spostò svogliatamente dalle scapole la chioma che pareva avere il peso di una coperta sulle spalle, e si liberò dal fastidio di qualche ciuffo cadutole sul viso coperto di lentiggini. Iniziò allora a guardarsi attorno con le sue iridi di un color cioccolato che pareva essersi mescolato col rosso aspro dell’autunno, camminando attenta, nel frattempo, a ciò o chi stava cercando, finché non sentì finalmente qualcuno che la chiamava per nome.
Una voce si impose allora sulla confusione generale tipica di ogni stazione.
«Sig.na Orwell! Sig.na Serah Orwell!»
Sbuffò, tra il fastidio e l’accettazione, avvicinandosi così al suo interlocutore.
«Ti ho già detto che Serah e basta, è sufficiente.»
L’uomo che si ritrovò davanti era lo stesso trentenne dagli strani e scuri capelli corti che troppo spesso le rubava tempo prezioso tra i corridoi del Quartier Generale
– e questo solo perché al loro primo incontro di mesi addietro gli si era addirittura presentata.
Di tutta risposta questi strinse i suoi occhi muschiati dietro la montatura chiara degli occhiali, manifestando in allegato un sorriso che dava più nell’occhio della divisa blu dell’esercito che lo vestiva – e quella era già sufficiente per esser notati da tutti, senza aggiungere il bianco brillante della sua dentatura perfetta e fin troppo amichevole per i suoi gusti di difficile apertura confidenziale, ma se c’era una cosa che Serah aveva capito di Maes Huges fin da subito, era che per lui tutti erano suoi amici. Anche solo dopo un giorno.
«Lo so, lo so» le rispose infine e con eccessiva allegria, «ma è sempre giusto rendere omaggio alla formalità! Bentornata a Central City, seguimi pure, l’auto ci sta aspettando qui dietro.»
Serah si lasciò scappare un mezzo sorriso laterale; un po’, forse – e non lo avrebbe ammesso mai – gli si era affezionata, nella sua piccola percezione e comprensione dei rapporti sociali.
Il tenente Huges fece dunque strada alla ragazza.
Era stato mandato a prenderla dal ritorno del suo viaggio di tre giorni ad Hazel, cittadina posta sul confine desertico della parte est di Amestris.
Serah studiava all'accademia del Quartier Generale di Central City, e questo era un privilegio di pochi, ma lei si era sempre dimostrata da subito molto diligente e dedita nel seguire la sua amata facoltà di 'Scomposizione della scomposizione'.
Non era una scienza semplice: implicava un elevato approfondimento della scomposizione delle materie che componevano ogni singolo elemento, scomposizioni che andavano oltre un primo livello di disgregazione
– nonché ciò che scompone l'apparenza di un oggetto nelle varie materie di cui è composto. Si trattava molto più di tutto questo, si studiavano molteplici altre scomposizioni, di secondo, terzo, quarto grado e anche più. Scomposizioni che andavano a dividere, scompaginare a loro volta ogni singolo elemento primo che componeva l'oggetto iniziale.
L'obiettivo era quello di arrivare a scoprire nuove formule di alchimia utilizzabili in combinazione con gli elementi più scomposti, nonché quelli più nascosti e impercettibili, al fine di fare nuove scoperte scientifiche alchemiche, utili anche e soprattutto in campo medico.
In quel periodo la ragazza si stava nello specifico occupando di una ricerca riguardante la scomposizione dei singoli granelli di sabbia, assegnatale giustappunto per l'esame che avrebbe dovuto tenere di lì a due mesi e che, se portato a termine con eccellenza, sarebbe stato inserito nell'archivio pubblico della biblioteca del Quartier Generale – nella quale lei inoltre lavorava tre giorni alla settimana – come testo ufficiale di consultazione.
Era un grande premio e ci teneva veramente molto a completare correttamente tale progetto, e quella sua permanenza ad Hazel pareva averle fruttato buoni risultati.
Giunti al veicolo, Huges la fece accomodare sul veicolo aprendole la portiera.
«Sono serviti a qualcosa questi tre giorni?» le domandò.
Serah si accomodò con eleganza; la sua corporatura slanciata le consentiva l’innata capacità di muoversi in maniera delicata e piacevole, e al tempo stesso ogni suo gesto appariva così naturale da non risultare mai forzato o costruito, come forse sarebbe apparso su chiunque altro si fosse sforzato di emularlo.
«Non totalmente,» replicò legandosi i capelli in una coda alta e imprecisa, «dovrò approfondire meglio quel che sono riuscita a ottenere, ma ho in mano una buona quantità di materiale.»
Huges sorrise. Fin da quando l’aveva incontrata per la prima volta, aveva sempre avuto spassionata fiducia in lei.
«Sono sicuro che avrò il piacere di venire in biblioteca a ritirare il tuo scritto, fra un paio di mesi».
Sorrise, in fondo Huges era davvero un amico anche per lei.
«Ti ringrazio, Maes».


•••


Per un attimo non seppe che reazione avere alla notizia, non se lo aspettava davvero di tornare e ritrovarsi una sorpresa simile.
Sul volto scioccato di Serah vi era un miscuglio di emozioni che cercavano di primeggiare tra di loro senza successo, manifestandosi così tutte quante con egual spessore e intensità.
«Come sarebbe a dire che è crollato il soffitto della mia stanza?»
Sebbene al cospetto del Colonnello Roy Mustang – un uomo affascinante sui trentacinque anni – si fosse già ritrovata qualche volta, la fattispecie di quella circostanza era del tutto inaspettata.
Era stata convocata in quell'ufficio per informazioni differenti dal solito, ovvero riguardanti la critica situazione attuale del suo alloggio, e a questo non era assolutamente preparata.
La grossa finestra alle spalle dell’uomo era completamente spalancata, e le bianche e trasparenti tende che ne coprivano la visuale fuori stante, erano lievemente mosse dal vento tiepido che riempiva la stanza, soffocando palesemente la circolazione dell’ossigeno di conseguenza – o forse quella sensazione era tutto frutto della notizia appena ricevuta.
A contrario suo, infatti, il Colonnello non pareva accusare nulla di quella che a lei sembrava ormai essere una gabbia d’aria calda, anzi, con tutta calma sistemò alcune penne e timbri sul tavolo per poi rispondere alla sua domanda di prima.
«Un cedimento del pavimento della stanza sovrastante. Sono in fase di ristrutturazione al momento.»
Serah si aspettava un continuo a quella che sembrava una soluzione oltre che ad una precisazione, ma ciò che ne seguì furono solamente gli occhi del dirimpettaio che decisero di dedicarle una breve analisi senza apparente motivo, e pochi secondi di silenzio dopo quest’ultimo si proferì nuovamente aggiungendo ulteriori dettagli sull’accaduto.
«L'ala destinata agli alloggi dell'accademia aveva una limitata disponibilità di posti letto, solamente uno per essere precisi, e in sua assenza l’abbiamo dunque assegnata al ragazzo della stanza sopra la sua. Non ci è stato dunque possibile trovare collocamento immediato anche per lei nella stessa area, tuttalpiù, tra gli alloggi militari, vi erano un paio di stanze libere a seguito di recenti trasferimenti, e ci siamo presi la libertà di trasferire ogni suo effetto personale in una di queste, sperando che ciò non le crei disagio eccessivo».
"Perfetto", pensò Serah. Gli alloggi militari si trovavano ad ovest dell'edificio mentre l'accademia era nella zona est, dove appunto vi erano i dormitori dedicati.
Questo avrebbe comportato sì qualche disagio, ma non tanto da manifestarlo. Almeno non era stata messa nella condizione di dover trovare un appartamento fuori dallo stabile, in città. Quello sarebbe stato decisamente peggio.
Mandando dunque giù il rospo, anche se non prima di fare un ultimo tentativo.
«È sicuro che non ci siano soluzioni altern–».
«No».
«Ma–».
«Ecco le chiavi della stanza.»
La interruppe ancor prima che potesse davvero aprir bocca, tirando fuori due chiavi in ottone con un cartellino in cuioio attaccato.
Il tono secco le fece capire che quella discussione era ormai da considerarsi chiusa così, con una decisione che non avrebbe potuto contestare in altra maniera – mettendo inoltre in chiaro l’autorità di chi per gerarchia si trovava purtroppo al di sopra di lei e, volente o nolente, doveva rispettarlo.
Girava voce che oltre alla carica di Colonnello, Roy Mustang si fosse conquistato anche il suffisso 'di merda', e dopo quel particolare incontro, a Serah non venne difficile immaginare il perché ti tale qualifica.
«Bene... se non ci sono conclusioni migliori suppongo che dovrò farmi andare bene la cosa» si sforzò almeno di ribattere, accettando però le chiavi e, quindi, tutte le condizioni, ma forse aveva avuto troppi pochi incontri con Roy Mustang per capire che aveva il dono della risposta pronta e che l’ultima parola doveva essere sempre la sua, e il botta e risposta che seguì quella sua provocazione le diede prova di quanta esperienza di dialogo doveva ancora fare con lui, prima di poter anche solo pensare di zittirlo.
«Può sempre affittare un appartamento in città.»
«Direi che sarebbe ancora peggio.»
«Potrebbe essere un'esperienza.»
«Piuttosto scomoda.»
«La temprerebbe!»
«Non è nei miei progetti.»
«Lavora anche alla biblioteca, vero?»
«Ma basta!»
Sbottò esasperata, era assolutamente impossibile vincere e continuare quella conversazione sarebbe stato probabilmente solo controproducente. Il Colonnello, in fondo, era una delle personalità più importanti lì dentro e, consapevole di ciò, quest’ultimo si lasciò infatti scappare una risatina sotto i baffi che Serah trovò parecchio fastidiosa.
Alzò le mani in segno di resa. Per quanto amasse vincere nei dibattiti, decise che probabilmente in quel caso sarebbe stato meglio mantenere la calma e accettare quel risultato.
«Se non c'è altro, andrei.»
«Nient'altro, infatti. Via dai piedi.»
Liquidata con cinismo, la ciliegina sulla torta.
Quantomeno non mancò di scandirgli con lo sguardo e con la voce un irritato e non tanto speranzoso "arrivederci" di cortesia.
Girò quindi i tacchi e si diresse verso la porta d’entrata, pronta ad uscirne, ma proprio nel momento in cui piegò la maniglia, riuscì a udire un beffardo e divertito "arrivederci" di rimando del Colonnello.
Scosse la testa – maledicendo quel senso dell'umorismo che per niente apprezzava – e incalzando dunque una camminata rigida che fu però spezzata dopo nemmeno un passo.
«Ah, un'ultima cosa» le si rivolse distrattamente Roy Mustang da dietro la scrivania, intento ancora a sistemare senza reale attenzione diverse cose sulla scrivania – col fare di chi aveva il proprio tempo sempre impegnato in questioni importanti e fuori dalla portata degli altri.
Serah ad ascoltarlo ormai fuori nel corridoio, guardandolo appena e tenendo la porta ancora aperta con la mano.
«Ho letto diverse delle sue tesi. Davvero brillanti, complimenti.»
Il sorriso utilizzato per quell’inaspettato complimento era lo stesso che gli aveva decorato il volto durante l'intera conversazione appena avuta, ma in questo caso l’impudenza e quello che aveva catalogato come un muto abuso di potere, erano spariti lasciando spazio ad una sfumatura realmente colpita e sincera.
Sul volto di Serah comparve il medesimo ghigno e non lo riuscì a trattenere.
Consapevole di quel gesto di debolezza, si congedò a quel punto senza dire parola alcuna, lasciando che la porta si richiudesse da sola dietro di sé.
All'interno del suo ufficio, ormai solo, il colonnello Mustang scosse la testa, probabilmente compiaciuto da quell'incontro approfondito con una delle studentesse che meglio conosceva per sentito dire.
Prese poi in mano un grosso plico di fogli un po’ disorganizzato, picchiettando e sistemando così alcune carte riguardanti ricerche firmate S. O.




[ Continua... ]


» N o t e   A U T R I C E ;

A fine estate ho sempre un po' di nostalgia riguardo EFP e quanto bene ci sia stata sopra nella mia adolescenza.
Reduce di un periodo nel quale mi sono resa conto che non ho più sedici anni – nonché età in cui ho scoperto Fullmetal Alchemist e ho dunque iniziato a scrivere fanfiction – riapprodo dunque in questa sezione dopo moltissimo tempo con una storia a più capitoli che in realtà ho scritto nel corso degli anni ma che non ho mai voluto pubblicare.
Non so bene che dire, è un primo capitolo introduttivo dove potete notare alcuni accorgimenti che ho voluto inserire per creare uno stampo un po' personale senza però alterare la trama originale – sperando di farla risultare diversa da altre storie probabilmente già esistenti.
Prima modifica fra tutte, è indubbiamente l’introduzione di una sezione di studio, l'accademia, all’interno del quartier generale – che in versione originale, come tutti sappiamo, non esiste.
Con un vecchio account avevo già scritto diverse storie con original character (ormai cancellate), ma ricalcavano sempre la solita tarantella trita e ritrita di nuovi alchimisti che spesso e volentieri utilizzavano anche l'alchimia allo stesso modo di Edward – facendogli così perdere la peculiarità di questa caratteristica unica –, ed è per questo con questa nuova idea ho voluto creare qualcosa di differente, qualcosa che non si era ancora mai visto ma che ho pensato potesse funzionare per accompagnare i fratelli Elric nelle vicende della storia originale facendola rimanere la stessa e stravolgendola allo stesso tempo.
Un’altra modifica che ho apportato, come potrete vedere dalla data inserita proprio nella prima riga del capitolo, è che ho spostato di qualche anno le età dei protagonisti; Serah ha difatti un anno in più di Edward e dunque due in più di Alphonse.
Non amando trattare infatti personaggi particolarmente giovani, ho voluto assegnare rispettivamente ai due 18 e 17 anni, ne consegue dunque che Serah ne ha 19.
In ultimo, sarà mia premura mescolare un po’ la storia di Brotherhood/manga
con la prima serie animata, perché io sono cresciuta con quest'ultima – il manga non era ancora finito e Brotherhood non esisteva – e onestamente non posso davvero accettare che Wrath della prima serie non esista. Non nella mia storia almeno, quindi SPOILERSSSZVDJKFNB, vi dico già che ve lo beccherete.
Ebbene, questo è e questo farò – credo, il destino di questa storia è incerto. Ho voluto pubblicare più per senso nostalgico che per vera voglia di avere costanza, ma vedremo.
Intanto, un saluto e buona giornata a tutti!





   
 
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