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Autore: Mo0ny_    31/08/2021    0 recensioni
[Jily, Marauders Era]
Raccolta di One-Shot che ripercorrono i momenti più importanti dell'Era dei Malandrini.
Dal testo:
"-Evans, vista la tua propensione ad uscire con la piovra gigante, non stiamo andando ad un appuntamento a tre, giusto? –Si ferma di botto per guardarlo con aria sconcertata.
-Come?! –
-Ogni volta che ti chiedo di uscire mi dici che preferiresti… beh, qualsiasi cosa, ma la piovra gigante è la più ricorrente –
-Non stiamo uscendo insieme e non stiamo andando dalla piovra gigante –"
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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  Resting our head

   On the seabed
   In an octopus' garden
   Near a cave
   We would sing
   And dance around
   Because we know
   We can′t be found


 
 
-Potter, aspetta! –
 
È follia, assoluta follia. Non ha mai passato tutto quel tempo con Potter e quel sesto anno si ritrova da lui più e più volte e sempre per questioni delicate. È ancora più folle che sia lei a corrergli incontro per capire e comprendere un mondo che assolutamente non le riguarda e anzi, vorrebbe non farne parte.
-Aspetta! –dice ma non ce ne sarebbe bisogno. Lui si è già fermato al primo richiamo. Fa segno a Peter di proseguire e Lily nota la mappa che quello stringe fra le mani. Chissà dove stavano andando, forse un bravo prefetto lo chiederebbe.
-Evans! Dimmi, cosa posso fare per te? –il sorriso di Potter esprime una sicurezza che non legge negli occhi nocciola. Ha guardato per poco nella direzione di Remus, come se sapesse che si sarebbe diretto verso di lei per parlare e ora vuole capire, conoscere quello che si sono detti.
-Ecco… -Lily sa perfettamente cosa dire, solo non sa come. Ha imparato che dietro quel ragazzo alto e smilzo, c’è un amico pronto a crollare ad ogni frase errata.
Perché se lei avesse detto che Remus era per lei disdicevole,  Potter sarebbe stato pronto a proteggerlo e a fare tutto il possibile perché nulla trapelasse. E ora… forse stava per chiedergli qualcosa che avrebbe potuto riaprire vecchie ferite.
-Tranquilla Evans! –si ridesta dai suoi pensieri e lo fissa. –Dopo questo tempo passato ad ignorarmi, era normale che ad un certo punto volessi invitarmi ad Hogsmeade tu stessa –
Lily sbatte le ciglia più volte e quando comprende che no, non può schiantarlo in sala comune senza che nessuno lo noti, inarca un sopracciglio nervosa.
-E io che mi ero pure preoccupata potessi offenderti! Sei incredibile Potter! –Lily si volta a prendere le sue cose per andare via.
James non deve guardare verso Remus per sapere che ha detto una cavolata, che è bastato poco per rovinare tutto.
-Lunastorta, lo so che mi stai fissando –
-Sai anche il motivo? –sbuffa e annuisce. Gli toccherà chiedere scusa, forse.
 
Sirius odia vederlo così intontito. Un po’ gli manca il vecchio James, quello che ancora non era innamorato di Lily (almeno, non consapevolmente) e che riusciva a godersi una malefatta con il sorriso sulle labbra. Senza pentimento risentimento o con la paura che la rossa potesse giudicarlo.
Lo osserva dagli spalti del campo di Quidditch. Lo fa sempre e anche gli altri giocatori ormai sono sorpresi se non lo trovano lì ad osservarli. James è un bravo capitano. La spilla che porta sempre sul petto è davvero meritata. Sa come confortare, calmare i suoi giocatori prima di una partita. Riesce a tirare il meglio da ognuno di loro.
Tutti questi complimenti sono, tuttavia, irrilevanti davanti a quello che sta vedendo oggi. Sirius sembra avere le pupille degli occhi fuori dalle orbite alla visione del suo migliore amico che non riesce a segnare 10 miseri punti ed è sempre inseguito e quasi colpito da entrambi i bolidi.
-Black, gli avete dato di nuovo il Distillato Soporifero? –chiede Marlene McKinnon avvicinandosi con la scopa agli spalti.
-Ti assicuro che se fosse colpa mia o di qualsiasi altro membro dei Malandrini, lo avreste saputo. –Marlene scende dalla scopa e sedendosi  si acconcia i capelli scuri in uno chignon disordinato. Ha braccia esili e un corpo minuto che spesso hanno tratto in inganno i suoi avversari. È forse il miglior battitore che Grifondoro abbia mai avuto  –Non fa scenate quando non vi vede allenarvi con il massimo impegno? –
-Onestamente Black, chi è fra me e Potter che può lamentarsi delle pessime prestazioni?! –Gli occhi chiari trasudano saccenza. Sirius si passa una mano fra le ciocche nere e dopo un ulteriore bolide che stava per schiantarsi sulla testa del suo amico, decide che non può più rimanere a guardare.
-McKinnon, mi presti la scopa? –
 
Cacciato dall’allenamento che lui stesso stava gestendo in quanto capitano, dal suo migliore amico. Non può crederci, non può essere accaduto davvero!
“Potter, levati dal campo, fatti 3 giri di corsa e fila in dormitorio! Hai dato abbastanza spettacolo!” questo ha osato dirgli.
È certo che Remus e Peter gli daranno man forte appena racconterà di quello che è appena accaduto, di come Sirius l’abbia appena umiliato davanti alla sua squadra.
La rabbia svanisce e ne prende il posto il rimorso appena la chiazza di capelli rossi gli passa accanto.
“Potresti evitare di comportarti così James, non andare sempre in pallone!” Gli aveva detto Remus dopo la sua brillante uscita dell’altro giorno. Si morde il labbro, deve trovare il coraggio di superare il suo stupido orgoglio ed andare verso di lei.
-Evans! –la sua voce l’ha raggiunta prima di lui. La ragazza si gira e James sente il peso degli occhi verdi osservarlo con sorpresa. Ha dei libri stretti in mano, forse si stava recando in biblioteca per studiare.
-Che hai da gridare così! –sbuffa e attende che il suo interlocutore le dica qualcosa.
-Beh, ecco, l’altro giorno… –si porta una mano fra i capelli. –Si, ecco… -
-Potter, non ho tutto il giorno –
-Che cosa volevi? –Lily stringe i libri al petto e cerca di nascondersi fra i capelli. Odia sentirsi così schiava della curiosità ma sente di doverlo sapere, di dover capire anche per rispetto alla vecchia amicizia con Severus.
-Come ha fatto, Sev… Piton, a scoprirlo? –Se possibile, si nasconde ancora di più fra i capelli ma non ricevendo risposte toglie le ciocche rosse dal volto e vede Potter stupito, con gli occhi nocciola strabuzzanti. –Mi ricordo di una notte –continua –Dove si dice che tu l’abbia salvato da qualcosa... –
-Vuoi sapere cos’è successo? –Lily vorrebbe annuire, vorrebbe dirgli che è ovvio che vuole sapere. Ma gli occhi nocciola la fermano. Vede una nota di delusione, come se non potesse credere che stia valutando un’opzione in cui lui abbia in qualche modo potuto mettere a rischio la vita di Remus e poi di Piton.
-Io… Non lo so, cosa voglio! So solo che la voce di Piton continua a martellarmi in testa e… e non riesco a farla smettere. –Sta parlando con Potter, perché le importa tanto che quel ragazzo con una ridicola spilla da capitano appuntata sul petto, la divisa da Quidditch e una scopa in mano possa essersi offeso? È Potter! Potter, colui a cui nulla importa se non sé stesso e il suo inutile orgoglio.
Lo stesso che annuisce senza guardarla negli occhi.
-Vieni, spostiamoci da qui –Potter si dirige verso l’uscita ed è sicuro che lei lo stia seguendo, o almeno lo spera.
 
Seduti sotto uno degli alberi vicini al laghetto, Lily si guarda in giro nervosamente. Potter inizia a parlare con la schiena poggiata alla corteccia ed ancora non la guarda.
-Non è stata una nostra idea, non volevamo che Piton venisse a saperlo –si ferma e alla rossa viene spontaneo porgere una banale domanda.
-Chi, allora? –Gli occhi nocciola si incontrano finalmente con i suoi e mai si sarebbe aspettata di esserne così sollevata. Quello sguardo la invita a riflette, a pensare e ricordare. –Black… -Potter annuisce portandosi una mano fra i capelli. Le immagini di quel periodo durante l’anno precedente in cui i Malandrini avevano litigato portando l’allontanamento del moro le ritornano subito a galla. Sembra così distante, invece sono passati pochi mesi. È stato uno dei periodi in cui meno punti erano stati tolti alla loro casata, avrebbero potuto vincere la coppa delle case quell’anno.
-Non lo sapevamo! Non avremmo mai messo in pericolo Remus –
-Ma perché? –Potter giocherella con la sua spilla da capitano e fa spallucce.
-Piton è sempre stato un impiccione. Ci perseguitava con la storia che voleva sapere cosa facessimo, dove andassimo. E Sirius… aveva i suoi problemi –La rossa si sposta una ciocca davanti al volto. –Non credo l’abbia fatto consapevolmente, era solo colmo di rabbia. Lo è ancora, in verità –
Potter pare non essere intenzionato a dirgli nient’altro. Forse è giusto così, non sta parlando di lui, non può obbligarlo a rivelarle fatti che a lei non dovrebbero importare. La voce di Piton non si attenua, anzi. Vorrebbe dirgli di tacere ma i nuovi fatti non la tranquillizzano. Cosa rende migliori i Malandrini rispetto a Piton, se basta uno scatto d’ira per mettere in pericolo una persona? Per far venir fuori il segreto di Lupin!
Potter si alza, si pulisce i pantaloni dall’erba rimastagli attaccata. Non è mai successo che fosse lui il primo ad andarsene dopo una loro conversazione negli anni precedenti.  Si alza anche lei, deve studiare e deve farlo al più presto. Non può permettersi di arrivare con l’acqua alla gola: ha ignorato fin troppo storia della magia per quel mese.
-Sai –continua Potter portando la mano fra i capelli. –Forse non l’ho detto in modo giusto. –Non capisce se si stia riferendo al racconto. Lily ne scruta gli occhi e le iridi si muovono freneticamente da destra a sinistra. Vuole dire altro, ma sa che non può.
-Tranquillo Potter, è tutto a posto –Non lo è ma sente di doverlo consolare in qualche modo. L’altro annuisce.
-Allora, ci si vede Evans –sale sulla scopa e sfreccia via. Dovrebbe urlargli che non si vola in cortile e che 10 punti verranno tolti a Grifondoro.
Ma sorride e smette di farlo solo quando incrocia lo sguardo di Piton che la scruta dietro una colonna.
Continua per la sua strada.
 
Peter e Remus hanno la Mappa aperta e sghignazzano. James è sicuro che non sia necessario raccontargli nulla e non c’è bisogno di parlare di niente, ma Codaliscia non è d’accordo.
-Come ti ha tolto Sirius dal campo? –Remus ride alla sua domanda ed è certo che non possa trovare in Lunastorta il conforto che sperava. Mette il broncio e si stende sul suo letto faccia in giù.
-La Evans ha pensato bene di darti un due di picche per la piovra? –
-Questo non fa ridere Coda! –ma le risate dei due coprono la sua replica e vanno decisamente a smentire la sua teoria.
La piovra l’ha decisamente stufato.
 
Trascorrono i giorni e l’aria natalizia si fa sempre più vicina. È un’aria che porta l’odore di canditi, pini e Lily vorrebbe sentire il sapore dei dolci di sua madre al marzapane.  È il primo anno in cui probabilmente tornerà a casa, senza il suo amico, il primo che passerà in solitudine. Sua sorella Petunia non le rivolgerà parola e lei non potrà trovare conforto fra le braccia di Severus. Ci pensa spesso: tornare o no?
È solo il decimo giorno di dicembre, può pensarci un altro po’. Intanto i giornali le mostrano una realtà fatta di sangue, di nati babbani uccisi all’ordine del giorno. Chissà, forse tornare non è sicuro. Non per la sua famiglia, se c’è lei.
-Signorina Evans –la McGranitt la ferma a fine lezione e le chiede di avere la lista delle persone che torneranno a casa entro il 20 dicembre, quasi a leggerle nella mente. Lo riferisce a Remus in modo che possa dirlo anche ad altri della loro casata.
-Tu che farai? –chiede mentre se ne tornano nella sala comune salvo poi ricordarsi che mai Lupin è tornato a casa per le vacanze.
-Puoi già mettermi in lista –ma la stupisce con la sua risposta che per altro arriva decisa. Si vede che la luna piena è lontana: ha gli occhi pieni di vita e non stanchi e spenti. Anche il volto è riposato e nonostante la cicatrice bianca sul naso, Remus Lupin sembra stare bene. –Gli altri tornano a casa, la luna piena è l’ultimo giorno di vacanza… direi che è perfetto –Sorride e Lily insieme a lui anche se la voce nasconde un retrogusto amaro.
Black e Potter non sono mai tornati a casa nel periodo natalizio. Il capitano della squadra di Quidditch è sempre rimasto ad Hogwarts a fare compagnia all’amico (che poi, pensa, forse è anche il motivo che spinge Remus e Peter a restare viste le ultime parole del prefetto). Si salutano e la rossa continua a pensare e riflettere.
Sa poco della famiglia Black e quello che sa gliel’hanno detto Mary e Piton. Non sa bene quanto ci sia di vero nei racconti che quotidianamente sente, ma sa che le occhiate di gelo che si rivolgono i due fratelli Black sono reali. Così come reali sono Piton e Regulus che sono sempre insieme, come amici che condividono qualcosa da tempo. Ormai ci ha rinunciato, lo sa che ogni persona che il suo vecchio amico frequenta avrà un marchio nero sulla pelle.
Marchio che vuole combattere e debellare.
Ed è in quei momenti, in quei piccoli attimi, che è come se comprendesse la rabbia viscerale che deve aver provato Black l’anno precedente.
E non può che far sparire tutti i dubbi che l’hanno attanagliata durante il racconto di Potter.
 
-Quindi non c’era il suo nome? –James gli pone la domanda da quando ha fornito la lista alla McGranitt. Sirius dice che sembra un disco rotto e si stupisce che sappia cos’è.
-Ramoso, credo che Lupin potrebbe pensare di abbattere un cervo, presto o tardi –James continua a guardare il prefetto dal suo baldacchino sperando in una risposta che arriva con un tono che non acconsente altre repliche.
-No. –si toglie la divisa indossando un normale maglioncino rosso e dei pantaloni scuri. Vuole solo fare la sua valigia in pace, senza la petulante voce del suo amico di sottofondo.
-L’unico anno che non rimango ad Hogwarts! –ma non ne vuole sapere di stare zitto.
-Immagina che palle: Hogwarts vuoto e non poter vagare senza sentire la stupida voce di Evans che grida “5 punti in meno per Grifondoro!” –Sirius non sa imitare Lily, sembra più stia imitando un treno a vapore ma comunque è divertente. Ridono solo in due e questo non sembra fargli piacere –Andiamo James! Ti sei innamorato, non hai contratto nessuna malattia alla mandibola –ed è allora che si avvicina e con gli indici posizionati sulla bocca dell’altro cercando di ricreare un sorriso. Peter gli è subito vicino e ne approfitta per fargli il solletico.
-Sm…tt…la! –Remus non vorrebbe intervenire, del resto è da tempo che non si comportano da idioti in quel modo. Una volta era all’ordine del giorno: sono davvero cambiati tutti.
No, non tutti. Solo James. Ed è lui ad essere il collante del gruppo.
Forse Sirius è più lascivo, Peter meno pauroso e lui meno ansioso. Ma è James che è meno orgoglioso, il vero cambiamento.
-Ve li tolgo io cinque punti se non state zitti! –
 
Quel Natale non se lo aspettava così vuoto e triste. Ad Hogwarts è tutto fantastico, come sempre, ma sente comunque la mancanza di quei biscotti al marzapane, della puzza dei sigari di suo padre e anche il rosso del vestito di Petunia che cambia sempre modello ma mai il colore per il giorno di Natale.
È stata codarda. Non se la sentiva di affrontare Petunia: stare da sola con lei forse la spaventa più del rimanere ad un tavolo con pochi suoi conoscenti, i professori e gli occhi di Piton a scrutarla.
Ovvio, ora che non c’è lei, nemmeno lui probabilmente se la sente di tornare a casa: una casa dove amore non c’era mai stato.
È brava a mostrare indifferenza, lo ha fatto per anni con Potter e nonostante farlo con il suo vecchio migliore amico faccia più male, lo fa.
Marlene McKinnon è l’unica strega della sua età ad esser rimasta e ne è felice: hanno concordato che dormiranno nella stessa stanza e magari si divertiranno con qualche vecchio gioco. È una compagnia gradevole, forse un po’ saccente e Mary farebbe volentieri a botte con lei per questo, ma a Lily piace.
Appena la cena termina, pensa che anche quel Natale sia terminato. Che forse non sia mai iniziato visto il suo umore.
È quando entra nella sala comune che trova un barbagianni che sembra aspettarla, che tutto cambia Le va incontro afferrando la lettera che ha nel becco dedicandogli anche qualche carezza sulla testolina e sotto il becco. Si stupisce di non trovare il mittente.
 
Cara Evans,
probabilmente senza di me Hogwarts ti sembrerà vuota ma ti chiedo di resistere.
 
Basterebbe ciò a far capire a Lily chi sia quel mittente ed anche a convincerla a mettere da parte quella lettera. Ma la curiosità è tanta.
 
Non capisco come mai tu abbia scelto di restare l’unico anno che non avresti potuto godere della mia presenza e compagnia ma metterò da parte la mia incredulità per augurarti un buon Natale. Sirius ha chiesto a Marlene, che ha chiesto a Mary, che ha chiesto a Remus per assicurarsi non ci fosse nessuno scherzo di fondo, che a sua volta ha chiesto a Peter che poi ha chiesto a me, che ho rassicurato Peter, che ha rassicurato Remus, che ha rassicurato Mary che ha detto a Marlene che ha detto a Sirius cosa ti sarebbe piaciuto ricevere per Natale. In verità hanno detto molte cose, ma credimi non ne ho capita nessuna (che diamine sarebbe un vinile di scarafaggi?!). Quindi ho optato per questo. Non saranno buoni come quelli che avresti voluto, ma ehy! Ci ho provato.
James Potter
 
Lily è sicura le stia per venire un terribile mal di testa: Potter è terribilmente prolisso!
-Lily, guarda qua! –attaccato alla zampa del povero barbagianni, Marlene sfila un piccolo sacchetto rosso decorato con un fiocchetto verde. Ha paura ad aprilo: il ricordo di Piton che apriva una scatola e ne usciva un frisbee zannuto per via di uno scherzo dei Malandrini è vivido nella sua mente. Ma lo fa.
Lily è sicura che mai si sia sentita così felice, così serena. Ci sono 5 biscotti di marzapane all’interno, a forma di omino proprio com’era solita farglieli sua mamma. Non ha importanza il gusto, potrebbero anche avere lo stesso sapore del catrame e non le importerebbe. Quasi piange per quel gesto inaspettato, si sente leggera.
-Non ti coniglio di mangiarli se li ha fatti il capitano –scherza Marlene. Lily ride e ne divide uno.
-Se muoio, si porterà nella tomba anche il suo miglior battitore –le porge l’omino e Marlene accetta sorridendo.
-Io non sono una vittima sacrificale, Evans –ma mangia comunque con un sorriso.
 
Potter,
un vinile dei Beatles! I Beatles santo cielo!
Comunque grazie. Ammetto: erano buoni (Marlene conferma) e mi ha stupito riceverli e beh… anche lo strano giro che hai messo su per farmeli avere.
Buon Natale,
Evans
 
 
Evans,
devi perdonare il mio compare, non è colpa sua se non ci arriva e non capisco come IO non abbia pensato ai Beatles (è evidente che tutti questi giri hanno confuso anche me!). Evans, ti farò avere quel vinile. Hai un giradischi, si? Sappi che devi procurartelo perché anche io voglio ascoltare il vinile. Tu il giradischi e io il vinile? Mi sembra un buon accordo, ormai è firmato e non puoi tornare indietro.
 
 
Black,
non capisco perché tu abbia letto la lettera che ho mandato a Potter. Non ho firmato niente ma effettivamente ho un giradischi quindi… affare fatto!
Evans
 
 
Cara Evans,
riferisci a McKinnon di non esagerare durante le feste e che deve essere vigile e pronta per la prossima gara! Effettivamente te ne avevo spediti pochi ma è il massimo che Claude può trasportare. Te ne mando altri.
James Potter
 
 
Evans,
a James basta nascondergli gli occhiali per fare qualsiasi cosa sotto il suo naso. E poi non potevo perdermi la tua risposta! L’ho mandata anche a Lupin e a Minus (p.s. Peter dice che hai una bella calligrafia)
Va bene “Abbey Road” o preferisci altro?
 
 
Potter,
(Ciao Sirius, Abbey Road va benissimo e perché non firmi le lettere?!, grazie Peter e spero che tu stia bene Remus!) Marlene dice che è talmente in forma che dovresti stare attento che non ti butti dalla scopa e prenda il posto da capitano. Grazie per la scorta di biscotti, non so dove li prendi ma credo di amarli. Mi sembra di capire che Sirius sia a casa con te, ti consiglierei di non perdere gli occhiali.
Evans
 
 
Cara Evans,
grazie a te ho scoperto il losco giro che vi era dietro la nostra corrispondenza (tranquilla, non accadrà più. Non per vantarmi ma sono uno dei migliori ad incantesimi e il fondatore dei Malandrini). I biscotti li fa mia madre, piacciono a Sirius e sapendo che avrebbe passato il Natale a casa nostra ne ha fatti diversi vassoi. Goditi anche quest’altro sacchetto.
James Potter
 
 
Evans,
come tu stessa hai più volte tenuto a sottolineare, James è un pallone gonfiato. Non credergli quando dirà che non leggerò mai più le tue lettere.
Sirius Black (a quanto pare ci tieni)
P.s. credo che Euphemia ti adori: sta sfornando dolcetti al marzapane dal 23 dicembre.
 
Lily non avrebbe mai pensato di passare le sue vacanze natalizie scrivendo a Potter e Black. Marlene le ha raccontato che alla fine dell’anno precedente, Sirius si è trasferito a casa Potter. Lo ha fatto mentre cercava di allenarsi a Quidditch inseguita da bolidi da colpire e con la rossa ad “aiutarla”, non è quindi sicura di aver afferrato tutto. È stato divertente, o almeno cerca di convincersi che volare a metri dal suolo con palle-killer lo sia stato: la verità è che non vedeva l’ora di scendere e tornare a giocare a Monopoly o a carte con i dolcetti che Potter le inviava. Tutto sommato, si è divertita. Più di quando avrebbe immaginato.
Appena tornati, i Malandrini sono coperti di graffi: Minus ne ha piccoli sul volto, non si contano invece quelli di Black e Potter sulle braccia e sul collo. Non le è chiaro del tutto come se li procurino, non crede siano così scemi da andare da Remus durante le sue trasformazioni, no? E a proposito di quest’ultimo, non è certa sia ancora tornato. La luna piena era il giorno precedente del resto.
Appena Black la vede, da una gomitata al suo amico che sembra illuminarsi. Non le è mancato Potter, con quel suo corpo smilzo, i capelli ritti in testa e la dannata mano che cerca inutilmente di portarli giù. Il volto troppo sottile, gli occhiali quadrati che deve sempre alzare a contornare gli occhi nocciola che ha imparato essere lo specchio dei suoi pensieri. Ha notato tutti questi dettagli in quei mesi più che in cinque anni che si conoscono.
-Evans! –La saluta con una nota ironica nella voce. La verità è che non sa come definirlo. Cos’è Potter? Un insopportabile conoscente, un fastidioso compagno di casata o un fidato amico? Ci ha provato a fidarsi, dopo il salvataggio di Mary. Aveva visto del buono in lui, e poi era rimasta delusa dopo l’attacco a Piton.
E adesso? È sicura che quanto ha conosciuto le basti? O la pugnalerà ancora?
Potter le si avvicina e lei lo saluta con un cenno della mano e un sorriso di cortesia.
-Com’è andato il Natale? –chiede, più per cortesia che altro. Potter sembra rabbuiarsi.
-A quanto pare mia madre preferisce Sirius e si divertono a parlarmi alle spalle –Lily non può saperlo, ma a casa Potter, quel Natale, si è parlato solo di lei e della cotta che non è più un segreto per nessuno se non per la stessa Grifondoro. Sorride ancora.
-Non l’avrei mai detto –Il broncio di Potter è a dir poco infantile. Non può non scoppiare a ridere dinanzi a quello. –Remus è a casa? –
-No,è in infermeria. Probabilmente lo dimetteranno già questo pomeriggio –Lily non può sapere nemmeno quello ma la notte precedente un lupo, un topo, un cane e un cervo si sono divertiti a spasso per i terreni non abitati di Hogsmeade. È rischioso, ma il lupo è più tranquillo quando ha qualcosa con cui tenersi occupato.
La rossa si alza e aggiustandosi la gonna della divisa prende una decisione, forse rischiosa, ma sceglie di credere che sia quella giusta.
-Andiamo a trovarlo? –Non se lo aspettava, è stupito e la bocca aperta ne è la prova tangibile. Ma è poco il tempo che Potter impiega a ricomporsi. Annuisce con un sorriso che mal cela.
Perché è un po’ come il giardino di un polipo la strana amicizia che ha deciso di voler intraprendere.
Bello, apparentemente confortevole e ligio da pericoli. Costruito con cura.
Minuziosa cura che ripaga solo quando la preda è in trappola, quando è rassicurata e un secondo dopo non ha più vie di fuga.
Non le resta che vigilare, che stare attenta. Ma sa che il giardino potrebbe essere anche paradisiaco come quello descritto nella canzone dei Beatles che Black le ha fatto venir voglia di ascoltare. Quindi si addentra, fiduciosa.
Se Potter è un polipo, sarà probabilmente il più stupido.
 
 
 
 
 
|||Angolo Autrice|||
Come se il titolo e gli spezzoni ad inizio capitolo, oltre che il tag “Song-Fic”, non fossero evidenti, sottolineo ancora di più lo stretto legame che questa storia ha con “Abbey Road” dei Beatles (a cui sono legatissima) con questo finale.
Lo so che teoricamente, James cambia e Lily accetta di uscire con lui al settimo anno. Ma io, nel mio immaginario, ho sempre pensato che l’odio che vi era fra i due si fosse attenuato al sesto, altrimenti sarebbe stato tutto troppo veloce. Ovviamente non sono amiconi, ma questo è l’inizio.
Grazie a voi che siete arrivati fin qui <3
 

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