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Autore: CatherineC94    01/09/2021    2 recensioni
«Se vuole far imprigionare quel rozzo uomo con cui divide il letto, posso parlare con Runcorn ma non le assicuro niente. L’ultimo uomo da me inviato è tornato senza un dito, a quanto pare possiede una capra molto strana, prima o poi scoprirò di che animale si tratta e Macnair la distruggerà» afferma con una strampalata luce malevola negli occhi.
«N-no n-no, beh non è Aberforth, ecco, il problema e nemmeno Milly anche se tenta di mordermi in continuazione» sussurra atterrita Sibilla.
«Allora si sieda cara mia, gradisce una tazza di tè?» propone Dolores.
Sibilla annuisce in preda allo smarrimento.
Il tè con Dolores (remix) feat Sibilla Cooman.
#Siberforth
A gift for Lady.Palma.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Aberforth Silente, Dolores Umbridge, Sibilla Cooman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie '#Aberforth'
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Messaggi dall’aldilà
 
 
 
«Se non mi lasci dormire, ti faccio divorare da Milly».
La voce rozza di Aberforth cozza per un attimo la volontà parzialmente blanda di Sibilla, mentre sente la fastidiosa capra che muove gli zoccoli contrariata.
Sibilla si stringe nella consunta veste da camera color verde bottiglia e muove le mani frenetica; il pendolo di cristallo che fa oscillare vibra distrattamente contro un mucchio di pergamene, che giacciono senza un motivo vero e proprio in balia degli eventi, forse come la sua stessa esistenza.
«Silenzio, disturbi l’occhio» lo ammonisce severa, i capelli sparati in ogni dove e gli occhi che roteano in continuazione.
Aberforth ringhia seccato.
«L’unica cosa che mi disturba è la roba che ti se messa addosso stasera…» ribatte alzando la mano rapido che stringe quelle che sembrano culottes.
Sibilla si schiarisce la voce e rossa mormora:« Mi piace stare comoda».
«È inutile discutere con te, sei più testarda di questa capra. Non mi guardare così bellezza, dico solo la verità!» esclama laconico.
Intanto dall’angolo destro della stanza Sibilla inizia a mormorare frenetica, forse in balia di qualche strano artificio, forse per scappare dalle grinfie di Aberforth che scocciato e con le braccia conserte l’aspetta tra le lenzuola per terminare ciò che ha iniziato poco prima.
«Devo andare a trovarla, subito» annuncia con voce vibrante.
«Madama McClan per gli abiti? Ah sono d’accordo con te, ma non credo basti per migliorare la tua situazione generale» sussurra con un sorriso maligno lui.
Sibilla si alza di scatto, si avvicina con piccoli passi e con fare teatrale sussurra:« Lui mi ha contattato dall’aldilà, vuole parlare con lei, la terribile donna!».
Aberforth ha perso la pazienza ormai, sposta il lenzuolo sfatto e la trascina sulle sue gambe.
«Inutile che ti inventi fregnacce, sai come finisce questa notte» dice lascivo.
Sibilla spalanca ancor di più gli occhi, con il volto arrossato quando si rende conto della posizione che sta occupando; Aberforth sorride sporco e comincia ad avvincere le sue membra a quelle della donna, mentre le mani frugano avide.
«Aspetta! Ho visto il suo occhio, lui vuole comunicare con la donna rospo!» tenta lei, ma la voce è già colma di ansiti.
«Parlare del vecchio strambo non ti salverà» mugola, afferrando la natica della donna e relegando in un angolo di dolorosa amarezza l’immagine dell’unico amico mai avuto in vita sua,  morto poco tempo prima.
«D-devi g-guardare nell’ignoto dell’oracolo!» urla Sibilla, in preda a chissà quale pensiero tumultuoso.
«Vacci pure da quella, spero che ti dia in pasto ai Dissennatori. Anzi no, in pasto ai suoi gatti!» gracchia l’uomo, che con un colpo di reni si ritrova sulla donna sovrastandola.
Sibilla vorrebbe rispondere, ma in quel momento è troppo impegnata.
 
 
 
La prima cosa che sente è uno strano odore nell’aria.
Sibilla stringe nervosamente tra le mani la piccola borsa di pezza, ha indossato l’abito migliore che possiede e si è diretta al Ministero.
Ha continuato a camminare con passi incerti, sotto gli occhi esterrefatti dei presenti fino a quando non ha visto sulla porta l’occhio.
«Non temere, povero spirito sofferente sarò la tua guida!» ha esclamato con fare sapiente, fino a quando la porta non si è spalancata e lei l’ha salutata con un sorriso da far accapponare la pelle.
«Ehm, ehm».
«È in ritardo di cinque minuti, cara» dice stridula.
Sibilla balza di almeno mezzo metro balbettando:« Mi sono persa nell’atrio».
«Poteva chiedere una mappa» è la risposta glaciale di Dolores Umbridge.
«Mi sono affidata al mio occhio» risponde Sibilla, facendo muovere le mani eterea.
Dolores ridacchia, senza allegria mentre la mano stringe un grande pendaglio che porta al collo.
«Allora è un miracolo che sia arrivata» ribatte quest’ultima facendola accomodare. Sibilla si guarda intorno, sopraffatta da quell’ufficio che le fa vibrare tutti i sensi che possiede, anche quelli farlocchi.
«Vede, mi trovo qua per un motivo ben preciso» esordisce.
«Se vuole far imprigionare quel rozzo uomo con cui divide il letto, posso parlare con Runcorn ma non le assicuro niente. L’ultimo uomo da me inviato è tornato senza un dito, a quanto pare possiede una capra molto strana, prima o poi scoprirò di che animale si tratta e Macnair la distruggerà» afferma con una strampalata luce malevola negli occhi.
«N-no n-no, beh  non è Aberforth, ecco, il problema e nemmeno Milly anche se tenta di mordermi in continuazione» sussurra atterrita Sibilla.
«Allora si sieda cara mia, gradisce una tazza di tè?» propone Dolores.
Sibilla annuisce in preda allo smarrimento.
«V-vede, ieri notte stavo interrogando l’oracolo» ricomincia Sibilla.
Dolores ridacchia sarcastica di sottofondo.
«B-beh si, ecco ho visto nelle turbe dell’inconscio universale lui» termina ad effetto, con gli occhi sgranati per riuscire a carpire la sua reazione.
«Lui?» chiede Dolores, bevendo una generosa parte del tè.
«Alastor» aggiunge l’altra donna, guardandosi indietro per poter uscire rapida.
«Temo di non riuscire a collegare alcun volto con questo nome, mia cara» replica con un sorriso malvagio Dolores, mentre porge una tazza di tè a Sibilla che l’afferra con un tremolio incontrollato.
«Ma come, beh fuori c’è il suo, ehm, occhio!» aggiunge con nonchalance.
Dolores piega la testa di lato, sul volto quell’antipatico sorriso che sfoggia quando riesce a prevaricare sopra ogni essere umano che incontra sulla sua strada.
«Ha preferito fare un salto da parecchi metri ho sentito dire, ma con quella mutilazione non poteva finire meglio di così» esclama gioviale, come se avesse scoperto che il Natale quell’anno sarebbe arrivato in anticipo.
«Mi ha detto di dirle che ehm, ecco, di salutarle Azkaban quando ci andrà» pigola ormai in preda al  terrore più losco Sibilla.
Dolores la fissa per un istante che sembra eterno.
«Lei conosce la sua discendenza magica?» chiede melensa.
Sibilla si alza di scatto in direzione dell’uscita, oltraggiata e con uno strano presentimento borbottando:« Io discendo da Cassandra, la veggente! Un insulto questo! Ho fatto il mio dovere ora ritorno alle mie abituali attività!».
Dolores continua a sorseggiare il tè in pensiero.
«Riferisca a quello zotico che tornerò a controllare la capra» dice amabile.
Dolores la vede scappare via, sul volto un sorriso spietato; con pochi passi si avvicina alla porta e per una frazione di secondo osserva l’occhio che blu elettrico si muove frenetico.
«Spero per te che l’atterraggio sia stato morbido» mormora atroce, per poi chiamare Travers affinché controlli lo status di sangue di Sibilla Cooman.
Nella sua mente, l’immagine della donna dietro le sbarre non le dispiace poi così tanto.
 
 
 
 
 


Note.
Regalo per  Lady.Palma, che spero non sia troppo trash. Voi che leggete fate un salto nella sua pagina e leggetevi le storie sui Dolastor, sono magnifici.
   
 
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