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Autore: ladypink88    07/09/2021    3 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Era andato tutto bene. Aveva fatto tutto il necessario e forse anche di più: la trasmissione era andata bene e le erano stati anche fatti dei sinceri complimenti per il make up della conduttrice e degli ospiti.
Si sarebbe potuta considerare estremamente soddisfatta se non fosse stato che si sentiva davvero stanca.
E forse, definirsi stanca poteva considerarsi veramente un eufemismo.

Quella sera Silvia non vedeva letteralmente l’ora di arrivare a casa, mettersi comoda e ricaricare le sue pile prettamente scariche.

“ Se fossi un cellulare , penso che mi sarei totalmente spenta diverse ore fa…” rimuginava fra sè e sé la donna mentre rientrava a casa.

Tanto per cambiare verso quell’ora una leggera pioggerellina aveva iniziato a cadere leggiadra, e poco dopo la radio aveva iniziato a diffondere la sinuosa melodia di una canzone che Silvia non ascoltava ormai da un po’…

“ I feel so unsure,
As I take your hand
And lead you to the dance floor
As the music dies
Something in your eyes
Calls to mind a silver screen
And all its sad goodbyes…”

Di primo achito avrebbe voluto cambiare radio e passare oltre, ma complice la sua stanchezza, il suo stato d’animo pensieroso, aveva deciso di lasciarsi trasportare dalle note.
Quella canzone rappresentava molto per lei, ogni volta che l’ascoltava le veniva in mente lui.

I’ve never gonna dance again
Guilty feet  have not got rhythm,
Though it’s easy to pretend
I know you are not a fool
I’ve should known better than to cheat a friend
And waste the chance that I have been given
So I’m never gonna dance again
The way I danced with you”

Le parole scorrevano lisce come l’acqua di un torrente che da tranquillo iniziava ad agitarsi poco a poco sempre di più.
Silvia iniziò a ripensare a Lorenzo e all’inaspettato modo in cui era iniziato tra di loro : due anime disperse che cercavano consolazione e rifugio l’una nell’altra.
In particolare le venne in mente il momento in cui una sera, improvvisamente lui la baciò.

Erano passati circa sei mesi dalla morte di Emma e lei si era recata all’Università a portargli il pranzo.
Non si ricordava neanche come fosse nata quella strana abitudine tra loro, semplicemente dopo la morte di Emma, Silvia aveva preso l’abitudine di portare il pranzo a Lorenzo e di andare a prendere Serena dopo l’asilo.
Dopodiche rimaneva con la bambina per tutto il pomeriggio e preparava la cena fino a che lui non rientrava da lavoro.
Qualche volta preparava loro la cena e se ne tornava a casa, ma sempre più spesso, nel momento in cui stava per andarsene Serena la guardava con occhioni imploranti chiedendole di restare per cenare e per rimboccarle le coperte.
“ Va bene tesoro, ma solo per stasera!” esclamò Silvia alla richiesta della bimba.
Il sorriso di Serena la ripagava di ogni sforzo, e quell’unica eccezione aveva iniziato a durare una settimana, un mese, due , tre, insomma era ormai diventato parte della sua quotidianità trascorrere il pomeriggio e la serata con la famiglia della sua defunta migliore amica.
Sebbene Lorenzo fosse molto taciturno e riservato Silvia non poteva fare a meno di notare quanto poco si curasse e quanto si stesse lasciando andare dalla morte della moglie e questa cosa la preoccupava non poco.
Ogni giorno si sincerava del fatto che cenasse e dato che non era affatto sicura del fatto che pranzasse mentre era in ufficio aveva iniziato a preparare ogni giorno il pranzo e a portarglielo in Università.
Aveva agito senza pensarci troppo, dopotutto l’unica cosa di cui era certa era che prendersi cura della famiglia della sua defunta amica in qualche modo la aiutasse a lenire il dolore della sua perdita.
Anche quel giorno stava piovigginando e lei aveva dimenticato di portarsi l’ombrello.
“ Mannaggia che sbadata !” esclamò tra sé e sé nel momento in cui scese dall’autobus.
Mentre attraversava passo svelto il primo chiostro dell’Università Cattolica si chiese se Lorenzo avesse preso un ombrello.
Bussò alla porta dell’ufficio ma non ebbe risposta. Entrò, cercando di essere il più silenziosa possibile e quello che trovò dentro la sorprese molto : il magnifico rettore , tranquillamente appisolato nella poltrona del suo ufficio.
Silvia rimase lì ad osservarlo per una quantità indefinita di tempo.
“ Così addormentato sembra quasi tenero ed indifeso “ sorrise tra sé e sé.
Ma poi si rimproverò da sola dandosi della sciocca pensando a quanto inappropriato  e  fuori luogo fosse il pensiero appena fatto.
In quella lui aprì gli occhi e se la ritrovò davanti.
Non disse nulla, solo rimase lì ad osservarla.
Lei trovandosi in imbarazzo fece per allontanarsi, ma lui prontamente la afferrò per un polso.
“ Non andartene ti prego, resta se puoi”
Una supplica che non ammetteva repliche.
Lei rimase.
“ Io , ti ho solo portato il pranzo perché so che molto probabilmente ti saresti dimenticato di fare pausa”
Nel mentre lui si era alzato.
Lorenzo non si era mai accorto di quanto Silvia fosse bella e con quei capelli umidi pensò che probabilmente gli avesse portato il pranzo incurante della pioggia e del maltempo.
E così la baciò.
Senza giri di parole, senza spiegazioni.
Fu un bacio casto, gentile.
Dopo che la ebbe baciata lui disse solo.
“ Ti ringrazio moltissimo. Per tornare prendi uno dei due ombrelli che ci sono qui. Ti riaccompagnerei ma ho una riunione fra pochissimo.”
Silvia, ancora sotto shock per il bacio non sapeva cosa rispondere e rispose solo balbettando:
“G..grazie “
Poco prima che lei facesse per uscire lui la fermò un attimo :
“ Ti fermi a cena stasera vero?” sussurrò con tono speranzoso.
“ S –si” rispose lei
E scappò via.

E quello era stato l’inizio di una storia tormentata ma anche piena di emozioni.


Lei si era auto convinta che quello che provava per Lorenzo non fosse amore, ma bensì il modo che entrambi avevano trovato per elaborare un lutto che era stato troppo duro per entrambi.
Ma una parte di lei le aveva sempre detto che in realtà non era così.
E lei sempre testardamente di era sempre rifiutata di ascoltare.

La canzone era giunta al termine e guardandosi nello specchietto della macchia Silvia si era accorta di avere il viso coperto di lacrime.

Sono sempre la solita romantica sentimentale” sorrise tra sé e sé e cercò di appartare questo discorso dalla sua mente.

Per fortuna era arrivata a casa.
Adesso con un po’ di pazienza si sarebbe fatta una bella doccia e avrebbe pensato a cosa gustarsi per cena.
Si sentiva totalmente scarica e l’ultima cosa di cui aveva voglia era mettersi ai fornelli.
Decise che per una sera avrebbe fatto un’eccezione e avrebbe preso qualcosa di succulento usufruendo del delivery.
Si mise a guardare l’applicazione svogliatamente, e dopo aver esaminato un po’ di posti scelse del sushi che aveva un aspetto decisamente accattivante dalle foto.

Così potrò dire a Serena che anche io sono cool e che ceno col sushi!” sorrise tra sé e sé .

Ordinò velocemente e andò a farsi una bella doccia rigenerante.
Mentre si stava rilassando sotto il getto della doccia le venne in mente che erano ore che non controllava il cellulare, e si chiese se per caso la sua pupilla le avesse mandato qualche messaggio per farle sapere come stava Laura.
Non appena fuori dal bagno si mise comoda e senza neanche farlo apposta giusto in quella era arrivato la sua cena.
Mise il cellulare ormai completamente scarico a caricare e iniziò a gustarsi il suo sushi.
Non era affatto male!
Decise di accompagnarlo con un bicchiere di vino bianco fresco, e in men che non si dica la sua cena era stata letteralmente divorata.

Dopo di che la stanchezza ebbe la meglio, Silvia andò in cucina a prepararsi la sua adorata tisana ai frutti rossi.
Distrattamente si sedette sul divano a sorseggiare il liquido dolciastro e caldo della tisana, mentre accendeva il cellulare.
Era totalemente immersa nei suoi pensieri quando ciò che vede le fece spalancare gli occhi per la sorpresa: il display mostrava due messaggi da due mittenti alquanto insoliti.

Aprì il primo messaggio e lo lesse :

Ciao Silvi, scusami se ti scrivo solo ora. Ieri sera dormivo e non ho potuto rispondere alla tua telefonata. Se ti fa piacere, mi piacerebbe invitarti domenica  a pranzo da me. Fammi anche sapere cosa ti piacerebbe mangiare. Un bacio, Romi

Letteralmente la bionda non riusciva a credere a ciò che stava leggendo.

Probabilmente doveva esserci qualcosa di strano nel vino” pensò tra sé e sé.

Passo al messaggio successivo :
 
 
 
“ Ciao biondina, quando ti va possiamo trovarci per un caffè e due chiacchere che ne pensi? Lorenzo”

Silvia rimase di sasso.

Si decisamente doveva esserci qualcosa nel vino!”

Si avviò verso la stanza da letto e si sdraiò nel lettone. Rilesse quei messaggi almeno una decina di volta ciascuno.
Non sapeva se definirsi incredula, folle o felice.

Qualsiasi cosa sia, ci penserò domani, ora sono troppo stanca, anzi probabilmente sto già dormendo e questi messaggi fanno parte del mondo dei sogni….”

Non riuscì a terminare che Morfeo si appropriò dei pensieri di Silvia.
Un sorriso sornione sul suo viso però ci faceva intendere che i messaggi che aveva appena ricevuto l’avevano resa profondamente felice.
   
 
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