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Autore: LittleGypsyPrincess    14/09/2021    1 recensioni
Cosa succede se un'irriverente, sarcastica e letale spia russa incontra un leale, rigido e travagliato soldato?
Come il giorno e la notte che si mischiano in un tramonto, come l'oceano e il cielo che si sfiorano all'orizzonte, Steve e Natasha sono così opposti ma così simili da non riuscire a smettere di rincorrersi.
Raccolta di one-shots Romanogers
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Piccola nota visto che è il primo capitolo:

Raccolta di One shots romanogers (Natasha Romanoff/ Steve Rogers)
Come il titolo già introduce, saranno una serie di piccoli momenti di varia lunghezza situati nell'arco dei film. Non saranno in ordine cronologico o collegati tra loro, se non specificato. Saranno abbastanza au, alcuni più alcuni meno, dato che non riesco a non shipparli malamente e la Marvel mi ha privata di tale gioia.
Ci saranno temi ricorrenti presenti in tutte o quasi le mini storielle, questo perché, ovviamente, le ho scritte tutte io e poi perché trovo che quei due abbiano dei saldi punti in comune che non riesco a non infilare ovunque come incubi, rapporto con il passato, il fatto che Nat non si senta all'altezza di Steve ecc.

Detto questo se avete voglia di dare una chance a miei deliri vi ringrazio e se avete voglia di lasciarmi un piccolo feedback vi ringrazio ancora di più!

PS: il titolo è una semi citazione a Natasha in "Captain America: winter soldier", quando dice che che ha creato il software sulla chiavetta era leggermente più intelligente di lei, leggermente.

PS2: ah ovviamente i personaggi non sono miei e la storia non è a scopo di lucro, intende solamente andare a dare un po' di gioia a tutti quelli che come me shippano Nat e Steve.

Dove tutto è iniziato

(Washington- post Avengers/pre CA: winter soldier.)
"Stai scherzando spero!" urlò  Natasha sbattendo la mano sulla scrivania del direttore.
Aveva appena finito una missione devastante, era distrutta, non ne aveva proprio per la testa di sentire pure certe stronzate.
"ti sembra che stia scherzando Romanoff?" tuonò Fury alzandosi in piedi.
"non ho nessuna intenzione di partecipare a certi teatrini! Sai bene che odio le vostre dannate festicciole!" incrociò le braccia altamente irritata.
"Natasha…" il tono di Fury si addolcí leggermente, se così si poteva dire insomma. "non puoi non venire, non quest'anno"
"solo perché vuoi che Rogers partecipi per fare scena non vuol dire che debba venire anche io!"
"sei la sua partner!"
Natasha alzò gli occhi al cielo, avevano fatto due missioni insieme, senza contare New York, le sembrava piuttosto esagerato come termine, seppur fosse consapevole che, con il ritiro di Clint, sarebbe stato così.
"e più di tutto ora sei un Avenger!" aggiunse il direttore con tono grave.
"ah già, visto che sono finita in mezzo ad una lotta più grande di me con quei cinque e siamo andati in tv ora sono un'attrazione turistica! Senti Fury, queste pagliacciate le puoi contare a Rogers ma lasciami fuori"
"non ti sto chiedendo un favore, tu verrai"
"te lo puoi scordare Nick" tuonò la rossa.
"è un ordine."
Natasha alzò nuovamente gli occhi al cielo e sbuffò arrendendosi. Non aveva scelta. "voglio la vodka però, quella buona"
Fury fece un sorrisetto "ne abbiamo presa un bel po'"
"bene" rispose avviandosi verso la porta.
"Romanoff?"
La rossa si girò
"abbiamo anche un bel po' di biscotti alla cannella"
Natasha annuì sorridendo per poi uscire. Adorava i biscotti alla cannella e la vodka, non che fossero abbastanza per invogliarla ad andare alla festa dello shield ma almeno era certa che qualcosa di buono ci sarebbe stato.
***
Steve si buttò sul letto, era esausto. La missione si era appena conclusa con un'estenuante lotta all'ultimo uomo che lui e Natasha avevano vinto a fatica. Erano bravi ma non erano una squadra, non ancora, essendo molto diversi non era sempre facile coordinarsi. Lui era un soldato lei una spia, erano due antipodi, il che poteva rivelarsi sia un vantaggio che uno svantaggio. Steve tendeva a creare un rapporto di fiducia e un gruppo coeso con i suoi compagni, Natasha era abituata a lavorare da sola e coordinarsi con i colleghi solo se necessario.
I loro modi diversi avevano giocato un ruolo positivo nella prima parte della missione, dove avevano compiti diversi e lavorare in autonomia, facendo rapporto solo alla fine, aveva permesso di risparmiare tempo. Sul campo invece aveva reso l'opera più difficile.
Steve sospirò, era finita. Si sarebbe goduto volentieri un po' di pace tuttavia lo aspettava un'ultima missione prima del meritato riposo. Probabilmente solo lui considerava la festa natalizia dello shield peggio che estenuanti combattimenti. Almeno in quelli era bravo, mentre sapeva che alla festa si sarebbe sentito fuori luogo e soprattutto fuori tempo.
Aveva bisogno di una doccia e una bella dormita, il giorno dopo sarebbe stato un inferno.
***
Natasha aprì la porta del grande salone adibito per la festa. Era tutto leziosamente addobbato per natale, grandi tavoli sfoggiavano varie leccornie festive e ogni tipo di bevanda, alcolica e non.
Sospirò ed entrò. Era già in ritardo, non che le importasse, odiava quella stupida festa dove tutti la guardavano male e parlavano con lei solo per fare bella figura con Fury. Molti di loro non erano minimamente a conoscenza di ciò che aveva fatto, tuttavia sapevano fosse un ex spia russa dal passato oscuro e ciò bastava per etichettarla come una stronza. Non che non lo fosse, si reputava lei stessa una grandissima stronza, tanto da non aver mai fatto nulla per cambiare la loro idea su di lei, anzi.
"sei in ritardo" tuonò il direttore.
 "Una donna non è mai in ritardo, né in anticipo  arriva precisamente quando intende farlo "
"e questo chi l'ha detto Shakespeare?"
Natasha sorrise e allondandosi aggiunse "Gandalf"
Fury storse il naso, "chi?" urlò senza ricevere una risposta dalla rossa che si era già allontanata.
La spia si guardò intorno osservando la sala colma di persone felici di passare del tempo con gente che solitamente vedevano solo in situazioni lavorative.
Sospirò, a lei non importava nulla di socializzare, ma infondo era sempre stata da sola e i rapporti umani nel suo passato, nella maggior parte dei casi, avevano creato più seccature che benefici.
"oh signorina Romanoff" una voce leziosa parlò alle sue spalle.
Natasha alzò gli occhi al cielo, si voltò mettendo su un  sorriso palesemente falso. Era brava a mentire ma non aveva nessuna intenzione di farlo con quella, anzi voleva proprio farle capire che doveva togliersi di mezzo.
"è un piacere vederti alla festa di Natale per una volta"
"spero sia anche l'ultima sinceramente" rispose imitando il tono lezioso, ma forzandolo tanto da far capire anche ai muri la sua scocciatura.
La donna si allontanò con espressione schifata andando dritta verso un gruppetto di persone, probabilmente, pensò Natasha, a sparlare di lei.
Si guardò ancora attorno, mentre si dirigeva verso il piccolo e rudimentale bar che avevano allestito accanto al tavolo delle bevande. Fingeva di farlo tanto per ma in cuor suo sapeva cosa, o meglio chi, stesse cercando con lo sguardo. Non che le importasse qualcosa di lui ma era curiosa di vederlo in abiti eleganti.
Si avvicinò al bar "un gin tonic"
"subito" rispose titubante il giovane barman.
"Romanoff"
"Rumlow" salutò, atona.
"non fa un po' freddo per quel cocktail?"
Scrollò le spalle "è alcohol" rispose secca.
"siamo di buon umore vedo"
Natasha lo incenerí, ma non rispose, prese il suo bicchiere e se ne andò. Poco più in là notò finalmente Rogers, contornato da ragazze naturalmente, era tanto in imbarazzo quanto elegante nel suo completo nero. Decise di non disturbare, aveva decisamente bisogno di una ragazza. Si avvicinò invece al tavolo del cibo afferrando un piccolo panino, il cibo non l'avrebbe fatta ubriacare ma aveva troppa fame per effettivamente pensarci. Come aveva troppa fame per notare che quel panino era al cetriolo e a lei avrebbe fatto letteralmente schifo.
***
Steve si sentiva profondamente a disagio da quando aveva messo piede lì dentro. Non c'era nulla che fosse andato per il verso giusto, i vestiti erano troppo attillati, la musica natalizia, seppur profondamente diversa da quella del suo tempo, riusciva comunque a mettergli una profonda malinconia, per non parlare delle persone, era cambiato tutto e non in meglio. Si sentiva un alieno, sia perché era completamente estraneo ad ogni cosa di quel tempo sia perché era l'attrazione di turno. Tutti volevano parlargli e passare del tempo con lui perché era Captain America, a nessuno importava davvero di lui, era soltanto una questione di apparenza.
Avrebbe solo voluto andare a casa, ma aveva promesso a Fury sarebbe rimasto e lui manteneva sempre le promesse, o quasi. Un brivido lo scosse, la promessa più bella non l'aveva mantenuta, l'aveva lasciata lì. Forse anche per quel motivo stava odiando quella festa più del normale.
Si guardò attorno, il direttore aveva detto ci sarebbe stata anche lei, ma evidentemente era riuscita a scansarla. Natasha non sembrava la tipa da feste, era piuttosto solitaria, inoltre la sua ironia e il suo sarcasmo la rendevano spesso più antipatica di quello che era veramente. Lui la trovava irriverente, in un certo senso intrigante. Quello che apprezzava di più era il fatto che non lo guardasse con pietà o non lo trattasse in modo diverso solo perché era Captain America, no, lui era vittima della sua lingua biforcuta quanto gli altri. Forse anche di più.
"Capitano?!" cinguettò una ragazza alta, con un vestito un po' troppo scollato e appariscente, andando verso di lui.
Nel giro di pochi minuti, Steve si trovò nuovamente circondato da donne che lo tempestavano di domande assurde, erano decisamente troppo nude e troppo vicine per i suoi gusti. Non voleva ferirle, non era nel suo spirito da gentiluomo, tuttavia non avrebbe voluto nemmeno restare lí in mezzo come un oggetto di culto. Era proprio questo che si sentiva sempre, un oggetto.
Mentre cercava di liberarsi, il più educatamente possibile, di quel branco di donzelle finalmente la vide. Era di spalle ma I capelli rubino di Natasha erano inconfondibili, nonostante fossero insolitamente lisci, le sfioravano a malapena le spalle, coperte dalle maniche bordeaux del bellissimo vestito che aveva.
Steve fece scorrere lo sguardo lungo la profonda scollatura che, unita solitamente da una striscia di tessuto all'altezza delle scapole, arrivava fino ai fianchi dove la gonna del vestito si apriva a sbalzo.
Non appena Natasha fece per girarsi Steve distolse lo sguardo, sperando lei non lo avesse visto. Si rese conto solo in quel momento di essersi completamente perso a guardarla tanto da non aver minimamente ascoltato quello che gli era stato detto.
***
Natasha si spostò alla grande finestra, guardò fuori sorseggiando il suo cocktail. La vista era terribilmente triste da quel piano, azzeccato per la festa pensò. Addentò il panino facendo una smorfia, odiava i cetrioli. Odiava le feste. Odiava il Natale. Un senso di sconforto e tristezza misto a rabbia si fece strada in lei, una morsa allo stomaco le fece distogliere lo sguardo dalla finestra dove, oltre la triste stradina e l'edificio di fronte, poteva vedere il suo riflesso e quello della festa dietro di lei. Aveva bisogno di più alcol. Tracannò
Il resto del cocktail come fosse stato una medicina e si allontanò dirigendosi al tavolo delle bevande.
***
La musica di Natale cessò lasciando spazio ad una melodia decisamente più ballabile.
"vuole ballare capitano?" chiese una delle ragazze che lo avevano circondato.
Intravide Fury in lontananza e decise di prendere la palla al balzo.
"mi dispiace ma il ballo non fa per me. Potete scusarmi, dovrei scambiare due parole con il direttore"
Si allontanò dalle ragazze, alquanto deluse dal bel captain America.
"direttore"
"Rogers. Ti piace la festa"
" a dire il vero mi sento un po' a disagio"
"mi hai per caso usato come scusa per scappare dalle donzelle che ti circondavano?"
"io…" Steve si passò una mano dietro la buca in imbarazzo
Fury sorrise, era certo lo avesse fatto. Il biondo si guardò attorno nuovamente, aveva distolto lo sguardo pochi minuti e lei era sparita.
"cerchi Romanoff?"
Non pensava fosse così evidente però annuì educatamente, sempre più in imbarazzo.
" prova sul terrazzino che da sulla scala anti incendio, l'ho vista uscire"
Steve fece un cenno  di ringraziamento e uscì dalla piccola porta di sicurezza. Non c'era nessuno, conoscendo Natasha poteva tranquillamente essere sgusciata via dalla scala antincendio senza aver fatto il minimo rumore. Sospirò e fece per rientrare quando il suo super udito sentí un leggero rumore che a qualsiasi essere umano sarebbe sfuggito. Proveniva dal tetto dell'edificio, qualche piano più su, Steve non esitò saltò il cancelletto e salì le scale cercando di non fare rumore. Non aveva il suo scudo ma il salone era stracolmo di agenti pronti ad aiutarlo, pensandoci bene sarebbe stato molto stupido attaccare in quel momento.
Arrivò ad un altro terrazzino dove una scala a pioli portava al tetto, il rumore si era fatto più vicino anche se era comunque flebile. Steve tese le orecchie ma il rumore cessò per alcuni secondi poi qualcosa di piccolo cadde a terra. Il capitano si affrettò a salire ma ciò che vide sul tetto non era certamente ciò che si era aspettato.
"finalmente"
"Natasha?"
"in persona" rise la rossa bevendo un sorso dalla bottiglia di cui aveva appena fatto cadere il tappo a terra per attirare la sua attenzione.
"per un attimo ho pensato non saresti salito "
"mi hai sentito?"
"non sei l'unico ad aver un ottimo udito capitano"
"Cosa ci fai lì?" chiese il biondo, avvicinandosi ma solo di qualche passo.
"mi ubriaco. Vuoi un biscotto?" chiese girandosi verso di lui.
"non mi sembra un'idea geniale ubriacarsi seduti sul cornicione"
La rossa rise nuovamente piegando indietro la testa "stai tranquillo Rogers non cado"
Steve la osservò restando ancora a distanza. Era seduta sul cornicione con le gambe che penzolavano nel vuoto, i capelli e la gonna del vestito erano abbastanza scomposti, mossi dal venticello, mentre le sue guance sembravano più colorite, nonostante la scarsità di luce.
"non mordo eh, puoi avvicinarti" bevve un altro sorso dalla bottiglia mentre una folata di vento mosse ulteriormente le sue ciocche rosse.
Steve si avvicinò lentamente "Cosa stai bevendo?"
"vodka, vuoi?" gli porse la bottiglia incrociando gli occhi azzurri di Steve.
"non ho mai bevuto vodka e mangiato…" si sporse leggermente per leggere la scatola di plastica sulle ginocchia della rossa "... Biscotti alla cannella?!"
"prova allora. Sono una bomba" disse dandogli la bottiglia.
"sei ubriaca Romanoff"
"magari. Non è così facile farmi ubriacare Rogers"
"non sembri tu però" disse il biondo cercando i suoi occhi verdi
Natasha scrollò le spalle mordendo un biscotto "non lasciarmi sfondare di biscotti da sola, su"
"se sei salita quassù forse è perché volevi stare sola"
"vero, ma tu puoi restare e mangiare i miei biscotti seduto sul cornicione" sorrise e in quel momento Steve poteva giurare di non aver visto nulla di più bello in vita sua.
Il tono dolce della collega lo convinse a sedersi anche lui. Guardò giù e capí immediatamente perché Natasha non aveva la minima paura di cadere, la struttura del palazzo le avrebbe permesso di aggrapparsi e rimanere indenne. Certo nessuna persona normale  ci sarebbe riuscita, ma Steve era sicuro che i riflessi della spia da ubriaca fossero nettamente superiori a quelli di un comune mortale da sobrio.
"non volevo cadessero" esordì Natasha vedendolo guardare giù.
Il capitano alzò lo sguardo verso di lei per poi riabbassarlo velocemente e sorridere. "i tacchi in testa devono essere dolorosi" Non si era accorto fino a qualche secondo prima che la collega fosse scalza, probabilmente aveva pensato stesse guardando quello.
"costano un bel po'. Hai intenzione di bere?" chiese facendo cenno alla bottiglia che il ragazzo teneva ancora in mano.
"non c'è n'è più molta…"
La ragazza indietreggiò con la schiena mostrando altre due bottiglie e una scatola di biscotti appoggiati su quello che probabilmente conteneva un contatore di qualche tipo.
Steve sorrise e bevve un sorso, il gusto forte dell'alcool lo fece tossire e fare una smorfia.
"non ti piace?" chiese la rossa osservandolo, per avere passa di novant'anni vantava una terribile mancanza di esperienze di base relative a cose come l'alcol o le ragazze.
"è forte ma non male."
"sei un pessimo bugiardo Rogers, mangia un biscotto va"
"grazie"
Mangiarono in silenzio per alcuni minuti, nessuno dei due sapeva bene cosa dire, non erano mai restati soli in un contesto diverso dalle missioni, al contempo non era facile iniziare un discorso visto quanto erano diversi. Nonostante le sue, autodichiarate, scarse capacità sociali fu Natasha a parlare per prima. "perché sei uscito fuori?"
"volevo prendere una boccata d'aria"
La rossa ridacchiò "te l'ho già detto fai schifo a mentire e poi c'è un bel terrazzo addobbato chi diamine esce dalla porta antincendio"
"tu, per esempio" sorrise Steve, girandosi verso di lei e prendendole di mano la bottiglia di vodka ormai praticamente vuota.
"io sono asociale" rispose prendendo una nuova bottiglia sul rudimentale "tavolino".
"assumi che io non lo sia?"
"sei captain America cosa potrai mai avere di sbagliato"
Steve sospirò, cambiando discorso "cercavo te. Non pensavo saresti davvero venuta"
"sì be’ Fury ha dovuto lottare un po' ma in fondo è il mio capo, lui da gli ordini a me non viceversa"
Il biondo sorrise, non si aspettava tanta spontaneità dalla rossa.
"sembri così diversa dal solito"
"non siamo in missione" rispose secca
"io non…"
"no. Scusami non volevo risponderti così. È solo che.." abbassò lo sguardo "Clint a parte non socializzo molto fuori dalle missioni"
"nemmeno io sai" le rispose dolcemente.
"ma come? Il golden boy d'America non ha nemmeno una ragazza?" ne era certa, si vedeva lontano un paio di chilometri ma non sarebbe stato carino farglielo notare così.
Un guizzo le attraverso gli occhi e un sorriso malizioso le comparve sul volto.
"no, niente ragazza"  Steve arrossì aveva baciato due donne in tutta la sua vita, anzi a dire la verità erano state loro a prendere l'iniziativa, mentre era sicuro Natasha avesse avuto dozzine di uomini.
"dobbiamo assolutamente risolvere la situazione!"
Steve arrossì ancora di più, mentre una piccola vocina diabolica nella sua testa si domandava se quella fosse un'offerta.
"non credo sia il caso… Io sto bene così"
"quante volte te lo devo dire che sei un pessimo bugiardo, Steve" era tornata ad usare un tono dolce che fece rabbrividire il biondo.
"facciamo così per questa sera niente bugie, niente lavoro. Siamo solo due folli su un tetto. Domani quello che è uscito qui non sarà mai successo" disse poi, guardandolo dritto negli occhi.
"ci sto, però devi essere sincera con me Romanoff"
Lei annuì "perché sei scappato dalla festa?"
"mi sento a disagio, fuori posto e fuori tempo, un antico oggetto da venerare. E tu?"
"non mi piacciono le persone e ancora di più io non piaccio a loro. Sono solo la fredda e crudele spia russa" scrollò le spalle
"in fondo non sei così male"
"nemmeno tu sai. Sono cresciuta con il mito di Captain America e i russi che tentavano di riprodurre il siero che hai tu. Hanno ficcato in vena anche a me alcune porcherie e ho visto tanta gente morire per questo quindi… Be’ mi stavi sulle palle"
Steve scoppiò a ridere, Natasha così spontanea era una splendida rarità.
"e ora?" chiese, tornando serio.
"Cosa?"
"ti sto ancora antipatico?"
"me lo stai davvero chiedendo?" i loro sguardi si incrociarono.
"non puoi mentirmi questa sera" bisbigliò
"e tu usi questa opportunità per una cosa ovvia? Non ti avrei mai detto di restare se mi stessi antipatico, Steve"
"ha senso" bevve un sorso di vodka, stavamo finendo anche la seconda bottiglia ma nessuno dei due sembrava sentirne l'effetto.
"anche tu non puoi ubriacarti?" le chiese passandole la bottiglia.
"posso ma non è facile. Tu non riesci per via del siero?"
"ho il metabolismo troppo veloce. Pensavo anche per te fosse così"
"no, io sono semplicemente russa, abbraccio lo stereotipo insomma" Steve sorrise, anche se non erano in missione quella donna non aveva perso la sua lingua biforcuta
"mi stai dicendo che ho una speranza di vederti ubriaca?"
"no" rise lei "non bastano tre bottiglie soprattutto se continuo a mangiare"
Steve le prese la confezione di biscotti dalle gambe allontanandola da lei
"allora smettila!"
Natasha restò un secondo a guardarlo stupita, non era da lui essere così espansivo e giocherellone, era sempre serio. Non che volesse lamentarsi, anzi le piaceva questa versione un po' spensierata di Steve, forse fin troppo.
"heii" si sporse e verso di lui cercando di prendere la scatola.
"guarda che cadi giù" la sua voce era ormai solo un soffio e i loro visi erano decisamente troppo vicini.
"so che non mi lascerai cadere" bisbigliò lei.
Steve deglutí a vuoto, non sapeva cosa gli fosse preso, non era da lui essere così espansivo e lei era troppo vicina ora.
Si perse un secondo a guardarla, era bellissima, i grandi occhi verdi puntati sui suoi, le guance rosee e il nasino un po' all'insù la facevano sembrare un angelo, eppure era una spietata assassina.
Spostò lo sguardo alle sue labbra leggermente aperte, rosse e carnose, erano così perfette e invitanti.
"Steve…" bisbigliò la ragazza sfiorando il contorno delle sue labbra con la mano. Erano morbide e calde, la rossa si trovò a pensare a che gusto potessero mai avere.
Non poteva e non doveva scoprirlo, lui era un suo collega, al diavolo era il fottuto captain America! La persona più perfetta ci fosse sulla faccia della terra certo non poteva rovinarla lei.
Con una mossa felina prese la scatola di biscotti dalle mani del capitano tornando a sedersi al suo posto.
Lo guardò ridacchiando e fingendosi divertita anche se tutto ciò che avrebbe voluto era assaggiare quelle labbra perfette. A darle un ulteriore, e figurato, pugno nello stomaco fu la chiara delusione sul volto del biondo.
"ti ho fregato" lo canzonò come se non avesse fatto minimamente caso alla faccia da cucciolo che aveva.
"è colpa mia, non so cosa mi sia preso. Perdonami" abbassò lo sguardo arrossendo.
"non è successo nulla Steve, stavamo solo giocando. È tutto ok"
"no, non lo è. Non è così che ci si comporta… Io ti ho mancato di rispetto"
Natasha lo guardò accigliata "no, non lo hai fatto."
"siamo colleghi e dobbiamo mantenere un certo distacco" Steve fece per girarsi alzarsi e allontanarsi. Non poteva restare ancora lì o sarebbe finita male, si stavano avvicinando troppo e non nel modo giusto. A complicare il tutto c'era la bellezza della rossa, lo stava facendo andare fuori di testa, non era da lui, ma, a sua discolpa, Natasha non era una qualunque.
"Steve" una presa stretta sul suo braccio lo fermò dall'alzarsi, si girò e si trovò nuovamente a guardare quei due bellissimi occhi verdi.
" Non andare via" le sue parole non erano più che un soffio ma al capitano non serviva molto di più per udirle.
"Nat…" rispose in un sospiro "forse...forse dovremmo tornare alla festa non credi?"
"No, non credo" un sorrisetto malizioso spuntò sulle labbra carnose della Rossa.
Anche Steve sorrise, era abituato alle sue espressioni furbette e alla sua gran linguaccia ma quella sera, non sapeva perché, si ritrovava ad apprezzarle particolarmente.
"Non ti piace proprio eh"
"Preferisco la vista che c'è qui"
Il biondo sospirò e si mise nuovamente seduto come lei guardando avanti a sé
"C'è di meglio Nat"
"Oh Steve non parlavo di quella vista" aveva un tono altamente malizioso accompagnato da uno dei suoi soliti sorrisi. Il capitano si voltò guardandola un po' scioccato e completamente rosso in volto, cose che la fecero scoppiare in una fragorosa risata.
Buttò la testa all'indietro continuando a ridere, il biondo si perse a guardarla sorridendo, il vero panorama era decisamente lei.
"Oddio,avresti dovuto vedere la tua faccia!" Disse appena riuscì a riprendersi
"Dovresti farlo più spesso Nat"
"Cosa? Farti dei complimenti?"
"Ridere"
Questa volta furono le guance di Natasha a colorarsi leggermente di rosso.
Si voltò a prendere l'ultima bottiglia di vodka e la aprì lasciando il silenzio ad insinuarsi tra loro.
"Nat?"
"dimmi" non sapeva nemmeno lui cosa dire ma quel silenzio carico di imbarazzo lo stava infastidendo parecchio.
"posso chiamarti Nat vero?" aveva realizzato solo in quel momento di essersi preso senza permesso una confidenza che, era sicuro, solitamente la spia non concedesse facilmente.
Un sorriso spuntò sulle labbra della rossa, lo trovava un pensiero terribilmente dolce. Non era da lei lasciarsi dare soprannomi, fatta eccezione per Clint, nessuno la chiamava mai con dei diminutivi, ma, quella sera, si stava rendendo conto che a Steve avrebbe dato la sua anima se gliela avesse chiesta e questo non era normale.
"certo, ma solo per stasera" rispose, puramente per dargli fastidio, altra cosa che aveva scoperto essere alquanto divertente e non normale.
"non so se dopo oggi riuscirò a non chiamarti più Nat o a vederti ancora solo come una stronzetta arrogante"
"Capitano! Questo linguaggio da dove esce! E comunque io sono una stronzetta arrogante, mi offenderesti a non considerarmi tale"
Steve rise " Esce a forza di passare del tempo con un'adorabile stronzetta arrogante"
Anche lei rise, avrebbe voluto chiedergli se davvero pensasse che fosse adorabile, ma lui rispose prima che lei potesse porre qualsiasi domanda, come se le avesse letto nel pensiero.
"sì sei adorabile, anche con la tua lingua biforcuta e la tua malizia. Anzi oserei dire proprio per quelle"
Natasha abbassò lo sguardo un po' in imbarazzo. Lui era così adorabile da vedere lei, una fredda, stronza assassina, come tale.
"Sei troppo gentile Steve"
"Sto solo dicendo quello che penso, ricordi niente bugie questa sera"
"be’ pensi in modo gentile. Sei tu quello adorabile"
"lo pensi davvero?"
Guardò I suoi profondi occhi blu, perdendosi un po' nella loro dolcezza e in quell'innocenza così rara e perfetta.
"non posso mentire ho fatto una promessa" mise su uno dei suoi sorrisini maliziosi giusto per infastidirlo un po'.
"abbiamo anche promesso che saremmo stati alla festa ma siamo qui"
"Cazzo. Andiamo?"
"sì andiamo"

Non parlarono più di quella sera ma inevitabilmente cambiò il loro approccio.
La spia iniziò instancabilmente a prendere in giro Steve per la sua mancanza di una ragazza e lui continuò a chiamarla Nat scaturendo sorrisini maliziosi in quella che sarebbe diventata più di una volta la sua compagna di avventure.
  
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