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Autore: LorasWeasley    15/09/2021    1 recensioni
Hogwarts|AU [semishira]
"Semi accettò i suoi cioccolattini quando rimasero soli, ma con il volto quasi annoiato lo informò –Ti ringrazio, ma non condivido i tuoi sentimenti.
Kenjiro alzò gli occhi al cielo –Non ho alcun tipo di sentimento verso di te, non so neanche come ti chiami.
Il ragazzo più grande corrugò la fronte, infastidito –Scusami?
-Erano per Ushijima Wakatoshi."
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eita Semi, Kenjiro Shirabu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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n.a.
Ciao! Questa storia è ambientata nello stesso universo di Hogwarts' stories di GReina MA si può tranquillamente leggere senza aver letto quella.
Per chi conosce la sua long e le sue OS sa già che io e lei abbiamo ideato la storia insieme, che tutte le idee erano di entrambe e che l'ha pubblicata lei perché è stata infine quella che l'ha scritta. Nella sua storia non si vede quasi nulla di Shirabu e si scopre della sua relazione con Semi solo per una citazione nella OS dove Shirabu (e i ragazzi della sua età) sono al settimo anno e stanno ripercorrendo le scene più divertenti dei loro anni a scuola.
Quindi, essendo che lei non aveva scritto nulla di loro e che adoro questa coppia, non potevo non scrivere di come la erano nati. Inoltre, non ci sono spoiler della sua long poiché lei racconta dell'anno in cui Shirabu è al sesto, mentre qui si svolge tutto tra quarto e quinto.
Spero che vi piaccia, buona lettura!
Deh
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Ti farò innamorare di me


Fin dal suo primo anno, Shirabu aveva una cotta per Ushijima Wakatoshi.
A distanza di quattro anni il corvonero si rendeva conto che era abbastanza stupida come cosa: non aveva mai parlato con lui e non sapeva quasi nulla sul suo conto. Ma, finché non ci provava, non poteva di certo sapere come sarebbe andata e se mai avrebbe funzionato, quindi doveva fare una mossa.
A metà del suo quarto anno, quindi, decise di agire durante San Valentino: acquistò i migliori cioccolattini da mielandia, rimase davanti lo specchio a sistemarsi per quasi tre ore e infine si diresse agli allenamenti della squadra di Quidditch serpeverde in attesa che questi si liberassero.
Vide la fine del loro allenamento e subito dopo attese fuori dagli spogliatoi che il ragazzo che stava aspettando ne varcasse la porta.
Quando, infine, Wakatoshi lo fece non era solo. Era in compagnia di altri due ragazzi del suo anno: uno era il battitore dai capelli rossi, l’altro era albino e per quanto Shirabu ne sapeva non faceva parte della squadra poiché non l’aveva visto allenarsi.
Non gli importava che Ushijima fosse con altre persone, aveva messo già in conto che avrebbe dovuto chiedergli prima di tutto di poter parlare in privato.
Si avvicinò al trio e, mentre iniziava a parlare, non poté fare a meno di sentire parte della conversazione che i ragazzi stavano facendo.
Infatti, mentre Kenjiro si schiariva la gola e diceva “scusate…”, sentì Tendo Satori dire eccitato “e Toshi ha detto che mi porterà nella nuova cioccolateria di…” con tanto di occhi luminosi e braccia intorno al corpo di quello che, solo adesso, Shirabu si rendeva conto fosse il suo ragazzo.
I tre si voltarono curiosi verso Shirabu, il quale aveva spalancato gli occhi inorridito da quello che stava per fare. Non poteva di certo rovinare il giorno di San Valentino a una delle persone che ammirava di più al mondo! Ma che scusa avrebbe potuto trovare su due piedi? Non era neanche riuscito a nascondere in tempo i cioccolattini ben visibili che stringeva tra le mani.
-Quelli sono per noi?- domandò Tendo curioso della situazione.
Kenjiro entrò nel panico, abbassò lo sguardo sui dolci e quando lo riportò al gruppo indicò l’albino, l’unico tra i tre che non conosceva –sono per lui.
Un nuovo luccichio divertito attraversò gli occhi del rosso, poi prese il suo ragazzo per mano e lo spiense per allontanarsi –dai andiamo o faremo tardi a cena, Semi ha altri piani altrettanto interessanti.
Semi (Shirabu immaginò fosse il suo nome) accettò i suoi cioccolattini quando rimasero soli, ma con il volto quasi annoiato lo informò –Ti ringrazio, ma non condivido i tuoi sentimenti.
Kenjiro alzò gli occhi al cielo –Non ho alcun tipo di sentimento verso di te, non so neanche come ti chiami.
Il ragazzo più grande corrugò la fronte, infastidito –Scusami?
-Erano per Ushijima Wakatoshi. Non sapevo che avesse già una relazione e, quando me ne sono reso conto, non volevo creare problemi alla coppia, quindi ho improvvisato. Puoi tenerli, a me non servono più e tu… insomma, non vedo nessuna fila di ragazze pronte a confessarsi con te- sorrise quasi crudele –magari ti addolciscono la giornata. Buona vita!
Si voltò e tornò per la sua strada, ignorando completamente la risposta dell’altro ragazzo e il suo sguardo che gli perforò la schiena fino a quando non voltò l’angolo.
 
Semi non aveva più smesso di pensare a quel ragazzino di corvonero dal giorno di San Valentino.
Nei suoi cinque anni ad Hogwarts aveva ricevuto molte dichiarazioni d’amore da entrambi i sessi, ma sempre con pacatezza le aveva tutte rifiutate, non interessandosi mai troppo a nulla del genere.
Anche per quel ragazzo non aveva alcun interesse o, meglio dire, così fu fino a quando questo non gli rispose annoiato che quei cioccolattini non erano per lui e che non conosceva neanche il suo nome.
Semi l’aveva presa come una questione personale e più ne era arrabbiato e più continuava a pensarci, fino a quando non si rese conto che aveva la mente invasa da quel ragazzo da più di due settimane.
Era talmente ossessionato da lui che, quando un giorno lo vide in biblioteca seduto da solo, non ci pensò due volte a raggiungerlo per mettersi al suo fianco.
Questo lo fissò infastidito e mentre alzava lo sguardo gli chiese piano –Hai bisogno di qualcosa?
-Sì, il tuo nome.
Le sopracciglia del castano si fecero ancora più in alto, poi sembrò decidere che non aveva nulla da perdere e gli disse –Shirabu Kenjiro.
Semi, soddisfatto di avere finalmente un nome, si presentò a sua volta –Semi Eita.
Shirabu alzò le spalle tornando al suo libro –Non m’interessa.
Il serpeverde non si diede per vinto e rimase al suo fianco. Il ragazzo era in silenzio ma evidentemente gli stava dando fastidio ugualmente, perché non passò molto tempo prima che Shirabu sospirasse nuovamente e, ancora piùinfastidito, tornò a voltarsi verso di lui –ti serve altro?
Semi sorrise –Esci con me!
-Come scusa?
-Alla prossima gita a Hogsmeade andiamoci insieme, tipo un appuntamento.
-Ma se la prima cosa che mi hai detto è stata di non essere interessato a me?
-Ho cambiato idea.
-Solo perché sono stato io a rifiutarti- il suo volto si aprì nel sorrisetto crudele che gli aveva visto il primo giorno.
-E anche se fosse?
Il sorriso dell’altro si ampliò di più –Oh povero, non riesci a sopportare che qualcuno non sia infatuato di te?
Semi strinse i pugni e si alzò infuriato, mantenendo comunque la voce bassa nel rispetto del luogo dove si trovavano –Vedrai, ti farò innamorare di me!
-Sì certo, credici.
 
-
 
Shirabu non aveva preso troppo sul serio Semi Eita.
Aveva dei pregiudizi verso i serpeverde? Forse un po', ma appunto per questo era convinto che il ragazzo si sarebbe stancato in fretta, trovandosi qualcuno di più facile da seguire e tormentare.
Così, tuttavia, non era stato.
Semi non era invadente e non era teatrale (cosa che Kenjiro apprezzava più di ogni cosa), ma si premurava sempre di fargli trovare bigliettini con frasi romantiche rubate dalle peggiori riviste come “Il settimanale delle Streghe”, di fargli ricevere dei dolci in camera o nella sala comune quando il corvonero era troppo impegnato nello studio e di intercettarlo nei corridoi giusto per fare “due chiacchiere” come amava ripetere.
Senza rendersene conto Shirabu aveva iniziato ad affezionarsi a quei piccoli regali e a conoscere il ragazzo, grazie a quelle brevi conversazioni tra un corridoio e l’altro, più di quanto conoscesse i suoi compagni di dormitorio.
Si ricredette su di lui e, anche se non l’avrebbe mai ammesso a nessuno, si ritrovò sempre più spesso a pensare che era una bella persona e che non avrebbe voluto passare quei momenti con nessun’altro.
Tuttavia, era ancora convinto che non si sarebbe innamorato di lui, più per il principio di non voler dargliela vinta che per altro. Dovette, ciò nonostante, far crollare tutte le sue certezze nel bel mezzo della sua estate.
 
-
 
Il suo quinto anno era iniziato da solo una settimana e già Shirabu era talmente pieno di compiti che quando lasciò la biblioteca il sole aveva appena smesso di tramontare.
I corridoi erano bui e quasi del tutto vuoti, fu difficile per lui non urlare quando si sentì afferrare per un braccio per essere trascinato in un angolo appartato.
Era già pronto a schiantare il suo aggressore, ma si rese conto in tempo che era solo il suo fidanzato idiota con un enorme sorriso in volto.
Il corvonero sbuffò alzando gli occhi al cielo, ma un piccolo sorriso spuntò sul suo volto mentre chiedeva fintamente infastidito –Che problemi hai?
Semi ignorò la domanda retorica e gli diede un bacio mozzafiato, quando si staccò il suo sorriso era ancora più grande e il suo abbraccio si fece più stretto mentre mormorava –Ciao, bellissimo!
Il volto di Kenjiro si fece completamente rosso e, nonostante dentro di lui apprezzasse davvero quei complimenti e quelle dimostrazioni d’affetto, borbottò piano –Sei imbarazzante.
Semi, senza aver bisogno di guardarsi intorno, rispose tranquillo –non c’è nessuno in giro, solo io e te, quando smetterai di imbarazzarti di questo?
Non avevano detto a nessuno che stavano insieme ma non lo tenevano propriamente segreto. Shirabu aveva chiarito fin da subito che odiava le manifestazioni d’affetto in pubblico, affermando che erano cose private da non voler condividere con nessuno. Tuttavia non era un segreto poiché, se qualcuno gli avesse chiesto se era fidanzato o in generale di Eita, Kenjiro non si sarebbe fatto problemi a rispondere con la verità. Era solo qualcosa che non andava a dire spontaneamente.
Semi aveva accettato tranquillamente questa sua condizione ma, in momenti come quello, non perdeva tempo a coccolare il suo ragazzo quando si trovavano da soli.
Kenjiro strinse i pugni nella divisa verde del suo ragazzo e si spinse in avanti in una specie di mezzo abbraccio, nascondendo il volto contro il suo collo e sospirando –Come diavolo hai fatto a farmi innamorare davvero di te?
Semi rise baciandogli la testa –Devo tutto a quella canzone.
Shirabu fece una piccola risata a sua volta –Mi hai solo preso alla sprovvista. Non ero preparato a qualcosa del genere.
La verità era che, anche se non aveva alcuna intenzione di ammetterlo, Shirabu aveva iniziato a provare sentimenti per il serpeverde già da diverso tempo.
Stare lontani per via delle vacanze estive aveva accentuato la cosa molto di più e, a metà luglio, quando Semi si presentò in casa sua senza alcun tipo di avvertimento attraverso il camino, lo portò a guardare le stelle e gli suonò e canto la canzone che aveva scritto solo per lui, Shirabu capì che non sarebbe più potuto tornare indietro.
-Vorrà dire che continuerò a stupirti fino a quando non avrai più alcun dubbio su di noi.
Kenjiro si morse un labbro prima di sussurrare pianissimo –non credo che tu abbia bisogno di farlo. Semmai il contrario. Come faccio a tenerti per me quando diventerai una famosa rockstar?
Semi rise e si staccò da lui quel tanto che bastava per potergli prendere il viso con le mani e guardarlo negli occhi mentre rispondeva –Stai tranquillo, amore- gli baciò il naso –non potrei mai abbandonare la mia musa.
Shirabu divenne ancora più rosso e stava per lamentarsi del suo essere così dannatamente romantico e imbarazzante, purtroppo però Semi aveva imparato a conoscerlo e, prima che riuscisse a parlare, fece morire ogni sua protesta sulle sue labbra, coinvolgendolo in un nuovo bacio talmente intenso che gli avrebbe fatto dimenticare qualsiasi cosa avesse voluto dire.
  
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