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Autore: fenris    16/09/2021    4 recensioni
Nella cupa oscurità del lontano futuro... c'è solo l'avventura! Centinaia di clan di esploratori e guerrieri si contendono la galassia tra tornei, missioni e guerre in miniatura. Sei ragazzi delle Isole del destino sognano di unirsi a loro, ma i loro sogni vengono infranti in una notte. Un di loro, Sora, si ritrova caricato con un'antica eredità che lo obbligherà ad addentrarsi negli angoli più oscuri della galassia e a scoprire il suo stesso limite.
*Crossover con Star Wars, Spectrobes e altre serie Disney con altri elementi da diversi giochi Square Enix*
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Kairi, Riku, Sora
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Riku si era ormai abituato alla quotidianità del castello degli Strecken. Ogni mattina si svegliava, facendo due chiacchiere con gli orchetti o Stan, andava a fare colazione e poi raggiungeva Mando nell'arena, dedicando quasi tutto il pomeriggio all'addestramento fisico o studi strategici per poi cenare e crollare sul letto.

 

Il cacciatore di taglie continuava a essere brutale con Riku, sia che lo combattesse di persona o che gli facesse fronteggiare Spectrobe e Krawl. Ogni suo attacco era dato con la stessa tenacia e precisione che avrebbe riservato a qualsiasi altro avversario adulto. Ogni errore del ragazzo veniva criticato aspramente, ma in maniera giusta, prima di passare alla tecnica successiva.

 

“ Basta per oggi.”, disse il mandaloriano con tono rauco dopo aver spedito il giovane cavaliere oscuro sul pavimento. Riku ansimava pesantemente e si rialzò con grande fatica, diverse gocce di sudore che gli percorrevano il viso.

 

“ Le mie ossa.”, si lamentò , massaggiandosi una gamba cui Mando aveva dato un colpo sleale con la sua lancia in Beskar prima di scagliarlo dall'altra parte del ring con un singolo tocco, appena ammortizzato dalla sua armatura. Era stato allo stesso tempo il momento più epico e doloroso della sua breve esistenza.

 

“ Ringrazia di averle ancora. Lì fuori è pieno di gente che non si farà problemi a spezzarle... per poi proseguire col resto del tuo corpo.”, lo rimpoverò aspramente il Dragone, poggiando la lancia sulle proprie spalle corazzate e aiutandolo a rialzarsi.

 

Riku sospirò, era quasi certo che Mando lo odiasse. O che, per meglio dire, sfogasse su di lui una qualche frustazione che non comprendeva bene. E lo sguardo di Malefica durante l'allenamento non aiutava. Gli occhi dorati della Gria fissavano ogni suo movimento, soppesandolo prima che la sua voce procedesse a dispergere critiche, elogi e consigli in egual misura dopo ogni sessione.

 

Si sentiva un trofeo per certi versi, e la cosa peggiore era che gli piaceva. Era abituato a ricevere ogni genere di complimenti, dagli amici e dagli insegnanti. Sapere che la capo clan di una delle più potenti organizzazioni della galassia si interessava di lui a tal punto era per lo meno ammaliante. Forse se avesse continuato così avrebbe scoperto di più su Kairi.

 

Mando, forse intuendo parte dei suoi pensieri, sbuffò e scese sotto gli spalti, inchinandosi di fronte a Malefica con svogliata riverenza.

 

 

 

“ Mia signora, posso chiedere una pausa per oggi? Il ragazzo ha chiaramente bisogno di ristoro.”, domandò piantando a terra la sua arma. La signora degli Strecken si mise la mano sotto il mento, inarcando le lunghe gambe verdi mentre contemplava la richiesta.


“ Concessa. Andate a farvi una doccia e poi riposate a dovere, vi aspetta molto altro nei prossimi giorni.”, disse poco dopo con un gesto della mano, alzandosi nella sua tenebrosa gloria simile a un demone nella notte più nora.

 

“ Posso continuare.”, insistette l'albino, stringendo la sua spada laser, che scintillava come un tizzone rosso in quell'arena buia. Malefica alzò seccata lo sguardo al cielo nuvoloso, maledicendo il machismo di certi novellini.

 

“ Chi di noi è il maestro qui?”, gli disse Mando con tono severo. Riku si immaginò la peggiore delle occhiatacce dietro l'elmo e si limitò a porgere un inchino rispettoso al guerriero, chiedendosi ancora quale fosse il motivo della sua ostilità.

 

Forse avrebbe preferito fare missioni invece che addestrare un moccioso arrivato dal nulla... o voleva per sé le attenzioni di Malefica? Gli stava venendo il mal di testa a furia di fare ipotesi e non aveva il coraggio di chiedere.

 

“ Riku, sei migliorato molto in questi giorni, i tuoi movimenti si fanno sempre più fluidi e la tua forza sembra aumentare in maniera soddisfacente. A giorni avrai la tua prima missione sul campo con uno dei nostri ufficiali. Ti aspetta fuori da quella porta.”, disse Malefica facendo un gesto verso le porte dell'arena, che si aprirono.

 

' Fa che non sia Garland, fa che non sia Garland.', pregò l'albino incrociando le dita, non avendo la minima intenzione di trascorrere la sua prima uscita da Tenebrae con mr. Terrore. Quando la porta si aprì, a entrare non fu il terrificante cavaliere, ma un bizzarro individuo vestito come un ranger. Dimostrava una cinquantina d'anni, aveva corti capelli castani e un sorriso tronfio. A giudicare dalle escrescenze ossa simili a curve ricurve sulle tempie e un colorito molto pallido, era un Iktochi, una razza dotata di abilità sensitive piuttosto sviluppate.

 

“ Salve, ragazzino. Io e te andremo a farci una bella battuta di caccia. Spero ti piaccia la savana.”, disse l'uomo, dando subito una bella pacca sulla spalla a Riku, che quasi perse il poco fiato che gli rimase.

 

“ Dove, signor...?”, domandò incerto. L'uomo rise a crepapelle, con un suono che sembrava celare una nota di sadismo non differente da quello di Malefica. Forse follia.

 

“ Niente signore, figliolo. Chiamami Percival McLeah. Sono il migliore dei cacciatori al servizio della nostra amata sovrana e ti condurrò in un bel safari. Torneremo con un bel po' di bestiacce. Se ti comporterai bene la migliore la riservo a te. ”, rispose l'uomo dandogli un'altra grossa pacca sulla spalla e trascinandolo via.

 

“ Quasi quasi preferivo Garland.”, mormorò l'albino, strisciando per il culo sul freddo pavimento, temendo per l'immediato futuro.

 

Malefica nel frattempo si diresse nelle sue stanze, camminando altera ed inquietante come sempre finchè non si buttò sul suo letto color porpora. Si tolse il largo mantello nero per rivelare un formoso fisico dalla pelle verdognola nascosto da un corpetto di un materiale simile all'ossidiana, ma molto più elastico e resistente, le sue ampie ali libere di muoversi.

 

Gettò via il suo bastone e fece un grande respiro mentre un'altra persona, entrata poco prima di lei, si sedette accanto a lei, massaggiandole le spalle e l'ossatura delle ali.

 

“ Perdona il ritardo, mia amata.”, disse Talon, avvicinandosi alla capo clan. La Twi'lek aveva un'espressione molto piú gentile di quella cui i suoi nemici erano abituati.

 

“ Sei scusata, Talon. Il compito che ti ho affidato non è certo facile d'altronde. Come procede, a proposito?”, domandò la strega, prendendo le dita di Talon e sentendo il suo calore mentre posava la schiena sul petto di lei.

 

“ Non bene. Rex ha ovviamente avvertito i suoi compari, che sono corsi al riparo. Speravo di puntare sulla Granville o su Tarkin come prossimi bersagli, ma lui è sparito e lei si è rintanata in un laboratorio ultracorazzato da qualche parte. Sto cercando i loro nascondigli, ma la cosa richiederò tempo.”, spiegò desolata la Sith, carezzando i fianchi di lei, poggiandole il mento rosso tra le corna.

 

Malefica si morse lievemente il labbro, pensando alle implicazioni della cosa. Era dalla morte di suo padre, Cornelius, che cercava di detronizzare il clan Eclipse dal loro posto di eroi e padroni della galassia, in modo da prenderla per sé come il genitore aveva già tentato.

 

Ironicamente il suo più grande punto di forza, la propria struttura gerarchica estremamente rigida e compatta, era anche il suo maggior punto debole. Vader aveva scelto i propri ufficiali con tale precisione che un vuoto nell'apparato dirigente, seppur temporaneo, poteva indebolirlo non poco in caso di guerra aperta.

 

E Talon era la migliore per occuparsi di questo lavoro: aveva la pura potenza e le abilità di infiltrazione necessarie a completarlo. Assumendo ovviamente che non venisse scoperta praticamente agli inizi.

 

“ Allora per il momento interrompi la missione. Ci concentreremo di più su tattiche di guerriglia su pianeti di minore importanza e sul rubare loro quante risorse possibile. Mi sto mettendo in contatto coi nostri alleati tramite Jabba. Sembra ora abbiano qualche piano riguardante Paperone”, spiegò la strega, con un tono che non nascondeva la sua sete di potere. Altro motivo per cui la sua compagna aveva deciso di seguirla, quel giorno in cui l'aveva trovata su uno sperduto asteroide circondata da Spectrobes morti.

 

“ Sei certa ci possiamo fidare di loro?”, domandò infastidita Talon, ricordando il suo ultimo incontro con coloro che avevano chiesto il loro supporto per l'attacco alle isole del destino, in cui avrebbero dovuto prendere un custode dotato di abilità... miracolose, per come le avevano definite.

 

Quegli individui, grazie ai quali avevano anche preso Mando, non avevano la minima intenzione di farsi scoprire. Ed erano incredibilmente pericolosi, persino Talon con la sua sete di sangue ci avrebbe pensato due volte prima di sfidare un loro membro a duello. Ma il loro aiuto sarebbe stato necessario se volevano spodestare i clan Eclipse e Disney dalla loro supremazia.


“ Mi ero chiesta la stessa cosa quando ti ho chiesto aiuto per fondare il clan. Ma no, non possiamo fidarci.”, confermò Malefica.

 

“ Beh, fortuna abbiamo preso le nostre precauzioni. Ma ora rilassiamoci.”, concluse la Sith avvolgendo Malefica con le braccia e baciandole il viso verdastro come primo atto di una lunga notte.

 

*****

Così come Riku anche Mando aveva stabilito una propria quotidianità nella sua prigionia. Nel suo caso si concludeva con una bella chiacchierata con Della Duck, la sua compagna di 'carcere'. L'avventuriera gli stava rivelando poco a poco quanto sapeva della fortezza in cui era prigioniera da anni, ed escogitava assieme al nuovo amico un modo per fuggire. Per quanto efficiente, il clan Strecken doveva avere un buco nella sicurezza.

 

Per fortuna Della non aveva passato gli ultimi anni a rigirarsi i pollici nella propria cella. Ogni giorno, sebbene i suoi midichlorian fossero tenuti sotto controllo, si sottoponeva a un rigido allenamento. Ore e ore di esercizi volte a tenere i muscoli preparati per il giorno in cui avrebbe finalmente tentato la fuga, forse più vicina che mai con l'aiuto di Mando e Riku.

 

“ Sei troppo duro con quel Riku. Non è un pupazzo per sfogarti, ma un bambino finito in una situazione che non voleva.”, lo rimproverò aspramente l'avventuriera. Anni prima era stata privata dell'opportunità di essere madre, sebbene non disperasse di riprenderla dopo la disperata fuga, e detestava qualsiasi forma di abuso nei confronti dei bambini.

 

“ Della, non ho voglia di sentire una ramanzina. Non ho chiesto io finire in questo carcere e di allenare quel ragazzo. Non è...”, fece per dire Mando, mordendosi la lingua all'ultimo per la vergogna. Aveva addestrato Grogu con durezza ovviamente, ma non a questi livelli. Ora come ora si stava trattenendo appena dall'insultare apertamente l'albino, che per fortuna aveva almeno mostrato un certo talento.

 

“ Non è Grogu, lo so. Ma non ha colpa di quanto Malefica ti sta facendo. Probabilmente anche lui è una delle sue vittime. Da quanto ho sentito era sulle Isole del destino quando lei mandò Uncino ad attaccarle.”, spiegò Della con un piccolo sbuffo.

 

“ Non hai tutti i torti. Cercherò di essere più solidale quando tornerà. Di certo mi scuserò”, sospirò il guerriero, portando le mani dietro l'elmo, fissando il soffitto.

 

“ Bravo. A proposito, hai detto che Grogu è il tuo figlio adottivo. Come l'hai trovato, se posso permettermi?”, domandò Della incuriosita. Non era raro che i Mandaloriani adottassero membri di altre specie per continuare la loro cultura, ma non dubitava che ci fosse dietro una storia interessante.

 

“ Successe durante l'ultima guerra civile di Mandalore. Io faccio parte dei Bambini della guardia, una fazione molto devota alle nostre antiche tradizioni, al punto che ci togliamo l'elmo solo in rarissime circostanze, e sempre di fronte a persone fidate. Pre Visla, il capo della fazione avversa alla duchessa Satine, confidava di averci dalla sua in quanto a suo dire, 'veri guerrieri insoddisfatti da una pace molliccia'. La sua definizione era esatta, ma allo stesso tempo non eravamo interessati a unirci a una fazione che voleva estirpare da Mandalore chiunque non fosse nato nella nostra cultura. Qualcuno di noi andò da una parte o dall'altra, ma il grosso del nostro clan restava bloccato da una discussione ideologica. Poi prendemmo una missione, apparentemente come tante altre... e trovammo il laboratorio.”.

 

“ IL laboratorio?”.

 

“ Sì, una strana facoltà nascosta su una delle nostre lune, territorio di Visla. Vi trovammo alcuni Krawl, Spectrobes deformi, membri della Ronda della morte... e bambini. Decine di bambini quasi morti. Grogu fu uno dei pochi sopravvissuti, respirava appena quando lo presi in braccio. Tornati alla base riuscii a convincere il nostro capo ad appoggiare la causa di lady Satine.”.

 

“ Mamma mia, so che Maul e i suoi complici sono sempre stati dei sadici, ma non credevo che avrebbe mai fatto qualcosa del genere.”, commentò ancora la pilota.

 

Maul era un altro potente Sith, attualmente a capo di un cartello criminale talmente grande da rivaleggiare gli Hutt. Durante la guerra con la Gilda dei Diafani era stato loro nemico, ma aveva dimostrato non meno brutalità degli odiati stregoni.

 

Circa dodici anni prima si era alleato con una fazione terrorista del pianeta Mandalore, appunto la Ronda della morte di Visla, in disaccordo coi metodi di governo più pacifici della governatrice di allora. Si scatenò un nuovo conflitto che vide innumerevoli caduti da entrambe le parti e tra i civili, inclusa la povera Satine. Sua sorella Freya, supportata da vari clan, riuscì dopo una dura lotta a sconfiggere in duello Maul per reclamare il simbolo del comando tra i Mandaloriani, la Dark Saber, sebbene il suo nemico fosse riuscito a fuggire. Aveva da allora onorato la memoria di Satine governando con giustizia e buon senso, seppur non avesse più sfoderato in battaglia la Dark Saber.

 

 

 

“ Non sono certo che Maul ne fosse a conoscenza. Alcuni mesi dopo incontrai Savage, suo fratello, e combattemmo aspramente. Gli chiesi del laboratorio, ma non ne sapeva niente e oggi come allora, dubito mentisse. Quindi ci sono tre ipotesi:prima, Maul sapeva del laboratorio, ma non ha mai detto a Savage; seconda, Pre Visla, l'ha invece fatto costruire da solo per motivi a lui sconosciuti. Ma non era tipo da fare piani così complicati.”.

 

“ E terzo, qualcun altro stava usando la guerra per fare esperimenti. Anche i Diafani ci avevano provato per realizzare armi biologiche... o peggio.”, concluse Della, ripensando agli abomini non morti che quella banda di montati aveva sguinzagliato nella galassia. Nella sua cella, Mando annuì e narrò l'ultima parte della storia.

 

“ Già, era quello che pensava anche la duchessa. Comunque, conclusa la guerra, partii con Grogu per affidarlo ai suoi simili. Dopo tre anni di continui viaggi non avevo trovato neanche il nome della sua specie e soprattutto mi ero affezionato a lui. Decisi di adottarlo ufficialmente e iniziarlo alle vie del mio popolo- spiegò il guerriero, tirando fuori dal prizmod la foto della prima volta in cui il bambino aveva indossato la propria armatura- quando sono stato catturato da Uncino e il suo complice, ero impegnato nel lavoro che avrebbe dovuto sistemarci per la vita. Avremmo costruito una casa su qualche pianeta isolato dove avrei potuto completare in pace il suo addestramento.”.

 

Della rimase per un istante stranita da quel piano. Perchè questa disperata ricerca della solitudine? Ma al momento era più interessata al fuggire una volta per tutte e poi anche lei doveva ricambiare il racconto con la sua di storia.

 

“ Mhh, io fui rapita da Malefica proprio durante la guerra di Mandalore. Pre Visla ci mandò un messaggio riguardo una proposta di resa e io fui una degli ambasciatori, ma era solo una trappola. Mi ritrovai a combattere contro Malefica e la sua killer preferita, una Twi'lek con un Keyblade. Mi sono fatta fregare come una scema e da allora non ho più visto la mia famiglia.”.

 

“ Dai, Della, in un modo o nell'altro usciremo da questo postaccio. O moriremo provandoci.”, mormorò sfinito il mandaloriano, stringendo l'elsa della sua misteriosa spada laser.

 

' Lady Freya, per favore, si sbrighi a trovare questo posto.', pensò prima di addormentarsi.

 

*****

 

Ventus, concluso il colloquio con Paperone, non aveva perso tempo a dirigersi alla villa del suddetto. L'edificio era una semplice ma elegante tenuta in stile barocco che si trovava in un piccolo parco poco fuori città, costruita in mattoni rossici e un tetto blu scuro, con l'insegna di Paperone.

 

Ad aprirgli la porta fu un uomo sui cinquanta con folti capelli marroni e un lungo naso, vestito da maggiordomo.

 

“ Come posso- cominciò l'apparente maggiordomo, prima di sbarrare gli occhi nel capire chi aveva davanti - Ventus, ma tu non eri morto?”.

 

Il ragazzo sorrise nel vedere quella reazione. Probabilmente sarebbe stata una reazione abbastanza comune nei prossimi tempi.

 

“ Ciao, Battista, lieto di vederti. Beh, mi è stata data un'altra occasione per concludere il lavoro del mio maestro. Per un po' starò da voi.”.

 

“ Sarà un piacere averla con noi, signorino- disse cordiale il maggiordomo, prima che il suo sguardo si fece più preoccupato nel guardare qualcosa dietro il nuovo ospite- Ma la avviso che la situazione qui non sarà molto tranquilla.”.

 

“ Perchè?”.

 

La risposta arrivò dietro di lui. Sentendo un enorme rombo, Ventus si trovò per trovarsi davanti una grossa roccia sopra la quale due paperotti e una bambina della loro stessa specie giravano come forsennati.

 

I due maschietti erano quasi identici a parte l'acconciatura, tenuta in un ciuffo rialzato per quello al centro, e nei colori del vestiario, verde per uno e blu per l'altro. La ragazzina era invece vestita con una salopette rosa e aveva un caschetto di piume bianche chiuso da un fermaglio rosa. Sembrava la più entusiasta dei tre.

 

“ WALL!”, esclamò Battista, creando davanti a sé e Ventus una barriera a piastre trasparenti che respinse indietro il masso, pur senza ferire i bambini, che scesero per poi ingaggiare battaglia con altre tre figure apparse dall'estremità del parco.

 

“ Chi sono quelle pesti? Hanno classe.”, domandò l'impressionato custode guardando i nuovi arrivati, stavolta un ragazzo e due ragazze. Il primo era un altro papero quasi identico ai primi due, ma vestito in rosso con un berretto. Le altre erano rispettivamente una paperetta un po' più alta della media con una striscia argentata tra i capelli e una maglietta a strisce e una colibrì dalle piume viola e i capelli afro raccolti con un elastico.

 

“ I tre maschi sono i figli della signorina Della, che è purtroppo sparita lasciandoli alle cure del signor Paperino e del signor Paperone. Si chiamano Qui, Quo e Qua. Le bambine invece sono Gaia, la nipote della governante, e due sue amiche, Lena e Violet Sabrewing.”, gli rispose il maggiordomo mentre i sei contendenti, che si combattevano con un mix di incantesimi di base e proiettili sempre più frenetico, che stava quasi distruggendo il parco spedendo terra e fogliame dappertutto.

 

“ Quanto ci mettono a calmarsi in genere?”, domandò Ventus, che era tanto spaventato quanto affascinato da tale ferocia. Battista scosse il capo.

 

“ Mhh, oggi sono andati in pasticceria.Con tutto lo zucchero che avranno in corpo credo sia meglio non fare previsioni. E per di più miss Beackley sta facendo la spesa, non credo di riuscire a fermarli con le mie forze.”.

 

“ Allora dovrò fare io prima che disintegrino anche la stanza degli ospiti- sospirò il custode evocando la propria arma- Cambio forma, Vortice sacro!”.

 

Ventus lanciò il Kebylade a mezz'aria, dove si trasformò in una grossa croce verde decorata con quattro paia di ali negli angoli al centro. Seguendo un gesto del biondino, l'arma roteà ad alta velocità, scavando nel terreno fino a raggiungere i sei ragazzini, totalmente presi dal loro frenetico allenamento.

 

Dall'arma partirono alcuni fili di luce che avvolsero i contendenti, curvandosi e intrecciandosi fino a formare una gabbia rotonda. I bambini si ritrovarono stretti in quel reticolo di energia senza possibilità di uscirne per quanto ci provassero mentre la croce tornava nelle mani di Ventus nella sua forma naturale.

 

“ Grazie infinite, signorino.”, gli disse Battista con un enorme sorriso, lieto di non dover trascorrere un'intera serata a pulire come succedeva in quei casi. Ventus attirò a sé la gabbia e la sciolse con uno schiocco di dita, facendo cadere a terra i sei ragazzi con un urletto collettivo di dolore.

 

“ Ehi, chi cavolo sei tu?! E di che ti impicci?!”, domandò Lena, la più alta dei sei marmocchi, massaggiandosi irata il sedere.

 

“ Era un Keyblade quello?!”, domandò invece Gaia con occhi luccicanti, attaccandosi al bavero della camicia di Ventus, stupito da tale entusiasmo ed indietreggiando con un po' di imbarazzo prima di posare l'apprendista avventuriera a terra.

 

“ Sì, era il mio Keyblade. Comunque sono un amico di Della e del signor De Paperoni. Per qualche tempo starò qui, quindi è mio interesse che la casa resti in piedi- rispose con un largo sorriso un po' tronfio- sarà un piacere giocare con voi.”.

 

“ Un amico... di mamma? Ma avrai al massimo quindici anni. Come hai fatto a conoscerla?”, domandò il bambino in blu, Quo, con un tono molto speranzoso. Ventus si grattò la testa.

 

“ Quasi diciassette. E' una lunga storia. Se promettete di non mettermi un cuscino pernacchione sulla sedia o simili almeno per stasera vi dirò tutto.”.

 

“ Nessuna promessa.”, disse il bambino in verde, Qua, entrando assieme agli altri nella tenuta lasciando dietro di loro non poca sporcizia. Battista sbuffò e si mise a pulire.

 

“ Perchè erano così sorpresi che conoscessi Della?”, gli chiese Ventus dubbioso.

 

“ Anche la signorina è scomparsa purtroppo. Durante la guerra di Mandalore, poco dopo la nascita di Qui, Quo e Qua. L'abbiamo cercata inutilmente per più di due anni.”, spiegò triste il povero maggiordomo. L'espressione del custode divenne una maschera di pura sorpresa e rabbia.

 

“ Perchè Paperone.... Mhh, non avrà voluto farmi deprimere ancora di più- disse mettendosi una mano in faccia- diamine, non hanno mai conosciuto Della?”.

 

“ Il signor Paperino ha fatto del suo meglio per coprire anche il suo ruolo. E tutti abbiamo fatto in modo che non si sentissero mai soli.”.

 

“ Ne sono certo. Bene, allora ripagherò parte dei debiti che ho con lui facendo il bravo babysitter.”, sospirò lo spadaccino prima di entrare in casa, ansioso di vedere dove l'avrebbe portato il resto di quell'avventura.
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Salve a tutti, spero che il capitolo sia di vostro gradimento e di non avervi fatto aspettare troppo. Sono stato fregato da quella cacchio di tesi( esami il 20, se i professori non mi fregano), ma spero di mostrarvi prima di fine anno almeno l'inizio del Flashback su Anakin e il vecchio clan Eclipse, che sarà raccontato da Ventus e Paperone. Mi auguro anche di aver ritratto  come si deve i bambini di casa De' Paperoni. Avevo intenzione di introdurli più tardi, ma non volevo perdere troppo tempo a descriverli. A presto.

Percival McLeah è l'antagonista di Bianca e Bernie nella terra dei canguri. Pre Visla è uno degli antagonisti di Clone Wars( sempre alleato di Maul) e Satine viene dalla stessa serie. Per Qui, Quo, Qua e Gaia uso sempre le versioni del reboot di Ducktales.

  
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