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Autore: elemandorla    17/09/2021    0 recensioni
La ModyCampbell. Bastava quel nome per incendiare l'animo di qualsiasi giovane under 30.
Cinque sconosciuti si ritrovano a condividere un destino comune. Incontratosi sulla crociera dei sogni, inebriati dall'entusiasmo caotico dell'estate, non sospettano minimamente ciò che gli aspetta.
Cinque ragazzi completamente diversi, uniti dalla stessa sorte.
Amore, insidie, tradimenti ed un'isola.
C'è soltanto una regola: sopravvivere.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1: “Hot Girls Summer”

La fresca brezza del mare mi scompigliava i capelli. Un tocco timido e delicato.
Il sole scottava nonostante fossero le prime ore serali e la magica atmosfera dei Caraibi cozzava orribilmente con quella frenetica a bordo.
Osservavo le onde che si infrangevano contro l’imponente struttura che era la MobyCampell, picchiettando nervosamente le unghie sul liscio legno della balaustra.
“Cosa cazzo ci faccio qui?”
La MobyCampell.
Bastava pronunciare questo nome per far accendere i bollenti spiriti di qualsiasi giovane adolescente under 30.
Un nome, una garanzia.
La MobyCampell intortava e rapiva l’attenzione di tutti con la promessa che sarebbe stato un viaggio all’insegna del puro divertimento.
Un divertimento peccaminoso, direi.
Questa nave accoglieva centinaia di giovani americani piedi di soldi e con l’ormone impazzito, cui unico obbiettivo era quello di perdersi nei meandri dell’alcol, ballando fino all’alba.
Il loro mood seguiva il tipico mantra del “ASS”. Alcool, Sole e Sesso.
La musica era costantemente ad un volume spacca- timpani, i pontili brulicavano di ragazze con addosso ridicoli trangolini invisibili e il sapore della Vodka era ciò che alleggiava negli aliti della maggior parte dei ragazzi, 24 ore su 24.
Ero salita sulla crociera da poco meno di un paio d’ore ed ero stata assalita da un branco di pallanuotisti che mi avevano radiografata come se fossi una rara specie animale appena scoperta.
Non che le attenzioni maschili mi ripugnassero, al contrario.
Semplicemente mi infastidiva sentirmi al pari di una preda.
Puntata e cacciata.
I passeggeri della MobyCampell erano degli assi in questo gioco di seduzione.
Non mi avrebbe dovuto sorprendere, in fondo avevano sborsato migliaia di dollari per soggiornare su questo paradiso galleggiante, uccidersi di Alchol o qualsiasi droga esistente, ancheggiando tutta la notte sulle folkloristiche canzoni stile Ibiza.
Un ragazzo dai capelli corvini e il viso ustionato mi si avvicinò poco elegantemente, andandomi quasi a sbattere addosso.
-Ciao splendore, birra?- biascicò.
Lo guardai spazientita per avermi schizzata con la presunta bevanda nel momento del “quasi” urto.
-No grazie- risposi secca.
-Andiamo Bambola, siamo sulla MobyCampell, sciogliti un po’! Quanto vuoi per farmi fare uno shot tra le tue tette?-
Squadrai allucinata il ragazzo sbronzo marcio alla mia destra, lanciandogli uno sguardo inceneritore.
Il poveretto dovette aver colto l’imminente suicidio a cui andava incontro perché scrollò le spalle e si ributtò nella mischia alle nostre spalle.
Lo osservai ripetere lo stesso teatrino con una focosa brunetta e sgranai gli occhi quando la vidi afferrare il centone che lui le aveva allungato con uno sguardo sornione.
Scrollai la testa accaldata e mi concentrai sugli splendidi colori turchesi di quel mare Caraibico.
“Cosa cazzo ci faccio qui?”
Odiavo sentire l’alito della gente accalcata alle mie spalle e i corpi appiccicosi che si toccavano.
Quell’ammasso di giovani con sbalzi ormonali sempre alle calcagna mi urtava il sistema nervoso nel giro di pochi secondi.
Ad un tratto, un’inconfondibile voce urlò il mio nome a pieni polmoni.
-Kim! Cosa cazzo ci fai qui?-
Un’ammasso di indomabili ricci Rossi mi apparse nella traiettoria visiva.
-Siamo ai Caraibi, sai com’è, il panorama non fa proprio schifo- le risposi sarcastica vedendola avvicinarsi.
-Simpatica come un cactus nel culo. Dico sei impazzita? Ti stai perdendo il tizio ciccione in piscina che offre shot di Sambuca a chiunque! Letteralmente a chiunque!-
La mia migliore amica mi guardò aspettando un entusiasmo che sapeva fin troppo bene, non sarebbe mai arrivato.
-Sei una palla. Me l’avevi promesso!- mugoló mettendo il broncio.
E io mantenevo sempre la parola data.
E dannazione era vero, glielo avevo promesso.
Eravamo nate entrambe lo stesso giorno, il 12 agosto del 1997.
All’alba dei nostri 24 anni, Beatriz era riuscita a strapparmi la promessa di passare un’estate alla Hot Girl Summer, solo io e lei.
Da quando ci eravamo conosciute, il primo anno di liceo, non avevamo mai trascorso un’estate in cui il fato ci concedesse di essere single insieme.
Quando lei era impegnata con qualche storiella, seria o non che fosse, io ero sempre sola.
E quando ero fidanzata io, sembrava che Dio le lanciasse una qualche maledizione che fungeva da repellente anti-maschio.
Quell’estate, era la prima in dieci anni che entrambe eravamo libere da qualsiasi relazione o legame.
E la mia boriosa migliore amica non aveva perso tempo per costringermi a giurarle che ci saremo divertite come delle dannate.
Una mattina mi aveva praticamente lanciato in faccia due esclusivissimi biglietti per una settimana sulla ModyCampell, in risposta alla mia costante reticenza.
L’avevo guardata come se mi avesse detto che fuori piovevano polpette.
Avrei ribattuto, se non che lei mi puntó un dito minaccioso addosso, scandendo “sei una codarda”.
Fu lì che arraffai quel dannato biglietto e preparai la valigia, ignara di ciò a cui stavo andando incontro.

 

  
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