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Autore: Allen Glassred    18/09/2021    0 recensioni
DALLA DICIOTTESIMA LUNA
Vanitas ritorna ferito, dopo che assieme a Garry, ha sedato un attacco da parte di alcuni ribelli. Sua moglie e sorella, Ivy, decide di curarlo e medicare quella ferita.
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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La giovane neo regina è ancora sveglia, nonostante siano ormai le 2:30 di notte passate. Non può fare a meno di essere preoccupata: sia suo marito che suo fratello sono andati a sedare un attacco da parte di alcuni ribelli ancora fedeli a Vincent, ribelli che non hanno ancora accettato che, fino a quel momento, hanno servito un re illegittimo. Le gemelle dormono tranquillamente nella stanza accanto, sorvegliate da Dante che, almeno per un pò, ha voluto dare alcune ore di riposo alla sua regina e badare lui alle piccole. Ma non è così: nonostante le gemelle stiano riposando serenamente assieme al maggiordomo, lei è turbata e non riesce a prendere sonno: cammina su e giù per la stanza in stato di agitazione. “ E se succedesse loro qualcosa? “. Chiede più a sé stessa, dato che è totalmente sola. “ Incoscienti! Perché non hanno portato delle guardie con loro? Il re ed il principe che mettono così in pericolo la loro vita, io… “. Continua il suo monologo fino a quando, di lì a poco, la porta della stanza non si apre. La corvina volge di scatto lo sguardo verso chi è entrato e, accorgendosi di chi si tratta gli corre incontro immediatamente. “ Vanitas! Oh mio Dio! Che ti hanno fatto? Dov’è Garry? “. Chiede allarmata, mentre suo marito tiene la mano sulla vistosa ferita al fianco e l’odore del suo sangue si spande subito in tutta la stanza.

“ Tranquilla: ho detto a Garry di tornare da Jeanne, sono sicuro che sarà stata molto in ansia per lui… “. Sta per proseguire, ma un intenso dolore al fianco lo costringe ad appoggiarsi allo stipite della porta. Allarmata Ivy si alza, per poi soccorrerlo ed infischiandosene di sporcare la propria veste da notte di sangue.

“ Vieni… ti aiuto a sederti e ti medico quella ferita, prima che si infetti “. Mormora solamente, cercando di calmare i battiti del proprio cuore: ha preso uno spavento terribile nel vedere Vanitas entrare in quelle condizioni, per un secondo ha quasi temuto che avesse una ferita letale. Lui si lascia aiutare e, poco prima di sedersi si guarda lievemente intorno.

“ Dove sono le piccole? “. Chiede, sopportando il dolore dato dalla ferita e mentre la moglie lo fa sedere sul letto.

“ Sono con Dante: si è offerto di occuparsene lui, questa notte, così… “. fa per voltarsi ed andare a prendere il necessario per medicare il marito, ma lui è più rapido: afferra il suo polso mentre un ghigno compare sul suo viso, quasi scordando di essere ancora ferito e dimenticando il dolore, almeno al momento.

“ Oh bene, vuol dire che avremo tutta la notte per noi? “. Chiede come se nulla fosse, mentre lei si ritrova seduta sulle sue gambe dopo che il giovane re l’ha letteralmente attirata a sé, facendola sedere improvvisamente. Lei arrossisce vistosamente per poi riprendere parola di lì a poco.

“ Eddai! Sii serio: ti pare questo il momento di pensare a queste cose? Sei ancora ferito, ti ricordo “. Fa semplicemente la giovane regina, rossa in viso ed alzandosi lentamente per poi andare a prendere tutto l’occorrente per la medicazione, che per fortuna tiene sempre a portata di mano proprio in previsione di queste evenienze. “ Coraggio: togli la giacca, non voglio che le coperte si sporchino ulteriormente o la povera Nox dovrà lavorare duro per farlo venire via completamente “. Vanitas osserva per qualche istante la moglie ancora di spalle, per poi sospirare pesantemente e togliendo la giacca, gettandola poi su una sedia lì vicina.

“ Guarda che parlavo sul serio, prima “. Mormora con un ghigno, consapevole di metterla in imbarazzo. Lei torna a sedersi accanto a lui, guardandolo seria.

“ Silenzio “. Sentenzia, aprendo con esitazione i bottoni della camicia: succede ogni volta. Si blocca ed è come se dovesse chiedere il permesso per farlo, ben sapendo delle cicatrici che Vanitas ha un pò ovunque sul suo corpo, quelle cicatrici inferte da loro padre quando il giovane Re era solo un bambino e che lui non ama esporre, oltre a non voler parlare delle circostanze esatte in cui se le procurò. A quell’esitazione lui la guarda intensamente, tornando serio ed annuendo lievemente.

“ Fallo… “. Sussurra solamente, mentre lei ricambia il suo sguardo con altrettanta intensità.

“ Sei sicuro? Insomma, so che non è la prima volta, ma… “. Lui prende la mano della moglie nella propria, senza mai smettere di guardarla.

“ Fallo, Ivy “. Ripete solamente e, a quelle parole lei gli toglie finalmente la camicia. Vanitas non può fare a meno di irrigidirsi lievemente, gli succede ogni volta. Solo a lei lo permette, solo a lei espone il suo corpo e le sue cicatrici senza arrabbiarsi o vergognarsene, esattamente come a suo tempo fece lei. Si sente esposto, inizialmente temeva addirittura che lei lo giudicasse e fuggisse. Ma così non è mai stato, Ivy c’è sempre stata e non lo ha mai abbandonato, mai nemmeno quando ha saputo parte del suo atroce passato e tutto ciò che loro padre gli ha fatto.

“ Un… un momento, adesso pulisco quella ferita e la bendo, prima che… “. Ma lui la attira nuovamente a sé, stavolta stringendola a sé e facendola finire con il viso vicino al suo collo.

“ Ivy… “. Mormora solamente. Vorrebbe dirle tante cose, ma non trova le parole adatte. Lei rimane da prima sorpresa, poi annuisce e chiude gli occhi qualche istante, accarezzandogli i capelli lentamente.

“ Potrai bere tutto il sangue che vuoi, ma prima dobbiamo medicare quella brutta ferita: non si sta rigenerando da sola, probabilmente chi te l’ha inferta… “. Ma lui non sembra ascoltarla: succede sempre, quando si trova così esposto davanti a lei. La paura di perderla lo prende improvvisamente e non riesce a controllarla, né a cacciarla. Ed Ivy questo lo ha capito bene: sa di non poter estirpare quella paura, sa di non poter estirpare i traumi che re Kaname ha procurato a suo fratello. Ma sa che, in parte, può curarli e sa di essere la sola a poterlo fare. Senza indugiare sposta lievemente i capelli dal collo. “ Se mi lasci pulire e medicare quella ferita, potrai bere il mio sangue anche subito, se davvero ne hai così viso… “. Non finisce la frase: le zanne affilate di lui si piantano nel suo collo, quasi con forza ma senza farle male: ormai è abituata a ricevere questo tipo di morsi e, soprattutto, a capire cosa si nasconde dietro di essi. Un lieve gemito, forse di sorpresa, esce dalle sue labbra lievemente socchiuse mentre, a causa dell’impeto, entrambi finiscono sdraiati. E, man mano che beve il sangue della sorella, la ferita di Vanitas sembra quasi iniziare a rigenerarsi da sola. La corvina riporta una mano tra i capelli di lui, sospirando lievemente. “ Non credere che mi sia dimenticata: dopo, dovremo medicare per bene quella ferita… “. Borbotta, per poi chiudere gli occhi qualche istante: in quel momento pensa, le parole non servono. Sono i gesti a parlare per entrambi.



Vanitas ritorna ferito, dopo che assieme a Garry, ha sedato un attacco da parte di alcuni ribelli. Sua moglie e sorella, Ivy, decide di curarlo e medicare quella ferita.
   
 
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