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Autore: SiriusLoire    20/09/2021    0 recensioni
[Final Fantasy Brave Exvius]
Nonostante continui a regnare su tutta Paladia dopo la sconfitta degli Eredi di Hess e Aldore, l'Imperatore Vlad decide comunque di sviluppare "un'arma" in grado di bloccare qualsiasi forma di insurrezione, sorpassando il limite tra la vita e la morte.
Rain non solo dovrà avere a che fare con i postumi della battaglia che lo ha portato alla disfatta, ma sarà anche costretto a combattere contro una persona che mai avrebbe immaginato di rivedere in vita e nello schieramento opposto.
Traduzione in Italiano della mia Canon Divergent AU Fanfiction postata su ao3.
Genere: Angst, Azione, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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Vivere per più di 700 anni era di sicuro un grande traguardo per ogni forma di vita esistente, ma non era affatto così per l’Imperatore Vlad.
Ammirava il suo impero dalla sua torre.
I suoi poteri erano così immensi tanto che la battaglia contro i ribelli avvenuta circa un mese prima era ormai diventata un lontano ricordo.
La cosa più grandiosa di quella battaglia fu il fatto che mise in bella mostra il potere delle sue creazioni, nonostante fossero destinate a vita corta per via del suo nuovo piano.

“Maestà, signore.”
Si voltò verso il soldato che era appena entrato nella sala del trono e si era appena inginocchiato al suo cospetto. “I preparativi sono terminati."
“E il corpo?”
“È stato recuperato con successo, Signore. Gli unici danni riportati sono quelli causati dalla battaglia avvenuta un mese fa. Abbiamo provveduto a trasferirlo al laboratorio, aspettiamo un vostro ordine.”
“Benissimo…” Disse l’Imperatore mentre lentamente raggiunse il suo trono e si sedette. “Dì loro che acconsento all’inizio degli esperimenti.”
“Come desidera, mio Signore!”

Appena il soldato andò via, l’uomo sospirò e sorrise.
“Dovrò distruggere i miei giocattoli per lui, ma se il piano andrà a gonfie vele… Niente potrà più fermarmi. Userò i miei nemici a mio totale piacimento… E grazie a loro regnerò per sempre!”

 

 

******************************

Il clima non rispecchiava affatto i suoi sentimenti.
Mentre il sole e il profumo della primavera animavano la piccola cittadina, nel suo cuore c’era un misto di tristezza e rabbia.
“Questo tempo è tremendo…” Mormorò, sistemando il mantello in modo da coprire il viso.
Le ferite non erano ancora del tutto guarite, ma riuscì a convincere l’uomo che lo aveva aiutato a prendersi cura dei corpi della sua famiglia e dei suoi amici e di aiutarlo a dare loro una degna sepoltura ai piedi della torre di Aldore.
La protesi alla gamba era difficile da usare, ma pensò che tutto sommato fosse una buona idea fare una passeggiata, anziché passare tutto il giorno a letto.
Mentre rimuginava sul da farsi, il ragazzo volse lo sgardo al muro.
C’era una grossa taglia sulla sua testa, ma fortunatamente nessuno lo riconobbe o lo conosceva di persona.
Per l’uomo che lo aveva salvato era molto pericoloso lasciare che riposasse a casa sua, ma era un rischio che l’uomo era pronto a correre.
Oltretutto, l’uomo era stato in passato un membro dell’Ordine di Aldore, ed era conosciuto come Zeno, la Seconda Stella.
E, come lui, il suo sogno e obbiettivo era quello di spodestare Vlad.

Mentre pensava a tutto ciò, qualcuno lo afferrò per il braccio rimasto e lo trascinò per qualche metro, per poi dirigerlo verso uno dei vicoletti lì presenti.
“Quante volte ti ho detto di non andartene a zonzo per i fatti tuoi?!”
Nonostante fosse ancora un po’ dolorante, il ragazzo alzò lo sguardo. Akstar lo fissava, furente.
“Scusa… avevo bisogno di fare una passeggiata…” rispose a voce bassa.
L’uomo gli piazzò davanti agli occhi un poster, facendolo sussultare.
C’era una sua foto, nonostante fosse vecchia e aveva tutti gli arti e entrambi gli occhi.
“Rain, devi stare più attento.” disse Akstar mentre ripiegava con cura il foglio e lo mise dentro una delle tasche del cappotto. “Nonostante ci sia scritto che ti vogliono vivo, molti sostenitori di Vlad potrebbero fregarsene altamente e farti fuori non appena ti vedono… e certamente, se dovesse accadere, quel mantello servirà a ben poco!”
Rain sospirò. “Hai ragione, scusa…”
L’uomo sospirò silenziosamente. “Forza… Ti avevo promesso che oggi ti avrei accompagnato alle loro tombe, andiamo.”
Il giovane annuì. “Scusa se zoppico un pochino, è che non mi sono ancora del tutto abituato alla gamba…”

Camminarono per un bel po’ e nel frattempo parlarono.
Adesso che era in grado di stare in piedi tutto il giorno, anziché passare giornate intere a letto, paralizzato dal dolore, Rain ebbe occasione di conoscere un po’ meglio il suo salvatore.
“E, proprio come hai fatto tu, ho deciso di unirmi all’Ordine. Era la via più facile per raggiungere l’Imperatore e tenerlo d’occhio.” Disse Akstar, mentre l’attenzione di Rain venne catturata da dei fiori che sbocciavano tra i cespugli a qualche passo di distanza.
“Aspetta un attimo.”
Raggiunse il posto dove vide i fiori. Il debole venticello li spingeva delicatamente e vi erano fiori di ogni forma e colore.
Il ragazzo raccolse un fiore per ogni persona che stava andando a visitare.
“Un pensiero per ognuno…” commentò Akstar.
Rain si limitò ad annuire.
I due continuarono a camminare per un po’ in completo silenzio. Gli unici suoni udibili erano il cinguettio degli uccelli ed il frusciare delle foglie degli alberi.
“Siamo quasi arrivati.”
All’improvviso, Akstar si bloccò di colpo, quasi come se fosse senza fiato.
“Akstar, che hai?” Chiese Rain, stupito dalla reazione dell’uomo. “Se stai male, possiamo fermarci…”
“N-no… Sto bene, è che sento che c’è qualcosa di strano nell’aria…”
Rain si voltò nella direzione verso cui si stavano dirigendo. Sentì l’odore della terra smossa, come se qualcuno avesse scavato nelle vicinanze e anche di recente.
“Qualcosa non và!” commentò. Lanciò i fiori ad Akstar ed iniziò a correre verso la direzione da dove proveniva l’odore di terra.
“Rain! ‘sti cavolo di ragazzini… Starai male se corri così!!!” commentò Akstar mentre divise i fiori tra le mani e cercò di raggiungere Rain.

Quando giunse al luogo dove erano tutti sepolti, rimase immobile per via del terrore.
“Che cosa…” disse mentre il sangue pompava con forza nelle sue vene. “Che cosa significa questo?!”
Una delle sepolture non era affatto come ricordava di averla lasciata poco più di una settimana prima.
La terra che copriva la sepoltura era stata rimossa e sparsa tutt’attorno. Inoltre, un pezzo di stoffa viola, che era legato a quella che sarebbe dovuta essere una croce, era coperto di sporco e terriccio.
“N-no…” disse Rain, avvicinandosi alla tomba e afferrando il pezzo di stoffa.
Poi, guardò dentro la buca, a circa tre metri di profondità da dove si trovava lui.
La tomba era vuota.

Akstar, ansimante, lo raggiunse.
“Che succede?!” chiese l’uomo, non appena recuperò un po’ di fiato.
“Non c’è più.”
“Come, prego?!”
“Il corpo di Lasswell… Lui… non è più qui…”
I due rimasero in silenzio. Osservarono la tomba vuota che avrebbe dovuto custodire le spoglie del Principe di Hess.

 

************************************

“A quanto pare… l’Imperatore ha deciso di fare la sua mossa…”
I due membri dei Figli di Hess che stavano aspettando ai piedi della Yuraisha si volsero verso la donna col mantello nero.
“Mi scusi?”
“Dite a Milo che sto andando a controllare una cosa qui nei paraggi.” disse, sistemandosi i lunghi capelli biondi. “Tornerò a breve.”
I due annuirono, senza chiedere ulteriori spiegazioni. La donna sorrise, conscia del fatto che si sarebbero ciecamente fidati di lei.
D’altronde, lei era una degli Otto Saggi di Hess.

“Dopo quel giorno… Sono stata riportata in vita. E questo è immediatamente apparso alle mie spalle.”
Raggiunse l’enorme cristallo situato al centro della foresta. Al suo interno c’era una fanciulla, somigliante alla donna in tutto e per tutto, che indossava un mantello bianco e dei vestiti rossi. Le sue mani erano giunte al petto, quasi come se stesse pregando con gli occhi chiusi.
“Certo che le divinità o chiunque vegli su di noi… ha l’abitudine di fare scherzi abbastanza strani e tristi.”
La donna sospirò e guardò la ragazza dentro il cristallo. Sorrise e poggiò una mano su di esso, facendolo brillare.
“Non preoccuparti, altra me. Non so come sia possibile, ma questa volta, potremmo coesistere allo stesso tempo.”

Il suo flusso di pensieri venne interrotto da una luce abbagliante proveniente dalla Torre di Aldore.
“Vlad… Bastardo…” Mormorò la donna, stringendo i denti. “Non ti basta ciò che hai fatto passare a Rain e Lasswell… E ora… questo?!”

   
 
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