Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Padme Mercury    21/09/2021    0 recensioni
Una serie di brutali omicidi solletica l'interesse di Sherlock Holmes e del suo amico John Watson. All'apparenza slegati l'uno dall'altro, sono dei biglietti molto particolari che li uniscono sotto il nome di un unico assassino.
I segreti si estendono a tutta la famiglia Holmes: l'entrata in scena della giovane Charlotte cambia gli equilibri dell'appartamento al 221B di Baker Street, forse per sempre.
Sherlock si troverà davanti ad una scelta difficile che aveva sempre cercato di evitare: cuore o cervello? A cosa darà ascolto il detective?
--------
[N/A
La timeline è modificata rispetto alla serie originale. John è sposato con Mary anche se Moriarty è ancora vivo. Reichenbach non è ancora successo. L'età dei personaggi è leggermente modificata, così che Sherlock, John e Mycroft si trovino tutti tra i trentadue e i quarant'anni]
Genere: Mistero, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo uno




{18.12.2005 - Londra, 221B Baker Street}
 
Un leggero nevischio aveva iniziato ad imbiancare le strade di Londra in quel pomeriggio di metà dicembre. Il cielo era di un bianco accecante e si potevano udire i borbottii infastiditi dei londinesi che marciavano a passo spedito anche sotto la neve e le esclamazioni di sorpresa o di disperazione da parte dei turisti che volevano godersi la città sotto Natale ma non avevano messo in conto la possibilità di un cambiamento meteorologico. Quasi come se anche nei loro paesi d'origine alle soglie della stagione invernale non si mettesse mai a nevicare.
 
Charlotte si allontanò dalla finestra, lasciando che la tenda scivolasse dolcemente nella sua posizione d'origine, e si stirò la schiena. Si concesse di guardarsi attorno, dal momento che era sola nell'appartamento. Il famoso 221B di Baker Street, il luogo in cui tutti i disperati andavano a rifugiarsi per chiedere aiuto ad un uomo dall'intelligenza sovrumana che era in grado si risolvere tutti i loro problemi. Sherlock Holmes, la speranza dell'Inghilterra, l'unico in grado di risolvere enigmi incomprensibili. Chissà i tabloid cosa avrebbero detto se lo avessero conosciuto davvero. Se sapessero chi si nascondeva dietro la maschera.
 
Si lasciò andare sulla poltrona di Sherlock con un piccolo sospiro. Non entrava in quella casa da molto tempo, da quando lui aveva trovato un compagno di indagini. Sherlock sosteneva fosse troppo pericoloso, poteva farsi del male ed era sicura che non l'avrebbe fatta entrare neanche in quel momento. Charlotte aveva però fatto in modo di arrivare quando lui era fuori, facendosi aprire dalla signora Hudson (quanto sei cresciuta! Sei bellissima!) che le aveva dato volentieri il permesso di accomodarsi di sopra.
Aveva fatto un piccolo giro del piano, osservando quanto fosse diverso da come si ricordava. Tralasciando la cucina, piena di oggetti di vetro ed elementi chimici ed organici, il resto era più ordinato di come l'aveva visto la prima volta. Che fosse opera della signora Hudson o di quello che era stato il sul coinquilino, non lo sapeva. Ma ne era grata, perché altrimenti non ci sarebbe stato spazio neanche per respirare lì dentro. 
 
Incrociò le gambe sul cuscino della poltrona e fissò lo sguardo sulla libreria, che occupava l'intera parete. Accennò un piccolo sorriso e un pensiero si insinuò nella sua testa. Provaci. Chiuse gli occhi e inspirò a fondo. Le parole di Sherlock le echeggiavano nella mente. Chiuditi al mondo, ascolta i battiti del tuo cuore, fai un passo indietro rispetto alla realtà. Quando riaprì gli occhi, cominciò ad accarezzare con lo sguardo i dorsi dei libri, le mensole, ogni singolo granello di polvere. Quella libreria parlava di due persone completamente diverse ed era divisa in maniera quasi meticolosa. Gli scaffali più alti erano popolati da trattati scientifici, anatomici e di qualsiasi altra scienza possa esistere. Non vi era alcuna traccia di narrativa e quello le diceva che il proprietario non apprezzava avventurarsi in storie irreali e, a volte, ben poco realistiche. Era una persona pragmatica, interessata a tutto quello che poteva toccare con mano e che poteva tornargli utile in un secondo momento.
Le mensole più in basso, invece, erano sicuramente di una persona meno alta della prima e dall'indole totalmente diversa. Vi erano testi medici, e da questo poteva benissimo comprendere il lavoro che facesse, ma vi erano anche diversi libri di narrativa. Fantasy, soprattutto, da quello che riusciva a scorgere dai titoli e dal grande tomo complessivo del Signore degli Anelli di Tolkien. Un dottore, militare a giudicare dal rigore con cui aveva ordinato i suoi libri e da alcuni trattati storici nascosti qua e là, che ogni tanto aveva bisogno di allontanarsi dalla realtà. Riusciva inoltre a vedere quali fossero i libri più usati. Il legno era infatti più consumato dove le copertine lo avevano sfregato più volte e lo strato di polvere era meno spesso. Aveva anche notato dei leggeri dislivelli dove Mycroft aveva posto delle cimici per tenere sotto controllo il suo fratellino. Accennò un piccolo sorriso. Probabilmente Sherlock le avrebbe detto che aveva dimenticato le cose più importanti, ma per lei era già tanto così.
 
Si allungò appena per recuperare il violino che giaceva quasi dimenticato sotto la poltrona. Lo osservò, mettendolo in controluce. Le setole dell'archetto erano molto consumate, come se fossero sul punto di rompersi, ma l'intero strumento era coperto da una sottile coltre di polvere. Sherlock lo usava per pensare e a giudicare dal suo stato, poteva capire che per un periodo lo aveva utilizzato assiduamente. Così spesso e con così tanta forza da causare l'usura dell'archetto. Ma ormai era tempo che non ne aveva più bisogno, tanto che era anche completamente scordato e il legno rischiava di rovinarsi a causa dell'umidità.
Lo accordò con rapidità e ci soffiò sopra, giusto per togliere la maggior parte della polvere. Sistemò il violino sulla spalla e lo assicurò col mento, cominciando a suonare. L'archetto scivolava con facilità e destrezza sulle corde, producendo un suono cristallino e dolce che andò a riempire l'intero appartamento. Non stava suonando una composizione in particolare, stava improvvisando e non aveva idea di quello che sarebbe stato il prossimo suono. Si lasciava semplicemente trasportare dalla musica, come faceva spesso, e ad occhi chiusi poteva quasi immaginare di essere in un altro mondo dove non esisteva niente se non lei e quelle note.
 
Persa com'era nella musica, non si accorse della porta d'entrata che si aprì e si richiuse in poco tempo, così come non sentì i passi sulle scale e i commenti fatti ad alta voce. Forse perché, almeno per quanto riguardava una delle persone che erano entrate, conosceva talmente bene il modo di camminare che inconsciamente non fu messa in allarme. 
 
"Diciamo che i fuochi d'artificio di Natale li ricordavo diversi!" commentò uno dei due uomini, John Watson, ancora sulle scale. 
 
Si concesse una piccola risata e si sedette su uno scalino. Si tolse un po' di cenere dai capelli, ripensando alla fine di quel caso che non era andato come speravano. Sherlock preferiva catturare i criminali, costringerli a confessare. Quella volta invece il killer aveva mandato in aria tutto lo stabile abbandonato che aveva trasformato nella sua base. Lui si sarebbe buttato nel fuoco, ma John era stato abbastanza veloce da tirarlo via ed evitargli, nel migliore dei casi, una bruciatura di terzo grado. Se l'erano cavata con dello sporco sul viso, qualche granello di cenere tra i capelli e l'orlo dei vestiti leggermente bruciato.
 
Sherlock osservò John a quella battuta, ma dopo qualche secondo lo imitò nella risata. Erano come due bambini, alla fine della fiera, che riuscivano a trovare qualcosa da ridere anche nelle situazioni peggiori. Si fermò quasi immediatamente, sentendo la musica arrivare da dentro al salotto. Anche John se ne era accorto e, dalla sua espressione, era pronto ad attaccare nuovamente. Si era alzato in piedi, la schiena appena protesa in avanti e la mano destra pronta a recuperare la pistola dalla fondina. Se qualcuno era riuscito ad entrare a Baker Street quando loro non c'erano, pensava sicuramente John, vuol dire che era pericoloso.
Sherlock allungò un braccio, facendo un gesto con la mano come per dirgli di non preoccuparsi. Sorrise, togliendosi il cappotto per appenderlo proprio sopra a quello che si trovava già sull'appendiabiti. Uno che non c'era prima, di una ragazza giovane e decisamente più minuta rispetto a lui. Aprì la porta, facendo solo un passo all'interno della stanza.
 
"Sei sempre stata più brava di me a suonare."
 
Charlotte fermò l'archetto e alzò lo sguardo su Sherlock. Sorrise, imitata dall'uomo, che era rimasto fermo sulla soglia con le mani dietro la schiena.
John decise di entrare attraverso la cucina dato che l'amico pareva essersi piantato in quel punto. Si guardò intorno, notando che niente era cambiato da quando avevano lasciato la casa quella mattina. C'era solo una ragazza seduta sulla poltrona di Sherlock, ma aveva l'aria abbastanza innocua. Che fosse una nuova cliente? Ma come aveva fatto ad arrivare lì? E perché aveva l'aria di essere totalmente a suo agio, come se conoscesse quell'appartamento? Le parole del detective, poi... Si conoscevano e pareva da molto tempo. Non lo aveva mai sentito usare quel tono o ammettere che un'altra persona era più brava di lui. Chi era quella ragazza? La sua mente andò per un secondo a Irene Adler, la Donna. L'unica che era riuscita davvero a manipolare Sherlock Holmes, a sorprenderlo, a batterlo. Ma lei non sembrava pericolosa, il suo sorriso era troppo dolce e genuino e i suoi occhi non nascondevano macchinazioni. Eppure... 
 
"Le ha aperto la signora Hudson, mi sembra ovvio," affermò Sherlock con la sua solita voce calma, girando appena la testa in direzione di John. 
 
Raggiunse poi con due falcate la ragazza, che appoggiò lo strumento e si alzò in piedi. Sherlock la studiò per qualche secondo, guardando i suoi occhi color dell'ambra e i suoi capelli d'oro, le sue labbra, le spalle e l'abbigliamento. Qualsiasi cosa potesse dirgli quello che cercava, quello che lei non avrebbe mai voluto confessargli. Con grande stupore di John, il detective allungò le braccia e la strinse a sé, appoggiando il mento sulla sua testa. Charlotte ricambiò la stretta, talmente forte da raccontare a Sherlock tutto quello che voleva sapere.
 
John rimase a bocca aperta a quella scena. Era rimasto stupito più di una volta. Quando Sherlock era rimasto affascinato e ammaliato da Irene Adler. Quando aveva chiesto scusa a Molly Hooper e si era dichiarato dispiaciuto per aver ferito i suoi sentimenti. Erano tutti atteggiamenti che non avrebbe mai immaginato propri di Sherlock Holmes, ma quello... Se tutto il resto era comunque controvoglia, con lui che cercava di resistervi, in quel caso... Era stato lui ad iniziare quel contatto.
 
"Mi sei mancato molto, sai?" disse piano la ragazza quando si separarono, guardandolo dal basso con occhi brillanti. Sherlock accennò un sorrisetto guardandola, poi si mise dietro di lei con le mani sulle sue spalle. Guardò John, la sua espressione sconcertata, quasi scandalizzata.
 
"John, lei è Charlotte. Lotte, lui è John Watson, ovviamente."
 
 
 
---------
 
 
[Note autrice]
 
Hello fellow Sherlockians!
 
Volevo anzitutto ringraziarvi per aver dato una chance a questa storia. È un'idea che mi frulla nella mente da un po' di tempo, il personaggio di Charlotte esiste da anni ma ha subito diverse trasformazioni prima di arrivare a quella definitiva: questa. Spero che vi piacerà tanto quanto piace a me, o che almeno vi susciti una qualche emozione - anche negativa.
 
Come già avvisato nella trama, la timeline della serie è un po' mischiata. John è già sposato con Mary e hanno quindi già vissuto alcune delle avventure della terza stagione. Ma Moriarty è ancora vivo, quindi Reichenbach non è ancora successo. Spero che questo non provochi troppo disturbo ♡ 
Anche le età dei personaggi sono modificate leggermente, di poco, e il tutto è tirato indietro nel tempo come ho scritto ad inizio capitolo (2005 invece che 2010). Per il resto, tutto è esattamente come nella serie. Spero che anche i personaggi rimarranno fedeli a loro stessi, almeno per la maggior parte!
 
Concludo ringraziandovi nuovamente per avermi dato una possibilità con questa storia. Sherlock è e sarà sempre una delle mie serie preferite. Un grazie infinito anche a chi commenterà, anche negativamente.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Padme Mercury