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Autore: Devil_san    21/09/2021    0 recensioni
Il tragitto era ormai diventato di routine. Lo avevano fatto tante volte negli ultimi mesi, quindi: come diamine aveva fatto suo marito a perdersi sul dannato sentiero dritto e senza ramificazioni?
Di contro, le persone che finirono per incontrare erano grati che si era perso.
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[Cross-over tra Naruto & Bleach]
[UraIchi Week 2021]
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Obito Uchiha, Rin Nohara
Note: AU, Cross-over, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sorry I'm late... The Chronicles'
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2
 





Ichigo stava finendo di lisciare la sfera di legno, a cui stava lavorando da qualche ora, con un bisturi quando un lampo di luce sfolgorò accanto a Kakashi.

Il lampo non aveva neppure finito di spegnersi che Zangetsu erano già sopra i due nuovi arrivati, inchiodandoli a terra.

"Sensei!" esclamarono Rin e Kakashi alla vista del loro maestro e il suo daemon.

Senza alzare gli occhi dal suo lavoro, a cui stava dando gli ultimi tocchi, Ichigo salutò il nuovo arrivato "Namikaze-san, ben arrivato. La stavamo aspettando."

Alzando gli occhi dal suo lavoro, Ichigo incontrò lo sguardo sorpreso del biondo jounin e del ghepardo deamon da dove erano inchiodati a terra dai suoi spiriti zanpakuto.

Ignorando il divertimento di Kisuke che percepiva attraverso il loro link mentale, Ichigo continuò "Le chiedo gentilmente di non fare niente di stupido. Sarebbe davvero fastidioso per me dover essere costretta a combatterla."

"Cosa…." Mormorò il biondo, sbattendo le palpebre velocemente alla strana vista, particolarmente all'hitai-ate appeso al collo del suo interlocutore "Chi… chi sei tu?" chiese infine.

"Kurosaki Ichigo." Rispose il dottore prima di gesticolare verso lo scienziato "e quello è mio marito, Urahara Kisuke."

Alzando un sopracciglio, Ichigo chiese "Promette di non attaccare? O fare qualcosa di stupido?"

Spazzando gli occhi sulla conca in cui il campo per la notte era stato preparato, e vedendo che i suoi studenti sembravano illesi e non legati in alcun modo, annuì con tono cauto "Prometto."

Alla sua promessa, Zangestu liberarono umano e deamon, e i due nuovi arrivati osservarono con attenzione i due che li avevano bloccati così istantaneamente al loro arrivo, che languidamente si ritirarono al fianco di Kurosaki prima che in una fiammata di energia bianca e nera miscelarono le loro forme. Quando la fiamma di energia si estinse al loro posto comparve un solo singolo serpentino drago bianco con ali nere come la pece.

Con uno sbadiglio il drago si stese affianco al dottore con il teschio cornuto puntato verso il jounin e il ghepardo.

"Ma che diamine…" mormorò il ghepardo alla strana vista.

"Ignorateli pure." Si intromise Ichigo "Da quando siamo arrivati qui stanno provando a vedere se riescono a prendere forma animale per passare come normali daemon, ma al momento riescono a prendere solo l'aspetto di un drago, e solo se insieme."

Poggiando il mento su una mano, Ichigo chiese con tono divertito "Immagino che hai delle domande."

"Che cosa è successo?" chiese Minato, i suoi occhi che saltavano da un una cosa all'altra, incerto di ciò che stava succedendo. E chi diamine fossero questi sconosciuti che sembravano conoscerli.

"Siamo stati attaccati." Rispose prontamente Kakashi, una nota contrita nella voce "Da ninja di Iwa." E il giovane spaventapasseri non perse tempo a fare rapporto al suo sensei.

Minato ascoltò con attenzione il rapporto di Rin e Kakashi di come la missione era andata di male in peggio dopo poche ore che era iniziata, mentre il suo daemon ghepardo teneva gli occhi puntati sulle persone che aveva aiutato i giovani ninja.

Perché per quanto i due sconosciuti, e daemon annessi, sembravano non avere cattive intenzioni verso di loro, e in generale Konoha, non potevano non guardarli con sospetto. Dopotutto, non avevano mai sentito parlare di due ninja come loro, ne attraverso dicerie o il Bingo Book.

Ichigo e Kisuke, invece, di tacito accordo, decisero di non intervenire, ma di lasciare i due quasi adolescenti raccontassero i fatti dal loro punto di vista. Dopotutto loro due e i loro spiriti zanpakuto erano delle incognite per queste persone.

Quando giunsero al punto della grotta, la faccia di Minato si fece greve. Quando non ci fu più niente da dire, il jounin si voltò verso la coppia e chinando la testa li ringraziò "Vi ringrazio per averli aiutati. Senza il vostro intervento…"

"Non c'è bisogno che ci ringrazi, Namikaze-san." Lo interruppe Kisuke alzando gli occhi dalla pergamena su cui stava scrivendo da quando erano si erano accampati per la notte "L'abbiamo fatto perché volevamo."

Tra le altre cose.

Ssshh.

"Comunque sia, grazie. Posso vedere Obito?"

Muovendo le ombre con un pensiero, Ichigo fece ricomparire Obito e il suo daemon da dove li aveva tenuti nascosti fino a quel momento.

Inginocchiandosi accanto al ragazzo e al nibbio daemon, Minato prese nota delle lesioni subite e di come era stato rattoppato, e soprattutto come sembrava che la strada per la completa guarigione fosse ancora lunga per il giovane Uchiha.

"Si riprenderà." Lo rassicurò Ichigo "Ci vorrà tempo ma vivrà."

Chinando il capo in comprensione, Minato si sedette accanto alla forma distesa di Obito, mentre i suoi studenti e i loro daemon non persero tempo a migrare accanto al loro sensei.

Incuriosito Minato osservò una volpe dalle molte code e dal manto così rosso da sembrare sangue represso, trotterellare dietro la coppia e accucciarsi affianco al drago.

Quando tutti si furono accomodati, Ichigo si voltò verso i giovani ninja, e con aria seria disse "Vi ho promesso delle spiegazioni prima. Dato che ora siamo tutti qui, direi che è finito il tempo di rimandare. Ma prima…"

Voltandosi verso Obito, Ichigo posò una mano sopra la fronte del ragazzo e con un impulso di reiatsu tolse il kido che aveva posto sul chunin per tenerlo in animazione sospesa fino a quel momento.

Lentamente un iride nera spuntò da dietro la palpebra.

"Obito!" esclamarono i tre ninja della Foglia, mentre Ichigo svegliava anche il daemon del ragazzo, e balzarono in piedi per accovacciarsi intorno a lui, sollievo chiaro nei loro occhi.

"Nnnh- Sensei…? …cosa?" chiese confuso, mentre si osservava intorno, sorpreso di essere vivo. Era sicuro che sarebbe morto sotto quel masso.

"Sveglio, ragazzo?" chiese una voce sconosciuta, e una testa dai brillanti capelli color carota comparve sopra la tua testa "Come ti senti? Qualche dolore particolare?"

Obito si accigliò, e notò che non provava nessun tipo di dolore.

…in effetti, non sentiva niente. Neppure gli arti.

Una nota di panico entrò nella voce del chunin "Io… io non sento niente."

L'uomo annuì, per nulla sorpreso, anzi, soddisfatto "Ottimo. Il kido sta funzionando, altrimenti in questo momento staresti soffrendo le pene dell'inferno visto che non ho alcun tipo di antidolorifico con me al momento."

In qualche modo, sapere che la sua insensibilità al corpo era uno stato voluto, era un sollievo. Non era sicuro che non avrebbe avuto un attacco di panico allo scoprire che dopo tutto quello che era successo aveva perso anche la sensibilità agli arti. E tutto il resto.

"Cos'è l'ultima cosa che ti ricordi?" chiese l'uomo, che Obito sospettava fosse un ninja medico, anche se l'hitai-ate intorno al collo era strano.

"La grotta." Rispose il chunin "Il crollo, e… il masso." Finì deglutendo. "E anche…" provò a muovere la mano, ma non rispose al suo comando. Quando non sembrò che avrebbe continuato la frase, lo sconosciuto chiese toccando con un dito lo zigomo dalla parte dell'occhio che aveva donato a Kakashi "Questo, giusto?"

"Sì." Rispose innervosito.

"E nient'altro?"

"No."

"Sicuro?" chiese l'uomo, con aria divertita.

"Sì, io…" la fronte si corrugò, e con aria incerta, Obito continuò "No, aspetta… io… io mi ricordo voci. Erano… erano le voci di Rin, Minato-sensei e Kakashi. E Kakashi stava dando un rapporto sulla… sulla missione e tu e tuo marito?"

"Good." Rivolgendosi verso il suo daemon, chiese "E tu?"

"Stessa cosa."

Annuendo con aria soddisfatta disse "Perfetto. Non siamo costretti a farti un riassunto di ciò che è successo. Possiamo passare subito con le spiegazioni."

"Va bene che Obito sia sveglio?" chiese Rin, torcendosi le mani preoccupata "E pure…"

Capendo a cosa lei si stesse riferendo, Ichigo si affrettò a rassicurarla "Normalmente, visto la gravità della sue ferite e l'operazione a cui è stato sottoposto subito dopo, li avrei tenuti in animazione sospesa fino a quando non fossimo giunti in ospedale e i vostri medici avrebbero potuto continuare il loro trattamento lì." Aiutando il ragazzo in una posizione leggermente più eretta, abbastanza che potesse vedere chi diamine c'era nell'radura, continuò "Ma anche lui ha bisogno di sentire ciò che stiamo per dire. Altrimenti il nostro intervento sarebbe… sterile."

Gli abitanti di questo mondo lo guardarono con aria confusa alle sue parole.

Quando tutti furono comodi, Ichigo finalmente iniziò a spiegare "Allora, come ho già detto io sono Kurosaki Ichigo e lui mio marito Urahara Kisuke e noi siamo…"

Ichigo prese un respiro profondo, si fece forza (perché sapeva benissimo che ciò che stava per dire andava ben oltre le più folli fantasie), e spiattellò tutto d'un fiato "due abitanti di un universo parallelo a questo ma che ha già visitato una realtà parallela di questo specifico universo ma solo circa quindici anni nel futuro."

Silenzio.

"Cosa?" riuscì a strozzare fuori Minato, guardandolo come se fosse un pazzo.

Massaggiandosi le tempie, Ichigo riprese con tono infastidito "Lo so, lo so. Sembra impossibile, ma è la verità. E' il motivo per cui sappiamo chi siete e perché Kisuke è intervenuto durante l'agguato dei ninja di Iwa, altrimenti Obito-"

E qui chiuse la bocca di botto.

Il colpetto mentale da parte di suo marito gli ricordò che non poteva andare a ruota libera, altrimenti avrebbe rischiato di confonderli e basta, visto che dovevano anche spiegare le differenze tra le due realtà ninja e quindi di non prendere tutto quello che avrebbero detto per oro colato.

Ma il suo improvviso silenzio sembrò inorridire i suoi ascoltatori, e fu Obito a chiedere ciò che tutti loro stavano pensando "Io dovrei essere morto; vero?"

Ichigo lo osservò da sotto la frangia e con voce grave rivelò "No, il destino che ti attendeva sarebbe stato ben peggiore."

"Io non vedo cosa ci possa essere di peggio." Borbottò il nibbio-daemon.

Ichigo gli lanciò un occhiataccia "Ti assicuro che non c'è mai limite al peggio."

"Supponiamo che ti crediamo." Disse la cadente voce della lupa, prima che un battibecco potesse iniziare "Perché voi due siete qui? Cosa siete venuti a fare?"

"Vedi, è questa la parte divertente. Noi due non siamo venuti qui apposta, non siamo giunti qui per cambiare il corso degli eventi o qualche altro grande e nobile motivo; ma siamo qui perché Kisuke è un idiota."

I ninja e daemon lo guardarono senza capire mentre Kisuke mise il broncio, Non è vero.

Sì, invece, ribatté Ichigo.

Il broncio di Kisuke si fece ancora più lungo.

"Vedete, per andare da un universo all'altro, bisogna attraversare delle specie di sentieri che collegano i vari universi nel vuoto cosmico. Ma il punto più importante è che questi sentieri sono tutti dritti e senza ramificazioni. E' impossibile deviare, o si va avanti o si va indietro."

Lanciando un occhiataccia a suo marito, continuò con tono arrabbiato "E invece, perché Kisuke è irrecuperabilmente curioso, noi siamo qui."

Un tic all'occhio cominciò a pulsare a tempo dell'ira di Ichigo "Se ci perdiamo il loro matrimonio a causa di questo, ti rompo il naso." Promise il dottore, voce riecheggiante come quella del suo Hollow.

Kisuke cominciò a sudare freddo, sapendo bene che ciò che suo marito prometteva, dava.

"Mah, mah…" iniziò lo scienziato in tono conciliante "Sono sicuro che non lo perderemo. Dopotutto la data è fissata tra due settimane."

"Vero." Rispose Ichigo, con un sorriso omicida "Ma non sappiamo come questa deviazione influenzerà sulla sincronizzazione temporale tra i due universi. Senza contare che abbiamo promesso di essere lì per aiutare per le ultime preparazioni, e tu sai come alcuni di loro possono essere. Non mi sorprenderei se qualcuno alla fine tenterebbe di venire a cercarci se ritardassimo troppo. E se nel malaugurato caso si dovesse perdere tra il vuoto tra i mondi…" fulmineo sguainò le sue due spade "vedi queste?" chiese piazzandogliele sotto il naso.

"Sì." Rispose Kisuke intimorito.

"E lo sai cosa ti farò con Zangetsu se dovesse succedere?"

"Ummmh… morte via Zangetsu?"

"No." Rispose Ichigo con tutta la furia e frustrazione che aveva accumulato da quando aveva scoperto che suo marito era scomparso dal sentiero inter-dimensionale "Ti infilzo, ti scanno, ti do fuoco e poi mollo il tuo sorry ass davanti a Yoruichi-san così che possa ridere del tuo dolore."

Con una calma glaciale degna del suo spirito Quincy, chiese retorico "Sono stato chiaro?"

Ammutolito, Kisuke poté solo annuire davanti a tale minaccia.

Con un espressione falsamente calma rivolse di nuovo la sua attenzione verso i ninja, che lo osservavano con aria terrorizzata. Non avevano mai sentito una minaccia del genere, ed era stato terrificante soprattutto perché l'aveva data tutta con il sorriso più raccapricciante che avessero mai visto.

Ichigo alzò un sopracciglio alle loro espressioni "Oh, ma dai; non mi vorrete davvero far credere che vi ho spaventato con così poco?" chiese con tono divertito.

I ninja e i daemon scossero rigorosamente la testa in negazione, anche se era chiaro che non era vero.

Sbuffando divertito davanti alla loro negazione dell'evidenza – mentre i loro spiriti zanpakuto ridevano sommessamente a spese dei nativi di questo mondo – Ichigo rinfoderò la sua daisho e incrociò le braccia "Comunque, sì, il nostro venire qui non è stato pianificato; ma quando abbiamo capito dove e quando eravamo, abbiamo deciso di intervenire. Magari almeno in questa realtà tante delle tragedie che dovrebbero succedere, verranno evitate."

"Tragedie?" chiese il ghepardo-daemon.

"Sì." Rispose Ichigo puntando gli occhi su di lei "Tragedie. Comunque voglio che teniate a mente che quello che sto per dirvi viene da conoscenze derivate da una realtà che è leggermente diversa da questa. Quindi non mi sorprenderei troppo se ci fossero delle leggere differenze."

"Differenze, come?" chiese Minato.

"Il sistema di anime gemelle, per comprenderci." Rispose Ichigo, e rivolgendosi a Kakashi chiese "Ti ricordi che quando ci siamo incontrati ti ho chiesto se avevate qui un sistema di anime gemelle? E se aveva a che fare con i vostri daemon?"

Kakashi annuì "Sì, l'hai fatto."

"Bene. Per me e Kisuke questo è già il terzo tipo di sistema che incontriamo, oltre a quello nativo del nostro universo e quello della realtà che abbiamo già conosciamo." Gesticolando tra sé e suo marito, spiegò "Nel nostro mondo natale il sistema di anime gemelle funziona come un collegamento telepatico che si sviluppa col tempo dopo il primo incontro e che può portare a una relazione romantica o platonica tra le anime gemelle. Mentre nella realtà alternativa a questa, lì c'è un sistema che loro chiamano Marchiatura, ovvero dei glorificati tattoo che compaiono sulle persone e che indicano attraverso vari fattori quanto queste persone abbiamo impattato sulla vita dell'individuo con il loro Marchio. In genere una persona acquisisce vari Marchi durante la vita, dovuti a parenti, famiglia, amici e pure nemici, ma quello più importante, il più esaltato anche, è il Marchio Colorato. Indica che tale persona è la più importante di tutte per l'individuo Marchiato, e in genere tale Marchio è dovuto all'amore romantico, ma ci sono stati casi anche dovuti ad altri motivi da quel che so." Finì Ichigo osservandoli con aria più tranquilla di prima.

"Quindi voi due potete leggere la mente?" chiese Obito, confuso dalla lunga spiegazione.

"La telepatia è solo tra anime gemelle, Obito-kun. Ti assicuro che non posso leggere la mente di nessuno tranne che quella di Kisuke, come Kisuke può leggere solo la mia." Lanciando un occhiata verso suo marito aggiunse "E per quanto Kisuke ha studiato le tecniche dei Yamanaka non ha ancora trovato un modo per replicare gli effetti dei loro jutsu con i nostri poteri."

"Voi siete familiari con Konoha." Affermò Minato.

"Sì, Namikaze-san." Rispose Ichigo poggiando il mento su una mano "Ho vissuto per alcuni anni a Konoha prima che Kisuke riuscisse a trovarmi e riportarmi a casa."

"E siete dei ninja." Concluse adocchiando il particolare hitai-ate che portava al collo.

"Solo io." Rispose Ichigo, sfiorando l'hitai-ate che aveva ricevuto allo scoppiare della Quarta Guerra Ninja "Sono diventato un tokujou come favore al Sandaime Hokage, e lo sono stato fino alla fine della Quarta Guerra Ninja."

"Quarta?" chiese Minato orripilato.

"Mh-mmh." Rispose Ichigo, calmo.

Spazzando gli occhi sul gruppo di nativi di questa realtà, Ichigo disse "Ma prima di parlare degli eventi che hanno portato alla Quarta Guerra, vorrei sapere come funziona qui il sistema di anime gemelle."

"MA-!" iniziò a protestare Kakashi e gli altri ma Ichigo lo interruppe "Ti assicuro che il futuro non fuggirà per cinque minuti spesi a soddisfare la mia curiosità."

Le loro proteste morirono sulle loro bocche.

Attraverso il loro link mentale, Ichigo poteva sentire il divertimento di suo marito per il suo pacato ammonimento ai giovani ninja. Il suo sorriso si fece ancora più largo.

Con un calmo sorriso, Ichigo attese pazientemente che qualcuno sodisfacesse la sua curiosità.

Dopo un lungo minuto di silenzio in cui i ninja compresero che era completamente serio sulla sua richiesta, e così Rin prese la parola, prima con tono incerto poi sempre con tono sempre più sicuro più andava avanti a parlare "I daemon sono la manifestazione fisica dell'anima di una persona e nascono nello stesso momento in cui una persona nasce. Durante i primi anni di vita tutti i daemon posso mutare forma e prendere l'aspetto di qualsiasi animale. Quando si raggiunge la pubertà, in genere il daemon a quell'età prenderà la forma definitiva e che terrà fino alla morte."

"Immagino che la forma che il daemon prende indichi alcune della qualità della persona a cui appartiene." Intuì Kisuke, lanciando un occhiata veloce ai loro spiriti zanpakuto che oltre al loro aspetto solito non riuscivano a prendere nessun altra forma.

Rin annuì "Sì. Ed è solo dopo che il daemon di una persona ha preso la sua forma definitiva, ovvero adulta, che i daemon di due anime gemelle possono riconoscere la loro altra metà. O più," concesse Rin "raramente le anime gemelle sono costituite da più di due persone."

"Mmm…" fece Kisuke poggiando il suo ventaglio chiuso sul mento "E basta solo un daemon adulto perché i due daemon si riconoscono come tali?"

"No. Devono essere entrambi adulti."

"Capisco…" fece Kisuke guardando verso i loro spiriti zanpakuto "Quindi due persone, o più, potrebbero passare l'intera infanzia insieme senza sapere che sono anime gemelle fino a quando entrambi i loro daemon sono diventati adulti." Ridacchio sotto i baffi "Un infinito dramma adolescenziale."

"Terrificante." Commentò Ichigo, roteando gli occhi.

"Loro cosa sono?" chiese infine il daemon di Minato "Loro sono… strani. Li percepisco come daemon, eppure so che non lo sono. E' una strana dicotomia."

"Loro sono spiriti zanpakuto e il loro ruolo è in certo senso simile a quello di un daemon. Ma non uguale." Rispose Kisuke osservando la sua cara Benihime, che in questo mondo aveva preso l'elegante forma di una kitsune a sette code, quanti erano i secoli che lui aveva vissuto. "A casa, non tutti possiedono uno spirito zanpakuto, solo le persone con poteri da shinigami ne hanno uno."

"Shinigami?" chiesero i ninja sorpresi.

"Sì, noi siamo degli shinigami, anche se Ichigo lo è solo in parte."

E nonostante tutto miracolosamente vivo, brontolò mentalmente Ichigo.

Kisuke gli lanciò un occhiata divertita, prima di continuare "E come potete immaginare, noi aiutiamo gli spiriti dei morti intrappolati nel mondo dei vivi a passare nell'aldilà, oltre che a purificare gli spiriti maligni."

Battendosi delicatamente il mento col ventaglio, Kisuke continuò "Comunque, come stavo dicendo, solo gli shinigami possiedono spiriti zanpakuto e loro sono sia la rappresentazione dei nostri poteri che una parte di noi, come i daemon sono una parte di voi. Gli spiriti zanpakuto possono prendere qualsiasi forma, ma in genere è umanoide, ed attraverso le prove a cui loro ci sottopongono noi shinigami possiamo crescere sia come persone che in potenza. Infatti per uno shingami riuscire a materializzare il proprio spirito zanpakuto nel mondo reale è una grande risultato. Anche se in questo mondo lo sforzo per mantenere le loro forme al di fuori dal nostro mondo mentale è di gran lunga minore di quello solito. Immagino che la presenza dei daemon e quello che voi chiamate Polvere sia un fattore importante sul perché noi riusciamo a mantenere le loro forme qui con così poca fatica."

"Quindi… quelle non sono le loro vere forme?" domandò l'ermellino-daemon per essere sicuro.

"No." Confermò Kisuke "Il loro vero aspetto è quello che avete visto quando li abbiamo manifestati all'inizio."

E Minato e il suo daemon sollevarono la testa (così come Obito e il suo daemon), interessati, dopotutto avevano visto solo di sfuggita la vera forma di Zangetsu e per nulla quella dell'altro spirito, ed erano curiosi di sapere che aspetto avevano.

"Allora perché…"

"Perché loro hanno adesso questo aspetto?" finì la domanda Kisuke.

Al loro sì con la testa, Kisuke espose la loro teoria "Pensiamo che sia una specie di processo di adattamento e camuffamento quello che i nostri spiriti zanpakuto stiano attraversando in questo momento. Comunque sembra che sia un processo imperfetto. Ichigo ha già avuto esperienza di qualcosa di simile nella altra realtà visto che ha vissuto per anni lì; e da quel che vedo anche qui direi siamo nella stessa situazione. Perché non credo che qui abbiate bestie mitologiche come daemon." Finì con tono sarcastico.

A Minato spuntò un sorrisetto divertito "No. Infatti."

Tutti osservarono in silenzio gli spiriti zanpakuto, che li ignorarono appuntitamene e rimanendo avvolti uno intorno all'altro, per alcuni lunghi momenti, prima che Kisuke si rivolgesse verso i nativi "Immagino che adesso vorrete risposte."

Minato annuì "Sì. Avete accennato a una Quarta Guerra Ninja, Kurosaki-san." Disse Minato rivolgendosi verso il dottore "Vorrei saperne di più."

"Posso fare di meglio." Affermò Ichigo "Posso dirti chi è il burattinaio che da secoli muove i fili della Storia e il motivo per cui lo sta facendo."

I ninja lo osservarono sorpresi.

"Il… burattinaio?" chiese flebile il daemon di Minato.

"Già." Rispose Ichigo "Ma vi avverto, è una storia lunga, contorta, e alcune parti di esse sono solo supposizioni nate dalle varie informazioni che sono state raccolte negli anni. Senza contare che alcune parti di esse vi sembreranno di pura fantasia visto quanto siano… difficili da credere. Siete ancora interessati?"

Il team Minato annuì.

"Molto bene. Mettetevi comodi e aprite bene le orecchie. Sto per raccontarvi come è nato il chakra e le conseguenze che sono derivate da questo evento."

E così Ichigo raccontò.

Raccontò e raccontò di una storia dimenticata da secoli, e di come i risultati di quegli eventi passati avessero finito per modellare il loro mondo come oggi loro lo conoscevano, e come Ichigo aveva immaginato, i suoi ascoltatori finirono per ascoltarlo con un senso di incredulità in loro, e non poche volte lo interruppero con un gran numero di domande, alla faticosa ricerca di un senso nella sua storia che potesse incastrarsi con la loro visione del mondo, ma come si può immaginare non era qualcosa di facile da fare.

Soprattutto perché lui aveva incontrato alcuni dei personaggi della sua storia mentre loro no.

E come si dice: vedere per credere.

E lui aveva visto più che abbastanza per sapere che la sua storia era vera.

Quando Ichigo decise di prendere una pausa dal racconto dopo aver finito di raccontare su Indra e Ashura, di come fossero nati i Bijuu, i ninja era giustamente imbambolati dalla quantità di informazioni che il dottore aveva riversato loro addosso.

Minato si stava massaggiando le tempie mentre Ichigo passava il the che aveva preparato per aiutarli a rimanere svegli, che finalmente parlò "Kurosaki-san… lo sa vero che ciò che ci ha appena raccontato ha dell'incredibile, vero?"

"Sì, lo so." Rispose con tono tranquillo Ichigo "E ti assicuro che se non fosse per il fatto che alla fine della Quarta Guerra ho finito per incontrare lo spirito dell'Eremita delle Sei Vie e una risorta Kaguya, avrei anche io difficoltà a credere a tutto questo."

"Aspetta, cosa!?" esclamò, guardandolo allarmato.

"Non avrai davvero creduto che ti ho raccontato tutto questo solo per essere difficile. O qualche altro motivo. No, questo è solo l'antefatto, la base di tutto ciò che si è susseguito nei secoli dopo, e se non ve lo avessi raccontato non avreste avuto l'intera immagine del macello che è la Quarta Guerra Ninja."

"E' davvero così… disastrata?"

"Sì." Fu l'asciutta risposta del dottore "Una delle poche cose buone uscite dalla Guerra è che tutti i villaggi ninja si sono uniti per combattere il nemico comune. E ti posso assicurare che la pace nata dopo la guerra non è per nulla fragile."

"Lo trovo… difficile crederlo."

"Lo so." Rispose Ichigo, fissando la luna riflessa sulla superficie del suo the "Ma è la verità."

"E' per quello che hai quello strano hitai-ate?" chiese il nibbio-daemon (e qui Ichigo pensò che dovrebbe decidersi a chiedere il nome dei vari daemon invece di pensarli come 'animali-daemon' ma sospettava che quasi sicuramente li avrebbe comunque dimenticati in poco e c'erano buone probabilità che non li avrebbe più rivisti dopo oggi, quindi chiedere il loro nome non era per nulla sulla sua lista delle priorità).

"Strano?" chiese Ichigo, sfiorando il copri fronte che aveva l'abitudine di indossare ogni volta che andava a visitare Naruto e tutti gli altri, anche se tutti ormai avevano ripreso a indossare quello del villaggio di appartenenza.

"Sì, c'è scritto Shinobi invece del simbolo di Konoha."

Inclinandolo così che potesse osservarlo meglio, Ichigo confermò l'idea del daemon "Sono così abituato ad indossarlo che ormai mi dimentico che nessuno lo usa più. Comunque, sì. E' stato dato a tutti i ninja prima dello scoppio della guerra, in modo che tutti si ricordassero che eravamo tutti uniti contro un nemico comune."

"E così strano pensare che dopotutto il sangue che è stato versato…"

"Già, sembra il sogno di un pazzo ma… sì, è quello che è davvero successo. E per quanto sia brutto dirlo, quella guerra ha fatto ciò che nessun uomo è mai davvero riuscito a fare. Comunque…" e qui guardò sia ninja che daemon negli occhi, per assicurarsi che recepissero bene il messaggio "quello non è il metodo giusto, chiaro? Pace attraverso la violenza e coercizione non è la giusta via. Ci sono altri metodi per trovare la pace; più faticosi, vero, ma migliori."

Prendendo un sorso di the, Ichigo poggiò la tazza accanto a sé "Tuttavia, prima di potervi parlare del futuro, devo raccontarvi un'altra storia del passato." Alle loro facce sgomente, Ichigo non poté evitare di ridere alle loro espressioni.

"Tranquilli," li rassicurò il dottore "questa storia non è neppure di un secolo fa, e contiene alcuni dei personaggi chiave che sono stati protagonisti della Quarta Guerra."

Incrociando le dita, Ichigo si preparò a narrare "Allora, ci eravamo fermati alla nascita dei Bijuu, di Hamura che si trasferisce sulla Luna con il resto del Clan Otsutsuki, e come si era conclusa la disputa tra Indra e Ashura. Dunque, dai discendenti dei due fratelli dell'Eremita, nacquero due Clan…"

E così Ichigo riprese la sua lezione di storia, di come il clan Uchiha e il Clan Senju – e poi anche il Clan Uzumaki – discendessero dai figli del Saggio (e dato che c'era rivelò che gli Hyuuga invece discendessero da Hamura, il fratello di Hagoromo), di come questo astio si fosse inasprito nei secoli, a tal punto che i due clan diventarono nemici giurati, fino a che non nacquero Uchiha Madara e Senju Hashirama, i due Capi Clan che finalmente riuscirono a mettere fine ai dissapori tra i due Clan e dare vita a una nuova Era.

Tuttavia, spiegò Ichigo, la pace non fu raggiunta senza dolore e spargimento di sangue. Infatti raccontò loro la storia che nessuno conosceva, di come i due si fossero incontrati da bambini e ignari della vera identità dell'altro erano diventati amici in segreto, di come avessero sognato di poter costruire un villaggio insieme, in modo che i loro fratelli potessero vivere in pace.

Ma questa amicizia fu stroncata non molto tempo dopo, e i due furono costretti a rinunciare alla loro amicizia, sia per proteggere le loro famiglie che l'altro dall'ira dei Clan, e così finirono per potersi rivedere soltanto sul campo di battaglia, ma non più come amici, ma nemici.

Gli anni passarono, e i due diventarono Capo Clan dei loro rispettivi Clan, in continuo conflitto nonostante i due desiderassero la pace. Il punto di svolta tristemente arrivò solo con la morte di Izuna, il fratello minore di Madara, per mano di Tobirama.

Alla battaglia seguente Hashirama offrì la sua vita per ripagare il suo vecchio amico della perdita dell'ultimo membro della sua famiglia, ma Madara rifiutò e alla fine la pace tra i due Clan fu raggiunta.

Ichigo li guardò con un occhio mezzo aperto, con una guancia spiaccicata contro il suo pugno, da dove era seduto "Non ho bisogno di dirvi come va il resto della storia, vero? Di quello che è successo dopo che il villaggio è stato fondato."

I ninja scossero la testa in no.

"No, conosciamo tutti la storia." Confermò Minato.

"Bene. Ci sono solo un altro paio di cose che ho bisogno di aggiungere, e poi possiamo passare a ciò che a tutti interessa di più." Li informò Ichigo, per poi subito riprendere "Come tutti saprete a un certo punto Madara lasciò Konoha per poi un giorno tornare con l'intenzione di distruggerlo, e che fu sconfitto da Hashirama, il Primo Hogake. Ma non penso che sappiate che durante l'ultima battaglia tra Madara e Hashirama, Madara si era portato dietro uno schiavizzato Kyuubi per distruggere Konoha o che Uzumaki Mito, la moglie del Shondaime, sigillò dentro di sé il Kyuubi diventando il primo jinchuuriki in esistenza dopo secoli."

Il suo pubblico era ammutolito dalle sue rivelazioni, ma Ichigo non aveva ancora finito, infatti diede il colpo finale dicendo "Ma prima che Mito morisse, lei passò il suo compito a…" e puntò i suoi occhi su Minato, mortalmente serio "Uzumaki Kushina." Inclinando la testa come un uccello da preda, chiese alla faccia spaventata del biondo "E' già diventata tua moglie? O è ancora solo la tua fidanzata?"

Mentre si sentiva un borbottato 'magari' da parte del ghepardo-daemon, il jounin-sensei riuscì a chiedere "Come fai a saperlo? Quasi nessuno sa la vera identità dei jinchuuriki."

"Conosco il terzo jinchuriiki del Kyuubi." Fu la sua semplice risposta "Intendo, quello della realtà che ho già visitato. E lo considero parte della mia famiglia. Infatti è il suo matrimonio quello a cui dobbiamo partecipare."

Le implicazioni di ciò che stava dicendo e non dicendo, non sfuggirono a Minato. Anche se non aveva una chiara pittura di quello che era successo nel futuro di quella realtà alternativa, il fatto che ci fosse un terzo jinchuriiki e di come lui si rifiutasse di rivelare il suo nome, non prometteva niente di buono.

In effetti, da quando aveva iniziato a parlare, Minato aveva l'impressione che la storia che Kurosaki stava continuamente rimandando di raccontare non fosse una storia felice.

"Dopo tutto ciò che hai raccontato, io non so neppure se dovrei crederti." Brontolò la lupa-daemon "Sembra un po' troppo fantastico per essere una storia vera."

"Lo so," ammise Ichigo "e come ho già detto, se non avessi vissuto ciò che ho vissuto, faticherei a crederci anche io. Tuttavia ci sono alcuni modi per confermare se quello che vi ho detto è vero." Rivolgendosi verso Minato disse "Non appena puoi, torna al monte dove abitano i rospi con cui hai firmato il contratto e parla con il vecchio rospo che ti ha raccontato della profezia del Prescelto. So che non è più lucido come un tempo, ma fu un contemporaneo del Saggio delle Sei Vie."

Puntando gli occhi verso Obito, sornione continuò "So che voi Uchiha avete un tempio sotterraneo in cui è custodita un antica pietra con un antica iscrizione che solo chi possiede lo Sharingan può decifrare. Non so quanto con il tuo livello di vista potrai decifrare ma sono sicuro che troverai delle informazioni interessanti." Con tono più grave, aggiunse "Tuttavia non credere a tutto ciò che c'è scritto sopra, lo scritto originale è stato modificato secoli fa."

E massaggiandosi il mento finì "E sulla battaglia finale tra Hashirama e Madara potreste chiedere al Kyuubi, così come sul Juubi e il Saggio delle Sei Vie. Non che immagino in questo momento del tempo sia tanto propenso a parlare amichevolmente con la sua carceriera, ma se invece che solo odio, Uzumaki Kushina gli mostrasse comprensione e amicizia sarebbe un buon passo avanti nella giusta direzione." E alzando un sopracciglio saputo rivolto verso il biondo concluse con "Soprattutto se voi due mai voleste dei figli."

Mentre il futuro Yondaime arrossiva fino alla radice dei capelli all'implicazione, l'ermellino-daemon non poté fare a meno di notare "Da come ne parli, sembra quasi che lo conosci."

Roteando gli occhi, Ichigo rispose con tono aggravato "Piccoletto, conosco il suo dannato vero nome, così come quello dei suoi fratelli Bijuu. E posso dirti senza troppi problemi che il Kyuubi non è nient'altro che una vecchia volpe sarcastica e brontolona a cui piacciono un po' troppo i suoi pisolini."

I ninja lo guardarono con sguardi pieni di incomprensione, come se il fatto che qualcuno conoscesse i nomi delle bestie più pericolose del pianeta fosse qualcosa di inconcepibile.

Con un brontolio, Ichigo guardò verso il cielo pregando per la pazienza. Stupidi ninja che non importa l'Era in cui erano nati, invece di chiedere prima come persone normali, facevano sempre prima qualsiasi qualsiasi altra cosa invece di semplicemente chiedere.

Non c'era da stupirsi che c'erano volute persone come Naruto e Killer B per scoprire che i dannati Bijuu avessero dei nomi propri.

"E qual è il suo nome?" chiese Obito interessato.

Ichigo lo guardò divertito "Non penserai davvero che ve lo riveli così facilmente. Ve lo dovete guadagnare, così come la sua amicizia. L'unico indizio che sono disposto a darvi è che uno dei Clan di Konoha ha il suo nome per cognome."

"Davvero?" chiese il daemon-nibbio.

"Non chiedetemi il come o il perché, perché non lo so, ma so che il Kyuubi è ancora irritato da tale fatto."

"Ichigo…" lo chiamò suo marito spuntando fuori dalla pergamena che stava finendo di scrivere "il tempo passa."

Alzando gli occhi al cielo, Ichigo notò che le stelle si erano spostaste un bel po' da quando si erano accampati, e se volevano rimanere a una tabella di marcia simile a quella che sapeva era successa durante l'altra realtà doveva darsi una mossa.

"Ummm… hai ragione." Ammise Ichigo, Quanto ti manca con la pergamena?

Non molto in verità, rivelò Kisuke, mi manca solo di finire di scrivere il trattamento che i due ragazzi avranno bisogno di seguire quando torneranno a Konoha e avrò finito.

Good. Così non sono costretto a raccontar loro ogni singolo brutto, orribile dettaglio di come tutto è andato di male in peggio. Sinceramente preferirei evitare di far sentire colpevoli Obito e Kakashi per cose che non hanno fatto ancora, o potrebbero succedere. Minato e pochi altri dovrebbero bastare a non far andare il loro futuro a rotoli.

Kisuke solo trasmise un senso di vaga accettazione, come se stesse pensando a cento e uno modi in cui tutto potrebbe comunque andare a rotoli anche con conoscenze di un possibile futuro.

…pensandoci bene, stava sicuramente pensando ai cento e uno modi in cui tutto potrebbe comunque andare a rotoli con conoscenze di un possibile futuro.

...o almeno spero, ammendò Ichigo.

E ora sì, Kisuke era divertito.

Esasperato, prese la decisione di ignorare al momento suo marito e riportare la sua attenzione sul suo pubblico. Battendo le mani, Ichigo annunciò "Ok. Così; dopo la lezione di storia… Quarta Guerra Ninja e perché è successa."

Umidendosi le labbra, Ichigo iniziò finalmente a raccontare "Così, allora, una piccola premessa: Uchiha Madara è ancora vivo."

…o almeno ci provò…

Prima che chiunque potesse interromperlo, Ichigo continuò come se fosse una dannata maratona "Se siamo fortunati morirà entro il prossimo anno, ma sinceramente è meglio se lo uccidete il prima possibile-" puntando gli occhi verso Minato che lo guardava allibito disse "più tardi ti dirò dove è il suo nascondiglio-" prima di continuare come se niente fosse "così come all'essere nero che si è attaccato a Madara e che sta manipolando quel povero uomo in un folle e falso piano per la pace del mondo mentre in verità vuole usarlo per resuscitare sua madre, ovvero Kaguya Otsutsuki, la madre dell'Eremita delle Sei Vie e suo fratello."

Silenzio.

"…Cosa!?" fu la risuonante esclamazione che uscì dalle bocche dei ninja e daemon.

Sospirando e massaggiandosi le tempie, Ichigo provò a spiegare "Quando Kaguya fu fermata dai suoi due figli, prima che lei fosse sigillata, ha dato vita a uno strano essere amorfo nero, una sua volontà si può dire, che va con il nome di Zetsu, e il suo unico scopo è per liberare sua madre dalla sua prigione. Sono secoli che questo essere manipola la storia da dietro le quinte nel tentativo di raggiungere il suo scopo, e finalmente con Madara ha finalmente recuperato uno dei pezzi chiavi per spezzare il sigillo."

Giungendo le mani, fissò stanco il suo pubblico "Durante la sua battaglia contro Hashirama, Madara gli ha rubato del materiale genetico, dopodiché, dopo aver ingannato la morte con il potere della tecnica oculare Izanagi, se l'è impiantato nel proprio corpo e in un momento imprecisato più tardi è riuscito a risvegliare il Rinnegan, lo stesso dojutsu che possiede l'Eremita dellle Sei Vie."

"...aspetta, aspetta, aspetta!" esclamò Minato "Mi stai dicendo che il Rinnegan non è un mito!?"

Ichigo lo fissò piatto "Sì." Fu la sua altrettanto piatta risposta "E al momento quegli occhi stanno vagando per Ame no Kuni" Minato aprì la bocca per chiedere "ma ci arriveremmo più tardi." La testa del jounin-sensei crollò un po' al suo tono.

Con voce frustrata e lamentosa, Minato si lamentò "Tu non puoi dirmi che il Rinnegan esiste e poi dire dopo."

Frustrato Ichigo ribatté aspro "Posso e lo farò." Per poi con tono più calmo aggiungere "E poi non è come se io sia l'unico a sapere chi diamine ce li ha. Jiraiya sa benissimo chi diamine è in possesso al momento degli occhi."

Minato batté le palpebre, confuso "Cosa?"

Alzando gli occhi al cielo e pregando per la pazienza, rispose "La prossima volta che vedi Jiraiya, chiedigli di ciò che ha fatto ad Ame dopo la Seconda Guerra Ninja. Scoprirai che tu non sei l'unico studente che lui abbia mai avuto."

"…eh!?" fu la sua molto eloquente domanda del biondo jounin, ma Ichigo fece finta di non averlo sentito, per continuare con il suo racconto.

"Così, Madara risveglia il Rinnegan, e poi evoca, grazie al potere dei suoi nuovi occhi, la Statua Diabolica di nuovo sulla Terra." Gesticolando verso la Luna, precisò "Ovvero il corpo rinsecchito del Juubi, ovvero il rinsecchito Albero Divino che era stato sigillato sulla Luna da Hamura e Hagoromo."

"Quindi Kaguya è già stata disigillata?" chiese il nibbio-daemon.

"Ti assicuro" rispose Ichigo con una nota di scuro divertimento nella voce "che se Kaguya fosse già stata liberata, ve ne sareste accorti. E già morti e sepolti."

Con quella cupa constatazione, grattandosi una guancia, Ichigo riprese "Quindi, fatto questo, e dopo diverse altre cose, Madara si lascia morire, si fa resuscitare giovane, dichiara guerra a tutte le Nazioni Elementali – ovvero la Quarta Guerra Ninja – in modo che potesse catturare tutti i Bijuu, e i jinchuriki per proxy, così che potesse ficcarli dentro la Statua per riunire tutto il chakra del Juubi che l'Eremita delle Sei Vie aveva diviso tra i Bijuu quando li creò, in modo che potesse 'risvegliare' il Juubi, diventare il suo jinchuriki e finalmente poter realizzare il suo piano. Ovvero il piano dell'Occhio Lunare, ovvero potenziare lo Tsukuyomi grazie al chakra del Decacoda e rifletterlo sulla Luna in modo che il genjutsu si rifletta sul mondo intero e far cadere tutti gli esseri viventi in realtà illusoria in cui tutti erano felici."

Scuotendo la testa miseramente, Ichigo non poté evitare di commentare "Un sogno eterno, un illusione per sfuggire alla realtà, alla vita. Per non affrontarla giorno per giorno, per non soffrire più. Ma perdendosi nei sogni vuol dire non vivere più. Annullarsi e annullare il mondo vuol dire rifiutarsi di vivere la dura realtà, non avere il coraggio di affrontare ciò che la vita ci ha dato. Significa vivere in una bugia."

Scuotendo la testa e con gli occhi fissi sulle fiamme del falò, in tono solenne Ichigo finì "Ma alla fine, anche il suo piano non era altro che una bugia. Madara fu tradito da Zetsu Nero, che usò il suo corpo asceso, grazie al chakra del Juubi sigillato dentro di lui, perché richiamasse in questo mondo dalla sua prigione Kaguya. Con Madara lasciato a morire ora che la sua utilità per Zetsu era finita, io e i pochi altri riusciti a sfuggire allo Tsukuyomi Infinito abbiamo combattuto contro questa Dea per risigillarla in una nuova prigione grazie al sigillo che ci ha fornito l'Eremita delle Sei Vie, così che potessimo liberare tutti dallo Tsukuyomi Infinito e dalle grinfie del Juubi che lentamente li avrebbe consumati e trasformati tutti quanti in dei nuovi Zetsu Bianchi."

"E avete vinto, no?" chiese nervoso Obito.

Con un sorriso sbarazzino, Ichigo non poté evitare di prenderlo un po' per il naso "Be', direi che il fatto che io sia qui, significhi che abbiamo vinto."

Con un sorriso imbarazzato, Obito ammise "Eheh, vero."

"…aspetta, aspetta, aspetta!" interruppe il silenzio Rin.

"Tu hai detto che le persone che finiscono catturate dal Juubi diventano Zetsu Bianchi…"

"Sì, e…?"

"…allora perché hai usato parti di quegli esseri per guarire Obito?!" chiese la giovane ninja medico scandalizzata e leggermente in panico mentre Kakashi sbiancava a ricordare quel 'piccolo' dettaglio.

Silenzio.

"COSA!?" esclamarono Minato e Obito e rispettivi daemon.

Grattandosi la nuca, Ichigo si giustificò "Ah, quello. Vedi i correnti Zetsu Bianchi hanno cellule mokuton in loro, cellule coltivate da quelle che Madara ha rubato al Primo Hokage, e visto che il mokuton ha un fattore rigenerante sovrannaturale be', al momento né Konoha o in qualsiasi altro luogo esiste la tecnologia che avrebbe potuto salvare Obito, e se volevo salvarlo, correntemente non c'era altro modo per farlo." La spiegazione la calmò un po', almeno fino a quando Ichigo non poté fermarsi dal commentare "E poi, non è che ho fatto niente che non sarebbe successo comunque se io e mio marito non fossimo intervenuti."

Silenzio.

"Cosa!?" esclamarono per l'ennesima volta ninja e rispettivi daemon.

Sta diventando un po' ripetitivo, osservò Ichigo mentre li osservava con aria esasperata mentre percepiva attraverso il loro legame mentale le risa di Kisuke, e pure quelle di Zangetsu e Benihime.

"Mi avete sentito." Tagliò corto Ichigo "L'unica cosa che vi basti sapere che facendo quello che io e Kisuke abbiamo fatto, abbiamo evitato ad Obito un destino peggiore della morte."

Guardandoli negli occhi, asserì mortalmente serio "In effetti, se tutto va bene, a nessuno di voi attenderà il triste destino se le cose fossero andate come sarebbero dovute andare senza l'intervento di me e mio marito."

Quello sembrò sorprenderli, ma Ichigo non voleva davvero scendere in dettagli, non voleva rivelare la completa verità, avrebbe finito solo per far loro più male che altro. Non dopo, che li aveva salvati.

Con uno schiocco, Kisuke chiuse la pergamena "Comunque ci sono ancora alcune cose che devono essere risolte prima che possiamo dire con certezza la Quarta Guerra Ninja non scoppi. …o almeno non per gli stessi motivi."

Avendo finalmente finito di compilare la pergamena che aveva iniziato a scrivere non appena avevano finito di mettere su il campo per la notte, Kisuke si intromise nella conversazione.

Come l'unica persona ad non essere stato coinvolto in alcun modo durante gli eventi successi nell'altra realtà poiché giunto lì solo dopo la fine della guerra, Kisuke aveva la visione più obiettiva di tutti quelli coinvolti, ma solo perché Kisuke, curioso come lo scienziato che è, aveva finito per disseppellire tutti i fatti successi negli ultimi cento anni per comprendere ciò che era successo e in che razza di guaio Ichigo aveva rischiato di morire.

Quindi Kisuke, nonostante fosse la persona più esterna all'intera vicenda, era anche l'unica persona 'viva' che aveva tutti i fatti, per la costernazione di tutti e le grasse risate di Ichigo.

"La cosa più importante che va fatta prima che questa guerra finisca è uccidere Madara e Zetsu Nero, così che non possano mai più tramare la fine di questo mondo. Al momento si nascondono nella località conosciuta come Cimitero delle Montagne, in una delle tante cave sparse per la regione." Li informò il biondo shinigami, con Ichigo che annuiva al suo fianco.

"Già, non vorrei che quei due non nascessero solo perché la loro 'reincarnazione' precedente non è ancora morta al momento della loro concezione." Rifletté Ichigo, facendo girare non poche teste mentre cercavano di capire ciò di cui stava parlando.

Non che Ichigo avesse intenzione di spiegarsi, sia lui che suo marito avevano concordato via link mentale che non c'era bisogno che sapessero ogni singolo dettaglio, ed è per questo che ignorò i loro sguardi curiosi e con finta aria svogliata si voltò verso Minato dichiarando "Tra l'altro, Namikaze-san, non appena ha il potere di farlo, mi faccia un piacere – così come un servizio pubblico per il mondo – e ci liberi tutti quanti dalla nociva presenza di Danzou Shimura."

Ignorando le loro facce allibite, rincarò la dose "Seriamente, lo faccia. Il suo continuo intrigare ha già causato abbastanza tragedie, e se non viene fermato non farà altro che causarne altre."

Notando che non c'era bisogno del suo intervento Kisuke si mise a revisionare la pergamena, per controllare che non avesse dimenticato niente.

"Come puoi chiederci di fare qualcosa del genere?" ringhiò la gheparda-daemon, quando riuscì a recuperare la parola dopo tale sconvolgente richiesta.

Grattandosi una guancia con aria pensosa, Ichigo iniziò a spiegare "Io non mi ricordo tutto ciò che ha fatto nell'altra realtà, sinceramente al tempo avevamo dei problemi più grandi di cui occuparci che compilare l'intera lista delle sue offese, ma quelle che spiccavano di più erano: sperimentazione umana non autorizzata, creazione di un suo personale esercito di ninja a cui ha fatto il lavaggio del cervello, sequestro di bambini sia da famiglie civili che tra quelli tra i vari Clan di Konoha da aggiungere al suo personale esercito, ricatto, coercizione, tramare alle spalle dell'Hokage, fomentazione dei conflitti sia dentro che fuori Konoha, sabotamento di varie missioni condotte dai ninja di Konoha…"

Massaggiandosi il mento con aria pensosa fece finta di non vedere le loro facce orripilate alla sua lista generica, e continuò come se stesse pensando ad alta voce e non fosse un deliberato modo per mollargli in grembo ulteriori bombe "…be', ci sarebbero anche altre cose… ma non credo che vi interessino visto che non sono ancora successe…"

Ichigo non li guardò, ma sapeva che il suo pubblico pendeva dalle sue labbra, infatti i ragazzini e i loro daemon protestarono veementemente alla sua assunzione.

Con un teatrale sospiro, come se lo considerasse un fastidio rivelare ulteriori possibili crimini futuri di Danzou, concesse come se fosse per lui un fastidio "Va bene, va bene… vi dico quelli che mi ricordo."

Ichigo aprì la bocca, tutti si protesero verso di lui avvinti e desiderosi di sapere…

"Ma anche no."

Tutti ci rimasero male, infatti diversi ulteriori lamenti di protesta sorsero tra i giovani ninja.

"Ma perché no!?" sorse tra tutte le altre voci la voce fischiante del nibbio-daemon di Obito, e con aria piatta, Ichigo rispose "Perché lo dico io."

Riportando gli occhi sull'unico ninja adulto della combriccola, e di cui Ichigo era sicuro che aveva notato ciò che stava facendo visto che aveva parlato tranquillamente del passato ma riluttantemente del futuro e senza rivelare alcun nome oltre ai pochi nominati durante la lezione di storia, si rivolse con tono serio "Tuttavia c'è un evento che…" schioccando le labbra, chiese "Ti ricordi che prima ho detto che so dove al momento è il Rinnegan? Così come che lo sa Jiraiya?"

Minato annuì.

"Ok, così, al momento il Rinnegan è in possesso di Nagato, e gli è stato impiantato da Madara al posto dei suoi veri occhi quando era molto giovane, così che Madara potesse sfruttarlo un giorno come pedina sacrificale per la sua resurrezione."

"…aspetta," lo interruppe Kakashi "mi stai dicendo che questo Nagato ha il Rinnegan perché Madara gli ha impiantato i suoi occhi?"

"Già," rispose Ichigo senza allegria "è andata proprio così. Tra l'altro, Nagato, insieme ai suoi due amici Konan e Yahiko, sono il motivo per cui Jiraiya è rimasto ad Ame dopo la Seconda Guerra Ninja. La completa motivazione del perché l'abbia fatto puoi chiederla direttamente al tuo sensei" disse Ichigo rivolgendosi direttamente a Minato "ti basti sapere al momento che, se tutto va come è andato anche di là, se vuoi ulteriori prove delle malefatte di Danzou, il vostro 'stimatissimo' consigliere dovrebbe essersi già alleato con Hanzo di Amegakure per ottenere non so come la carica di Quarto Hokage. …non che sia servito a molto."

"E questi due fatti come si collegano?" chiese Minato, sguardo attento.

"E' semplice. Nagato, Yahiko e Konan hanno creato negli anni un organizzazione di nome Akatsuki con lo scopo di portare la pace in Ame no Kuni e consequenzialmente al momento si stanno opponendo ad Hanzou e al suo regno. Tra qualche mese, penso entro la fine del prossimo anno, ci sarà un incidente orchestrato da Hanzou e Danzou nel tentativo di eliminare loro e la loro organizzazione, ma finirà solo con la morte di un sacco di gente, tra cui svariati membri della Radice" a quello gli occhi di Minato si spalancarono "e anche di Yahiko."

"La sua morte finirà per essere la miccia che scatenerà l'odio di Nagato e ti assicuro che tu non vuoi che qualcosa del genere succeda. C'è un motivo se il Rinnegan è considerato il dojutsu più potente di tutti quelli esistenti. Senza contare" e qui spuntò un sorrisetto sornione sulle labbra di Ichigo "che Nagato è un Uzumaki, sono sicuro che Kushina sarà felicissima di sapere che altri membri del suo Clan sono sopravvissuti alla distruzione di Uzushio. Così come per Jiraiya della continuata sopravvivenza di tutti i suoi studenti."

Alzando gli occhi al cielo, Ichigo prese nota che il cielo non era più nero pesto, ma che si stesse schiarendo, e dichiarò perentorio "Ma per il momento tagliamola qui."

Prima che potessero protestare, Ichigo alzò la mano e si zittirono alla sua silenziosa richiesta di silenzio "Lo so che siete curiosi, e posso ben capire il perché, ma se ci mettessimo a snocciolare ogni singolo evento successo nel futuro dell'altra realtà rimarremmo qui bloccati fino alla fine di questa Guerra. Senza contare che non manca molto all'alba e io ho bisogno di eseguire un ultima operazione prima anche solo pensare di intrattenere ulteriori conversazioni sul futuro."

Puntando gli occhi su Obito, senza perdere tempo chiese "Ma prima di procedere: Obito, so il motivo e le circostanze per cui hai donato un occhio a Kakashi, quindi non posso non chiederti, rivuoi il tuo occhio indietro?"

Tutti rimasero interdetti, nessuno di loro si aspettava una domanda del genere.

Forse più avanti, quando tutto si fosse calmato, magari questa domanda sarebbe sorta spontanea da parte di Kakashi, ma sicuramente non così presto.

Tutti si voltarono verso Obito, con il fiato sospeso – Kakashi più di tutti, perché dopo tale cambio di cuore dopo il crollo della caverna e il sacrificio dell'Uchiha per salvargli la vita, avrebbe accettato qualsiasi sua decisione – e Obito e il suo daemon si fissarono intensamente negli occhi, una conversazione silenziosa che i due attraverso il link mentale tra umano e il proprio daemon, e solo dopo qualche secondo per far aumentare la suspense (perché in verità avevano già deciso non appena lo shinigami gli aveva posto la domanda), si rivolse verso il dottore e rispose con sicurezza "No. Voglio che lo tenga Kakashi."

In quel momento il nibbio-daemon mutò lievemente forma, come se avesse cambiato sottospecie di rapace, e questa leggera trasformazione non passò inosservata agli occhi acuti dei due spiriti zanpakuto, che per l'intera durata della spiegazione erano rimasti appartati per fare la guardia in modo che nessuno li disturbasse in un momento così delicato, ma non si degnarono di notificarlo ai loro branditori.

Dopotutto non erano fatti loro.

Ichigo sorrise soddisfatto alla risposta, e con un gesto plateale gli mostrò la mano che aveva il globo di legno che aveva intagliato fino all'arrivo di Minato.

"Perfetto. Allora questo andrà a te."

Sotto i loro sguardi confusi, spiegò "E' un occhio artificiale, uno dei tanti tipi di protesi che sono stati sviluppati dopo la Quarta Guerra. Se sei d'accordo, potrai usarlo in sostituzione dell'occhio che hai donato."

"Io… davvero?" chiese Obito, scosso da tale generosità.

"Yup." Rispose il dottore con un sorriso sincero, per poi chiedere con tono giocoso "Allora, che ne dici, lo impiantiamo?"

Obito puntò lo sguardo del suo unico occhio verso Minato-sensei, in cerca di consiglio.

Il jounin-sensei ci rifletté sopra attentamente. Nonostante quanto avessero aiutato i suoi studenti (e non poteva negare che senza il loro aiuto le cose per i suoi studenti sarebbero andate molto diversamente – sinceramente da ciò che avevano implicato e il rapporto che gli avevano dato Rin e Kakashi, aveva un brutto sospetto su come le cose sarebbero potute andare, soprattutto per Obito) non poteva evitare di sospettare che tutto questo non fosse nient'altro che un complicato schema per eliminarli tutti e indebolire Konoha.

Ma non aveva potuto fare a meno di notare che i due non avevano mai, neppure di sfuggita, implicato il loro desiderio di entrare a Konoha, anzi, da come Kurosaki aveva minacciato Urahara, sembravano un po' ansiosi di andarsene il prima possibile.

Ma alla fine fu il commento del suo daemon 'mi sembrano sinceri' che decise di fidarsi dei due viaggiatori. Sperava solo, che non sarebbe finito per pentirsene.

Con un cenno brusco del capo, Minato diede il suo consenso.

"Perfetto." Dichiarò Ichigo per poi rivolgersi verso Kakashi "Visto che ora hai lo Sharingan e non puoi fare granché per evitare il continuo drenaggio di chakra dovuto al tuo nuovo occhio… avrei una soluzione per aiutarti con tale problemino, così non finirai per essere cronicamente stanco."

Ignorando le facce dei ninja a tale dichiarazione – come stava facendo dall'inizio praticamente, perché anche se lui era tutto sul consenso, sapeva benissimo che a conti fatti li stava manipolando a fare come diceva lui (essere il marito di Kisuke aveva finito per fargli sviluppare una vena manipolativa senza volerlo) – gli mostrò un ampollina con un grumo di cellule che avevano ricavato dagli Zetsu Bianchi e che aveva conservato proprio per tale possibilità "Queste sono l'ultimo lotto di cellule mokuton che abbiamo ricavato dagli Zetsu Bianchi di prima, se sei d'accordo vorrei usarle per evitare che lo Sharingan ti mangi tutto il chakra così come evitare cecità permanente all'occhio se tu e Obito doveste mai sviluppare il Mangekyo Sharingan."

"Come diamine sai del Mangekyo Sharingan!?" non poté evitare di chiedere Obito sorpreso.

Con una smorfia riluttante, Ichigo ammise "Ho curato Kakashi, intendo il Kakashi dell'altra realtà, molte volte negli anni, e più di una volta a causa del suo uso eccessivo dello Sharingan. E sì, i due di voi di quella realtà avevano sviluppato il Mangekyo Sharingan."

Con un groppo in gola, Obito, l'unico dei presenti a sapere come tale Sharingan si sviluppasse chiese con tono spaventato "Come?"

"Be', mettiamola così" disse Ichigo con tono indisponente e puntando gli occhi verso il ninja medico e unica ragazza del gruppo "Rin, se mai decidi di commettere il suicidio perché qualcuno ti ha sigillato un Bijuu in corpo con un sigillo preposto a rompersi non appena entri dentro i confini di Konoha, fammi un piacere, non farlo via Chidori. E' traumatizzante, per tutti. Sia per te che muori, sia per Kakashi che hai usato senza il suo consenso per suicidarti, sia per Obito che in quel momento non ha potuto fare nient'altro che assistere impotente al tuo suicidio tramite la persona a cui aveva chiesto di proteggerti come suo ultimo desiderio."

Con finta calma, riportò la sua attenzione su Obito, che lo fissava, come tutti gli altri, con aperto orrore alla sua rivelazione "Ho risposto alla tua domanda?" chiese Ichigo retorico.

Con aria scioccata, Obito e il suo daemon non poterono fare nient'altro che annuire con aria inorridita.

"Meraviglioso. Allora muoviamoci, non manca molto all'alba e le operazioni agli occhi non sono mai esattamente veloci."

Alzandosi in piedi, e forzando Kakashi e Rin a muoversi per aiutarlo nell'operazione, e trascinandosi dietro Obito e corrispettivo daemon tramite il reishi contenuto nella sua ombra, Ichigo li costrinse a superare, o almeno mettere da parte per il momento, anche quest'ultima scioccante bomba così che potessero concentrarsi su ciò stavano per fare.

Vedendo che i giovani erano distratti da suo marito, Kisuke prese l'occasione al volo, e si avvicinò al futuro Quarto Hokage, così che potessero avere una conversazione lontana dalle orecchie dei ragazzini. Erano già stati traumatizzati abbastanza dalle verità che Ichigo non si era risparmiato di rivelar loro, per quanto aveva cercato di ammorbidire il colpo più volte, ma visto quanto fosse ancora irritato da prima, non sempre era riuscito a evitare da essere tagliente nella consegna.

"Namikaze-san." Lo chiamò a bassa voce e porgendogli la pergamena su cui aveva scritto fino a poco prima "Prenda questo."

"Cos'è?" chiese prendendolo in mano e notando che non fosse sigillata.

"Informazioni." Spiegò Kisuke "Informazioni sulle cellule mokuton, il Mangekyo Sharingan in generale e quello di Kakashi e Obito in particolare, le coordinate esatte dell'ubicazione di Madara e Zetsu… e il futuro."

A questo Minato lo guardò dritto negli occhi, una mezza accusa negli occhi.

"A parte su Madara e Zetsu e pochi altri, non avete rivelato molto su ciò che è successo nel futuro."

"Lo so." Ammise facilmente Kisuke "Io e Ichigo abbiamo deciso prima che voi arrivaste qui che sarebbe stato meglio non rivelare troppo di ciò che è successo nell'altra realtà, almeno non davanti ai ragazzi. Non c'era bisogno di gravarli con tale conoscenza."

"Però sul suicidio di Rin, Kurosaki-san non si è trattenuto."

"Il suo suicidio è stato uno dei fattori che ha fatto scoppiare la guerra, Namikaze-san. Abbiamo ritenuto che fosse opportuno che i ragazzi fossero avvertiti di tale risvolto. Almeno forse, nella sfortuna che tale evento capiti anche in questa realtà, esiste ora l'eventualità che i tre faranno una scelta diversa da quella che hanno fatto nell'altra."

Minato chinò leggermente la testa, in riluttante accettazione alla sua spiegazione.

Nascondendo la pergamena in una tasca segreta dentro il suo smanicato, Minato chiese "Quindi… il futuro?"

"E più." Rispose Kisuke con un sorriso enigmatico "Ichigo ha saltato molti dettagli durante il suo racconto, e solo in parte per una questione di tempo, ma lì dentro è contenuto un resoconto dettagliato di tutti e dei vari eventi che hanno portato allo scoppio della Quarta Guerra Ninja, così come di ciò che è successo durante la guerra e pure di alcuni eventi importanti che sono successi dopo la fine della guerra."

Con tono più serio, lo scienziato gli ricordò "Si ricordi Namikaze-san, che il passato e il futuro di cui stiamo parlando è di una realtà comunque diversa da questa, ci potrebbero essere delle differenze da ciò che noi sappiamo è successo lì e ciò che è successo qui. Quindi non prenda mai certe decisioni basandosi solo su ciò che le abbiamo rivelato."

Minato annuì in assenso.

"Non prenderci per degli sciocchi," brontolò la ghepardessa-daemon "non siamo stupidi da seguire ciecamente le istruzioni di due virtuali sconosciuti."

"Lo so" confessò lo scienziato "è il motivo per cui io e Ichigo abbiamo deciso che queste informazioni sarebbero state al sicuro nelle mani di Namikaze-san. E le vostre zampe." Finì amicando verso il daemon.

Tale confessione sembrò rabbonire la ghepardessa.

"Chi pensi che sarebbe opportuno informare delle informazioni contenute nella pergamena?" chiese Minato, tenendo un occhio puntato verso i suoi studenti e il dottore.

"Di sicuro la vostra fidanzata Uzumaki Kushina, avrete sicuramente bisogno del suo aiuto per creare un sigillo capace di intrappolare permanentemente un essere come Zetsu, poi per il resto è a vostra discrezione, Namikaze-san."

Minato e il suo daemon non poterono evitare di guardarlo un po' sorpresi alla dimostrazione di fede. "Davvero? Nessun suggerimento?"

Kisuke lo guardò con aria divertita "Namikaze-san, noi non siamo venuti qui per salvare qualcuno, né per salvare il futuro, siamo giunti qui solo a causa della mia curiosità. E se non fosse che siamo amici con versioni alternative di Kakashi-san e Obito-san, ce ne saremmo potuti andare via di qui senza neppure sollevare un dito per aiutare il vostro team."

Riportando la sua attenzione su suo marito Kisuke finì "Alla fine, delle informazioni che vi abbiamo dato, sta a voi e al vostro team decidere che cosa farne. Questo è il vostro mondo, non il nostro, non abbiamo nessun diritto di fare certe scelte per conto vostro."

"Capisco." Disse Minato, un po' sollevato e un po' spaventato da tale fardello.

"E poi, non è come se abbiamo intenzione di rimanere qui molto a lungo. Non appena il ponte Kannabi è stato distrutto e voi siete tornati sani e salvi dentro i confini di Konoha, io e Ichigo riprenderemo la strada per andare nell'altra realtà come avevamo programmato se io non avessi deciso di prendere una deviazione. Quindi, qualsiasi cambiamento concreto, sta a voi."

"Ah, vedo." Mormorò Minato, e confermandogli una teoria che il jounin aveva intuito dal come i due shinigami si erano comportati durante il loro intero incontro.

"Mmm… sembra che abbiano finito," Commentò Kisuke, notando che Kakashi si era sollevato da dove si era sdraiato così che Ichigo potesse piantargli le cellule mokuton, e che Rin stava finendo di richiudere la cicatrice che si era procurato precedentemente quel giorno e che avevano usato come ricettacolo delle cellule mokuton "Con Kakashi-san. Penso che sia meglio che aiuti Ichigo con Obito-san. Questo tipo di impianti sono sempre i più difficili da cablare come si deve."

E detto questo, Kisuke si alzò e si avvicinò al gruppo, e Minato e il suo daemon non persero un attimo a seguire il esempio.

Stringendo la pergamena tra le mani, e pensando al cruento possibile destino che li attendeva nel futuro, Minato promise a se stesso che avrebbe fatto tutto il possibile per assicurare un futuro felice a Kushina, il suo team, e tutte le altre persone a lui importanti.

Sì, pensò mentre guardava il suo team malmenato, avrebbe fatto di tutto per evitare il possibile orribile destino che li attendeva.
 



Kisuke osservava da dietro le fronde di un albero la macerie che un tempo formavano il ponte Kannabi, con Benihime materializzata al suo fianco nella forma di volpe mitologica, mentre lasciava i suoi sensi aperti a qualsiasi possibile minaccia, sia da parte di shinobi ostili che Zetsu Bianchi.

Avvolto dall'ombra generata dalla cicatrice sulla corteccia di un albero più un là, Ichigo e Zangetsu erano solo mezzo visibili nel mondo materiale mentre lasciavano la maggior parte dei loro corpi, più Obito e il daemon del ragazzo, dentro gli oscuri confini del portale che i Quincy usavano come metodo di teletrasporto tra le varie dimensioni.

Non era il metodo preferito di Ichigo di trasporto tra le varie dimensioni, e neppure il metodo che odiava di più (in effetti Ichigo usava indiscriminatamente qualsiasi metodo per viaggiare da un luogo all'altro, il metodo dipendeva solo dal capriccio del momento), ma negli anni aveva notato che se voleva trasportare del cargo prezioso, usare le ombre per farlo era il metodo migliore.

Meno possibilità di possibili disastri rispetto agli altri.

Quando vide i ninja di Konoha ritirarsi dal loro obiettivo portato a termine, Kisuke prese posizione lungo uno dei fianchi del team, mentre Ichigo prese l'altro, e insieme ai ninja e ai loro daemon, si allontanarono in fretta da lì.
 



Ichigo e Kisuke salutarono i ninja di Konoha e i loro daemon quando il puntino rosso che erano le porte del villaggio si intravidero all'orizzonte, augurando loro buona fortuna e promettendo ai giovani ninja, se ci fossero riusciti, di tornare a visitarli in tempo per la nascita del figlio del loro sensei, per l'imbarazzo di Minato.

Quando i nativi di questo mondo sparirono dai loro immediati sensi, Ichigo voltò il viso verso la sua destra e chiese apparentemente all'aria "Perché non sono sorpreso che siete venuti voi due a cercarci?"

In un vorticoso risucchio d'aria che era il Kamui, Obito e Kakashi adulti, le versioni della realtà che i due shinigami conoscevano e visitavano da anni, comparvero al loro fianco.

"Be', Ichigo-san," rispose Obito con tono saccente "probabilmente perché siamo i due ninja con meno possibilità di morire in maniera stupida attraverso lo spazio-tempo."

Roteando gli occhi alla risposta impertinente, puntò gli occhi verso Kakashi "Dimmi la verità, Kakashi, tu hai rischiato di perderti nell'infinito solo per sfuggire alle montagne di scartoffie che ti attendono sulla tua scrivania, vero?"

Il Rokudaime Hokage batté le palpebre con aria angelica e fintamente scandalizzato "Ichigo-san! Io non lo farei mai!"

Il dottore lo fissò con espressione piatta, prima di roteare gli occhi in chiara indicazione di quanto credeva alla sua mascherata.

Ma tutti quanti loro sapevano benissimo il vero motivo per cui Kakashi aveva seguito Obito, e nessuno di loro sentiva il bisogno di affermare l'ovvio.

"Direi che è arrivato il momento di incamminarci." Si intromise Kisuke con un sorriso divertito, e la lanterna di carta contenente la sua farfalla inter-dimensionale in mano "Abbiamo un matrimonio a cui attendere."

Fece un passo per andare, ma Kisuke si fermò di colpo come se colpito da un fulmine, e con aria ansiosa chiese "Perché non ci siamo persi il matrimonio, vero?"

I due ninja di Konoha scossero la testa in no.

"Ah, meno male." Sospirò di sollievo lo scienziato per essersi salvato dall'ira funesta di suo marito prima di sparire attraverso il varco inter-dimensionale.

Mettendo da parte per il momento il possibile battibecco tra il dottore e Kakashi, che in qualsiasi altra occasione sarebbe stato piacevole da indulgere e da assistere, Ichigo e i due shinobi tirarono fuori le loro personali lanterne e farfalle, e si affrettarono a seguire lo scienziato attraverso lo spacco dimensionale che li avrebbe condotti alla realtà natale dei due ninja.

Ma prima di seguire Kisuke attraverso i sentieri che univano i mondi, Obito osservò il punto in cui il se stesso di questa realtà e team annesso erano spariti alla vista e mormorò burbero "Grazie."

Kakashi non disse niente, ma i suoi occhi esprimevano tutta la gratitudine che non riusciva a vociare, prima di seguire Obito attraverso lo spacco.

Ichigo scosse semplicemente la testa. Sapeva perché li avevano ringraziati, e non ci vedeva niente di straordinario.

Ma forse, pensò osservando per un ultima volta questa realtà, è per la possibilità che abbiamo dato alle loro versioni di sé di qui. Forse sapere, avere la prova concreta, che la loro vita avrebbe potuto andare diversamente, è un balsamo per la loro anima danneggiata dagli eventi della vita che li ha portati ad essere quelli che sono ora.

Spero che dia loro sollievo, e non tormento. E con questo pensiero finale, Ichigo salutò, per il tempo essere, questa realtà e si affrettò a seguire suo marito e i suoi amici.

Come una gola nera vorace, la fenditura si chiuse dietro di loro, lasciando dietro di sé un paesaggio immacolato, come se dei viaggiatori inter-dimensionali non fossero mai passati di lì.

Nel silenzio della foresta, le tracce della loro presenza in questo mondo svanirono con un sospiro.

 











 

 

Note dell'Autrice:
...ed è per questo che a volte non sono super entusiasta di fare storie multi-capitolo. Ho lasciato il capitolo a vegetare nel mio pc un po' troppo a lungo per i miei gusti, ma ah, be', finalmente è qui. Siate felici di questo.
Comunque, la storia è tecnicamente finita, manca solo un epilogo piccolo piccolo. Che pubblicherò nei prossimi giorni, visto che è già fatto e finito.
Spero vi piaccia il capitolo. So che è lungo, logorroico e con un infinità di spiegazioni in mezzo ma... che vi potete aspettare da due - Ichigo - che vogliono andare via da lì il prima possibile ma non vogliono lasciare nella merda queste versioni dei loro amici in questa realtà? Lunga spiegazione cercando di buttarci dentro il più possibile ma cercando anche di non traumatizzarli troppo. Su questo ultimo punto non sono sicura che ci siano esattamente riusciti.
Comunque, sono felici di poter dire che questa storia è quasi finita.
Ci vediamo per l'epilogo!

 
  
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