Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Nymeria87    23/09/2021    0 recensioni
partendo da una base di accadimenti autobiografici realmente accaduti, eccovi una Jonsa contemporanea con un Jon ooc, nuovo vocalist dei Direwolves, la band nata da Robb e i suoi inseparabili. Vi catapulto nuovamente nella dimensione goliardica di casa Stark, e tra gli interessanti eventi che si andranno a delineare. Mi sono divertita a scavare nei ricordi della mia adolescenza dominata dall'insaziata cotta che ho avuto per il chitarrista della band di mio fratello, qui i risvolti saranno decisamente più felici per la nostra Sansa, spero possiate deliziarvi anche voi nella lettura!
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Margy- prossimo concerto Sabato al Bloody Gate, i ragazzi cenano li: io, te, Arya e Gilly a casa mia, styling completo e poi li raggiungiamo. Non ammetto un no in risposta, se necessario con la palla al piede me la vedo io.
 
Harry: la palla al piede.
Quel cretino alla fine le aveva dato buca con una telefonata dalla voce impastata dall’alcool. Sansa gli aveva fatto una lavata di testa tale che lui le si era presentato il giorno seguente con una rosa rossa in segno di scuse. Una rosa rossa…come se il mondo intero non fosse a conoscenza della sua spropositata preferenza per quelle blu d’inverno…
A volte si chiedeva se il fascino da Capitano della squadra di Football non l’avesse ingabbiata in un’idealizzazione fittizia, celando ai suoi occhi lo sciupafemmine che Margery era convinta che fosse.
Harry era il partito perfetto e l’aria da bravo ragazzo anche se leggermente arrogante era un mix fatale, peccato che alla fin fine non era poi tutto quel fuoco e fiamme che sembrava promettere, soprattutto sotto le lenzuola.
Non ebbe bisogno di pensarci su due volte, Harry non si sarebbe sognato di negarle un’uscita del genere, soprattutto non dopo quella sera.
 
Sans- ok capo!
 
Subito dopo scrisse un messaggio alla palla al piede comunicandogli i programmi per sabato, lui le rispose dicendole che le avrebbe raggiunte al locale in modo da poter passare la serata con lei e riaccompagnarla a casa.
Dei, se sei prevedibile...
 
In quel momento sentì una macchina parcheggiare nel vialetto di casa. Incuriosita si avvicinò alla finestra di camera sua scostando le tende e arrivò appena in tempo per ammirare Jon Snow scendere dalla sua auto per fare un saluto veloce a sua madre, intenta a fare giardinaggio nei pressi del patio.
Robb uscì di casa poco dopo, diede un bacio a Cat e scese i gradini per incontrare l’amico in una stretta fraterna, dopo di chè, i due si avviarono verso il pickup.
Voltatosi per aprire lo sportello, immancabilmente Jon guardò in alto, proprio verso la sua finestra.
Merda...
Un occhiolino e quell’immancabile sorrisetto a fargli capolino dalle labbra.
Sansa roteò gli occhi al cielo in risposta sperando di smorzare la sua boria, anche se quella continua danza tra loro in fondo le piaceva, poi accostò la tenda e si sdraiò sul letto a contemplare il soffitto.
Maledetto lui, con quei capelli che sembrano dipinti riccio per riccio...
Le tornò alla mente l’immagine del concerto di due sere prima, quando l’aveva visto sul palco con i capelli raccolti all’indietro liberandogli il viso, intento a cantare l’ennesima canzone e a scaldare il pubblico con la sua voce graffiante: niente da dire, era perfetto per i Direwolves, con Robb aveva una chimica micidiale e sapeva tenere il palco veramente bene. Il pubblico era rimasto felicemente colpito dal nuovo vocalist della band e riuscire a contenere le ragazze dopo il concerto era stato davvero complicato. Margery si era trovata prepotentemente avvinghiata a Robb per evitare qualunque possibile avvicinamento di genere femminile, mentre Theon era al massimo dell’euforia in quella situazione, nonostante cercasse sempre Jane con la coda dell’occhio. Anche Jon era stato attorniato a sua volta e Sansa lo aveva visto un paio di volte al bancone del locale con diverse ragazze che cercavano di attirare la sua attenzione; sembrava sguazzarci bene anche se ogni tanto i suoi occhi indugiavano sulla sala circostante come a cercare una via di fuga o a pregare che tutto finisse in fretta, si ricordò che aveva riso a quella visione.
Ben ti stà, col tuo fascino da bad boy!
L’aveva incontrato solo dopo all’esterno, nell’area fumatori: aveva appena chiuso la telefonata con Harry ed era nera di rabbia ma quando aveva fatto per rientrare, la porta si era spalancata e ne era uscito Jon ad occhi bassi, intento a sfilare una sigaretta dal pacchetto che teneva in mano.
“Fuggi dalla tua schiera di ammiratrici?” lo accolse lei leggermente acida, quasi a sfogare la frustrazione accumulata. Lui alzò lo sguardo stupito, come colto di sorpresa dal suono della sua voce, sigaretta ancora tra le dita. Poi, inaspettatamente aveva sorriso, ma un sorriso puro, limpido, ne malizioso ne canzonatorio, sembrava semplicemente felice di vederla e Sansa fu inevitabilmente presa in contro piede.
“Hey Sans, ecco dov’eri finita” le disse avvicinandosi e andandole ad accarezzare i capelli come fosse la cosa più naturale del mondo, ignorando completamente la sua stoccata traversa.
“Non ti ho vista per tutta la sera... Allora: piaciuto il concerto?” chiese scostandosi appena e portandosi la sigaretta alla bocca con l’intento di accenderla. Sansa scosse lievemente la testa, completamente disorientata da quel nuovo atteggiamento e sempre più coinvolta da quella danza incostante tra loro, mentre Jon le si allontanò per evitare di inondarla del fumo della sigaretta: “si...si, certo, siete stati pazzeschi a dire il vero! Sinceramente non mi aspettavo ti uniformassi così bene, sembrate proprio aver trovato una vostra dimensione comune” proruppe lei relmente estasiata dalla loro peformance.
“Dici sul serio?” chiese incredulo Jon, assottigliando lo sguardo, realmente lusingato dalle sue parole.
“Carto: tieni il palco da paura, sai muoverti coinvolgendo tutti... sei davvero bravo sai?”.
“Ok, ora mi stai prendendo per il culo” la guardò lui da sotto le folte sopracciglia appena aggrottate, mentre sorrideva scettico.
“No, no Jon, sono seria” lo ammonì lei con occhi lucenti, “la tua voce è perfetta, ha un timbro magentico e il fatto che sia leggermente roca è un valore aggiunto, gli conferisce un che di icisivo e graffiante...” cercò di spiegare lei, non rendendosi ancora conto di essere stata forse, fin troppo entusiasta.
“Graffiante?” chiese lui di rimando avvicinandosi appena.
“Inteso come complimento, è ovvio” si giustficò lei da sotto le ciglia, rendendosi conto solo in quel momento dalla sua inaspettata vicinanza.
Ed eccolo di nuovo quel mezzo sorriso, quello sguardo da predatore, quella luce negli occhi.
Oh, no, no, non così vicino...
“Quindi, ti piace la mia voce graffiante, Stark?” domandò diretto lui riacquistando la malizia e caricando lo sguardo di dardi infuocati.
Come diceva Arya? svelta come un cervo e sfuggente come un’aguilla?
“Toni bassi e rochi, mmm? Sai dice molto di te...” continuò lui arrivandole ad un palmo di naso.
Calma come acqua stagnante.
“Ah davvero Snow? E sentiamo cosa direbbe di me, perchè davvero non lo riesco ad immaginare” replicò lei cercando di adottare un tono tiepido, scettico e distaccato, quando la realtà sotto la sua pelle era ben diversa.
“Che sotto l’apparenza da brava ragazza forse si nascondono voglie tutt’altro che pure” le sussurrò lui andando a giocare con le dita sull’estremita della sua maglia di Tommy Hilfiger che spuntava dai jeans.
Sansa inarcò le sopracciglia incredula: “Come scusa?”.
Per i sette non può averlo detto sul serio...
“Mi hai sentito” continuò a guardarla lui con occhi intensi, “non a tutti piace essere provocati, ma i tuoi occhi si animano quando succede” si inumidì le labbra mentre la squadrava, “questo vuol dire solo una cosa...” le sussurrò avvinto inclinando il viso.
Lei lo guardò di rimando, lusingata ma decisa a mantenerlo sulle spine e a restituirgli la moneta a sua volta; si andò a mordere il labbro inferiore, prima di abbassare lo sguardo.
Gli prese il polso della mano che ancora reggeva la sigaretta e lui le fece dare un tiro non smettendola di guardare; Sansa incontrò il suo sguardo ed espirò, direzionando il getto lateralmenre per evitare che la nuovola di fumo caldo osasse infraporsi tra loro: “non pensarci troppo, Snow” gli sussurrò inarcando le sopraciglia; un sorrisetto furbo prima di prendere la porta e rientrare, lasciandolo a contemplare la sua uscita di scena.
 
Sansa non riuscì a trattenersi dal sorridere a quel ricordo: era stata fenomenale, come era riuscita a fuggire da quella situazione non compromettendosi ulteriormente e anzi catturando l’attenzione di lui in una sfida ancora aperta, davvero non se lo spiegava. Quando l’aveva racontato a Margery questa era rimasta totalmente incredula ed estasiata dal fatto che lei, Sansa Stark, fosse riuscita a ridestare la sacra stronza che risiedeva latente nel profondo del suo animo da perfetta girl scout.
“Devo chiedertelo sorella” aveva asserito Arya, “cosa aspetti a mollare il coglione per buttarti a capofitto su Jon?”.
Sansa quasi si era vergognata dal non sapere cosa risponderle, sapeva anche lei che con Harry non andava, non andava in nessun senso, doveva scaricarlo a prescindere da Jon anche se era stato grazie a lui che aveva capito di volere qualcosa di diverso dal rapporto piatto che aveva con Harry.
E il fatto che l’abbia capito nel giro di una sola sera è abbastanza terrificante.
Quante bugie mi sono raccontata in questi mesi?
   
 
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