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Autore: LadyKant    26/09/2021    5 recensioni
A volte quando stai cadendo nel buio hai bisogno di una voce che ti indichi la strada. A volte però la voce è quella sbagliata.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Drago, Gaius, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Un rumore.

C’era stato un rumore e l’aveva sentito, ma che rumore fosse era troppo difficile da mettere a fuoco, ci pensò qualche istante a quanto fosse difficile e poi fu di nuovo il nulla.

Fu una sensazione di freddo a riportarlo a galla, ma era come aprire gli occhi senza farlo, si chiese cosa potesse essere prima che i suoi pensieri si spegnessero lentamente.

Riemerse ancora dall’ombra per qualcosa che aveva stuzzicato uno dei suoi sensi, ma sempre per poco tempo e sempre senza capire cosa fosse.

Successe ancora e si chiese quanto tempo fosse passato da quando era riemerso l’ultima volta ma riaffondò prima di poter pensare ad una risposta.

Poi era cambiato qualcosa, se ne era reso conto perché per la prima volta poteva avvertire quello che lo circondava, sentiva una superficie morbida e calda tutto intorno a sé, ma non poteva muoversi, il suo corpo era pesante ed immobile e poi voci accanto che parlavano tra di loro, non capiva le parole ma quella che sentiva più vicino a sé era proprio bella, solo sentirla così vicino lo faceva sentire tranquillo, poi fu di nuovo il nulla.

Ritornò quando avvertì un tocco gentile sulla guancia, quella bella voce era ancora lì vicino e ora capiva alcune parole, gli stava parlando piano, sottovoce ma gli sembrava un discorso senza senso per dirgli di svegliarsi, che era ora di tornare a casa, che era un idiota, che non aveva mai capito niente, che non poteva farcela da solo, che alternava ricordi a minacce, promesse e rimproveri. Sentiva però affetto in quelle parole, tanto e gli sembrò una cosa che gli era mancata come l’aria, Non aveva fatto altro che cadere e a tratti galleggiare in un buio che solo ora gli era difficile sopportare. Altre volte era riemerso e la cosa lo stancava e confondeva al punto che non poteva fare altro che accettare il buio come un sollievo, un posto dove non pensare, dove niente poteva arrivare tranne lui stesso e dove nessuno poteva intaccare la pace nell’oblio che era la sua casa.

Ma quella voce era come una mano tesa, un eco di qualcosa che sapeva di conoscere, un appiglio a cui aggrapparsi per uscire da quella palude nera e per quanto il nulla fosse un rifugio sicuro, solo le sensazioni che gli dava quella voce gli fecero desiderare per la prima volta di non tornare indietro.

Di chi era quella voce e per la prima volta si chiese, chi era lui? Questa domanda lo congelò, com’era possibile che non se lo fosse chiesto subito.

E intanto quella bella voce parlava e quella mano gentile gli accarezzava la testa e sentiva la sua mano stretta in una più grande e calda, stretta come se fosse importante.

E poi un bacio? Era stato un bacio quel tocco delicato?

“ Torna da me idiota, sono settimane che mi fai fare la parte della ragazza in gonnella, quel ruolo è tuo, per gli Dei io sono un Re! “

E poi la stretta alla mano si fece più forte.

“ So che puoi sentirmi Merlin… “

Merlin, quel nome gli era così familiare che lo riconobbe come proprio.

“ ..hai combattuto tanto, combatti ancora un po' e torna a casa e da me. Non so tutto quello che è successo, ma so cosa mi hai tenuto nascosto e Merlin, davvero, per quanto io sia in collera con te, non osare restare in questo letto ancora, non osare restare dove sei, dove non posso fare nulla “

Un Re? Che lo voleva accanto? Ma chi era e perché sentiva di voler ricambiare il suo tocco, di chiedere scusa. Cos’era successo e perché non ricordava nulla? Troppe domande e lui era talmente stanco. Da quanto era cosciente? Sembrava tanto come mai gli era successo e ora ne risentiva, l’ombra lo stava riavvolgendo, ma per la prima volta sentiva che c’erano sussurri nel buio, un’altra voce?
 
“ Sono bugie…”
 
No, non era una vera voce, sembrava qualcosa di più leggero, un eco di qualcosa
 
“ Non è reale, lasciati andare “
 
Aveva quasi la sensazione che fosse lui stesso a parlare, ma ora era troppo stanco per pensare, troppo pesante per non lasciarsi cadere, anche se dopo quello che aveva provato nel sentire quella bella voce e quella stretta alla mano, la pace che gli offriva il buio non gli sembrava più così assoluta, ma per il momento era ancora più forte di lui e lo trascinò lontano da quelle sensazioni. Per ora.
  
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