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Autore: Shimba97    27/09/2021    1 recensioni
«Irriverente, ma non mi stupisco visto le compagnie che frequenti» il suo sorriso scomparve, per far posto ad un’espressione seria «e non permetto che mi si venga preso in giro» incrociò le mani dietro la schiena, girandogli attorno «adesso non ci sarà quell’angelo caduto a proteggerti»
«cosa intendi farmi? Bruciarmi con le fiamme dell’Inferno?»
L’Arcangelo sorrise, di un sorriso piuttosto sinistro «sarebbe meglio per te, ma no» facendo sbiancare l’angelo.
Cosa aveva in mente?
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Gabriele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io ho scelto te

 
Quando aprì gli occhi la prima cosa che attirò la sua attenzione furono i suoi polsi legati, stretti. Li strattonò, ma non si allentarono, anzi, si strinsero ancora di più e capì che non erano corde normali, ma celesti.
La stanza in cui si trovava era bianca, un altro segno.
Gli occhi quasi gli dolevano per la troppa luce che entrava dalla finestra, ma doveva rimanere in allerta per notare ogni piccolo movimento.
Era passato qualche giorno dall’Apocalisse che non fu e dallo scambio di corpi con Crowley e pensava che entrambi fossero riusciti ad illudere i loro superiori, in qualche modo.
Avevano brindato ad un nuovo inizio, al mondo, ma era stato portato via di forza dalla sua libreria, proprio mentre aspettava Crowley per pranzare insieme.
Crowley.
Chissà se era già arrivato. Se avesse intuito il suo rapimento, se lo stava cercando.
Sperava di sì, non gli piaceva per niente quella situazione, ma un demone non poteva salire fino al Paradiso, quindi in ogni caso non aveva nessuna via di fuga.
I suoi pensieri vennero bloccati nel momento in cui dalla porta entrò proprio colui che non voleva vedere: l’Arcangelo Gabriel.
Alzò lo sguardo verso di lui, sostenendolo, tenendo a bada l’agitazione di quel momento.
«Ciao, Aziraphale»
«Gabriel»
«Sai, stavolta devo dire che me l’hai quasi fatta, a prendermi in giro» si avvicinò a lui, col suo solito finto sorriso che illuminava la bocca ma non gli occhi «ma noi esseri sovrannaturali non cadiamo in questi tranelli umani»
«Davvero? Mi sei sembrato piuttosto sorpreso al momento della mia punizione» si fece scappare, senza riuscire a tenerlo dentro.
«Irriverente, ma non mi stupisco visto le compagnie che frequenti» il suo sorriso scomparve, per far posto ad un’espressione seria «e non permetto che mi si venga preso in giro» incrociò le mani dietro la schiena, girandogli attorno «adesso non ci sarà quell’angelo caduto a proteggerti»
Aziraphale lo seguì con lo sguardo, diventando più attento «cosa intendi farmi? Bruciarmi con le fiamme dell’Inferno?»
L’Arcangelo sorrise, di un sorriso piuttosto sinistro «sarebbe meglio per te, ma no» facendo sbiancare l’angelo.
Cosa aveva in mente?
«Vuoi uccidermi? Non puoi farlo, Lei ti fermerebbe»
«Oh no, non intendo ucciderti, ma sai, un mio dipendente non può mentirmi per 2000 anni senza avere ripercussioni, specialmente se mi fa fare brutta figura con l’Inferno» vide avvicinarsi Michael, brandendo la spada infuocata, la sua spada infuocata.
«La riconosci? È la spada che hai dato via ad un insulso umano per che cosa, per difenderli? Adamo ed Eva avevano deciso di piegarsi al peccato, proprio come te» avvicinò pericolosamente la lama al suo petto «quel demone ti ha portato alla rovina e tu glielo hai lasciato fare» sferrò un colpo, lacerandogli il suo completo in tartan, facendolo gemere dal dolore. Dal suo corpo umano uscì del sangue, che imbrattò la camicia candida «hai avvelenato il tuo corpo con il cibo umano, infrangendo un peccato capitale, la gola» lo colpì ancora, in modo perpendicolare all’altro colpo, ferendolo ancora di più.
Aziraphale poté solo cercare di evitare più danni possibili, ma non poteva muoversi e Gabriel era arrabbiato, furioso. Alzò lo sguardo verso di lui, con lo sguardo contrito «la tua… è una vendetta quindi… non c’entra nulla l’Apocalisse che non è stata, ti ho semplicemente rovinato i piani, il semplice angelo che ha fermato un esercito…»
«Stai zitto» sibilò, strappandogli i brandelli della camicia e della giacca ormai rovinati, rivelando il suo petto arrossato ed insanguinato «non mi sono mai fidato di te e avevo ragione. Se non sei con noi sei contro di noi» lo tirò malamente su, spingendolo in basso «in ginocchio davanti al tuo Superiore!» tuonò, girandogli attorno «non sei un demone, ma neanche un angelo. Queste ali non ti appartengono»
L’angelo voltò lo sguardo verso di lui, con uno sguardo terrorizzato «no Gabriel, a-aspett-AH!» urlò, provando un dolore mai visto, che quasi lo portò a perdere i sensi.
Crollò sul pavimento, respirando a fatica. Non ebbe il coraggio di voltare il viso, perché sapeva cosa avrebbe visto.
Quel bastardo.
Doveva pagarla.

Forse era vero, non era più un angelo degno, ma nemmeno lui lo era. Se lui cadeva avrebbe fatto in modo di ricambiare il favore. Cercò quel poco di forza che gli era rimasta, facendosi leva sulle braccia, sporche del suo sangue «non saprai mai cosa vuol dire amore, Gabriel. E provo pena per te, perché sei così inutile ed inetto» sputò fuori, alzando lo sguardo verso di lui, riuscendo addirittura a sorridere «un Arcangelo vuoto, come ci si sente?»
Gabriel sgranò gli occhi, preso alla sprovvista «riesci ancora a parlare? Sei un angelo senza ali, non potrai mai più venire qui»
«Questo non è il mio posto, non lo è mai stato» si mise in piedi, con le gambe tremanti «è un sollievo non vederlo più»
«Tu, brutto… cadrai!»
«Non è una decisione tua, ma Sua» alzò lo sguardo per un secondo, portandolo poi di nuovo su di lui «e tu non diventerai mai Lei, perché sei un angelo vile e vuoto. E in questo posto siete tutti così, mentre io no e neanche Crowley» disse più duro «ti consiglio, Gabriel, di non scendere sulla Terra, perché potresti non tornare più qui»
«Credi che io abbia paura di voi due?» rise, sprezzante.
«Dovresti, sì. Come hai detto tu non sono più un angelo, senza ali. Quindi posso fare ciò che non potevo prima» lo disse con una tale freddezza che Gabriel rimase immobile e quel sorriso dalle sue labbra sparì, lasciandolo sorpreso e scioccato.
«Addio, Gabriel, per ora» congiunse le mani, chiudendo gli occhi «spero nella tua punizione divina, se Lei vorrà» sussurrò, sparendo lentamente in un alone di luce.
Ci vollero solo pochi secondi prima di tornare sulla Terra e nella sua libreria, poggiando le mani insanguinate sul bancone.
Era finita.
Cosa era adesso? Cosa gli aspettava?


A passi incerti si mosse nel dietro bottega, aprendo l’acqua per levare via il sangue, osservando allo specchio quei tagli profondi ad X sul petto. Prese la spugna, sibilando per il dolore quando le pulì, facendosi poi coraggio e voltandosi lentamente, trovando due solchi insanguinati al posto delle sue bellissime ali, candidamente bianche. Non era rimasto più niente.
Le sue labbra tremarono, sul punto di piangere, ma non poteva dare loro quella vittoria.
Aveva lottato per ciò che era giusto, non per quello che era già stato pianificato.
Aveva un’altra vita da vivere. Una si era arrestata, l’altra era appena iniziata.
Quando alzò lo sguardo verso lo specchio trovò il riflesso di Crowley che fissava la sua schiena con orrore. Il suo viso era sbiancato e gli occhi riflettevano tutta la sua paura, la rabbia, la tristezza.
Aziraphale si voltò lentamente, avvicinandosi a lui «non è niente Crowley, va bene così»
«Come… puoi dire una cosa del genere, angelo? Tu non… è stato Gabriel?»
«Sì, sai che è stato lui, ma davvero, io sono vivo e non pensavo che lo sarei rimasto» poggiò le mani sul suo petto «sono ancora qui con te» le sue mani vennero strette da quelle ossute del demone «volevo tornare da te, a qualsiasi costo» sussurrò, alzando lo sguardo verso le sue labbra «mio amato»
Crowley gli accarezzò il viso arrossato e ferito, con gli occhi lucidi «mi dispiace angelo, avrei dovuto prevederlo, dovevo proteggerti e-»
«Non potevi evitarlo, lo sai. Non dannarti per una cosa che non hai inflitto tu. Ho perso le ali, ma sono ancora un angelo» gli diede un bacio a fior di labbra «Lei non ci aveva punito»
«Ma Gabriel sì» gli accarezzò i ricci biondi, con delicatezza «devo medicarti, queste ferite non spariranno con un miracolo demoniaco»
«Lo so»
«Ti rimarranno le cicatrici»
«So anche questo. Ma è un prezzo che sono disposto a pagare per noi» tornò a guardarlo, più profondamente, perdendosi nei suoi occhi serpentini, innamorandosi ogni secondo di più.
Aveva perso troppo tempo per non cadere in errore, nel peccato, ma l’amore non era uno sbaglio, faceva battere il cuore, unire due anime. Ed anche se Crowley un’anima non l’aveva più, la sua avrebbe fatto per entrambi.


Lo baciò, riversando in quel bacio tutto il suo sentimento, aggrappandosi a lui, bisognoso di sentirlo vicino.
Crowley ricambiò, ma poco dopo si staccò «Aziraphale, devo medicarti»
«Ci sarà tempo mio caro, adesso ho bisogno di questo…» gli sbottonò con lentezza e cura le asole della camicia, sfiorando il suo petto chiaro e liscio «sei il mio angelo» si chinò a baciarlo, soffermandosi dove vi era il cuore, sentendo un lieve sussulto da parte sua. Non era ancora abituato a tutta quella dolcezza, ma stava facendo dei passi avanti.
Crowley d’altro canto non pensava di meritare Aziraphale. Era così puro, angelico e lui così dannato. Tutto il suo corpo descriveva la sua anima perduta, ma accanto a lui, specie in quei momenti in cui mostrava il suo vero essere, sentiva di essere nel posto giusto con accanto la persona giusta.
Ricordava ancora come era nato tutto quello, da una semplice cena a base di sushi ed alcool e forse proprio quest’ultimo li aveva aiutati a lasciarsi andare, perché da allora non si erano più divisi.
Quella sera – ricordava – aveva ammesso di essere inesorabilmente e totalmente innamorato di quell’angelo cicciottello con gli occhi curiosi ma dolci, che gli era entrato dentro con una facilità che ancora adesso faticava ad immaginare.
Lo amò ancora, in quel retrobottega, baciandogli quelle ferite come se scioccamente potesse guarirle, non accorgendosi che ad ogni bacio quelle ferite si schiarivano sempre di più.
Quando raggiunsero il culmine si strinsero forte, perché adesso erano veramente solo loro due, senza più legami, né obblighi verso gli altri.
Loro ed il loro sentimento.
Aziraphale gli sorrise prima di addormentarsi e così fece Crowley, crollando tra le sue braccia, al sicuro.
Nessuno dei due si accorse che durante quella notte, mentre dormivano tranquilli, le ferite profonde inflitte con violenza si chiusero e due ali candide come la neve tornarono a spalancarsi in quel piccolo luogo, solleticandoli.
Perché l’amore non era tradimento, né una macchia da portare con disonore, ma un sentimento così profondo e sincero che nessuna violenza avrebbe sconfitto.
Nemmeno una spada infuocata riuscì in quell’intento, che magicamente sparì dal Paradiso, finendo nell’oblio.
Lei lo aveva ascoltato.

Il vero amore consiste nell’accettare gli altri
così come sono senza cercare di cambiarli.
[Antoine de Saint-Exupéry]

 
Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti!
Ogni tanto torno con qualche OS, una H/C sentimentale.
Spero vi piaccia!
R.

 
 
 
 
   
 
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