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Autore: Gaia Bessie    01/10/2021    2 recensioni
I miei pensieri in posa, prendeteli con le pinze.
[Raccolta di Flashfic | Scritto per il Writober (lista pumpNIGHT) indetto dal sito di fanwriter.it | Partecipa alla challenge "Rigurgiti di scrittura" indetta da VigilanzaCostante sul forum "Ferisce più la penna"]
1: D’inverno bevo vino rosso, d’estate mi trasferisco al sud: se avessi saputo che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui t’avrei sentito, forse te lo avrei detto.
7: Londra è un buon posto, per raccogliere i cocci, non lo pensi anche tu?
12: Mi dicono che luccico, ma non brillo mai – che forse non sono oro, ma qualcosa che è duro come diamante e, allora, ti taglio come vetro soffiato.
19: C’è un segreto – per ridere bisogna fare ridere, oppure avere tanto da piangere: indovina. Indovini?
26: non trovi che il blu sia il mio colore?
29: E per convincermi che va tutto bene mi dico che mi hai messo Saturno contro – che è cambiamento, rinascita, rottura e opportunità: la mia possibilità di ricominciare tutto da zero, di fingere che quest’anno non ci sia mai stato.
31:Con amore,
G.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensées (In posa)
 
I. Inverno, Estate, Inverno
 
[Vino]
 
D’inverno bevo vino rosso, d’estate mi trasferisco al sud: se avessi saputo che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui t’avrei sentito, forse te lo avrei detto – che ti ho pensato un po’ troppo per la mia sanità mentale e, annegare sul fondo di un bicchiere, non è servito poi a molto. Ma tu questo, se non lo sai, quantomeno lo immagini e pensi che sia una questione d’aspettative. Come se io, in generale, m’aspettassi mai qualcosa che non sia il rabbocco del bicchiere quand’ho sorbito l’ultimo sorso.
 
D’estate bevo vino bianco, d’inverno ritorno al nord: se avessi saputo che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui avremmo parlato, non te l’avrei detto comunque – che passo il mio tempo ad ascoltare Someone you loved e a pensare che, alla fine, il fondo del bicchiere è esattamente quel che è: un fondo e, in quanto tale, è raggiungibile. Cosa non lo è, in questa vita? E tu sai che mi piacciono le scommesse, e sicuramente immagini che avrò scommesso anche su di te (e che ho vinto). Come se io, in generale, m’aspettassi di perdere il controllo anche dopo il quinto bicchiere che mi guarda pulito e scintillante sulla tovaglia decorata a ciliegie rosa.
 
Te l’avrei detto, te lo giuro – che d’estate sono felice e d’inverno mi ricordo dei miei fantasmi – ma, quando mi hai guardata, ho preferito riempire il bicchiere e dirti: preferisco il bianco, lo sai?
Non hai capito, come avresti potuto?
Era settembre ed ero già al nord, con le ossa che piano piano si congelavano e il vino sbagliato nel bicchiere e tu non avevi idea di cosa sarei diventata – un pensiero scompigliato che ti guarda, in posa, dalla cornice di un autoritratto e ti dice: tre mesi sono un po’ tanti, mi verseresti il vino rosso?
 
[300 parole]


 
   
 
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