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Autore: MusicAddicted    03/10/2021    5 recensioni
Domeniche pigre, al riparo dal freddo, un sofà, una cioccolata, liti su cosa vedere in TV e una dose esagerata di fluff.
Più che un missing moment di 'Best Intentions, Wrong Ways!' è un momento proiettato nel futuro rispetto a dove sono arrivata in quella storia .. si parla giusto di qualche mese in avanti ;)
Questa one shot partecipa al Fluttober 2021. Prompt 3: Lazy Sundays
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fluff's never enough'
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WARNING: Fluff a profusione, poi non dite che non vi ho avvertiti.
Io con questi due non bado a limiti XD
Davvero, credo che questa sia la storia più fluffosa in assoluto che abbia scritto su di loro, finora ^^
<3 <3
Setting: questa One shot fa parte dell'universo di 'Best Intentions, Wrong Ways!' ma ho preferito non postarla lì perchè tutto sommato là seguo un ordine cronologico e queste sono cose che avverranno più in là (non ci sono però assolutamente spoiler rispetto a eventuali capitoli che ancora devo aggiungere ;)



cover-fluff


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AKA Never gonna leave this sofa 

 

Jessica quella mattina fatica a svegliarsi.

È una di quelle giornate fredde di Novembre inoltrato che mettono solo voglia di rimanersene al calduccio, sotto le coperte.
Oltretutto è domenica.


Scende dal letto, si infila la felpa e apre la finestra. Il cielo è plumbeo e l’aria è così gelida che minaccia neve.

“Cazzo, che freddo!” impreca e richiude subito la finestra Jessica, frizionandosi gli avambracci.

-Quasi, quasi vado a infilarmi nel letto di Kevin e mi faccio scaldare un po’ da lui… alt. E questi pensieri malsani da dove cazzo escono?- è basita da sé stessa la detective, mentre torna a letto, cercando tepore fra le coperte.

 

-Un conto è baciarlo, apprezzarlo quando fa qualcosa di buono e lodevole, aver dormito una notte con lui… anzi, no, Jessica, anche questo non va affatto bene. Ma voler delle coccole, da Killgrave?! Coccole, delle fottutissime coccole, io non voglio mai coccole, cazzo, è grave, significherebbe che… Porca puttana, non posso volere solo una sana scopata con lui? Oh beh, non che io non la voglia…- si morde le labbra confusa. - Di male in peggio, facciamo che vado a farmi una doccia, così mi levo questi pensieri dalla testa… e vista la natura malata di questi pensieri, fanculo, facciamo che me la faccio fredda!-

In pieno Novembre.

 

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Se la doccia le ha sortito qualche effetto, quando, dopo colazione, trova Killgrave nel salotto, Jessica è di nuovo punto e a capo.
Il persuasore se ne sta seduto sul grande divano angolare color antracite, con le lunghe gambe allungate su un puff, mentre legge il giornale.
Prima il New York Times e poi il Times Londinese, di cui se ne fa sempre portare una copia.

Gli piace sapere cosa accade nel suo paese natale.
 

Il problema non è tanto cosa stia facendo, ma com’è vestito.

Indossa una sontuosa giacca da camera, di velluto blu, un incrocio tra il blu notte e il viola scuro, mollemente allacciata con la cintura in vita. I revers sono in seta, con una fantasia orientale su sfondo glicine bordato di giallo ocra, ripreso anche sui polsini.
In tutto questo però Jessica vede solo una cosa.

 

-Cazzo! Ha l’aria di essere così caldo, morbido e coccoloso.-
 

La sua presenza intanto viene notata.
 

“Jessica, buongiorno.” la saluta cordiale lui.

Lei si limita a rispondere con uno scatto nervoso della mano.

“Posso?” chiede lei, un minuto dopo, indicando il divano.

“Non è da te chiedermi il permesso. Mi aspettavo che ti stravaccassi qui, senza tante cerimonie; a dire il vero mi aspettavo anche che cacciassi via me, in malo modo.” borbotta lui.

Jessica, per l’appunto, si spaparanza comoda sul lato opposto del divano, quello con l’angolo, per poi rivolgergli la parola.

“Nahhh, puoi rimanere.” fa spallucce.

“Sul mio divano di casa mia? Oh, sono alquanto stupito della tua generosità, Jessica!” ribatte Kevin, sarcastico.

 

“La tua casa, certo! Come minimo avrai chiesto al suo vecchio proprietario di attraversare la strada a occhi chiusi!” lo punzecchia lei, guardandolo torva.


Kevin getta il giornale sul puff, in un gesto di stizza.

“Ecco la cazzo di super eroina che pensa sempre male di me. Questi mesi non hanno significato nulla?” la guarda ferito lui, ma Jessica resta impassibile.

“E che c’entra? Quello è stato pre-cammino verso la redenzione!” puntualizza lei.

“Beh, se proprio ci tieni a saperlo, questa casa è nuova, quindi nessun vecchio proprietario, e io l’ho comprata regolarmente, come già avevo fatto con la tua vecchia casa!” la sorprende Kevin, ma la detective non lo dà a vedere.

“Oh, ti prego! Già ho freddo, se poi mi nomini quella casa da incubo mi metti i brividi!” sbotta lei.

“Comunque, okay, potrai anche averla comprata regolarmente, ma i soldi che hai usato sono altrettanto regolari?” torna sull’argomento lei, dopo qualche minuto di silenzio fra entrambi.

“Io non ci parlo con le bacchettone!” incrocia le braccia al petto Kevin, indispettito, dandole le spalle, prima di rimettersi a leggere il giornale.

Jessica estrae il suo cellulare dalla tasca della felpa e inganna il tempo così ed entrambi persistono nel non rivolgersi la parola fino all’ora di pranzo.

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“Ti sono sempre più grata per aver scelto un cuoco con origini Italiane,” commenta Jessica, mentre sia lei, sia Killgrave tornano al divano. “Quell’arrosto con patate al forno era buono da leccarsi le dita.”

“Cosa che in effetti hai fatto,” non manca di farle notare Killgrave, mentre entrambi si distendono. “Non che non sia stato uno spettacolo gradito.” ammicca nelle sua direzione.

“Chiudi il becco, non ho le energie per reggere i tuoi flirt!” sbuffa lei. “Non ho voglia di fare un accidenti di niente!”

“Quindi non ti ritirerai nel tuo studio per lavorare ai tuoi casi?”

“Non oggi.”

 

“E nemmeno andrai fuori a dar la caccia ai cattivoni?”


“Non ne ho la benché minima intenzione, e poi son già qui a tenere a bada il peggiore di tutti.” lo fa sorridere lei.
 

“Oohh, non sai quanto io ami esser tenuto a bada da te.”

“Il ritorno di Mr. Flirt!” mugugna lei, prima di stiracchiarsi “Aaah, non lascerò mai più questo divano!”

Forse ha parlato troppo presto.

 

Jessica si tira nuovamente su a sedere.
 

“Cazzo, sbaglio o oggi fa più freddo del solito?” si lamenta, picchiettando le spalle e le braccia.

“Sì, dev’esserci stato un brusco calo delle temperature. Infatti mi son vestito più pesante del solito, ovviamente, solo per stare in casa, è un outfit spartano,” ammette Kevin, allacciandosi meglio la cintura in vita.

 

Jessica fa una veloce panoramica della sua giacca da camera, probabilmente di alta sartoria Italiana, con sotto una camicia bianca, con la cravatta dello stesso colore ocra dei ricami orientaleggianti, così come la pochette.


-Oh sì, tipico abbigliamento da casa. E no, Jessica, tu non vuoi aprire quella giacca e accoccolarti dentro mentre lo abbracci!- si ammonisce.

“Quello sarebbe un abbigliamento spartano? Ma se vestito così potresti benissimo andare a ritirare un award? A proposito, esistono nomination per i Super Villain?” è quello che gli dice in realtà.

 

“Di sicuro vincerei quella per ‘Best Super Villain in love’” mormora, lui, allungandosi verso di lei e facendole gli occhi dolci.

“Cosa cazzo avevamo detto sul flirt?” indietreggia lei, alzandosi dal divano. “Questo è un abbigliamento spartano!” continua, indicando la sua felpa e i jeans neri strappati, ma soprattutto lo fa per sviare argomento.

“Sarà anche quello il motivo per cui hai tanto freddo… jeans meno strappati no? Una felpa un po’ più consistente? Dovremmo andare a farti fare un po’ di shopping…” propone lui.


“Già,” approva lei. “Ma non oggi. E comunque so io cosa fare,” lo informa, misteriosa, prima di correre su per le scale.

- Se la soluzione è andarsi a infilare sotto le coperte nella sua stanza, da sola, beh, non mi piace per niente.- riflette sconsolato il bel persuasore, guardandola allontanarsi.

- So io cosa fare per scaldarla.- decide, alzandosi dal divano.


Quando Jessica fa ritorno è lei quella sconsolata, non trovandolo più sul divano.


Attirata da un buonissimo profumo d’arancia, si avvia verso la cucina.


“Daniel, tu sai per caso dov’è andato Killg…”

Difficile dire chi dei due sia sorpreso.

 

Jessica, nello scoprire che è proprio Kevin quello ai fornelli.


Kevin, nell’accorgersi che il metodo di Jessica per non sentir più freddo consiste nell'essere andata in camera sua a recuperare l’orrendo maglione Natalizio a strisce rosse e nere che lei gli aveva regalato per dispetto l’anno precedente.

Quell’orrendo maglione in cui lei sembra navigarci dentro.
Quell’orrendo maglione dentro il quale lei ai suoi occhi è una visione paradisiaca.


Tuttavia, riesce a rimanere abbastanza concentrato da non far bruciare il latte aromatizzato all’arancia.

“Sei arrivata giusto in tempo per aiutarmi a tagliare il cioccolato, se ti va.” le dice lui, con tono rilassato, indicandole la spessa tavoletta di cioccolato fondente, sul tagliere.

Jessica acconsente, spezzando la cioccolata con le sole mani, senza nemmeno l’uso di un coltello. Lei può.

 

“Questa è una ricetta che mi ha insegnato Daniel, vedrai come ti scalda, se già non ci sta riuscendo il mio maglione, piccola ladruncola.” le sorride lui, portando il latte al giusto grado di ebollizione, prima di spegnere il fuoco.

“Oh beh, tanto tu non lo avresti mai più indossato, mi stupisce ancora che tu ce l’abbia e che sia stato così facile da trovare, esposto in bella vista com’era, appena aperto il tuo armadio,” borbotta lei, stringendosi più in quel maglione.


“Te l’ho detto, è pur sempre un tuo regalo, quindi, anche se lo odio, lo conservo come un tesoro,” ribadisce lui, mentre lei gli passa il cioccolato spezzettato grossolanamente e lui lo mette a cuocere a bagnomaria. “Anche se devo dire che sto cominciando a odiarlo molto meno,” mormora, guardandola incantato.
 

“Quindi hai continuato le lezioni di cucina?” cambia subito argomento Jessica.
 

Ormai in questo è diventata campionessa olimpica.

“Sì, dopo aver visto quello che hai combinato a Pasqua me ne è tornata la voglia.” sorride lui, al ricordo.

“Oh beh, purché non fai prendere lezioni a me su come diventare una perfetta donna di cosa, con Ingrid, mi sta bene!” lo fa ridere lei, mentre cerca di non pensare a quanto sia sexy così intento nella preparazione della cioccolata calda.

-Lo sarebbe anche Daniel; è la cioccolata in sé, non chi la sta preparando!- cerca di convincersi.


Quando il cioccolato sciolto raggiunge la giusta cremosità, Kevin preleva le scorze d’arancia dal pentolino dove ha scaldato il latte poi vi aggiunge il cioccolato fuso per portarlo nuovamente a ebollizione, mescolando tutto bene con una frusta, per evitare la formazione di grumi.


Ne esce una cioccolata perfetta, morbida come la seta dei suoi revers e densa come gli strati del maglione che gli ha rubato Jessica.
 

Manca solo il tocco finale: versandolo nelle due tazze che ha messo sul tavolo, Kevin aggiunge anche la panna che ha montato precedentemente, le scorze d’arancia lasciate da parte, una spruzzata di cannella e, per non farsi mancare niente, un goccio di rum.


Prende una tazza e porge l’altra a Jessica, che lo ha osservato rapita in ogni fase.


“Vogliamo accomodarci di là?” la invita e lei lo segue.

 

Sono di nuovo seduti sul divano, ma stavolta più vicini, lei si è sempre sistemata sull’angolo, è Kevin ad essersi avvicinato, ma Jessica sembra non aver nulla da ridire a riguardo, ancora di più quando assaggia la cioccolata.


“Oddio, è fantastica!” si complimenta, facendolo gongolare.

“Sì, è molto buona, ma si può fare di meglio,” sorseggia un po’ la sua Kevin, per poi allungarsi verso di lei, senza preavviso e un minuto dopo sono coinvolti in un bacio doppiamente partecipe e appassionato che sa di cioccolato, arancia, cannella, rum e… inevitabile.

“Decisamente ora ha un gusto che mi piace di più,” sorride lui, contro le sue labbra, prima di approfondire il bacio con lei che annuisce e lo tira più a sé con una mano attorno alla nuca e l’altra fra i suoi capelli.

Le mani dapprima sorreggono il viso di Jessica, poi scendono sulle sue spalle fino a cingerle la vita, sfiorandole i seni lungo il passaggio, cosa che le dà i brividi e stavolta non per il freddo.


“Non entravi più nella mia stanza dal giorno della ricompensa, ti ricordi? Quella di ritorno da Chicago…” riprende il discorso Kevin quando, a malincuore, si separano.


“Me ne ricordo ogni istante, inclusa la colazione del giorno dopo.” ammette lei, con un sorriso.

“Niente ti vieta di tornarci.”

“Lo so…” replica lei, percorrendo con un dito il bordo della sua tazza.

“E di fermarti lì, a tempo indeterminato.” sfida la sua fortuna lui, forse è l’aggiunta di Rum alla cioccolata che ancora si stanno gustando a dargli coraggio.

 

“Mi stai chiedendo, dopo che già praticamente viviamo nella stessa casa, di andare a vivere nella stessa stanza?” lo guarda stupita lei.


“Ma non oggi, è una giornata troppo pigra per mettersi a fare le valigie e traslocare da me,” le strappa un sorriso lui, prima che diventi più seria.

“Kevin…”

“Non serve che tu dica altro.” la anticipa lui, che ha già capito.


“Sì, serve invece: è vero che ci siamo avvicinati molto, o meglio, io mi sono avvicinata a te, è vero che sei migliorato sensibilmente, è vero che siamo un’ottima squadra anti crimine, nonostante tu di crimini ne abbia commessi parecchi, ed è vero che mi piace baciarti o quando mi baci tu, e non fare quella faccia sorpresa, so già che lo sai,” gli svela lei. “E immagino che tu ricordi il discorso che abbiamo fatto sul non affrettare i tempi.”

“Ma è passato quasi un anno da allora, Jess!” non può fare a meno di farle notare lui.

 

Dopotutto è un uomo e ha determinate esigenze, per lei si sta mettendo davvero a dura prova.


“Appunto, era poco prima di Natale che è cominciato tutto no? E allora chissà, se continui a fare il bravo, forse quest’anno Babbo Natale ti porterà quello che desideri.” ammicca lei, accarezzandogli il viso con una mano, mentre l’altra si porta alla bocca la tazza, bevendo un altro po’ di cioccolata.

Non servono altre parole fra loro e infatti rimangono vicini, ma in silenzio, non uno di quelli imbarazzanti, ma quei silenzi che fanno stare bene perchè non serve riempirli e succede quando due persone sono davvero in sintonia fra loro.

Le vicissitudini passate sono tante e non certo delle più gradevoli, ma quello che conta è il presente e in quel presente Jessica si trova davvero bene.
Appoggia la tazza sul tavolino e si sdraia nella sua parte di divano, forse per stare più comoda, forse per far riposare gli occhi qualche secondo, ma fra la sazietà e il senso di pace che prova, Jessica finisce per addormentarsi e Kevin si concede solo il lusso di guardarla.

 

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Jessica sente dei rumori in lontananza: gente che urla, fischi, qualcuno che parla di continuo.

-Non sono più in casa e mi hanno buttato fuori? No, però continuo a sentirmi al caldo…- cerca di far mente locale, anche se ancora nemmeno ha aperto gli occhi.


Si decide a farlo e capisce che la fonte di tutti quei rumori è la televisione che Kevin sta guardando.

“Oh, perdonami, non ti volevo svegliare…” si volta fugacemente verso di lei il persuasore, prima di tornare a concetrarsi sulla partita.

 

“Non intendevo nemmeno addormentarmi, se è per questo.” si stropiccia gli occhi lei, mettendosi a sedere.

 

“Che ore sono? Le sedici e trenta passate,” si risponde da sola, adocchiando l’orologio da parete. “Vediamo se…” ruba lesta il telecomando a Kevin, prima che lui se ne possa accorgere. “Sììì, danno la maratona di ‘Border Security:America’s Front Line’!” esulta, ma Kevin è più veloce di lei nel ripristinare la situazione.

 

“Jessica, ti amo e tutto quanto, ma sta giocando il Chelsea e il Chelsea è sacro!” le intima, rincuorato di non aver perso alcuna azione importante, dato che il punteggio è ancora sullo zero a zero. “Non ti vieto certo di guardare quello che vuoi, solo non qui. Hai un televisore in camera tua, visto che ti piace così tanto andare lì, ne ho uno anche in camera mia, oppure c’è quello in cucina o…”


“No, va bene, guarderò la partita qui con te.”
 

Kevin strabuzza gli occhi.

“Beh? Voglio vedere la differenza fra guardare una partita perchè me lo ordinavi tu e guardarla perché scelgo io di farlo.” si giustifica lei.

Cominciano a guardare la partita e comincia un’azione interessante del Chelsea che ruba palla al Middlesbrough e avanza deciso con Diego Costa che non spreca la sua occasione e al quarantunesimo segna il primo gol.”

“Sììì, e andiamo!” esulta Kevin, “Lo vedi che mi porti bene, Jess?” le sorride.

 

Tuttavia lei deve ancora attuare la sua strategia.


“Certo che tutti questi uomini in calzoncini sono un gran bel vedere…” commenta con fare interessato. “Guarda quello che si è sollevato la maglia, cazzo che addominali, un po’ glieli invidi, dì la verità…” lo provoca lei.

 

“Io sto bene con il fisico che ho…” borbotta Killgrave, che un po’ ha incassato il colpo.
 

Un calciatore del Middlesbrough atterra in malo modo un attaccante del Chelsea.

 

“Ma lo hai visto? Lo avrei atterrato così sul prato anche io, ma per farci ben altro!” si lecca le labbra Jessica, sporgendosi più in avanti verso lo schermo.

Killgrave gradisce sempre meno quei commenti così lussuriosi, non rivolti a lui.


“Ohh, quello là, l’Africano con quel fisico così possente mi ricorda L..”

Per Killgrave è troppo.

 

Spegne la televisione senza pensarci.

“Chi è che ti ricorda?” le ringhia contro, ma Jessica ridacchia.

 

“Funziona sempre!” gli fa una linguaccia e lui capisce tutto.

“Ah, piccola furbastra!” prova a farle il solletico ma lei lo atterra sul divano, con facilità.

“Mi ricordi il calciatore che ha fatto fallo al mio attaccante!” ridacchia Killgrave.

 

“Hai ragione. E anche se non è un campo di calcio, posso usare l’immaginazione e farti vedere cosa avrei fatto,” lo domina lei dall'alto, mettendosi a cavalcioni su di lui, che la guarda adorante.

 

“Anzitutto, via questa,” gl slaccia la cintura della giacca da camera, aprendola per sfilargliela, facendo così un’importante scoperta. “Non ci credo, dentro è gialla. Lo vedi? Avevo ragione la prima sera che ci siamo ubriacati insieme: a te questo colore piace!” lo prende in giro lei.

Kevin sta per controbattere, ma poi la vede sfilarsi il maglione e restare solo in canotta e la salivazione gli va a zero.

 

Jessica si china su di lui, baciandolo, mentre gli toglie la cravatta, per poi sbottonargli la camicia, con la mano che percorre avida il suo petto.

 

In risposta Kevin le strizza leggermente i seni , ancora intrappolati nel cotone della canotta, cosa che le strappa un piccolo gemito.

Jessica scende a baciargli collo e gola, mentre l’altra mano traffica coi suoi pantaloni, sbottonandoli e abbassando la zip.


Kevin è su di giri, con la sua mano che oltrepassa il confine della canotta, accarezzando il suo corpo, tonico, liscio e caldo.

Jessica gli lascia un succhiotto sul fianco, e con le dita giocherella con la fossetta che lui ha vicino l’ombelico. L’altra mano accarezza ripetutamente il suo membro, attraverso i boxer, venendo a contatto con una rigidità notevole.

Proprio quando due dita sono in procinto di farsi strada sotto l’elastico dei boxer, Jessica si muove repentina verso il telecomando e riaccende la tv, girando sul programma che tanto le piace.

 

“Visto che la partita non sembra poi interessarti così tanto, guardiamo quello che voglio io!” sogghigna vittoriosa lei, rimettendosi il maglione.

 

Kevin cerca di riprendersi da quell’assalto che lo ha stordito, prima di rivestirsi.
 

- Tanto il primo tempo stava finendo e se ho fortuna forse Jessica poi mi lascerà vedere la seconda parte, ma anche se così non fosse… al diavolo il Chelsea, quello è appena successo vale più di uno scudetto!- pensa, sedendosi accanto a lei.


“Questo programma è fichissimo, praticamente ci sono tutti i controlli della dogana e non hai idea di quello che si scopre a ogni puntata!” gli spiega lei, aprendogli quella giacca morbidosa. “Oh beh, certo, se capitasse a te e trasportassi qualcosa di sospetto, diresti loro: ‘Lasciatemi passare.’ o ‘Voi non avete visto niente.’ e il programma non avrebbe nemmeno senso di esistere!” continua lei, facendogli il verso e imitando il suo accento Inglese, con scarsi risultati.


Tuttavia, non è questo ad attirare l’attenzione di Killgrave, quanto il fatto che mentre gli parla Jessica si è avvolta dentro metà della sua giacca, con la testa appoggiata contro il suo petto.


Kevin le sorride, intenerito.

 

-Correzione: vale più di vincere la Champions League!-

 


--

FINE


Che dire?
Quella partita esiste sul serio, si è giocata il 20 Novembre del 2016, che , guardacaso, era una domenica pomeriggio... le ricerche che non faccio per loro ahah. Dal canon si sa che Killy è appassionato sia di rugby, baseball e calcio, non si menziona mai per che squadra calcistica tifi e di punto in bianco ho deciso che il Chelsea mi dava le giuste vibes ... un altro dei miei 20000 headcanon su di loro, così come ce la vedo troppo Jess appassionata a quel genere di programma ahahah

Che altro dire? Non vedo l'ora di tornare a fare gli scambi e di portarvi a leggere questa storia, perchè ci tengo tantissimissimissimo ad avere un parere ^^'

J/K torneranno sia in questo Universo, sia in altri , abbiate pazienza (questa sezione non si libererà  mai di me XD)
besos!


 
   
 
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