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Autore: babastrell    03/10/2021    1 recensioni
Kaoru è perfetto, in tutto quello che è e che fa.
Ma non è per questo che Kojiro è innamorato di lui.
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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: Wabi-Sabi
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaoru Sakurayashiki, Kojiro Nanjo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober2021 di Fanwriter.it
Prompt: Wabi-Sabi
No. parole: 506

WABI-SABI —> scoperta della bellezza nell’imperfezione

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PERFETTO

 

Kaoru era perfetto.

Kojiro non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, certo, ma lo sapeva. Lo dicevano tutti, ovunque. I clienti del suo negozio quando ammiravano le sue opere di calligrafia, donne e uomini che per strada giravano la testa per sbirciarlo mentre camminava, e ovviamente lo stuolo di ragazze svenevoli che davano di matto per lui alla S —Kojiro si chiedeva spesso come potessero sbavare per Cherry Blossom quando Joe, gli addominali più forti della S, era proprio lì.

Kaoru non era il tipo che va esplicitamente a caccia di complimenti, ma Kojiro notava l’impegno dietro a tanta perfezione, le stoffe morbide dei kimono perfettamente stirate, i capelli ben pettinati e ordinati, la postura e le movenze eleganti, gli anni di studio dietro a ogni movimento del pennello per calligrafia. Anche il suo modo di andare in skateboard, preciso e misurato come ogni cosa che faceva, era calcolato al più piccolo dettaglio per ottenere il miglior risultato possibile dando comunque l’illusione che non dovesse nemmeno sforzarsi per farlo.

Kojiro finì di riordinare tavolo della cena in salotto e tornò in cucina. La lavastoviglie si era rotta il giorno prima, quindi Kaoru si era offerto di lavare i piatti —beh, non esattamente offerto, piuttosto si sarebbe fatto crocifiggere, ma si era alzato e si era messo a lavarli senza una parola. Kojiro non aveva dato segno di notarlo, lo conosceva abbastanza da sapere che dire qualcosa non avrebbe giovato alla serata.

Si appoggiò allo stipite della porta, le braccia incrociate, e lo guardò. Carla, collegata alla corrente, riproduceva un vecchio brano musicale giapponese a basso volume e Kaoru muoveva appena la testa a ritmo e cantava a mezza bocca. La sua voce era un po' resinosa e le note più alte gli davano qualche problema.

Kojiro sorrise. Erano queste le cose che lo avevano fatto innamorare: la voce stonata, i capelli lunghi scarmigliati che aveva appena sveglio, lo sguardo intontito di quando non portava gli occhiali o le lenti a contatto, le cicatrici che si era procurato sullo skateboard negli anni e che teneva ben nascoste sotto la seta del kimono, persino il suo pessimo carattere. Le piccole crepe nella sua perfetta armatura di cristallo, che rivelavano il vero Kaoru come fiori selvatici che sbocciano tra le spaccature dei muri.

Gli si avvicinò schiarendosi la voce per non coglierlo di sorpresa. Kaoru mise l'ultimo bicchiere sulla pila di stoviglie accanto al lavandino e si tolse i guanti.

Non si spostò quando Kojiro gli mise le braccia intorno al busto e appoggiò il mento sulla sua spalla.

«Ho appena finito, vuoi andare di là?» disse Kaoru.

Kojiro scosse la testa piano. «Fammi stare così ancora un minuto». Chiuse gli occhi e canticchiò a bocca chiusa la melodia che si diffondeva da Carla.

Sentì Kaoru soffiare dal naso, la cosa più vicina a una risata che sembrava in grado di produrre. Le dita pallide e sottili si intrecciarono alle sue.

Ma sì, anche se non l’avrebbe mai detto davanti a lui, Kaoru sapeva essere davvero perfetto.

  
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