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Autore: Sinden    03/10/2021    0 recensioni
Heloise é una giovane studiosa. Il suo sogno é quello di essere ammessa a Orthanc, la Torre di Isengard, in cui vengono istruiti e formati i futuri Stregoni.
Per farlo, dovrà prima superare una difficilissima prova.
🌺🌺🌺
FF tolkeniana, genere avventuroso, basata anche su film Lo Hobbit - La desolazione di Smaug.
Nuovo personaggio.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Insomma, non faremo niente? Questo vuoi dire?"
sbottò Farin. "Rimaniamo qui a osservare il sole tramontare e nient'altro? Quelle due sono in pericolo!"

Eradan esaló con calma il fumo appena inspirato da una lunga pipa che Radagast gli aveva prestato. Erano tornati nella sua abitazione, a discutere della situazione.

Andriel ed Helli erano state con tutta probabilità arrestate da un gruppo di Elfi, e da quel momento in poi Re Thranduil era diventato padrone del loro futuro.  Un ennesimo ostacolo a una missione che aveva i giorni contati. Il Ramingo si chiese quanta pazienza avrebbe mostrato Urgost. Si chiese quanto avrebbe potuto attendere, prima di spiccare il volo con l'intento di trovare Heloise ed esigere un risarcimento, per la mancata esecuzione dell'impegno che si era presa.   Rabbrividì.

"Te l'ho spiegato, Farin. Non possiamo andare a cercarle. Ci scaraventerebbero in una delle loro celle, se scoprissero che anche noi siamo clandestini. E Radagast che ci sta nascondendo... forse se la prenderebbero con lui, pure. Non ci resta che aspettare le decisioni di Thranduil. Io dico che le lascerà andare." rispose Eradan. 

"Sì, lo credo anch'io." intervenne il maghetto, armeggiando con penna d'oca e pergamena. "Non permetterà che il Mil Naur rimanga nel suo Palazzo, o nei suoi confini. Le libererà presto. A meno che, certo, quelle due non commettano qualche imprudenza, come irritarlo o cose simili. Thranduil è collerico e vagamente permaloso. Di tutti i Re elfici, è quello col temperamento peggiore. Perfino Elrond è diffidente verso di lui."

"Conoscendo Helli, la cosa mi preoccupa. A volte è petulante e impertinente!" disse Farin. "Eru non voglia che scateni quella sua linguaccia..."

"Che stai scrivendo?" chiese Eradan a Radagast.

"Sto preparando quello che mi avete chiesto, signori. Una mappa per arrivare all'antro di Urgost, sugli Ered Mithrin." spiegó lo Stregone. "I Monti Grigi, cioé."

"Già. Un grande, antico territorio nanico." sospiró Farin. "Ad Occidente della catena montuosa sorge il Monte Gundabad, sacro a noi Nani ed ora... rovinato e impestato dagli Orchi."

"Prima di giungere a quel picco, esiste un'altissima montagna, le cui pareti scoscese sono interamente ricoperte di ghiaccio. Un ghiaccio azzurro, che non si scioglie mai. Ci sono grotte nascoste dalle stalattiti su quella montagna e nella più grande, vive proprio Urgost. Con il suo alito riesce a tenere caldo l'interno della grotta, da cui esce solo per nutrirsi. Ora, guardate questo." continuó Radagast, indicando una grossa X segnata con inchiostro rosso su un punto della pergamena. "L'entrata della sua caverna non è visibile dal basso, poiché, come ho detto, grosse stalattiti esterne la coprono. Ma si trova nel luogo da me indicato,  proprio a metà della montagna. É lì che Heloise dovrebbe andare."

"E come puó scalare una parete che sale in verticale coperta di ghiaccio? E' come arrampicarsi su uno specchio... le ci vorrebbero... che so... degli arpioni per sorreggersi!" esclamó Farin.

"É questo il grosso problema Farin. Deve scalare la parete, non c'é assolutamente altro modo." ragionó Radagast. "Una parete gelida e scivolosissima."

"Non ha abbastanza forza nelle braccia, e il gelo la stordirà. Qualcuno deve portarcela." disse Eradan.

"Nessun essere puó volare fin lì. Neppure le Aquile. Solo Urgost ha tale capacità e dubito che le agevolerà l'impresa andandola a prendere. È già stato incredibilmente magnanimo a lasciarvi tutti vivi. Lo ha fatto perché sa che la donna aveva, ed ha, bisogno di voi." obiettó lo Stregone. "Questo è quanto, amici. Lasciatemi dire, che mi dispiace per la situazione in cui vi trovate."

"Accidenti a me e a quando mi sono offerto di aiutarti! A quest'ora potevo essere nel Bosco Cet a mangiare deliziose lepri arrosto e a bere birra!" sbottó Farin.

"Basta, Farin. Non serve disperarsi. Procediamo per gradi: adesso i Monti Grigi e Urgost sono ancora lontani. Ora, dobbiamo solo ricongiungerci con Andriel ed Heloise. Iniziamo ad affrontare questo." ribatté Eradan, tentando di non spazientirsi.

La verità era che condivideva molta della frustrazione di Farin. Le cose si erano messe male, non solo per Helli. Ma anche per la sua, di vita.

Aveva incontrato una donna di cui si era profondamente innamorato, dopo anni di solitudine, dopo che quasi aveva rinunciato all'idea di trovare un amore degno del suo. Dopo anni di fugaci incontri con ragazze e donne che gli si offrivano nelle taverne per pochi spiccioli. Dopo che quello squallore umano sembrava essere stato spazzato via dalla luce che Isadora emanava, pur col suo caratteraccio. E aveva dovuto lasciarla, per andare verso territori gelidi, Draghi, e un numero non prevedibile di altri nemici.

Una cosa era certa: se non fosse tornato vittorioso insieme ad Helli da quella faccenda, la sua vita, lunghissima, non sarebbe stata mai più la stessa. Avrebbero dovuto tornare trionfatori, o niente. Se la ragazza fosse morta e lui sopravvissuto, non avrebbe mai potuto rivedere Isadora. Non avrebbe mai trovato la forza di guardarla negli occhi, dopo aver fallito nel proteggere la sorella.

"Mi hai sentito? Hey, Eradan, ti sei imbambolato?" la voce roca di Farin lo risveglió dall'oblìo. "Ho detto: dove le aspettiamo? Se quelle due venissero liberate dagli Elfi, dove le andiamo a recuperare?"

"A Nord della Foresta." suggerì Radagast. "Gli Elfi non le riporteranno qui. Siamo a Sud, e il Sud del bosco li intimorisce, per via della vicinanza con Dól Guldur. Quella Fortezza piena di energia malvagia è a poche miglia da qui. D'altro canto, ad Est c'è il confine con Pontelagolungo e per quanto cinico, il Re Elfo non sarà così arido da spingere il Mil verso gli Uomini. Ad Ovest c'è il fiume Anduin, un ostacolo per le ragazze e Thranduil lo sa. Le farà scortare a Nord, vicino agli Ered Mithrin. Esattamente ció che fa al caso nostro. Ed è lì che dovete andare anche voi."

"Sono d'accordo." annuì Eradan.

"Ma dobbiamo uscire dalla Foresta. Non possiamo percorrerla dall'interno o rischiamo che ci vedano." aggiunse Farin. "Quei maledetti folletti hanno spie e guardiani ovunque."

"Andrete voi ad Ovest, costeggiando l'Anduin percorrerete il perimetro esterno della Foresta. Direi che è un tratto piuttosto sicuro. Una volta a Nord, peró, l'impresa sarà trovare le due donne. Incrociare il loro cammino al momento giusto sarà più difficile che trovare un ago in un pagliaio." disse il mago.

"Andriel è un Elfo, dispone di qualche magia. Ad esempio, potrebbe usare il suo legame col mondo animale per rintracciarci. Ho fiducia in lei e non passa giorno senza che ringrazi Eru di averla mandata da noi. Gli Elfi hanno infinite risorse." disse Eradan.

"È vero ció che dici." confermó Radagast, osservando un vecchio carteggio sul suo tavolo. "Sei stato fortunato negli incontri. Hai validissimi aiutanti."

"Heloise è fortunata ad averci dalla sua parte. Non se la merita neanche una tale fortuna!" sbottó il Nano.

"Va bene, allora mettiamoci in moto." disse infine il Ramingo, alzandosi dalla sedia. "Farin, recupera cibo e acqua, frutti del bosco, riempi la bisaccia e prendi le tue cose. Mi auguro tu abbia lo stomaco pieno, perché ora è tempo di andare. E non ci saranno fermate. In quanto a te..." aggiunse, rivolto a Radagast. "... grazie per l'ospitalità, il cibo, la protezione che ci hai dato. Gandalf ci aveva consigliato di cercare il tuo aiuto, ed aveva ragione."

"Gandalf ed io condividiamo una lunga, lunghissima amicizia. Non avrei abbandonato qualcuno inviato da lui. Segui la mia mappa con attenzione, e troverete la montagna del Drago. E poi, che Eru vi aiuti." annuì lo Stregone. "Buona fortuna."

🌺🌺🌺

Eradan procedeva attraverso il bosco nella direzione indicata da Radagast, verso Ovest. Con uno dei suoi coltelli, tagliava nervosamente quell'intrico di vegetazione che sbarrava la strada a lui e a Farin. Sembrava quasi che i rami degli alberi ed i cespugli tentassero in ogni modo di rallentare il loro incedere.

"C'è una maledizione su questa Foresta. Puoi negare fin che vuoi, ma..." borbottó Farin, dietro di lui.

"Non l'ho mai negato, mi pare." rispose Eradan.

Se fosse stato solo, avrebbe raggiunto prima il confine occidentale. Ma un Nano era con lui, e Farin non riusciva a stargli dietro. Le sue corte gambe non reggevano il confronto con le falcate del Dunedain. E ci si era messo anche quel groviglio di arbusti a complicare il gioco.

"Perchè Radagast vive solo? Non teme i Ragni?" chiese Farin.

"È uno Stregone. Puó allontanarli con il suo potere. In verità, ci sono poche cose al mondo che uno Stregone deve temere." rispose l'uomo.

"Dimenticavo... peró non è giusto che non venga con noi. Potrebbe aiutarci!" protestó il Nano.

"Ci ha già aiutati. E la sua vita è qui. Trascinarlo in questa storia sarebbe scorretto. Tocca a noi, e alla ragazza." rispose il Ramingo.

"Ti manca la sorella, vero?" ridacchió Farin.

"Chiudi la bocca, ti avverto." minacció subito Eradan, ma Farin scoppió a ridere.

"Io non so che ci hai trovato in quella rompiscatole. Lagnosa e insopportabile. Non nego che sia bella, ci mancherebbe, ma devi ficcarti tappi di cera nelle orecchie quando le sei vicino! Non fa che lamentarsi, con quel suo modo altezzoso..." continuó il Nano.

"HEY!" lo interruppe bruscamente Eradan, girandosi a guardarlo. Le fiamme negli occhi del Dunedain fecero serrare la labbra di Farin all'istante.

In silenzio, i due si rimisero quindi in marcia.

D'un tratto, sentirono un grido, lontano.

"Chi è? Hai sentito?!" chiese il Nano.

"Sì. Qualcuno è nei guai, pare." ribattè Eradan, che inizió a correre in direzione di quelle urla strazianti.

"Oh no! Dobbiamo andare via di qua!!! Accidenti, Eradan!!" esclamó Farin, ma poi si rassegnó a seguirlo. "Quando la smetterà di fare il salvatore del mondo..."

Dopo diversi minuti di corsa nel bosco, giunsero finalmente al luogo da cui provenivano quei lamenti. Trovarono una ragnatela gigantesca, unita a ben cinque tronchi d'albero con spessi filamenti bianchi. Al centro di essa, come un moscerino, si dimenava impotente un Elfo.

"Aiutatemi!! Da tre ore sono imprigionato qui!! Liberatemi prima che lei arrivi, per pietá!" imploró disperato.

Subito Eradan e Farin si diedero da fare: Farin taglió con l'ascia i cinque cordoni principali che sorreggevano la grande tela, il Ramingo con il suo pugnale riuscì a liberare mani e gambe dell'Elfo. I tre poi si allontanarono da quella trappola mostruosa.

"E' gigantesca!!! Che razza di mostro puó aver costruito una cosa simile?!!" gridó Farin.

"Saenathra." ansimó l'Elfo. "Il mostro si chiama Saenathra. Un ragno femmina, regina dei ragni di questa foresta. Figlia di Shelob. Grazie, amici. Mi avete liberato prima che lei si accorgesse che ero rimasto imbrigliato."

"E tu chi sei?" chiese Farin.

"Glorihin, questo è il mio nome. Re Thranduil mi aveva inviato a Sud del bosco, come esploratore. Voleva vederci chiaro su questi nidi di ragno e ha mandato me." spiegó l'Elfo. Gli occhi azzurri si volsero verso Eradan. "I Ragni non sono qui per caso. Ora lo so. Li hanno mandati di proposito." aggiunse l'Elfo.

"Chi?" chiese Eradan.

"Chi dimora a Dol Guldur. E i suoi aiutanti." rispose l'Elfo. "Vogliono invadere la Foresta. Eliminare il nostro popolo. Si stanno preparando. Lui, si sta preparando."

"Preparando a fare cosa, e di chi parli?" chiese l'uomo, ben consapevole della successiva risposta.

"Sauron. Si prepara ad attaccare il nostro popolo. Manda avanti le sue mostruosità, come i Ragni, per sfiancarci. E poi passerà all'attacco vero e proprio. Re Thranduil non vuole crederci. So che il capitano Feren e gli altri Alti Comandanti lo hanno avvertito. Ma il nostro sovrano non vuole arrendersi all'idea che siamo tutti in pericolo. Lui crede che gli Elfi Silvani siano assolutamente protetti all'interno della foresta, ma non è così. Ma adesso dovrà crederci. Devo informarlo. I Ragni avanzano...avanzano!" disse Glorihin. Poi guardó i due. "...voi chi siete? Cosa fate all'interno dei nostri confini?"

"Ascolta, amico." ribatté Farin. "Noi ti abbiamo salvato da morte orribile, giusto? Credo tu ci debba un favore. E il favore che chiediamo è: non dire al tuo Re che ci hai visti. Credi di poterlo fare?"

L'Elfo guardó prima Farin, poi Eradan. Confuso. "Perché? Chi siete? Siete entrati di nascosto?!"

Eradan annuì. "La nostra entrata nel vostro territorio era inevitabile, purtroppo. Non devi sapere il motivo, ormai è tutto è compiuto. Il tuo Re non sa che ci siamo, perció... sì, si puó dire che siamo intrusi. Ma ce ne stiamo andando. O meglio, ce ne stavamo andando prima di sentire le tue grida. Allora, puoi usarci la cortesia di non dire che siamo passati di qui ai tuoi capitani, visto e considerato che ti abbiamo salvato la pelle?"

"Certo. Ma allontanatevi alla svelta da qui!! Saenathra è nei paraggi. Ed è un'assassina spietata, come l'orrenda madre. Ho solo scorto una parte di lei, ma non esiste nulla di più spaventoso. È gigantesca, e sempre affamata. Ed è veloce. Terribilmente veloce, per un ragno delle sue dimensioni. Andate per la vostra strada, io per la mia. Grazie ancora, chiunque voi siate." detto ció, l'Elfo chinó il capo e letteralmente scappó nella Foresta.

"Io dico che dovremmo imitarlo." disse Farin.

Eradan annuì e guardò le cime degli alberi. "Usciamo da questo inferno, Farin."

 

   
 
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