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Autore: Florence    05/10/2021    2 recensioni
-Pluto, ci stai dicendo che se non riusciremo nella nostra missione la nostra esistenza futura potrebbe essere compromessa?-
-È molto complicato... quel che è certo è che la nostra realtà non esisterà più, perché nessuno può fermare la collisione con un'altra dimensione che avverrà alla prossima eclisse di luna.-
-E quindi... ? Stiamo per morire?-
-Non è così semplice, Neptune: continuamente le nostre coscienze passano tra una realtà e l'altra senza che noi ce ne accorgiamo nemmeno, questo avviene ogni volta che si incontrano dimensioni molto simili tra loro nel continuum spazio-tempo.-
-E quindi perché stavolta dovremmo preoccuparcene?-
-Perché stavolta stiamo per scontrarci con una dimensione del tutto differente dalla nostra... Dobbiamo "sistemare" gli eventi del passato di quella dimensione affinché non sia tutto perduto.-
-In sostanza, cosa dovremmo fare? Altre battaglie? Scontri epici?-
-No, niente di tutto ciò, Uranus: il vostro scopo è quello di fare innamorare Usagi Tsukino e Mamoru Chiba prima che avvenga l'eclissi di luna.-
-Parli dei nostri sovrani? E qual è il problema: quei due si amano da sempre!-
-Ne sei proprio sicura...?-
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Mamoru/Marzio, Nuovo personaggio, Outer Senshi, Usagi/Bunny | Coppie: Endymion/Serenity, Mamoru/Usagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie, Prima serie
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Antefatto

 

In quel luogo c’era soltanto silenzio, si sarebbe potuto dire che non ci fosse altro, né lo spazio, né qualunque punto di riferimento concepibile da mente umana, tranne una enorme porta di fattura antichissima, da sempre fluttuante in quel nulla in cui smarrirsi era molto semplice. Non c’erano suoni, non c’erano altre superfici, non c’era nessuno, se non immobilità.

 

Un rumore sordo infranse il silenzio assoluto, seguito da alcuni schiocchi metallici, il contorno della porta si illuminò e lentamente essa si aprì, rivelando una figura femminile: la donna varcò la soglia, richiuse la porta alle sue spalle e prese aria.

-Maledizione…-, sfuggì alle sue labbra rosso magenta, strinse un pugno e rimase immobile cercando di dare un senso a quello che aveva appena scoperto.

Espirò, puntò gli occhi in una direzione precisa e iniziò a camminare a passo svelto.


C’era un luogo, poco distante dall’enorme palazzo di cristallo che dominava la baia, in cui Sailor Uranus e Sailor Neptune erano solite fermarsi all’ombra di un grande salice; era il loro posto del cuore, un angolo di tranquillità ed estasi che apparteneva soltanto a loro due. Fu lì che Sailor Pluto le scovò, stese su un prato di violette e ciclamini cresciuti sotto al salice.

-Devo parlarvi, è urgente-, Pluto non fece preamboli, il suo volto contratto convinse le due donne a seguirla senza fiatare. 

-Vi raggiungerò immediatamente nella sala del Concilio d’Emergenza, vado a chiamare Saturn-, spiegò prima di allonanarsi di nuovo.

 

Quando fece il suo ingresso nel luogo prestabilito, Uranus e Neptune l’attendevano in apprensione.

-Questo nostro mondo ha le ore contate: stiamo per essere cancellati completamente da un’altra dimensione che sta per sostituire la nostra-, non avrebbe saputo catalizzare meglio l’attenzione delle colleghe, quindi si sedette e iniziò a spiegare nel dettaglio. 

-Per ogni evento che avvenga nello spazio-tempo si creano e distruggono continuamente nuove dimensioni parallele, differenti tra loro spesso solo per particolari insignificanti-, fece una pausa, perché voleva che le colleghe comprendessero bene quello che stava per dire loro.

-Le nostre vite sono un continuo passaggio tra una dimensione e l'altra, senza che nessuno se ne accorga. Ma ci sono rari casi in cui dimensioni del tutto differenti tra loro rischiano di incontrarsi e collidere causando la totale distruzione di una delle due, senza che nessuno se ne accorga.-

Si accertò che l'avessero seguita fino a quel punto, -È ciò che sta per accadere alla nostra dimensione: non possiamo fare nulla per impedire che questo avvenga, ma possiamo cercare di rendere la dimensione che ci ingoierà il più simile possibile alla nostra, per limitare i danni e sperare che anche stavolta nessuno se ne accorga…-

Neptune la guardò incredula per ciò che aveva udito: -Cos'è accaduto di così diverso nell'altra dimensione da renderla tanto differente da questa?-, domandò.

-Non esisterà mai il Nuovo Regno Argentato sulla Terra, perché non saranno mai apparsi la Principessa Serenity e il Principe Endymion per fondarlo, né la loro figlia per salvarlo-, Pluto fu lapidaria e la risposta lasciò le colleghe basite.

Uranus non riusciva a concepire una situazione così diversa dalla loro: -Non si sono ancora reincarnati, in quella dimensione?-

Plutò sospirò, tanto valeva essere schiette: -Oh sì, lo hanno fatto, e sono comparse tutte le guerriere Sailor per sconfiggere Metallia, ma qualcosa dopo è andato storto… -, raccontò nel dettaglio quello che aveva visto, lasciandole di stucco.




 

Intro

 

I raggi del sole filtravano attraverso le tende sottili che coprivano le vetrate dell’ampia Sala del Consiglio rendendo l’atmosfera all’interno rarefatta. Le ombre dei sottili tessuti finemente ricamati si allungavano sul pavimento di marmo disegnando dei ghirigori in lento movimento. L’aria che entrava dalle finestre aperte nella parte più in alto delle pareti di cristallo era frizzante, il sole lentamente si stava alzando nel cielo terso, fuori da lì. Il silenzio che regnava nell’immenso volume della sala era disturbato dal ticchettio frenetico di piccole dita che battevano su una tastiera, nell’angolo più interno dell’ambiente; ogni tanto un breve suono metallico annunciava che l’evoluto cervello elettronico aveva elaborato un dato o ne stava prendendo uno nuovo in pasto.

Un lungo sospiro spezzò l’immobilità della sala, qualcuno si mosse, il fruscio del suo abito fu coperto dal rimbombo di lenti passi insicuri.

-Dobbiamo prendere una decisione-, la voce femminile si schiacciò sul soffitto a volta e produsse un’eco che si spense subito dopo. Fu il la che concesse alle altre persone presenti di aprire il dibattito sul perché fossero riunite in quel luogo.

-Ci possiamo fidare di quello che ha detto Pluto?-, la perplessità nella voce di Jupiter era evidente.

-Ripeto, dobbiamo prendere una decisione-, disse Venus, smettendo di camminare, -E dobbiamo farlo subito: se quella linea temporale incontrerà la nostra, potrebbe cambiare tutto… Potrebbe essere la fine di questa realtà e di questo mondo-, troppa enfasi nelle sue parole, il terrore vinceva sulla prudenza.

Mars si mosse, avvicinandosi ai pannello di controllo, -Mercury, cosa dicono le simulazioni che hai lanciato? Esiste la reale possibilità che le due linee si incontrino?-

-Non fatevi prendere dal panico: il nostro compito è vegliare sulla nostra Regina e non possiamo permetterci di compiere passi falsi sulla base di allarmismi non confermati-, li avrebbe verificati lei, se il calcolatore si fosse dato una mossa a elaborare tutte le variabili che gli aveva dato da elaborare.

-Possiamo davvero fidarci di quello che dicono le outers?-, di nuovo Jupiter, nella sua voce la speranza che si fosse trattato soltanto di un allarme senza fondamento.

Un silenzio carico di dubbi avvolse la sala del Consiglio delle inners, le quattro donne guardavano una negli occhi dell’altra, aspettando che Mercury parlasse. Vestivano i loro abiti di rappresentanza, quei meravigliosi ed eterei abiti fatti di stoffe pregiate ciascuno nei colori a loro associati, in quel luogo di pace e riflessione dovevano per prima cosa rispettare l’etichetta. Jupiter sistemò sovrappensiero una delle rose verdi di taffetà sulla gonna, non sapeva come ammazzare ancora a quell’attesa snervante.

 

Una breve serie di colpi alla porta le fece destare dalla loro stasi, Venus corse ad aprire, intuendo chi fosse: purtroppo le outers erano più puntuali di un orologio ed erano già lì a pretendere una risposta. Erano tutte e quattro trasformate in guerriere Sailor, spavalde nell’apparire già pronte a un combattimento che poteva rappresentare soltanto una delle possibili ipotesi future.

-Penseranno che state tramando un colpo di stato, se ve ne state ancora chiuse qua dentro a confabulare-, le schernì Uranus senza convenevoli, sedendosi su uno dei gradoni in pietra e allungando le gambe.

Mars le rivolse un’occhiata di biasimo: le quattro guerriere del Sistema Solare esterno si erano sempre ritenute superiori a loro, perfino nel profanare la sede del Consiglio non rispettando l’etichetta e occupando posti a casaccio. Ma cosa poteva aspettarsi da una come Uranus…

-Stiamo attendendo la risposta dei calcolatori-, spiegò Mercury, mantenendo la calma; con un gesto automatico spostò di nuovo dietro le spalle il nastro azzurro che continuava a scivolare sulla tastiera.

Neptune attraversò tutta la sala e si avvicinò a lei; Pluto e Saturn attendevano in silenzio vicino all’enorme porta chiusa alle loro spalle.

-Per favore, sforzatevi di rispettare questo luogo-, domandò con fermezza Mars e con un movimento eloquente del mento indicò i loro abiti.

Pluto annuì silenziosamente e si scambiò un’occhiata con le ultime arrivate. In un bagliore i loro costumi da combattimento svanirono lasciando il posto agli abiti più convenzionali adeguati a quel luogo deputato alla pace. -Anche tu, Saturn-, insistette Mars e la più piccola tra loro ubbidì. Con quel vestito dalle fattezze simili a quello di Pluto la differenza di età tra lei e le altre era ancora più evidente; strinse i denti, sforzandosi di non pensare che sarebbe stata per sempre costretta in un corpo troppo giovane per il peso delle sue responsabilità.

Per tutte le altre era stato semplice condurre una lunghissima esistenza normale, grazie al miracolo che il potere del cristallo d’argento aveva compiuto sui loro corpi terrestri, ma per Saturn qualcosa era andato storto e lei non era cresciuta oltre i dodici anni terrestri. Per questo non aveva avuto né modo, né voglia di creare una rete di rapporti interpersonali privati con persone apparentemente tanto più adulte di lei e si era sempre dedicata anima e corpo al servizio della Corona, attendendo a lungo l’arrivo della principessa. In quel momento la salvaguardia dell’esistenza stessa della sua migliore amica dipendeva da quella situazione che le guerriere del Sistema Interno sembravano ancora sottovalutare; avrebbe voluto apparire adulta come tutte le altre e difendere le sue idee senza crucciarsi per il suo eterno aspetto adolescente.

-Se aspetteremo troppo, potremmo non udire più la risata felice di Piccola Lady echeggiare per le stanze di questo palazzo. Forse non verrà mai costruito… Forse tutte noi saremo morte da secoli e l’oscurità avrà regnato indisturbata!-, Saturn lasciò cadere lo sguardo a terra, sentendo di aver fatto bene a vincere le sue remore, esponendo i fatti per come realmente potevano stare. Più paia di occhi sottilmente agitati la guardarono, ma solo per un istante: Mars sollevò scettica le sopracciglia, Mercury mosse la mano sul puntatore del suo computer, distraendosi, Jupiter abbassò lo sguardo, incrociando volutamente quello di Venus. Non le stavano dando l’attenzione che quelle parole meritavano…

-Perché non volete dare ascolto a Setsuna?-, sbottò Saturn, -Lei sa quello che sta per avvenire! Lei ha visto che corriamo il rischio che non ci sia più nulla di quello che ci circonda!- 

Nessuna di loro usava più da secoli i loro vecchi nomi terrestri, ma in quel momento Saturn non poté esimersi dal farlo, per sottolineare quanto invece lei si fidasse della collega e sua maestra di vita. La sua accorata richiesta, purtroppo, ebbe il solo effetto di fomentare il disagio tra due gruppi.

 

-Insisto nel dire che la Regina dovrebbe essere informata di questa faccenda-, consigliò Venus, alzandosi per camminare in cerchio con le braccia conserte, pensando che, in fondo, la Regina Serenity era stata investita del dono della saggezza: chi più di lei avrebbe potuto prendere la decisione migliore? 

Mars la guardò, scuotendo la testa: -Se sapesse del rischio che sta per compiere questo nostro mondo, temo che Serenity perderebbe la fiducia in se stessa e metterebbe in dubbio il fondamento di tutto quello che ci circonda, cioè il suo legame con…-

-Ho la risposta-, la voce determinata di Mercury la interruppe. Tutte le donne accorsero attorno alla grande consolle usata dalla loro collega e fissarono lo schermo dove una serie di grafici incomprensibili faceva bella mostra di sé.

-Illuminaci…-, chiosò Uranus, alzandosi e raggiungendole per ultima. Si mise vicina a Neptune e la prese per mano. Per loro era stato semplice affrontare una vita così lunga: avevano da sempre quello che più desideravano e poterlo prolungare per un tempo quasi infinito non aveva che facilitato la loro esistenza. Quando si era trattato di scegliere, erano state le prime ad accogliere il potere lunare in sé e a subire l’upgrade,  come lo chiamavano tra loro, ottenendo una vita pressoché eterna. Lei e Neptune erano libere di amarsi da quasi mille anni e per chissà quanto tempo ancora a venire. Non così facile era stato per le altre, nel pieno delle loro vite in evoluzione e continua scoperta, ma avevano accettato di donarsi alla salvezza della loro Regina e del pianeta, rinunciando alle loro esistenze come Ami, Makoto, Minako e Rei, una dopo l’altra. Ormai non ricordavano quasi più quei momenti spensierati del loro passato da semplici adolescenti.

 

Pluto lanciò una rapida occhiata al monitor e strinse i pugni. Lei sapeva già quello che c’era scritto, perché lei sapeva sempre ogni cosa che si muovesse nel tempo. Era la sua forza e la sua maledizione: osservare il fiume degli eventi scorrere e incontrarne di altri, discernere i vari livelli di realtà, le dimensioni multiple, come si diceva in gergo, vedere le persone che conosceva replicate potenzialmente all’infinito vivere ogni volta una vita differente. 

Ma c'era di più: a differenza di un computer quantico che poteva calcolare e verificare tutte le simulazioni che Mercury avesse voluto sottoporgli, lei poteva muoversi nel tempo, osservare il futuro, interferire col passato e modificare una singola dimensione della realtà. Perché lei era unica, immobile, sfuggiva per la sua stessa essenza alle leggi della fisica, ma la sua era un'esistenza senza possibilità di scelta per sé stessa. Infinita già da prima che il tempo stesso fosse stato creato.

Guardò la donna al calcolatore e i suoi occhi sgranati: lo aveva già visto, quindi non provò meraviglia.

 

-Avverrà… sta già avvenendo!-, esclamò attonita Mercury, indicando con il cursore alcuni punti nel grafico; -Pluto ha ragione: la teoria delle linee dimensionali che si intersecano è valida. Il rischio è tangibile.-

Jupiter increspò la fronte e il simbolo di Giove su di essa assunse una forma strana. Mars soffiò aria dal naso, tamburellando nervosamente le dita sulle proprie ginocchia.

-Loro parlano per supposizioni, tu hai una certezza scientifica: dicci esattamente cosa intendono con le loro profezie di sventura-, la spronò Venus, trattenendo a stento l’irritazione mista a sottile terrore che iniziava a strisciare sulla sua pelle.

Mercury digitò alcune cose sulla consolle in cristallo e mosse il cursore: non era una cosa semplice da illustrare in pochi istanti, aveva rappresentato uno degli scogli più duri da superare durante i suoi studi avanzati e sapeva bene che non c’era un modo semplice per rendere comprensibile tutto, se non partire da lontano e fare un trattato approfondito delle varie teorie matematico-fisiche che sottostavano a quella che veniva definita "realtà". Ma non era quello il tempo e il luogo adatto: doveva sforzarsi di non entrare nei dettagli e spiegare tutti i ragionamenti scientifici che sottintendevano alle sue conclusioni o avrebbe perso la loro attenzione…

-Cercherò di essere il più sintetica possibile, esistono tre modi di interpretare la realtà, su cui da secoli e secoli le più grandi menti della Terra hanno discusso: la meccanica classica, la meccanica quantistica e la teoria dei molti mondi. In termini di meccanica classica noi esistiamo solo nel nostro universo esplorabile, conosciuto e oggettivo; in termini quantistici ci possono essere infinite possibilità in cui il nostro universo può evolvere, ma nel momento in cui andiamo a compiere un'analisi, ne possiamo osservare solo una, che sarà l’unica dimensione possibile; in termini multidimensionali invece esistono contemporaneamente più universi in cui ciascuno di noi esiste, vive, pensa-, cercò di riordinare le idee e proseguire in un modo il più comprensibile possibile.

-Gli scienziati provarono a confrontarsi su queste tre teorie utilizzando l’esperimento del "Gatto di Schroedinger": prendiamo un gatto e lo mettiamo in una scatola sigillata, il gatto può morire avvelenato se un atomo assume un certo comportamento e innesca il rilascio del veleno, può invece vivere se l’atomo non assume quel comportamento che causa l'innesco. Quando apriremo la scatola non sapremo in che stato sarà il gatto-, Mercury fece una pausa durante la quale l’unico suono udibile fu il lento deglutire dell’Ambasciatore Artemis, seduto in un angolo della sala. La giovane scienziata andò avanti: -Secondo la meccanica classica, il gatto o è vivo o è morto. Secondo la quantistica, il gatto può essere contemporaneamente sia vivo che morto, ma nel momento in cui vado a osservare il suo stato, forzo l’atomo a “fermarsi” in uno dei due comportamenti che possono o meno causare l'innesco del veleno e quindi trovo comunque il gatto o vivo o morto-, fendette l'aria con il taglio della mano due volte, spostandola in direzioni diverse per sottolineare le due differenti condizioni di cui stava parlando. 

-Secondo la teoria dei molti mondi, invece, indipendentemente da come si comporti l'atomo, nel momento in cui esso assume un comportamento o l'altro, cioè sia che il veleno fuoriesca o meno, si generano due realtà parallele, una in cui il gatto è vivo e io lo troverò vivo, l’altra in cui il gatto è morto e io lo troverò morto, ma nessuno dei due diversi “io” si renderà conto dell’esistenza dell’altro-, e aprì entrambe le mani davanti a sé come a contenere qualcosa di invisibile.

Pluto cambiò posizione, inspirando e rilasciando l’aria, fremente e tesa. Perché mai quella cervellona era partita così da lontano per spiegare un fatto tanto semplice?

Mercury proseguì.

-Noi in questo momento stiamo vivendo in una realtà, ma ce n'è almeno un'altra in cui noi stessi viviamo, senza conoscerla. Eppure questo universo, questa “dimensione parallela” esiste al pari della nostra-, si fermò, perché lei per prima stentava a credere a ciò che diceva. Doveva arrivare al dunque: -Un evento di osservazione dall'esterno può causare il collasso della realtà su una o sull’altra dimensione, come se fossero due rette parallele che vengono schiacciate una sull'altra e ne rimanesse solo una. In sostanza è come se continuassimo a esistere in una sola delle due dimensioni, senza renderci conto di essere esistiti anche in un'altra. I miei calcoli hanno confermato l'esistenza di almeno un'altra dimensione parallela dalla quale la nostra sarà inghiottita, nell'ipotesi in cui le teorie citate siano effettivamente valide alla luce di una verifica empirica di- 

-Mercury, basta!-, la guardiana del tempo s’impose sul fiume di parole della collega, -È inutile che ti sforzi di trovare giri di parole per dire che la tua scienza ti sta abbandonando: sii chiara una volta per tutte!-, le intimò, mostrando una fretta e una padronanza di sé che nessuno aveva mai osservato nel suo comportamento, dopo secoli che si conoscevano.

Mercury annuì, comprendendo che si stava arrampicando sugli specchi: Pluto aveva ragione, la sua scienza l'aveva tradita, avrebbe perso ogni cosa.

-Ho interfacciato tutti i dati possibili di quelli che possono essere considerati fenomeni di osservazione esterna con ciò che mi ha suggerito di analizzare Pluto e il verdetto è solo uno: questa nostra realtà svanirà e continueremo a esistere solo nell’altra dimensione a noi ignota. Questo avverrà nel momento dell’eclisse di luna prevista tra sette giorni: è questo l'evento che farà collassare la nostra realtà su quella alternativa e ci annienterà senza che neanche potremo rendercene conto. Secondo le teorie di Einstein da una parte e Everett dall’altra le dimen-

Uranus batté i pugni sul tavolo di liscio marmo: -Basta così!-, tuonò e indicò Pluto, -Il punto è che noi abbiamo la possibilità di guardare avanti e indietro nel tempo, a differenza di Schödinger, Einstein o Everett e sappiamo che le linee temporali si incontrano sempre: il tuo computer non ha scoperto niente che non fosse già noto a tutti noi! Quando questo accade, si aprono i varchi dimensionali, una realtà va a sostituirne un’altra e tutto quanto è stato seminato nella linea ‘più indietro’ si ripercuote istantaneamente sul futuro-, con la sua arringa, Uranus aveva catalizzato l’attenzione di tutte le presenti, Mercury compresa.

-Mercury ha già confermato quello che Pluto già ci aveva detto, cioè che tra pochissimo tempo la nostra linea temporale incontrerà quella sbagliata, ma non vi ha detto tutto! Non hai il coraggio di spiegare esattamente le cose come stanno, è vero?-

Mercury abbassò gli occhi: la sua scienza non avrebbe potuto salvarle da qualcosa che non era prevedibile, si poteva limitare solo ad annunciare la loro fine.

Le altre guerriere del Sistema Solare interno la guardarono preoccupate, aspettando che spiegasse di più; -Pluto, per favore continua tu: io non sono in grado di andare oltre questa conclusione a cui sono arrivata, quello che ci aspetta lo può riportare soltanto la Guardiana del Tempo.-

Pluto si concentrò per essere il più incisiva possibile, -Confermo quanto ha detto Mercury: durante l’eclisse di luna che avverrà tra sette giorni questa dimensione sarà sostituita dall’altra che coesiste nel reticolo spazio-temporale: le vostre coscienze si ritroveranno istantaneamente sostituite a quelle delle vostre controparti della nuova dimensione, il loro passato diventerà il vostro passato e gli eventi avvenuti fino ad allora saranno la base su cui si poggerà tutta la vostra vita futura-, il brutto lo doveva ancora raccontare…

-Il problema è che ho guardato più volte in quel passato e ha scoperto che  quella realtà è drammaticamente molto lontana da questa, perché lì gli eventi non si sono svolti come avrebbero dovuto: questo porterà sicuramente a un futuro completamente diverso da quello che potreste vivere se continuaste ad esistere in questa realtà.-

Mercury si azzardò a prendere la parola: -Inoltre c’è da sottolineare che, mentre per noi l’eclisse è un evento futuro, sebbene avverrà tra pochi giorni, nell’altra dimensione tale evento si colloca nel millenovecentonovantasei, cioè noi ci troveremo catapultate nel tremilaventuno in una dimensione nella quale in realtà gli eventi proseguono indisturbati da mille e venticinque anni. Non potremo scrivere il nostro futuro a partire dal momento dell’eclisse: esso è già scritto da un millennio.-

Jupiter e Venus scossero la testa: era troppo complicato da comprendere, sebbene fosse già stato loro accennato in via non ufficiale prima di quell’incontro segreto. Pluto andò loro incontro e spiegò nel dettaglio ciò che le avrebbe aspettate.

-In questa realtà la Terra è reduce da grandi battaglie contro le forze del male, ma tutte noi sappiamo come la Regina Serenity abbia reso possibile la nostra sopravvivenza lottando e vincendo contro ogni nemico. Questa realtà è finalmente stabile e “felice”, abbiamo due sovrani che si preoccupano per i loro sudditi e una Principessa che erediterà la forza della madre e garantirà altri mille e mille anni di stabilità.- La sua espressione si fece quindi pensierosa, continuò a raccontare, -La realtà che sta svolgendosi nell’altra dimensione non è come questa, sono accaduti eventi così differenti da quello che abbiamo vissuto in questa realtà che la rendono potenzialmente molto diversa da questa e probabilmente lì non saranno mai arrivati a una felice stabilità dopo la vittoria sul male.-

Neptune prese la parola: -Dal momento che tra poco ci ritroveremo in quella dimensione, vorremmo che questa nostra “nuova vita” sia la migliore possibile, bella come quella di questa dimensione in cui Serenity ci ha salvati dal male e ci ha donato vita eterna, e dopo di lei continuerà a farlo Piccola Lady, ma questo potrebbe non essere realizzabile.- 

Lasciò di nuovo la parola a Pluto.

-In quel passato la nostra Sailor Moon non ha mai scoperto di essere stata la Principessa Serenity del Regno della Luna e non sappiamo se lo diverrà mai qua sulla Terra. Molto probabilmente non sposerà mai il Principe Endymion e non nascerà mai la Principessa Piccola Lady-.

Venus, contorcendosi le mani e spremendosi le meningi, provò a chiedere maggiori informazioni: -Che cosa hai visto esattamente nel futuro di questa dimensione?-

Pluto abbassò lo sguardo, consapevole di non poter rispondere a quella domanda: -Purtroppo non riesco a vedere il futuro di questa dimensione: l’osservazione di quella linea temporale mi è limpida fino all’anno millenovecentonovantasei, cioè fino all’eclisse, dopo è troppo nebulosa per capire cosa possa accadere. Quello che ho visto si limita a questo: sicuramente alla data dell’eclisse in quella dimensione non si è ancora  manifestata Serenity, né Usagi si è ancora innamorata di Mamoru-, notò che Jupiter e Mars avevano gli occhi sgranati: effettivamente era qualcosa di totalmente estraneo a quello che avevano vissuto in prima persona. 

Pluto prese un respiro: -Posso parlare per supposizioni: probabilmente quello che potrebbe succedere è che dall’eclisse in poi le vostre “copie” dell’altra dimensione avranno continuato a combattere un nemico che non si sarà mai davvero interessato davvero alla Terra, perché nessun potere supremo si sarà mai manifestato, finché non ci saranno stati più attacchi. Le vostre copie avranno avuto una vita normale e infine saranno morte per cause naturali, come ogni essere umano-, il che sarebbe significato saltare in una dimensione parallela nella quale semplicemente loro avrebbero cessato di esistere. Doveva sforzarsi di non essere troppo pessimista: -Però potrebbe anche essere che quella linea temporale abbia riservato comunque la manifestazione del potere supremo in un momento successivo al millenovecentonovantasei e si sia evoluta similmente alla nostra, ma molto probabilmente, anche il quel caso non ci sarà una famiglia reale, perché non esisterà Re Endymion, con lui non ci sarà Piccola Lady che non potrà tornare nel passato ad aiutare due genitori che non ha mai avuto e…-, si arrese, -Non lo so: probabilmente semplicemente le vostre esistenze termineranno con l’eclisse, perché in quella dimensione non sarà mai esistita una Regina Serenity a proteggerci dal male e il nemico avrà vinto-, abbassò lo sguardo e strinse i pugni, -E io rimarrò sola per l’eternità.-

Se la granitica forza di Sailor Pluto stava incrinandosi a quel modo, la situazione era più che estremamente rischiosa per tutti.

Uranus strinse i pugni e lasciò che un moto di rabbia si manifestasse di nuovo, facendo scattare le mascelle e battere tra loro i denti. Se si fosse realizzato quel futuro lei non… non avrebbe mai conosciuto Neptune… La guardò negli occhi, cercando un ristoro, ma la tempesta che si agitava nella sua compagna, non l’aiutò a tranquillizzarsi. Tutte le altre rimasero in silenzio, basite.

Era come dire che quanto di più prezioso avevano vissuto non fosse mai esistito o fosse stato solo un gioco durato il tempo di una stagione. Come un abito che un anno è di gran moda e quello dopo si butta via, perché il suo tempo è passato.

Nessuna osava parlare, i loro cuori battevano all’impazzata in preda al terrore. Uranus cercò di ragionare e ridimensionare le informazioni catastrofiche che Pluto aveva appena dato loro, rimanendo il più salda possibile: -Fatevi coraggio e seguite il mio ragionamento: quando nella vita che abbiamo vissuto ci siamo ritrovati nei guai, siamo riusciti ad aggiustare le cose perché Piccola Lady è tornata indietro nel tempo e ha fatto sì che le guerriere Sailor del passato l’aiutassero a sistemare il futuro. Con il potere di Sailor Pluto possiamo tornare anche noi nel passato e modificare le cose in modo che non si ripercuotano negativamente sul futuro della dimensione alternativa. Adesso ci troviamo in questa situazione: primo, il futuro della dimensione che ci distruggerà dipende dal passato di quella stessa dimensione, secondo, noi diventeremo parte di questa dimensione in un momento futuro rispetto a quello che Pluto ha definito come “ultimo istante che riesce a vedere”. Quindi, poiché dalle osservazioni possibili temiamo che quella realtà possa essere una grande fregatura, discostandosi in maniera enorme da quello che è avvenuto qua, per sistemare quel futuro  dovremo tornare nel passato della stessa e cambiarlo a nostro vantaggio-, fece una pausa lunghissima, cercando un guizzo di comprensione negli occhi delle inners

Nulla.

Ci riprovò: -Se non avessimo vissuto tutta la nostra esistenza in questa dimensione, non sapremmo quanto sia fondamentale che i fatti avvengano esattamente come sono avvenuti finora e non ci verrebbe neanche in mente di modificare il passato per ottenere qualcosa nel futuro. È quello che può già essere accaduto nell’altra dimensione per cui le cose saranno andate a rotoli: ci ritroveremmo nelle nostre nuove versioni, sempre se esisteremo ancora, e non avremmo coscienza di come sfruttare il passato per costruire un futuro migliore-. 

Altra pausa. Uranus guardò Pluto e Neptune allargando le mani avanti a sé: era stata chiara, no?

Mars la incenerì con lo sguardo: -E questa spiegazione secondo te sarebbe chiara?-, domandò con biasimo.

-Ci rinuncio, provateci voi-, Uranus andò a sedersi in disparte.

Fu Pluto a continuare per lei: -Noi abbiamo la possibilità di cercare di modificare quella linea temporale facendo sì che, entro l’eclisse, tutto avvenga così come è avvenuto in questa, così avremmo delle basi solide per sperare che il futuro che la aspetterà, che ci aspetterà, nella nostra nuova dimensione, sia il migliore per tutta l’umanità.-

-In sostanza dobbiamo tornare nel passato di una dimensione a noi parallela sfruttando il potere di Pluto, modificarlo e creare per quella dimensione un futuro il più simile possibile al nostro presente. Dopodiché la nostra realtà sarà sostituita totalmente da quella di questa nuova dimensione che abbiamo “aggiustato” secondo i nostri desideri-, Mercury si arrese all’evidenza che, quella volta, le avrebbe salvate un paradosso temporale e non la loro forza o la sua scienza.

Jupiter provò a mettere a parole quello che aveva compreso: -In sostanza quello che ci aspetta è un cambio dimensionale nel momento dell’eclisse verso una nuova realtà che già esiste e si evolve in un modo sbagliato, e quindi dovremo modificare il passato di questa realtà per far sì che “ci risveglieremo in un mondo alternativo, ma ugualmente bello come il nostro”?-

-Esatto-, dissero in coro Mercury, Pluto, Neptune e Uranus, -Ci aspetta un doppio cambio dimensionale: tra la realtà attuale e quella alternativa e tra quella alternativa così com’è stata finora e quella che ci sarà quando avremo modificato il suo passato-, chiarì Mercury.

L’Ambasciatore si alzò e camminò balzando a fianco della consolle dei computer, guardando lo schermo.

-L’incontro tra le linee avverrà nel luglio del millenovecentonovantasei poco dopo il sedicesimo compleanno di Usagi Tsukino-, constatò, studiando i dati riportati, -Dobbiamo agire immediatamente per evitare che il mondo come lo conosciamo svanisca-, mosse in aria la coda bianca, aspettando che qualcuna parlasse.

-Non è possibile evitare l’incontro tra le due linee temporali?-, domandò Jupiter, speranzosa.

Pluto le spiegò che non era una cosa possibile, che avveniva sempre in concomitanza di un evento astronomico contemporaneo alle due dimensioni di portata tale da influenzare il reticolo spazio-tempo e non essere in alcun modo impedito e Mercury si vide d’accordo con la sua teoria.

Venus si lasciò cadere seduta su un gradone di marmo e affondò il volto tra le mani: -Io non capisco… se siamo in un ‘tempo’ diverso da quello dell’altra linea temporale, com’è possibile che ci si incontri in un stesso punto… o momento… o…?-, domandò affranta, rinunciando all’etichetta e rinunciando a comprendere una qualunque altra spiegazione. Avrebbe fatto quello che le sarebbe stato chiesto di fare senza domande.

Mars, in silenzio da moltissimo tempo, terminò di rosicchiarsi un’unghia e prese la parola: -Esattamente… cos’è che ha modificato quel passato, portandolo ad essere così differente da quello che abbiamo già vissuto e rendendolo così pericoloso per questo presente?-, domandò molto francamente, perché se loro erano comunque divenute tutte guerriere Sailor, non capiva come potesse andare tutto perduto così… 

 

Uranus alzò gli occhi al cielo, Neptune fissò il suo specchio, alla ricerca di qualche capello fuori posto, Saturn si abbassò sulle ginocchia per fare una carezza all’Ambasciatore.

Pluto, in totale imbarazzo, fu costretta a rispondere e tornare a raccontare quello che aveva visto.

-La sera in cui Usagi Tsukino avrebbe dovuto seguire nella torre conquistata dai nostri nemici Mamoru Chiba, dopo aver compreso che era ferito, e si sarebbe dovuta mostrare a lui come Sailor Moon, scatenando gli eventi che avrebbero portato alla manifestazione della sua identità di Principessa Serenity, qualcosa è andato storto e Mamoru si è recato da solo alla torre. Solo dopo Sailor Moon e le altre lo hanno raggiunto, quando ormai lui era già trasformato in Tuxedo Kamen, quindi non hanno scoperto la sua identità. Il Cristallo d’Argento si è formato senza alcun intervento esterno e fortunatamente è stato sottratto ai nemici e  consegnato a Sailor Moon perché ne fosse temporaneamente la custode. Grazie a quello è stato possibile sconfiggere Berillia e il Regno delle Tenebre, ma non è mai stato svelato chi fosse la misteriosa Principessa della Luna che il Primo Ministro e l’Ambasciatore cercavano-, spiegò.

-Ma com’è possibile che in quella dimensione non sia andata come è andata nella nostra dimensione…?-, domandò pianissimo Jupiter, preoccupata. Lo sguardo famelico di informazioni delle inners spinse Pluto a proseguire, nonostante la questione fosse molto imbarazzante. Le parole le uscirono di bocca con difficoltà, mentre le sue guance si colorarono di rosso.

-Quella sera, quando Usagi incontrò Mamoru, lei non si accorse che lui era ferito e non si insospettì, perché… quando lo vide… avvicinandosi a lui… inciampò su un sasso… e cadde a terra… e… lui, per fare in fretta a raggiungere Berillia… le disse che era sbadata e infantile, come sempre… e lei… rispose… che lui… era solo un… baka… che andava via senza neanche aiutarla… Litigarono e poi…-, Pluto sospirò, portando una mano a coprirsi gli occhi, -E poi Mamoru se ne andò, dicendole che era una ragazzina piagnucolona e non la voleva tra i piedi e Usagi, arrabbiata, si infilò nella prima pasticceria e comprò dieci ciambelle alla crema, ne mangiò otto di fila e si sentì male. Quando le Sailors capirono di dover intervenire, Usagi aveva fortissimi dolori allo stomaco, Makoto la stava aiutando cercando di farla vomitare, Rei la rimproverava urlandole che era stata “un’irresponsabile golosona senza dignità” e Ami stava controllando con il suo antiquato pc come fare per entrare nella torre. Per questo tardarono a raggiungere il luogo dove si era già formato il Cristallo d’Argento e non seppero mai che Usagi era la Principessa della Luna-, concluse d’un fiato, scuotendo la testa.

 

-E io cosa stavo facendo?-, domandò Venus, incuriosita dall’assenza della sua alter ego nella narrazione appena udita.

Pluto la fulminò con lo sguardo: -Minako stava divorando le ultime due ciambelle dimenticate da Usagi, macchiandosi la divisa Sailor di crema!-, concluse.

 

L’imbarazzo avviluppò le inners: le outers, in particolare Uranus e Neptune, trovarono la scena divertente, sebbene il tempo stringesse e dovesse essere deciso come poter intervenire.

-Ad ogni modo… questo è passato anche in quella dimensione, anche se facessimo qualunque cosa, non potremmo mai cambiare quegli avvenimenti. Possiamo però far sì che le cose si sistemino prima dell’incontro delle due linee temporali-, riprese Pluto, sedendosi, -Possiamo manipolare quella realtà in modo che diventi il più simile possibile a questa.-

Venus ci riprovò: -Non dovremmo informare la Regina di tutto ciò?-, propose, ma lo sguardo che ricevette come risposta chiarì che nessuna di loro avrebbe avuto il coraggio di dire a Sua Maestà che il loro regno era in pericolo e Piccola Lady avrebbe potuto non essere mai nata perché, in un mondo parallelo, lei aveva litigato con il suo amato Principe e aveva fatto indigestione di ciambelle…

 

-Cosa dovremmo fare, quindi, per far sì che questa dimensione somigli alla nostra?-, domandò Mars, più pratica.

 

-È necessario che qualcuno vada nel millenovecentonovantasei della dimensione parallela e faccia innamorare Usagi Tsukino e Mamoru Chiba. Abbiamo soltanto sette giorni e sette notti per salvare il nostro futuro. Il piano è questo…-, iniziò Pluto e tutte le guerriere del Sistema Solare unite si strinsero attorno al tavolo per ascoltarla.


Solo una settimana le divideva dall’incontro dimensionale, solo una settimana era stata concessa loro per salvare il futuro di tutta l’umanità; l’unica arma a disposizione era la possibilità di osservazione di quel che stava avvenendo nel lontano millenovecentonovantasei di una dimensione parallela tramite la Porta del Tempo.

Ma, come sosteneva Mercury, ogni osservazione avrebbe comportato necessariamente la modifica dello stato dell’evento osservato, rischiando di far evolvere quella dimensione al momento nota in qualcosa di ignoto.

Unendo le loro energie e attingendo al potenziale onirico del Cristallo d’Oro, custodito a corte, le guerriere avrebbero potuto limitare i danni di queste osservazioni convogliando gli effetti delle loro indagini al solo mondo dei sogni. Il rischio era che anche quel tentativo avrebbe potuto rivelarsi causa di indeterminazione… Sapevano tutte che i sogni potevano essere altrettanto pericolosi della realtà, ma non avevano altre scelte.

In ogni caso, sarebbe stato un vero e proprio salto nel buio.

 

-Gatto vivo o gatto morto?-, cantilenò Venus, soppesando due oggetti inesistenti tra le mani.


L’Ambasciatore rizzò il pelo e sciolse la riunione.

 
   
 
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