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Autore: babastrell    05/10/2021    1 recensioni
Reki teme che Langa un giorno possa tornare in Canada e lasciarlo.
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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: Neve
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Langa Hasegawa, Reki Kyan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Reki and Langa’s Homosexual Adventure '
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Questa storia partecipa al Writober2021 di Fanwriter.it
Prompt: Neve (pumpNIGHT)
No. parole: 711

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FREDDA E MORBIDA

 

«Ehi, Langa» disse Reki, seduto a terra contro il recinto. «Ti manca mai il Canada?».

Langa si portò le mani dietro la testa. «Non molto. Perché me lo chiedi?».

Sotto di loro, giù per il pendio, il pubblico della S incitava i due skater che scendevano rapidi.

«Non c'è una ragione» mormorò Reki stringendosi le ginocchia al petto. «Immagino solo che sia tutto diverso».

Langa si morse l'interno della guancia. «Sì, era diverso. Ma non volevo starci là, dopo la morte di mio padre c'era solo freddo». Si rilassò e allungò le gambe davanti a sé, appoggiando le mani a terra.

Reki non rispose subito, a disagio. Langa parlava raramente del padre, e lui non sapeva mai come comportarsi.

«Ma qui sto bene» riprese Langa, sorridendogli. «Se fossi rimasto in Canada non avrei mai scoperto lo skateboard, o la S. E non avrei conosciuto voi».

Reki sorrise, anche se si sentiva arrossire. Appoggiò la mano sul dorso di quella di Langa abbandonata sul terreno polveroso. La sua pelle era fresca nonostante la serata calda.

«Non pensi mai di tornare?» chiese prima di riuscire a fermarsi.

«Stai cercando di liberarti di me?» replicò lui con una risatina.

Reki trasalì. «Ah! No!». Agitò rapidamente le mani davanti al viso. «Non era questo che intendevo!».

Langa gli afferrò le mani per fermarlo. «Stavo scherzando».

Reki mise il broncio. «Non scherzi mai. Devi cominciare adesso?»

«Mia madre dice che dovrei provare a essere più spigliato».

Reki sospirò, ma scelse di non rispondere. Anche perché c'era il rischio di addentrarsi in un territorio pericoloso, in cui avrebbe dovuto ammettere che aveva paura che un giorno Langa tornasse indietro, in Canada, e non facesse mai più ritorno. Che laggiù ritrovasse qualche vecchio amico e si rendesse conto di stare di nuovo bene.

Per quanto tempo si sarebbero sentiti per messaggio o in videochiamata prima che le loro conversazioni si facessero più sporadiche e brevi? Prima che Langa si rendesse conto di essersi stancato di Reki e di avere di meglio da fare? Prima che Reki si trovasse un'altra volta solo?

«Reki?».

La voce di Langa lo riscosse dai pensieri. Era ancora lì. Si era di nuovo appoggiato al recinto, e teneva la mano di Reki stretta nella sua.

«Sì. Scusa».

Alzarono lo sguardo sullo schermo: i due concorrenti stavano per raggiungere il deposito abbandonato, la gara era quasi finita.

«Forse un giorno andrò in Canada» disse Langa a bruciapelo.

Lo stomaco di Reki si attorcigliò.

Langa si girò verso di lui. «È dove sono cresciuto, non voglio sentirmi come se non potessi più tornare».

Reki si strinse nelle spalle. «Capisco» mormorò, sperando che la sua preoccupazione non trasparisse nella voce.

Langa gli accarezzò il dorso della mano con il pollice. «Potresti venire con me».

Reki alzò gli occhi di scatto, ma Langa non lo stava guardando, teneva gli occhi fissi sugli ultimi metri della gara sullo schermo.

«Potrei insegnarti lo snowboard» continuò mentre i due skater tagliavano il traguardo a pochi centimetri l’uno dall’altro. «Sai, sarebbe divertente».

Divertente. Perché avrebbe dovuto dire di no?

Sorrise e gli diede una leggera spallata. «Scommetto che diventerei più bravo di te» scherzò.

Langa gli rivolse un sorriso da un orecchio all’altro. «Ne sono sicuro».

Reki si sentì arrossire fino alla bandana. Distolse lo sguardo.

«Non ho mai visto la neve» disse per cambiare argomento. «Com’è?»

«Fredda» rise Langa. «E morbida»

«Non sembra male»

«Non lo è. Almeno finché non si ghiaccia e rischi di cadere, o si scioglie e torni a casa bagnato fradicio e raffreddato. Però è una buona scusa per bere cioccolata calda».

L’espressione di Langa in quel momento era così serena e felice che Reki pensò che avrebbe volentieri passato il resto della sua vita tra ghiaccio e acqua gelata.

Langa si alzò, tirandosi dietro il braccio di Reki finché le loro mani non furono costrette a staccarsi per la distanza. «Sono nella prossima gara. Fai il tifo per me».

Reki lo guardò dirigersi verso la linea di partenza. Mentre passava le persone si facevano da parte e lo incitavano.

«Fallo nero, Snow!»

«Ho scommesso su di te! Non deludermi»

«Vai, Snow!».

Snow. Neve. Fredda e morbida come la mano di Langa nella sua.

Reki sorrise.

  
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