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Autore: Teo5Astor    06/10/2021    9 recensioni
Quanto può essere labile il confine che separa sogno e realtà, sanità mentale e pazzia, amore e odio?
Quanto può far male il non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo? Quanto può renderci fragili e allo stesso tempo forti il rincorrere un amore che sembra impossibile?
E quanto può essere forte il bisogno di evadere? La necessità di sentirsi davvero liberi, per una volta? Di fregarsene di tutto?
Quante domande ci poniamo? Quanti dubbi ci bloccano?
Lazuli Eighteen cercherà le sue risposte, ritrovandosi catapultata in un mondo incantato dove ogni cosa sembra essere possibile e dove tutto appare assurdo e allo stesso tempo perfetto.
Un viaggio nel Paese delle Meraviglie, in mezzo a personaggi straordinari, ma, soprattutto, un viaggio dentro sé stessa.
Alla ricerca di sé stessa.
Un viaggio nell'amore e nell'amicizia, nelle gioie e nei dolori che la vita ci mette davanti.
Una sfida ai sentimenti e alle paure.
Con un ragazzo un po' matto con un cappello calcato sulla testa pronto ad aiutarla, a indicarle la via e a regalarle quel sorriso di cui tutti, in fondo, avremmo bisogno nei momenti difficili.
Benvenuti a "Lazuli in Wonderland", rivisitazione libera di "Alice in Wonderland"
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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13 - L'ora del tè e l'ora di te
 
 
Lazuli pensò per qualche istante al senso di quell'indovinello, mentre Radish le sorrideva sghembo senza toglierle gli occhi di dosso. E senza darle la possibilità di concentrarsi, perché la distraeva con la sua presenza.
Avrebbe voluto saltargli addosso e dirgli tutto quello che aveva dentro, altro che tè e stupidi indovinelli! E poi c'erano di mezzo anche Goku e Vegeta, per non parlare di quel ragazzo misterioso, tutti e tre conciati come dei dementi e, soprattutto, tutti e tre a impedirle di avere un po' di intimità con la persona che stava rincorrendo da tutto il giorno.
Anzi, che stava rincorrendo da tutta la vita.
A volte le sembrava di prenderlo, ma le sfuggiva sempre. Altre volte era lui che sembrava la stessa per prendere, ma era lei a rovinare tutto. A scappare.
Era così da sempre tra loro.
Si sarebbero persi senza essersi mai presi, se non avessero fatto qualcosa per cambiare la situazione.
Presi, persi.
Solo due lettere invertite.
La presenza di Goku e gli altri forse non era che l'ennesima scusa con cui cercava di giustificarsi, di trovare una scappatoia per non esprimere i suoi sentimenti.
Se ci teneva tanto a Radish, cosa ci faceva seduta da sola sotto una quercia con in mano una tazza di tè? Perché non andava da lui, al tavolo insieme agli altri suoi ospiti?
Bevve un altro sorso del tè che le aveva preparato il Cappellaio e si sentì meglio. Si sentì sé stessa. E percepì anche una piacevole sensazione al petto, unito a una sorta di cambiamento che non riusciva ancora a definire.
Si alzò e camminò elegantemente sull'erba fino a prendere posto accanto a Radish su una sedia malmessa che magicamente si trasformò in un trono regale dallo schienale a forma di cuore. La seduta era nera, lo schienale rosso scarlatto.
Ma si trattava davvero fino a poco prima di una semplice sedia sgangherata o era sempre stato un trono che attendeva solo che lei ci si sedesse sopra? Era comodo, morbido e profumato.
Rassicurante, come Radish, che le prese all'improvviso la mano facendole battere il cuore più forte.
Lazuli arrossì leggermente, ma cercò di non darlo a vedere. Accavallò le gambe e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, appoggiando poi la tazza sul tavolo dopo averne bevuto un altro sorso che le scaldò l'anima.
"Brava Là, è questo il tuo posto. Il posto più bello del mondo, il trono di una regina" disse con voce calda il Cappellaio. "Per me è un onore averti accanto a me, lo sai?"
"Io... g-grazie..." balbettò lei, felice e imbarazzata. "Eppure... eppure mentre mi sedevo mi sembrava una semplice sedia mezza rotta, l'hai trasformata tu in questo trono?"
"Io non ho fatto nulla, sei tu che l'hai resa così. Perché sei una regina" rispose il capellone.
"Io non sono una regina...".
"Per me lo sei. E questa sedia, anzi, questo trono, non aspettavo altro che fossi tu a occuparlo" aggiunse Radish. "Io bevo sempre tè, ma è una vita che aspetto te".
Lazuli avvampò a quelle parole, non sapeva cosa dire, cosa fare. Avrebbe voluto abbracciarlo, baciarlo. Dirle che lo amava, che lo voleva da sempre, che doveva essere suo e di nessun'altra. Ma qualcosa la bloccava, come sempre. La paura, l'imbarazzo, le paranoie, la presenza di altre persone intorno a loro.
Le sembrava di correre i cento metri su una pista di atletica con un peso attaccato alle caviglie che la rallentava.
Ma era felice lo stesso. Felice come non lo era mai stata.
"In realtà aspettavamo tutti che ti sedessi qui, perché questo mondo ha bisogno di una Regina di Cuori per sconfiggere Cell, l'usurpatore, e far tornare in vita la vera Regina di Cuori insieme al Re" riprese il Cappellaio, più serio che mai, riportandola alla realtà.
Aveva sentito da diversi persone quel giorno nominare questa Regina di Cuori e il fatto che dovesse essere riportata in vita. E, in effetti, quel trono dalla forma così particolare sembrava legarsi perfettamente a quello strano titolo nobiliare.
"Perché dovrei essere io la Regina di Cuori? Non mi sembra di esserlo" chiese, perplessa.
"Solo tu puoi esserlo. Solo tu puoi diventare abbastanza forte da distruggere Cell e riportare la pace" rispose Radish. "Quando sarai pronta ti renderai conto di essere diventata la nostra Regina di Cuori, e il destino farà il suo corso".
"Ma... chi era la vera Regina di Cuori? E il Re? Mi sembra di aver capito che invece il Principe di Cuori è ancora vivo e..."
"Scommetto con non sa la risposta!" berciò Vegeta, sprezzante e allo stesso tempo contrariato, interrompendo Lazuli  e ricordandole che le era stato posto quell'apparentemente incomprensibile indovinello da Radish.
Sembrava scosso, infastidito. E non solo perché era un maleducato come al solito, ma perché era come se qualcosa l'avesse ferito nell'orgoglio.
Che fosse lui il Principe di Cuori?
Lazuli cercava di mettere insieme tutte le informazioni che aveva ricevuto e, riflettendoci su, le apparve improvvisamente più chiara la situazione: Cell doveva aver ucciso i genitori di Vegeta, ossia i regnanti di quel mondo.
Tutto cominciava ad avere un senso almeno apparente.
"Giusto, giusto! Voglio sapere la differenza tra un corvo e uno scrittoio!" gridò Goku, mentre trangugiava un intero piatto di biscotti.
"Anch'io..." farfugliò il ragazzo vestito da ghiro, senza aprire gli occhi.
"È ovvio che la so" disse Lazuli, guardando Vegeta con aria di sfida.
"Intendi dire che credi di poter trovare la risposta?" ribatté la lepre.
"Proprio così" confermò lei.
"Allora dovresti dire ciò che intendi, tsk!" la incalzò Vegeta.
"Oppure intendere ciò che dici!" si intromise Goku. "È la stessa cosa, no?"
"Ma neanche per un po'!" rispose Radish, contraddicendo il fratello. "Sarebbe come dire che 'vedo quel che mangio' è la stessa cosa di 'mangio quel che vedo'!"
"Sarebbe come dire che 'mi piace quel che prendo' è la stessa cosa che 'prendo quel che mi piace'!" aggiunse Vegeta.
"Sarebbe come dire che 'respiro quando dormo' è la stessa cosa che 'dormo quando respiro'..." disse il ragazzo ghiro, che sembrava parlasse nel sonno.
"Per te è la stessa cosa perché sei il solito deficiente, Kakaroth!" tuonò Vegeta, mente Goku ridacchiava e si grattava la nuca.
"Bene, se adesso fate un po' di silenzio, la mia graditissima ospite ci darà la soluzione di questo indovinello che nessuno ha mai risolto!" annunciò Radish, zittendoli, prima di sorridere a Lazuli. "Allora, Là, qual è la differenza tra un corvo e uno scrittoio?"
La ragazza sbuffò in modo teatrale e alzò gli occhi al cielo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Nessuna, è ovvio" rispose, giocherellando con una ciocca di capelli prima di sistemarseli dietro l'orecchio. "Entrambi producono delle note: note musicali il corvo, quando emette un suono, note intese come annotazioni lo scrittoio, quando si scrive qualcosa su un biglietto usandolo come appoggio".
Radish cominciò ad applaudire soddisfatto, indicandola e guardando poi gli altri ospiti seduti alla sua tavola, che sembravano esterrefatti. Si alzò in piedi e chinò il busto innanzi a Lazuli con reverenza.
"Mia regina e mia dea, complimenti. Nemmeno io avevo la minima idea di quale fosse la soluzione, ma non avevo dubbi che tu avresti risolto tutto" le disse. "Tu sei sempre un passo avanti, non dimenticarlo mai. Non sottovalutarti mai. Non credere mai di non essere abbastanza solo perché qualcuno è solo uno stronzo invidioso".
Lazuli rimase colpita da quelle parole di incoraggiamento. Radish sembrava sempre capace di toccare le corde giuste dentro di lei, leggere le sue emozioni, dirle quello che aveva bisogno di sentirsi dire.
"Quindi ci hai rotto i coglioni per mesi con un indovinello di cui neanche tu sapevi la soluzione?!" ringhiò Vegeta, scagliando una tazzina verso il Cappellaio, che la evitò per un pelo.
"Suvvia, Prince, non fare sempre il guastafeste! O preferisci che ti chiami 'Hare' visto che adesso ti immaginerò per sempre come una lepre?! Con quelle belle orecchiette e quell'adorabile pompom sul cu-..." lo provocò Radish.
"Ti ho detto di piantarla, razza di idiota!" lo interruppe Vegeta, cercando di colpirlo di nuovo.
"Urcaaa! È davvero pazzesca la soluzione che hai trovato! Sei proprio un genio, Lazuli!" intervenne Goku, felice come non mai.
"Questo lo sapevo già..." sospirò la bionda con superiorità, con quel fare un po' a metà tra il serio e il faceto che la contraddistingueva quando scherzava, sì, ma non troppo.
"Già, un genio..." confermò il ragazzo dai capelli lilla, sbadigliando.
"Aprirà mai gli occhi?" chiese Lazuli, indicandolo.
"Boh, Vegeta l'ha portato nella Stanza dello Spirito e del Tempo e ne è uscito stravolto, anche se più forte. Da allora non fa altro che dormire o al massimo parlare nel sonno" spiegò Radish, allargando le braccia. "Proviamo a fissarlo intensamente tutti e quattro in silenzio e vediamo se apre gli occhi".
 
Tutti stettero muti per un paio di minuti, fissando invano il ragazzo ghiro che, in tutta risposta, cominciò a russare sonoramente.
"Vabbè, fa niente... quanti ne abbiamo oggi?" chiese Radish, rivolgendosi a Lazuli e rompendo quel silenzio che lui stesso aveva imposto.
Aveva tolto un orologio a cipolla argentato dal taschino e lo fissava con qualche perplessità, scuotendolo di tanto in tanto e portandoselo all'orecchio.
"Oggi è il quattro luglio" rispose lei.
"È indietro di due giorni!" sospirò il Cappellaio. "Te l'avevo detto che il burro non andava bene!" aggiunse, guardando con disgusto Vegeta.
"Era un burro di prima qualità, tsk!" ringhiò la lepre.
"Sì, ma devono esserci entrate delle briciole di pane! Non dovevi mettercelo con il coltello del pane!" borbottò Radish.
"È colpa di Kakaroth! Me l'ha dato lui quel coltello!" si giustificò Vegeta, incrociando le braccia al petto con fare polemico.
Goku allungò il braccio, afferrò l'orologio e lo osservò con fare sconsolato. Dopodiché lo affondo nella sua tazza piena di tè e lo tirò fuori per poi addentarlo, rischiando di spaccarsi i denti.
"Non riesco a mangiarlo, però riconosco il sapore del burro! È di prima qualità!" convenne con Vegeta.
"Di prima... qualità..." farfugliò nel sonno il Ghiro, mentre Radish si riappropriava del suo orologio e lo lucidava usando una delle lunghe orecchie di Vegeta.
"Ehi, lasciami stare!" sbottò la lepre.
"Quanto rompi le palle..." lo apostrofò Radish, strappando una risata soffocata a Lazuli.
"Che strano orologio che è, però... dice il giorno del mese, ma non che ore sono!" osservò la bionda, incuriosita e anche decisamente schifata, ripensando alle peripezie che aveva attraversato quell'oggetto.
"Perché dovrebbe?" si stupì Radish. "Il tuo orologio ti dice forse che anno è?"
"Certo che no! Che senso ha per un orologio indicare l'anno?" ribatté Lazuli, piccata. "Un anno resta uguale per talmente tanto tempo che non è fondamentale leggerlo su un orologio".
"Ecco: è esattamente la stessa cosa che capita al mio orologio" disse il Cappellaio, allargando le braccia.
La ragazza sentì che i pensieri le si ingarbugliavano terribilmente e, soprattutto, che non avesse nessun senso l'osservazione fatta da Radish.
"Non riesco a capirti" gli disse.
"Se mi avessi capito, del resto, sai quanto tempo avremmo guadagnato?" rispose lui, improvvisamente malinconico. "Ma in realtà è colpa mia, non sono bravo a farmi capire".
Lazuli si sentì travolta da un velo di tristezza nel vederlo così, per non parlare di un senso di rimpianto che le sembrava aleggiasse nello spazio che la separava tra lei e Radish. Uno spazio tutto sommato contenuto sul piano fisico, ma che, per un motivo e per un altro, né lui né lei erano mai riusciti a colmare.
Erano davvero come un cielo e un prato, sempre così vicini da potersi sfiorare, ma incapaci di diventare una cosa sola?
Era questo che lui le stava dicendo? Le stava dicendo che non si erano mai capiti? Che non avevano mai compreso quello che provavano l'uno per l'altra?
Lazuli si sentì improvvisamente in colpa, e anche triste per tutto il tempo che sentiva che lei e Radish avevano perso. Perché sentiva che la colpa era sua, perché era sempre lei ad essere più sfuggente di lui.
"Non dire così... sono io che a volte non capisco..." disse con un filo di voce, distogliendo lo sguardo da quello di lui e cercando di ricacciare indietro le lacrime che avevano osato rendere lucidi i suoi occhi di ghiaccio.
Dettaglio che non sfuggì al Cappellaio, che proprio non sopportava di vederla triste e, soprattutto, non voleva che lo fosse a causa sua.
"Ma no dai, Là, lo sappiamo tutti che sono un coglione, io!" scoppiò a ridere sguaiatamente, deciso a cambiare argomento. "Toh, il Ghiro si è riaddormentato!" aggiunse, afferrando una teiera fumante e versando una buona parte del suo contenuto bollente sul naso del ragazzo dai capelli color glicine.
"Sì, sì... è la stessa cosa che capita al tuo orologio..." scosse la testa insofferente, senza aprire gli occhi.
"Ma non gli sembra di sprecare tempo a dormire tutto il giorno?" chiese Lazuli, indicando col capo il ragazzo ghiro.
"Ehi, fatti gli affari tuoi! Non ti deve interessare quello che fa lui!" ringhiò Vegeta, prendendo le sue difese.
"E perché a te importa quello che dico di lui?!" lo provocò Lazuli in tono di sfida.
"Perché sì, tsk!"
"Calma, calma!" intervenne Radish. "Qui nessuno sta sprecando tempo. Nessuno, a parte me, visto che ne ho sprecato troppo... io lo conosco il Tempo. È una persona da trattare coi guanti..." aggiunse con aria malinconica, guardando Lazuli.
"In che senso è una persona? Non capisco..." disse lei, perplessa.
"È normale che tu non lo sappia. Non hai mai parlato con il Tempo, secondo me" scosse la testa il Cappellaio.
"Direi di no" confermò la bionda.
"Credo che neanche tu sia in buoni rapporti con lui" sospirò Radish. "Non hai mai avuto anche tu la sensazione di aver perso tanto tempo?"
Lazuli rimase in silenzio alcuni istanti, colpita da quelle parole che sembravano essere indirizzate dritte al suo cuore. Erano parole cariche di rimpianto, se ne rendeva conto mentre cercava di scavare dentro i malinconici occhi neri del ragazzo che sentiva di amare da una vita. Avrebbe voluto dirgli che aveva ragione, che aveva perso troppo tempo non trovando mai il coraggio di dirgli che lo amava da anni. E che, forse, aveva perso tanto tempo in generale nel prendere in mano le redini della sua vita per provare ad essere sul serio felice.
"Sì..." ammise con un filo di voce, abbassando lo sguardo.
"Ah, ecco, adesso si spiega tutto!" esclamò Radish.
Allungò la mano e sollevò delicatamente il viso di Lazuli, afferrandole il mento tra indice e pollice. Le sorrise, sforzandosi di non perdersi in quegli occhi di ghiaccio che lo fissavano indifesi e puri, una rarità e privilegio che lei non mostrava a nessun altro, cercando sempre di trincerarsi dietro una scorza di durezza e impenetrabilità per nascondere i propri sentimenti.
Lazuli arrossì lievemente e si sentì meglio. Si rese conto che Radish non la voleva proprio vedere triste e gli sorrise a sua volta, mentre il cuore le batteva forte.
"Sai, il Tempo non sopporta di essere perso" le spiegò il Cappellaio. "Se solo ti fossi mantenuta in buoni rapporti con lui, sono certo che farebbe tutto quello che vuoi tu con l'orologio. E lo stesso varrebbe per me, con il Tempo...".
"In che senso farebbe quello che voglio?" chiese Lazuli, perplessa.
"Per esempio, supponiamo che siano le 8:30, proprio l'ora di entrare in ufficio: basterebbe solo che sussurrassi una parolina all'orecchio del Tempo e in un batter d'occhio la lancetta farebbe un sacco di giri! Le 18:30, 'fanculo a tutti, ci vediamo domani!"
"Come vorrei che fosse l'ora in cui ve ne andate 'affanculo entrambi... anzi, tutte e tre, tsk!" borbottò Vegeta, facendo scoppiare a ridere Radish, che lo strinse a sé e cominciò a tirargli le orecchie da lepre, facendolo imprecare più del solito.
"Tu sei sempre troppo veloce, Prince! Del resto sei una lepre! Hai sempre fretta, un po' come Bulma, la tua coniglietta!" continuò a ridere.
"Non parlare di Bulma!" ringhiò Vegeta.
"E perché? Lo sanno tutti che, da bravo leprotto, sei velocissimo in qualunque circostanza, soprattutto quando ti chiudi da qualche parte con la tua Bianconiglia e poi...".
"Sta' zitto, Rad!" tuonò la Lepre.
"È talmente veloce che viene subito lui!" specificò il Cappellaio, guardando una perplessa Lazuli e guadagnandosi un cazzotto sulla nuca da parte dell'amico che rischio quasi di fargli perdere i sensi.
"Io vorrei che fosse ora di pranzo! O di cena!" si intromise Goku, trangugiando mezza torta alle mele in un sol boccone.
Era rimasto ancora al discorso sul Tempo e sulla possibilità di manipolarlo a proprio piacimento.
"Ma se non fai altro che mangiare tutto il giorno, Kakaroth!" lo apostrofò Vegeta, che stava cercando di divincolarsi dalla presa di Radish, che lo tenga stretto a sé. "E tu mollami! Mollami, cazzo!"
"Sarebbe magnifico, davvero... ogni mattina ordinare all'orologio che sia già ora di uscire dall'ufficio" riprese la parola Lazuli, pensosa, riportando il silenzio attorno alla tavola. "Però non sarebbe strano? Non sembrerebbe di non aver vissuto tutte quelle ore? Di aver buttato via una giornata?"
"All'inizio forse. Ma potresti tenere ferme le lancette sulle 18:30 fin quando ti va" spiegò il Cappellaio.
"È così che fai tu?" gli domandò lei.
Radish scosse tristemente la testa.
"No, io no..." disse. "Io e il Tempo non siamo mai stati in buoni rapporti, in più abbiamo litigato di brutto. È successo lo scorso marzo, prima che lui diventasse matto" aggiunse, indicando Vegeta fino ad affondare un dito sulla sua fronte.
"Toglimi quelle manacce di dosso, che schifo!" si lamentò la Lepre, schiaffeggiandogli la mano.
Radish allora afferrò un cucchiaino da tè e cominciò a picchiettarglielo sul naso, fino a fargli cacciare un urlo di rabbia talmente acuto che uno stormo di passerotti si alzò in volo dalla fronde degli alberi più vicini.
"Dicevo..." si schiarì la voce il Cappellaio, mentre Lazuli osservava la scena con un misto di perplessità e disgusto. "Che a marzo, appunto, la Lepre Marzolina è diventata matta. Vegeta è andato in calore, continuava a saltare addosso a Bulma... insomma, un casino! Trombavano come conigli, letteralmente! La lepre e la coniglietta, hai capito! È lui veniva subito. Sempre. Velocissimo" aggiunse, sgranando gli occhi, mentre Goku rideva, Vegeta era lì lì per esplodere di nuovo e il ragazzo dai capelli lilla arrossiva nel sonno. Sembrava imbarazzato.
"Ho dovuto separarli perché era un disastro, Vegeta è rimasto con me nel bosco finché non si sono placati i suoi bollenti spiriti! E meno male che non mi è mai saltato addosso, del resto mi rendo conto di essere irresistibile!" concluse, sollevando ritmicamente le sopracciglia, mentre guardava prima Vegeta e poi Lazuli.
"Mi fai schifo! Perché mai dovrei saltarti addosso?! E non è vero niente di quello che hai detto su me e Bulma, imbecille!" tuonò la lepre, mentre Lazuli aggrottava leggermente il naso e inarcava il sopracciglio, decisamente poco propensa a immaginare certe cose.
"Lo sai anche tu cosa è successo a marzo! Lo sai benissimo perché siamo diventati matti!" sbraitò Vegeta, battendo i pugni sul tavolo e facendo sussultare il Ghiro.
Sembrava triste, non solo rabbioso.
Anche Goku smise di strafogarsi e assunse un'espressione affranta.
"Già, a marzo... i nonni..." disse con la voce rotta dal pianto il ragazzo dai capelli lilla, senza aprire gli occhi.
"Lo so che marzo è un mese felice per te perché l'1 compi gli anni, Là" riprese a parlare Radish, facendosi serio. "Però a marzo qui siamo diventati tutti matti. Era il 4 marzo, precisamente..." aggiunse, mostrandole di nuovo il suo orologio a cipolla dorato fermo su quella data.
Non era indietro di due giorni come aveva detto prima, bensì di quattro mesi.
Il Cappellaio si chiuse in un malinconico silenzio per qualche secondo, volgendo uno sguardo assorto verso il cielo.
"Quel giorno è cambiato tutto, è successo un casino atroce. Io e il Tempo abbiamo litigato e da allora non vuole fare più nulla di quello che gli chiedo" spiegò. "Da allora sono sempre le cinque del pomeriggio sul mio orologio. È da quel giorno che vivo un'eterna ora del tè".
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: allora, cosa ne dite della soluzione dell'indovinello? Ci tengo a precisare che nel libro originale non troviamo la risposta, perché l'indovinello del Cappellaio in origine era stato concepito da Carroll come privo di soluzione. E sarà lo stesso Carroll, trentun anni dopo la pubblicazione del libro, a svelare la soluzione, che è la stessa di cui parla Lazuli qui. Carroll ne ha parlato nella pressione dell'edizione del 1896, perché in quei trentun anni in molti si erano interrogati su questo e gliel'avevano chiesto, ma lui non si era mai sbilanciato. Molti studiosi e enigmisti hanno dato la loro soluzione nel tempo, io ho deciso di optare per l'idea dell'autore. E per fortuna che ha fatto in tempo a renderla ufficiale, dato che sarebbe morto nel 1898!
Tornando alla storia, non posso che sperare vi sia piaciuto il capitolo, sia per come sembrano avvicinarsi Radish e Lazuli, sia per le rivelazioni che emergono in modo caotico su quel mondo, sia per le gag tra Rad, Vegeta e Goku. Boh, io potrei scrivere per ore e ore cose stupide con loro tre in mezzo, ce li vedo come gli Aldo, Giovanni e Giacomo in versione Saiyan!
A parte questo, saltano fuori notizie importanti sulla Regina di Cuori e quello che sembra essere il suo legame con Vegeta... e sul perché Rad abbia voluto Lazuli in quel mondo. Ne sapremo di più nel prossimo capitolo.
 
Un grazie grandissimo va come sempre a voi che mi sostenete e mi lasciate sempre il vostro parere, anche a chi legge in silenzio ovviamente! E a Tanipuu per lo splendido Vegeta Lepre fatto col dollmaker che vedremo settimana prossima, mentre oggi vi mostro un’incantevole Alice realizzata da Elena Mirulla, fonte di ispirazione, come vi avevo già detto, per certi tratti della mia Lazuli. Un grazie gigante va a lei, per questo, per tutti i suoi disegni e le sue storie a fumetti! Che, ovviamente, vi consiglio di recuperare se non la conoscete come autrice!
 
Mercoledì prossimo sarà un capitolo molto importante, perché molte cose verranno spiegate bene. Perché Radish ha litigato col Tempo? Cosa significa? E cosa sarà mai successo a marzo? Perché sono diventati tutti matti?
Posso anticiparvi che il cuore di Lazuli batterà forte e che Vegeta sclererà perché verrà svelato un segreto su di lui avvenuto nel mondo reale... e poi succede anche altro, perché il titolo è inequivocabile: "Il risveglio del Ghiro".
 
Teo
 
 
 

Alice-Eat-Me

   
 
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