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Autore: Nao Yoshikawa    06/10/2021    9 recensioni
Il signore degli anelli x Le cronache di Narnia
Frodo Baggins x Lucy Pevensie.
Lucy era bella. Portava i fiori nei capelli, era stato lui a metterglieli.
«Sì, immagino sarebbe bello» disse Frodo pensieroso.
Probabilmente insieme erano una strana coppia. Lei, un’umana, una regina di una terra lontana. Lui, un hobbit che non conosceva poi molto del mondo. Eppure si erano trovati, erano diventati amici.
Lucy si agitò ad un tratto.
«Ma quella era una stella cadente!» disse indicando il cielo. «Devo esprimere un desiderio. Fallo anche tu, ma non dirlo ad alta voce altrimenti non si avvererà!»
Frodo si concentrò. Il suo unico desiderio era continuare a vederla così, fin quando non avrebbe avuto il coraggio di rivelarle ciò che provava. Quel qualcosa a cui temeva di dare un nome.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Frodo
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La favola dello hobbit e della regina

Lucy Pevensie la valorosa, era questo il nome di una delle regine di Narnia. Nonostante la giovane età, amava esplorare più di qualsiasi cosa al mondo. Narnia era un regno immenso, pieno di creature eccezionali, ma sapeva che oltre il mondo fosse ancora più vasto. Per questo motivo un giorno si era decisa a partire insieme al fratello re Edmund il giusto, mentre Susan e Peter sarebbero rimasti a Cair Paravel, fiduciosi del fatto che i due sarebbero riusciti ad affrontare qualsiasi avversità. Ma per ogni evenienza avevano ordinato ad una fidata scorta di non perdere mai di vista i due giovanissimi sovrani.
Con il veliero dell’Alba [1] avevano solcato i mari, si erano spinti a nord e dopo qualche tempo erano giunti ad una nuova terra.
 
*
A Hobville viveva un hobbit di nome Frodo Baggins. I suoi passatempi preferiti erano la lettura, il cibo e i giochi. Soprattutto si divertiva a giocare nel fiume con i suoi amici, nonostante il sole cocente dell’estate,
Quel giorno, Frodo stava tardando a tornare a casa per il pranzo, ma si dava il caso che proprio quella mattina aveva deciso di volere imparare a pescare. Purtroppo, nessun pesce aveva ancora abboccato.  Mentre si concentrava e stava attento a non fare rumore, vide una strana figura sbucare dagli alberi, dall’altro lato del fiume. Non sapeva che si trattava di una regina proveniente da un regno lontano, una regina umana dal cuore gentile e nobile.
Inizialmente Frodo fu spaventato, non aveva mai visto nessuna come lei nel corso della sua breve vita. La regina Lucy, quando lo vide, non poté che sorridere.
«Salve!»
L’hobbit indietreggiò, finendo con il cadere in acqua. Lucy nascose un sorriso.
«Sta tranquillo, non voglio farti del male. Io mi chiamo Lucy, vengo da Narnia. La conosci?»
Frodo scosse la testa, con gli occhi fissi su di lei. Sapeva che il mondo era molto più grande di Hobiville, ma ritrovarsi davanti un’estranea era a dir poco stupefacente.
«È molto lontana da qui. Tu che cosa sei?»
Lucy avrebbe voluto aiutarlo, ma temeva di spaventarlo, così rimase ferma sulla riva.
«Io?» domandò il giovanissimo hobbit. «Io mi chiamo Frodo Baggins e sono un hobbit. Tu invece sei un’umana?»
«Proprio così» Lucy si ritrovò a pensare che quell’ hobbit così piccino fosse molto grazioso, ma evitò di dirlo. «E mi trovo in viaggio per scoprire nuove terre.»
Frodo si rialzò e nonostante fosse bagnato fradicio dimostrò avere una grande dignità.
«Come faccio a sapere che non sei pericolosa? Questo è un posto tranquillo, noi non vogliamo guai… davvero.»
Lucy capì le sue preoccupazioni, così frugò nella sua casacca e prese il fidato pugnale che portava sempre con sé. L’hobbit dapprima parve spaventato, ma in verità non c’era motivo ,perché Lucy lo aveva subito posato sull’erba.
«Spero tu possa darmi fiducia. I mei sudditi di solito dicono che sono una regina dal cuore buono e…»
«Eeeh?!» Frodo spalancò gli occhi. «Ma tu non sei… tu non puoi essere una regina. Sei troppo giovane. E poi non hai la corona.»
«Una corona è un po’ scomoda per avventurarsi in terre inesplorate, non trovi? E poi ho tredici anni, non sono poi così giovane. Tu quanti anni hai?»
«Abbiamo la stessa età» disse arrossendo. Se davvero quella bambina era una regina, non si era rivolto a lei in modo molto rispettoso.
«Allora» disse poi Lucy. «Mi stai simpatico e vorrei conoscerti meglio. Sono accampata qui vicino con la mia scorta e mio fratello. Posso venire a trovarti ancora? Magari questa sera.»
Frodo la guardò a braccia conserte.
«E se è tutta una trappola? Io non ti conosco e sei anche diversa da me.»
Poiché non aveva tutti i torti, Lucy gli porse il suo pugnale.
«Quest’arma è preziosa per me. Tienila tu, me la darai quando ci rivedremo.»
Tremante, Frodo si avvicinò e prese il pugnale.
Non aveva mai visto un’umana, ma se erano tutte come Lucy, allora forse non c’era motivo di avere paura.
 
*
 
Frodo tornò qualche ora dopo, quando era già buio. Sapeva di star rischiando, ma anche lui era molto curioso nei confronti di quella bambina.
Lucy arrivò poco dopo di lui, a dividerli c’era il fiume.
«Oh, spero che mio fratello non si accorga della mia assenza o verrà a cercarmi! Posso attraversare il fiume?»
Frodo annuì ed ecco che lei ora affondava con i piedi nell’acqua per raggiungerlo. Quando si ritrovarono l’uno davanti all’altro, sorrise.
«Oh. Sei più basso di quanto pensassi.»
«No, sei tu ad essere troppo alta» Frodo fece una smorfia e poi le porse il pugnale. «Ecco, questo è tuo.»
«Grazie. Allora, visto che hai la certezza che non sono pericolosa, perché non mi parli di te? Voglio sapere tutto su questa terra e su voi hobbit.»
Frodo non conosceva niente a parte Hobville, ma raccontò a Lucy la bellezza e la semplicità della loro vita. Poi le raccontò anche della sua vita, del fatto che viveva con suo zio Bilbo perché i genitori erano morti. Lucy apparve molto affascinata da quello stile di vita così semplice e genuino e capì da sola che, almeno per il momento, avrebbe fatto meglio a mantenere quella scoperta segreta.
Poi fu il suo turno di raccontare a Frodo la propria incredibile storia. All’inizio l’hobbit non le credette, ma si rese presto conto che Lucy non mentiva mai, lo aveva capito guardandola negli occhi.
S’incantò ad ascoltare la sua storia e quella dei suoi fratelli, la storia di quattro fratelli che venivano da un mondo lontanissimo, che avevano affrontato una battaglia e che adesso regnavano su Narnia, una terra che si trovava dall’altra parte dell’oceano.
«Sei così giovane e hai fatto tutto questo!» esclamò pieno di ammirazione. «Quindi nel tuo regno non ci sono hobbit.»
«No, infatti. Ci sono i fauni, i centauri. Gli alberi danzano e gli animali parlano. E ci sono i nani e…»
«I nani li conosco» disse Frodo tutto impettito. «Per quanto rimarrai qui?»
«Non per molto purtroppo» sospirò. «Sono pur sempre una regina, devo tornare a Narnia. Però non preoccuparti, potremo vederci ancora. Io posso venire a trovarti.»
«Davvero? Sarebbe incredibile, emh…vostra maestà?»
Lucy rise.
«Chiamami col mio nome. Se ti fa piacere posso venire a trovarti. E chissà, magari un giorno, quando sarai più grande, potrai venire a Narnia.»
Frodo aveva sorriso. Era come vivere dentro un racconto d’avventura.
Lui e Lucy si salutarono con la promessa di rivedersi presto e sperò vivamente che così fosse.
Voleva saperne di più su di lei e sul suo mondo.
 
*
A Lucy erano cresciuti i capelli. Stava cambiando piuttosto in fretta, dopotutto adesso aveva quattordici anni. Entrambi stavano cambiando in fretta.
A Hobville correvano voci che Frodo Baggins avesse una nuova amica proveniente da una terra lontana, ma poiché nessuno l’aveva mai vista, non si poteva dire per certo.
«Quindi nessuno sa di me?» domandò Lucy, distesa sul prato. Quella volta aveva portato la corona, che aveva però tolto.
«Sanno tutti di te, ma non sanno come ti chiami, né che sei umana o una regina» Frodo accanto a lei guardava la luna. «E qualcuno sa di me?»
«Soltanto i miei fratelli. Susan dice che sarebbe affascinante conoscerti. Anche Peter lo pensa, mentre Edmund, beh…»
Lucy le aveva parlato molto anche della sua famiglia e dai suoi racconti aveva capito che Edmund era quello col carattere più difficile.
«…Lui mi prende in giro perché dice che probabilmente mi sono innamorata di te. Beh, e anche se fosse?»
Frodo si strozzò con l’aria stessa e si mise a sedere. Lucy lo imitò.
«Ho detto qualcosa che non va?»
«N-no. Solo che non credo che un’umana potrebbe mai innamorarsi di un hobbit. Tantomeno una regina.»
«Perché pensi questo?» Lucy cercò il suo sguardo, Frodo cercava di evitarla. «Tu mi piaci e poi sei mio amico. Sì, anche se sei basso e piccino.»
Frodo strinse i denti, arrossendo.
«Io non sono piccino. Sono un hobbit, non crescerò chissà quanto.»
Lucy rise a quella sua reazione. E Frodo sentì sciogliersi, come se il sole lo stesse bruciando.
 
*
 
«Sai che qualche tempo fa abbiamo dato un ballo a Cair Paravel? Oh, sapessi, è stato magnifico!»
Lucy e Frodo avevano sedici anni, adesso. Avevano abbandonato la fanciullezza già da un po’ ed era cambiato il modo in cui si guardavano. La loro amicizia era cresciuta nel tempo assumendo sfumature sempre nuove.
«Sembra divertente. Io al massimo partecipo alle feste di Hobville.  Non saranno come le tue, ma ci si diverte molto.»
«Mi piacerebbe tanto parteciparvi, un giorno!»
Lucy era bella. Portava i fiori nei capelli, era stato lui a metterglieli.
«Sì, immagino sarebbe bello» disse Frodo pensieroso.
Probabilmente insieme erano una strana coppia. Lei, un’umana, una regina di una terra lontana. Lui, un hobbit che non conosceva poi molto del mondo. Eppure si erano trovati, erano diventati amici.
Lucy si agitò ad un tratto.
«Ma quella era una stella cadente!» disse indicando il cielo. «Devo esprimere un desiderio. Fallo anche tu, ma non dirlo ad alta voce altrimenti non si avvererà!»
Frodo si concentrò. Il suo unico desiderio era continuare a vederla così, fin quando non avrebbe avuto il coraggio di rivelarle ciò che provava. Quel qualcosa a cui temeva di dare un nome.
Un giorno, un giorno ci sarebbe riuscito.
Si chiese che cosa Lucy avesse desiderato, ma non ebbe il coraggio di domandarglielo.
Magari, un giorno.
 
*
 
L’autunno aveva tinto il mondo di giallo, rosso e arancio. Poco importava che l’aria fosse più fredda, Frodo e Lucy erano sempre lì, sulle rive del fiume. Nonostante si conoscessero oramai da tanto tempo, non si stancavano mai di parlare. Quel giorno Lucy stava tentando di insegnargli come impugnare un’arma, ma come lui le aveva ripetuto spesso, quella non era una “cosa da hobbit”.
«Potrebbe essere utile per te imparare a difenderti» gli disse mentre si stringeva nel suo mantello.
«Non credo mi ritroverò mai nel bel mezzo di una guerra» rispose Frodo sicuro, facendo roteare il pugnale e finendo per tagliarsi. «Ahi.»
Lucy scosse la testa, inginocchiandosi.
«Non preoccuparti, può capitare» lo rassicurò.
Frodo era arrossito, ma non per la sua goffaggine con le armi. Ma perché era molto vicina e se la maggior parte delle volte riusciva a controllarsi, adesso si stava agitando terribilmente.
«È solo una piccola ferita. Non c’è motivo di agitarsi. Ma… Frodo…?» chiese guardandolo.
L’hobbit aveva la faccia di qualcuno che aveva qualcosa di urgente da dire e Frodo ebbe quasi paura che lei potesse sentire il battito del suo core accelerato.
«Tu mi piaci molto» sussurrò appena. Lucy sorrise.
«Anche tu.»
«Ma a me piaci di più. Voglio dire…» cercò di cambiare tono. «Mi piace stare con te e ogni volta aspetto il tuo ritorno con ansia. E quando non ci sei, penso che vorrei passare tutto il mio tempo con te, sempre. Lo so, è strano, me lo sono detto tante volte. Noi siamo diversi, ma è successo. Povero me, forse ho parlato troppo.»
Distolse lo sguardo e desiderò annegarsi nel fiume. Quella non era di certo una dichiarazione d’amore degna di una regina, non si sarebbe sorpreso nel sentirla ridere.
Lucy però non rise. Anzi, arrossì anche lei.
«È incredibile, noi sentiamo e pensiamo sempre le stesse cose.»
«Eh…? Vuoi dire che anche tu… per me…?» si indicò.
«Sì. È strano, eh? Voglio dire, un’umana non potrebbe mai innamorarsi di un hobbit. Tanto meno una regina.»
Frodo fu felice di essersi clamorosamente sbagliato. Non aveva idea di come avrebbe potuto funzionare, non solo perché erano di due specie diverse, ma perché le loro vite erano diverse. Lei non poteva certo vivere come un hobbit. Lui doveva forse vivere come un re, in un palazzo e in una terra lontana?
I pensieri stavano iniziando a prendere il sopravvento, quando la voce di Lucy lo riportò alla realtà.
«La prossima volta che verrò, porterò la mia famiglia. Sono sicura che saranno felici. Anzi, probabilmente se lo aspettano già. Certo, beh…» la regina arrossì ancora. «Sempre che tu voglia.»
Ma cosa importava il resto? Innamorarsi era bellissimo.
«Sì, io voglio!» esclamò tutta ad un fiato.
Lucy sorrise. Poi si guardò intorno, non c’era nessuno se non gli alberi e le foglie. Si avvicinò a lui e con delicatezza gli sfiorò le labbra con le proprie. Fu un contatto leggero come il vento d’autunno, ma tanto bastò a Frodo per capire che il suo cuore oramai gli apparteneva, che si appartenevano entrambi.
L’avrebbe attesa e questa volta sarebbe stato tutto diverso.
 
*
 
Verrò per l’equinozio di primavera, aveva detto Lucy.
La neve si era oramai sciolta da tempo, il fiume non era più gelato, ma lei era in ritardo.
A volte poteva capitare, era già capitato, Lucy però arrivava sempre.
Frodo si era deciso: voleva sposarla. Sì, proprio così, che importavano tutte le difficoltà? Erano sciocchezze!
Così aveva improvvisato un anello con un filo d’erba e un fiore. Lucy avrebbe gradito più dell’oro e dei diamanti.
Così aspettò e aspettò fino a sera, ma Lucy non arrivò. Aspettò fino a quando la luna non fu alta in cielo e poi, a causa della stanchezza e della fame, fu costretto a tornarsene a casa. Ma più della fame e della stanchezza, avvertiva un dolore dentro al cuore, un misto di paura, angoscia e delusione.
Lucy sarebbe sicuramente venuta il giorno dopo.
Ma non arrivò. E non arrivò nemmeno il giorno dopo e quello dopo ancora, nonostante Frodo fosse lì ad aspettarla, con il cuore pieno di speranze spezzate,
Forse aveva cambiato idea. Forse si era resa conto che, in effetti, tra loro non poteva niente.
Ma allora perché gli aveva promesso che sarebbe tornata?
Quello che non sapeva, e che non avrebbe mai saputo, era che Lucy era tornata nel suo mondo, quel mondo di soli esseri umani di cui gli aveva parlato tante volte. E che sarebbe tornata solo molti, moltissimi anni dopo, quando lui non ci sarebbe più stato.
Tutto ciò non lo avrebbe mai saputo e per lui era più logico pensare che Lucy se ne fosse andata per sempre, perché non l’amava. Quell’anello non sarebbe mai stato suo e d’altronde Frodo sarebbe andato avanti. Non molto tempo dopo avrebbe avuto la sua avventura da vivere. Ma non avrebbe mai dimenticato Lucy e fino alla fine dei suoi giorni si sarebbe posto domande a cui mai avrebbe avuto risposta.


 
[1] Sì, so che il Veliero dell'Alba appare ne Il viaggio del veliero (mi pare), ma mi piaceva comunque inserirlo.
Una storia del genere ce l'avevo in mente da circa sei anni. L'altro giorno mi annoiavo e ho deciso di buttarla giù e devo dire che il risultato mi piace abbastanza. Come penso si sia capito, la storia è ambientata prima degli avvenimenti di LOTR e dopo Il leone, la strega e l'armadio. Mi piace molto lo stile favolistico e ho cercato di usarlo in questa storia senza andare troppo sul tragico o sull'introspezione, anche se mi rendo conto che comunque il finale è piuttosto malinconico, e dire che volevo qualcosa di molto fluff. Spero vi piaccia, io in genere non scrivo crossover, ma tra queste due opere viene quasi naturale.
 
 
   
 
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