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Autore: Nat_Matryoshka    06/10/2021    1 recensioni
"Si ferma un attimo, come per cercare le parole adatte. Vorrebbe sfiorarle una spalla, ma sente che è un momento privato che Valka ha deciso di dedicarle perché si fida di lei."
[Assassin's Creed: Valhalla | Eivor Varinsdòttir/vari personaggi]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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» Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
» Prompt: Longanimity (lista pumpWORD)
» N° parole: 698 
 

Longanimity 
“Nome: costante atteggiamento di generosa indulgenza o di sopportazione”
 


“A volte pensiamo di non essere abbastanza forti per quello che ci accade…”

Si gira verso Randvi, gli occhi ancora impregnati di sonno: lei è lì, come ogni mattina, la sua figura coperta per metà dalle pellicce. Aspetta che si giri anche lei e le rivolga il suo splendido sguardo, quegli occhi celesti che può finalmente ammirare senza paura di essere vista da qualcuno che potrebbe riferirlo a suo fratello. Chissà chi tra gli Dei deve aver deciso che le loro strade si incontrassero, pensa ogni tanto. Chi ha mosso i fili delle loro esistenze perché un giorno decidesse di portarla con sé per una cavalcata nel Grantebridgescire, e accettasse il suo bacio su quella torre a metà tra l’acqua e la terra.

Randvi si volta e sposta una mano dove può accarezzarla, nello spazio caldo tra i loro corpi. Eivor la copre con la sua, sfiorandole le nocche con la punta del dito. Come ha fatto a vivere tutti quegli anni senza guardarla così, ogni mattina? Così abbandonata, così fiera e splendida, nuda e forte e delicata come non lo è mai stata in sua presenza?

“E poi andiamo avanti comunque. In qualche modo, succede e basta,” sospira, appoggiandole la testa sulla mano per poterla guardare da sotto in su, cogliere il suo sorriso proprio mentre nasce. Quando l’ha baciata per la prima volta, le è sembrato di prendere una boccata d’aria dopo un’eternità in apnea: tutto era diverso, nulla era cambiato. Non all’esterno, almeno. Erano libere ma solo tra quelle mura diroccate, se avessero osato portare qualcosa di quel pomeriggio a casa le cose si sarebbero messe male per entrambe… e Randvi lo sapeva. Randvi l’ha sempre saputo. Le cose che sopportiamo per amore della quotidianità.

Finché l’equilibrio non si spezza del tutto, e qualcosa viene fuori. A forza, gridando per liberarsi.

“Tu sei più forte di ogni cosa, Eivor. L’ho sempre pensato.”

Randvi si avvicina a lei, si fa spazio perché le permetta di appoggiarle la testa sul petto. Il suo corpo è caldo, ancora intorpidito, i muscoli ben definiti che le sfiorano la carne nuda. Un brivido delizioso la attraversa da capo a piedi. Quando fanno l’amore la tocca con devozione, accarezza ogni millimetro della sua pelle con la stessa attenzione, senza dimenticarne nessuno. È una quotidianità fatta di gesti, un regalo che mai avrebbe pensato di meritare. Le sorride, abbassando lo sguardo, ma dentro di sé è grata di quella fiducia.

“Non ho fatto nulla di speciale. Ho solo… impedito agli eventi di avere la meglio su di me. Con una certa testardaggine, aggiungerei.”
“Non è solo quello,” la rimprovera lei, sfiorandole il petto con la punta del dito. Proprio lì, dove la sera prima ha appoggiato le labbra, quel tanto che bastava a raccogliere un gemito. “Hai superato tante di quelle cose. Quello che ti ha fatto Sigurd, e Dag, e la guerra… chiunque avrebbe finito col perdere sé stesso, ma non tu. Ed è per questo che tutti ti amiamo.”

Mentre abbassa la testa verso la sua e la bacia ancora, riflette su quanto sia vero. Sigurd che le gridava contro, accusandola di volergli usurpare il trono. Suo fratello, l’uomo con cui è cresciuta, la persona che più le è stata vicina durante la sua crescita, che le voltava le spalle considerandola una traditrice. Dag e quella lotta insensata, il suo sguardo pieno di rabbia mentre lo colpiva ancora e ancora. Ivarr a terra, Ivarr che insultava suo padre e le confessava quello che aveva appena fatto. Uno dopo l’altro, tasselli di dolore, sfide che ha dovuto accettare a forza. E per cosa, poi?

Almeno, sei rimasta te stessa.

Se gli Dei me l’hanno messe di fronte per capire che genere di persona sono, spero abbiano una buona opinione di me, pensa. Ma ora che Sigurd è tornato suo fratello, ora che la donna che ama è tra le sue braccia e le sorride come se non esistesse nulla di più bello, sente che può finalmente mettersi quei giorni alle spalle. Lasciarli passare come una tempesta che esaurisce la propria forza e corre via, raccogliere i pezzi nella quiete del villaggio. Con Randvi, con tutti gli altri.

“Ti amo anche io.”





_________


Piccolissimo esperimento inserito nel Writober 2021, ma che ci tenevo a pubblicare per dare un po' di corpo a questa raccolta che, alla fine, è nata per scribacchiare senza pretese su Eivor. Leggendo la parola su cui è basato il prompt ho immediatamente pensato a lei e beh, la storia è andata avanti da sola, come sempre succede. 
Come al solito l'incoraggiamento e l'amore dietro le quinte sono tutto merito di Ailisea e della sua pazienza 

 
   
 
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