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Autore: moira78    07/10/2021    4 recensioni
Una piccola storia che partecipa all'iniziativa OctoBert con il tema: "Deseos". I pensieri e i desideri di Albert quando rimane solo alla Casa della Magnolia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: William Albert Andrew
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suo profumo di rose aleggia nell'aria della stanza nonostante ci sia la finestra aperta: è uscita solo da pochi minuti ma io mi sento come se mancasse da giorni. Il cuore mi batte forte nella morsa del panico, il respiro è affannoso e persino la vista si offusca come se stessi per perdere i sensi.

Il che è assurdo, se considero che solo poco tempo fa me ne stavo andando senza di lei, cercando di convincerla a lasciarmi andare per la mia strada, a smetterla di preoccuparsi per uno sconosciuto.

Allora stavo lottando contro me stesso per allontanare da me quello che reputavo l'assurdo bisogno della sua vicinanza. Lei, così giovane e dolce, infermiera novella preoccupata per un uomo probabilmente molto più grande. Lei, innocente e pura che si è avvicinata a me, che potrei essere una spia o un delinquente. Lei, che mi ha raccontato eventi della mia vita precedente che mi sembrano così insignificanti ma ai quali conferisce un valore inestimabile.
Forse le ho salvato davvero la vita, una volta. Forse l'ho anche confortata in più di un'occasione.

Ma quello che sta facendo lei per me supera di gran lunga tutto questo. Mentre prendo la tazza da cui ha bevuto il tè e mi sorprendo a fissarla, ripercorro con la mente i momenti in cui mi ha inseguito disperata. In cui ha espresso persino il desiderio di dormire fuori assieme a me, pur di non lasciarmi solo, quando non trovavamo una casa. In cui si è offerta di pagare un affitto con il suo solo lavoro per darmi un tetto e una presenza costante. In cui mi ha stretto a sé come se io fossi davvero importante per lei...

"Oh, Candy", mormoro avvicinando il bordo della tazza alle mie labbra, come se stessi sfiorando le sue. Nel mio cuore germoglia potente la gratitudine ma, anche se ho perso la memoria, so riconoscere la forza di un sentimento ben più grande, che in questi mesi tra l'ospedale e questa casa piccola e accogliente ha attecchito nel profondo della mia anima.

Immorale, dispettoso, inopportuno, ma non per questo meno impetuoso.

Scosto la tazza dalle mie labbra come se scottasse ancora, come se davvero stessi sfiorando la sua bocca. E Dio solo sa quante volte ho sognato di farlo, perdendomi in un aroma che posso solo immaginare simile a quello di un frutto maturo e dolce.

La poso sul tavolo e guardo fuori dalla finestra da dove tante volte è uscita e l'ho vista andare via: forse hanno ragione, sono davvero un uomo poco raccomandabile. Sì, forse è davvero così.

Lo sono perché provo per lei un trasporto che va oltre l'amicizia e l'amore fraterno che prova nei miei confronti. Lo sono perché questo tenero sentimento è così struggente che vorrei stringerla per non lasciarla mai più andare. Lo sono perché adesso non posso più fare a meno di lei, anche se non sono nessuno. Lo sono perché a volte la desidero con un'intensità tale, nonostante sia ancora minorenne, che dubito della mia stessa sanità mentale.

Lei è Belle, io sono la Bestia. E questo è il nostro castello maledetto e benedetto. Però il prigioniero sono io.
   
 
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