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Autore: Ulvinne    08/10/2021    2 recensioni
Akane Oda ha sedici anni, e come tanti ragazzi della sua età ha un sogno: diventare un eroe in grado di spiccare quanto, se non più, All Might e rendere orgogliosa la sua famiglia. La strada dal sogno alla realtà è lunga e in salita, ma questo Akane lo apprenderà strada facendo, crescendo e cambiando, scontrandosi con la realtà dell'eroe quanto quella della vita di una ragazza come tante. Una crescita non sempre priva di dolori, ma in salita verso un unico obiettivo: PLUS ULTRA!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo III° - La mia strada, la tua strada
 
Oggi si prospetta una giornata bella piena; in mattinata avremo la prima lezione con la Mouri sul corpo a corpo, mentre nel pomeriggio fondamenti dell’eroismo, e il corso sarà tenuto nientepopodimeno che da All Might in persona!
Per fortuna ora faremo qualcosa di più fisico, perché dopo la lezione di matematica con il professor Ectoplasm ho il cervello completamente spappolato, mi sa che dovrò chiedere in prestito gli appunti a Momo Yayorozu se voglio sperare di avere almeno la sufficienza, se mi becco un debito sono finita e addio vacanze!
«Non vedo l’ora di allenarmi con lei!» esclamo rivolta a Mina e le altre ragazze, mentre sbottono la camicia della divisa e la apppendo al gancio dell’armadietto a me assegnato nello spogliatoio.
«Non si capisce che Oxygenie è la tua eroina prediletta, sai?» mi prende bonariamente in giro la bella Momo, coprendosi la bocca con la mano.
Ammetto che sul momento mi aveva dato l’impressione di essere una saccentona, ma la verità è che è molto intelligente e, a dispetto della sua condizione privilegiata, anche molto alla mano. Appena mi ha visto in difficoltà con matematica si è offerta di aiutarmi e poco mancava che mi commuovessi.
Sono una vera frana, maledizione!
«No, ragazze, non potete capire!» mi aggrappo al braccio di Uraraka, che con il suo carattere bonaccione me lo lascia fare «Ho il suo poster in casa, la felpa che riprende il suo costume, lo special sui suoi primi ingaggi e anche l’edizione limitata della sua action figure, da quando si è ritirata non se ne trovano quasi più, ho speso mesi e mesi di paghetta per poterla avere.» sono un’esaltata? Forse.
Ma la verità è che cinque anni fa sono rimasta davvero male del brutto incidente che l’ha coinvolta in quell’esplosione: Oxygenie era data per spacciata, ma si è ripresa e subito dopo decise di ritirarsi dalle scene. Ed ora eccola qui, alla Yuei…chi l’avrebbe mai detto?
Non posso certo perdere un’occasione del genere, anche se ottenere il suo autografo è stato già un grande passo!
«Beh, allora ti troverai bene con lei, insegna il corpo a corpo. Anche se non capisco che senso ha insegnare corpo a corpo quando qui lavoriamo con i quirk» interviene Kyoka, perplessa, mentre i suoi jackpot si muovono impercettibilmente, ondeggiando riflessivi quasi ad assecondare l’onda dei suoi pensieri.
«Sono certa che lo scopriremo, sembra una piuttosto loquace» fa notare Hagakure, appoggiandosi alla mia spalla; lo capisco dalla vocina al mio orecchio anche se devo ancora trattenermi dal sobbalzare quando sento qualcosa di pesante e invisibile toccarmi.
Usciamo dagli spogliatoi con indosso le tute blu e rosse da allenamento della Yueei e quando arriviamo i ragazzi e Aino Mouri sono già lì; anche lei indossa una tuta pratica e i capelli sono legati in una coda alta, mettendo in mostra un fisico allenato e proporzionato. Sta chiacchierando con uno di noi, Ojiro, che pur rispondendo con pacatezza sembra approvare le parole di Aino dal momento che la sua coda si agita freneticamente.
Viene proprio voglia di toccarla, devo trattenermi.
«Bene!» esclama la professoressa vedendoci oramai vicine, unite al gruppo dei ragazzi già arrivati «Ora che ci siete tutti, possiamo iniziare.» guardandomi intorno intercetto Kirishima e più in disparte, sempre con quell’aria di spocchia, Bakugou.
Ha proprio la faccia di chi non ha ancora preso la sua dose di pugni in bocca giornaliera, dovrei proprio rimediare.
«Come già Shota vi ha anticipato l’altro giorno, io sono Aino Mouri» lo so, lo so, lo so!! «E mi occupo degli allenamenti corpo a corpo. Solo corpo a corpo» specifica, sollevando una mano dal fianco per distenderla, chiusa a pugno e con l’indice sollevato, come a rimarcare il concetto «Qui nelle mie lezioni non userete i vostri quirk»
«A che scopo fare delle lezioni senza quirk quando il nostro essere eroi si basa sui quirk?» è arrivato il genio, ovviamente, questa testa di ananas non la sopporto, ma Oxygenie non sembra turbata dall’irriverenza mostrata da Bakugou e gli sorride.
«Domanda lecita.» concede, sbuffando leggermente per scostare dagli occhi una ciocca blu «Io devo assicurarmi che voi siate in grado di difendervi e neutralizzare una minaccia anche senza l'uso dei quirk. Ci saranno lezioni incentrate sui vostri poteri, le mie sono incentrate sulle vostre capacità di combattimento.»
«Il corpo a corpo normale è inutile contro un quirk» ribatte Bakugou con arroganza e io stringo i pugni.
«Davvero?» Oxygenie tuttavia non sembra irritata dall’atteggiamento del suo studente, anzi sogghigna come se non stesse aspettando altro «Potrei stare qui le ore a contraddirti, ma dato che non abbiamo tempo da perdere e tu sei un tipo pratico, Katsuki, allora ti invito direttamente» e allarga le braccia «Atterrami usando il tuo quirk; io mi difenderò senza usare il mio» il suo potere è fantastico, consiste nel manipolare l’ossigeno e da quel che ho letto in un articolo di giornale una volta, può anche privare gli avversari del fiato. Il ché l’ha resa anche la spalla perfetta per uno degli eroi più famosi e controversi che ci siano al mondo…ma sto divagando.
«Mph, stai scherzando?» Bakugou sembra quasi offeso «Vuoi davvero darmi un vantaggio simile?»
«Non è che hai paura, spaccone?» lo provoco, guadagnandomi un’occhiataccia.
«Sta attenta mocciosa, che dopo tocca anche a te» assottiglio lo sguardo.
«Provaci, ti sto aspettando!»
«Allora?» Aino sembra divertita dallo scambio irruento e questo basta a distrarre le intenzioni bellicose di Bakugou da me per concentrarle su di lei.
«Molto bene!» e irruento si getta subito sulla nostra insegnante…che non si fa trovare impreparata.
Quando Bakugou le arriva contro, lei si limita a spostarsi di lato e allungare il braccio in modo che Bakugou ci finisca contro con lo stomaco, facendolo letteralmente volare via con una capriola a causa del suo stesso slancio; lui è rapido a riprendersi, ritrova l’equilibrio e si getta di nuovo contro la Mouri, caricando un’esplosione sul suo palmo. Aino però scatta in avanti e dopo avergli afferrato il polso glielo gira dietro la schiena, in una mossa che preme il palmo contro la stessa schiena del ragazzo e lo butta a terra; un ginocchio sulla sua schiena e l’altra mano che tiene fortemente il polso sinistro inchiodando a terra Katsuki, strappando delle esclamazioni incredule da parte di noi della classe e deliziate da parte mia.
INCREDIBILE!
«Sei bloccato, se userai le esplosioni ti ferirai e sarai alla mia mercè» Katsuki è ancora incredulo e ringhia infastidito «Se praticassi del corpo a corpo, avresti avuto qualche chance di liberarti dalla mia presa prima che ti bloccassi del tutto. Ma tu hai solo il tuo quirk…completamente inutile.» sto per piangere, qualcuno mi fermi; accanto a me sento Midoriya borbottare qualcosa sui taccuini e appunti, ma non ci faccio caso più di tanto, sono in piena adorazione «Ecco a cosa servono le mie lezioni, Katsuki. Spero di essere stata chiara» Oxygenie non inferisce, una volta ottenuto il suo scopo libera Bakugou, che incazzato e massaggiandosi il braccio bloccato torna tra noi; quando incrocio il suo sguardo gli sorrido amabilmente, ridacchiando all’udire il suo sommesso “cazzo guardi”. Ma torno seria quando vedo Aino incrociare le braccia e guardarci tutti negli occhi, uno per uno.
«Non ho fatto questo per umiliare Katsuki, che è comunque un ottimo combattente» per favore, non nutra il suo ego, sigh «Ma ricordate una cosa, ragazzi: il mondo è crudele e non avrà pietà di noi.» torno seria anche io, il peso di quelle sue parole è…strano.
Forse parla per esperienza personale: non si è mai saputo nei dettagli come sia stata dopo quell’incidente che l’ha vista ritirarsi, ma immagino non se la sia passata bene.
«Il mondo fuori da questa scuola è crudo, violento e spietato.» deglutisco, ma di riflesso alzo mento e spalle, come se dovessi già incassare un colpo, cercando di mostrarmi forte a quelle parole «Nessuno aspetterà i vostri comodi, e se avranno la minima possibilità di schiacciarvi lo faranno senza alcuna pietà. Il mio compito è quello di prepararvi al peggio, di assicurarmi che quando prenderete il volo siate in grado di difendervi con qualunque mezzo.» poi sorride di nuovo e batte le mani, sfregandole tra loro «E se non ci sono altre domande, ora venite qui, vi dividerò in coppie o gruppi.» sto per guardarmi intorno alla ricerca di Kirishima «Akane, vieni qui. E anche tu, Mashirao.» mi giro e osservo incuriosita Ojiro, uno dei miei nuovi compagni di classe; è un ragazzo tonico e dalla lunga coda che si muove a causa della leggera agitazione che lo coglie. Quando ci avviciniamo gli scocco un sorriso amichevole che viene ricambiato con un timido, ma educato cenno della testa biondina.
«In questi giorni ho pensato a come tirar fuori il vostro potenziale, anche in virtù di aiutare i vostri quirk» osserva Aino, poi mette una mano sulla spalla di Ojiro «Secondo il tuo fascicolo, sei un esperto di differenti arti marziali e il tuo quirk è perfetto per poterle sfruttare al massimo» lui china il capo.
«Mi impegno per trarre il meglio da ciò che ho, professoressa Mouri» oh, ma è così carino!
«Bene! E Akane, tu non sei molto diversa. Emetti e guidi gli elementi dati dal tuo quirk sfruttando le tecniche di autodifesa.»
«E’ così!» confermo, onorata che questa donna stia parlando con ME, di ME.
«E’ un approccio giusto, tuttavia insufficiente» se il mio entusiasmo fosse un palloncino, ora si sarebbe del tutto sgonfiato «Ho notato come fai fatica a governare alcuni elementi rispetto ad altri» già, non posso proprio negarlo «E credo che Mashirao qui potrebbe aiutarti. Potreste aiutarvi a vicenda» io e Ojiro ci guardiamo perplessi, ma anche incuriositi; la sua coda si muove più lentamente e gli occhi mi ci cadono, ho voglia di toccarla!
«Come?»
«Credo che tu debba diversificare il tuo stile di combattimento. Forse con mosse e movimenti diversi gli elementi potrebbero rispondere diversamente. Ti faccio un esempio: quando provi a sollevare l’acqua sei molto rigida, ma l’acqua è essa stessa un concetto di fluidità e grazia» grazia? Allora sto proprio fresca «Forse uno stile di combattimento più vicino a questo concetto, ti renderebbe la cosa più facile»
«Come il tai chi quan!» esclama Ojiro, che ha seguito perfettamente il discorso della nostra professoressa «Forse se Akane si avvicinasse a questo stile, l’acqua risponderebbe meglio ai suoi comandi»
«…dici?» inarco un sopracciglio, e lui sorride; sembra davvero amare le arti marziali e l’idea di praticarle e aiutarmi pare piacergli «E tu potresti insegnarmi?»
«Vi aiuterete a vicenda. Mashirao, Akane è una brava combattente nel corpo a corpo, insieme potrete migliorarvi e aumentare il vostro repertorio. Per questo voglio che facciate coppia fissa nei miei allenamenti. Tu dovrai diventare più duttile nei tuoi schemi» dice a Ojiro «Sei creativo, ma è come se avessi paura di rischiare. Credo che con un’avversaria così incalzante» e mi sorride, spingendomi subito a ricambiarla «Tu possa sviluppare un grandissimo repertorio di strategie. Mentre tu, Akane, devi apprendere più stili per poter personalizzare il suo stile di combattimento al massimo e adeguarlo agli elementi» più stili? Oh, cielo…
«Più stili…non è semplice» mormoro, grattandomi la nuca «Soprattutto perché ogni stile ha la propria filosofia di vita e approccio mentale» Aino annuisce.
«Proprio come gli elementi che il tuo quirk ti permette di controllare. Hai un potere grande, ma molto vario, devi imparare a modellarlo, se non vuoi che resti solo potenziale inutilizzato. Non so che approccio usi Shitenno, ma…»
«Non mi interessa il suo approccio. Se lo tenga pure» borbotto, poi mi mordo il labbro, perché sono stata brusca e chino il capo «S-scusi, non volevo rispondere male.»
«Non è niente. Ora vi voglio concentrati, su!» e con una pacca sulla spalla a me e Ojiro si allontana, richiamando l’attenzione di Kirishima e Kaminari, finiti in coppia poco lontani da noi.
«Allora» mi rivolgo a Ojiro, che irrigidisce appena le spalle «Immagino che da ora in poi ce ne daremo parecchie. Ti chiedo scusa in anticipo» ci scherzo sopra, strappandogli una risatina.
«Molto premuroso da parte tua, ma in un vero allenamento è inevitabile. E ora, dimmi: che ne dici se ci scaldiamo scambiandoci qualche colpo?» annuisco e in breve mi faccio trascinare dall’entusiasmo; Ojiro si rivela un capace combattente e la sua cultura sulle arti marziali mi permette di avere una prima infarinatura di ciò che dovrò imparare. Alla fine della lezione apprendo che dovrò diversificare molto il mio stile di combattimento e questo mi spaventa, ma al tempo stesso mi rende entusiasta: sarà un qualcosa in più che mi distinguerà da Shitenno e mi renderà fortissima!
Questa scuola mi piace sempre di più!
 
Mia nonna non dovrà mai saperlo, ma quei tokoyaki erano i più buoni che abbia mai mangiato in vita mia, la mensa della Yuei offre cibo di prima qualità e ho dovuto davvero darmi un freno per non scofanarmi almeno altre due porzioni. Più che altro con la fatica che ho fatto a seguire la dieta per un intero anno mandarla al diavolo nei primi giorni di scuola sarebbe davvero una cavolata, quindi per oggi ho deciso di non fare schifo, ma non posso garantire dopo la lezione del pomeriggio.
Oggi infatti tocca ad All Might e ai fondamenti sull’eroismo ed è bastato vederlo entrare per essere preda del suo carisma: è un omone che supera i due metri e ha un sorriso smagliante, sembra che niente e nessuno possa incrinarlo, e l’idea di essere qui, che lui mi stia insegnando è così…così…
Sono così felice di essere qui!
Soprattutto perché oggi toccherà a…una prova di combattimento!
«Sì!» esclamo «Sono così carica, non vedo l’ora!» nel vociare della classe mi sporgo verso Ojiro «Potrò già applicare i tuoi insegnamenti, visto!?» il ragazzo si lascia sfuggire una risatina pacata.
«Certo, ma occhio alla fretta…cosa abbiamo detto sul Tai chi quan?» gli rispondo con una linguaccia divertita pur sapendo che ha ragione; la calma e la capacità di capire quando agire e non sono fondamentali se voglio capire come sfruttare bene questo stile, anche se è tutto fuorché facile…è molto complesso per me entrare in un’ottica dove devo capire quando e come NON agire; in compenso mi ha suggerito un paio di stili da applicare alla terra e al fuoco che ho trovato subito interessanti.
«E la cosa più importante: ecco i vostri costumi realizzati sulla base delle vostre richieste e sui certificati di quirk» oh non ci credo, lo avrò davvero!
Quando all’inscrizione ho dovuto mandare un certificato e uno schizzo del mio costume ero eccitatissima, ma un conto è riempire il modulo e un conto è…beh…vederlo lì a pochi metri da te! Osservo la cassetta chiusa elettronicamente con il numero venti, il mio sul registro, e devo trattenermi di nuovo dal cominciare a squittire di felicità.
Una volta giunti al ground beta (uno dei campi di addestramento che la scuola mette a disposizione) dove All might ci ha dato appuntamento, ci siamo tutti cambiati e non posso resistere a concedermi un attimo avanti allo specchio dello spogliatoio: era da parecchio che non mi piacevo con dei vestiti indosso che non fossero una tuta vecchia e pratica.
Ovviamente il mio costume da eroe non poteva essere niente di particolarmente elegante o femminile: una felpa con tanto di cappuccio che lascia scoperta la pancia e un top sportivo di colore nero e pantaloni bianchi che si stringono e finiscono all’altezza del polpaccio, come un abbigliamento pratico da palestra, ma tutto fatto con un tessuto robusto in grado di resistere più dei vestiti normali alle fiamme, alle lame o i proiettili; ovviamente non potevano mancare scarpe sportive sempre bianco e nero, ma con le suole e la struttura più resistente e pesante per poter sferrare colpi più potenti, soprattutto quando sollevo massi di terra battendo i piedi; più pressione riesco ad applicare, più potrò sfruttare i mio quirk; delle cinture azzurre in vita – unico tocco di colore insieme ai polsini rossi e delle strisce verdi sulle scarpe – reggono quella che è una piccola borraccia. Non l’ho chiesta certo per fare una bevuta, ma voglio avere la possibilità di avere con me sempre un po’ d’acqua nel caso non potessi crearne in ambienti particolarmente aridi o asciutti. Il tutto viene completato da una mascherina bianca sugli occhi e dei mezzi guanti neri che mi proteggono le dita. Non mi sono mai vista così…così forte e carismatica. E ricevere i complimenti di All Might per tutti noi è stata una botta all’autostima che mi ha fatto toccare il cielo con un dito! Sì, mi sento un vero eroe!
Osservo tutti: Ochaco nella sua tuta è bellissima, è un po’ stretta ma con il fisico che ha non è certo un problema per lei, Momo ha un costume molto corto ed aperto, ma anche lei è davvero incredibile…per non deprimermi, mi concentro anche sui ragazzi, il costume di Iida è favoloso, sembra un’armatura robotica! E, detesto ammetterlo, ma anche Bakugou ha un costume incredibile e gli sta davvero bene.
Ma preferirei staccarmi la lingua che ammetterlo a voce alta, mph!
«Akane!» Mina mi viene incontro con la sua tuta maculata che le mette in evidenzia il corpo proporzionato, sta benissimo «Il tuo costume è favoloso!» esclama, ma all’improvviso io mi sento quasi banale «E’ proprio da te, guarda che tessuto!» allunga una mano e le permetto di tastare il materiale del mio costume.
«Eehe, già» mi gratto la nuca «volevo qualcosa di comodo e resistente e…beh, i colori sono un rimando al mio quirk» indico la cinta azzurra per l’acqua, la mascherina bianca per l’aria, i polsini rossi per il fuoco e le strisce sulle scarpe verdi per la terra «E poi non vedo l’ora di provare le scarpe! Riuscirò a ribaltare il terreno con un bel calcione di questi!» e batto piano il piede a rimarcare il concetto.
La mia attesa non dovrà aspettare: All Might decide subito di metterci alla prova dividendoci in gruppi da quattro, siamo venti perché Mineta non si è sentito bene ed è finito in infermeria (o meglio, finché la mia mano chiusa a pugno non gli si è schiantata casualmente in faccia stava bene, ma lo gnomo tende ad allungare un po’ le mani) e quindi saremo divisi in cinque gruppi da quattro in cui due di noi interpreteranno gli heroes, due di noi i villain e l’obiettivo è semplice: i villain si rifugeranno in uno degli edifici predisposti che fungerà da loro covo, e dovranno proteggere un ordigno nucleare, mentre gli eroi dovranno fermarli o catturandoli o disinnescando la bomba. Questo ovviamente non impedisce ai cattivi di poter vincere sconfiggendo gli eroi.
«Interessante!» si sfrego le mani, poi passo direttamente a far scrocchiare le nocche «non vedo l’ora di smaltire il pranzo, spero di essere negli eroi, ovviamente!» e chi non lo vorrebbe insomma?
«E ora forza, tocca a voi!» All Might ci porge una scatola dove dovremo estrarre i nostri nomi e vedere con chi saremo in squadra.
«Permesso allora, a me la prima!» non voglio proprio perdere l’entusiasmo per questa sfida e senza pensare mi fiondo verso la scatola che regge All Might ed estraggo un bigliettino.
«Ah, giovane Oda, apprezzo sempre il sincero entusiasmo nelle nuove leve!» tuona l’omone con una sonora risata, mentre io apro il bigliettino rivelando il Team A…e poco dopo trovo anche il mio compagno di squadra.
«Midoriya!» esclamo con gioia, avvicinandomi ad Izuku e il suo costume che sembra decisamente più semplice dei nostri; anche il tessuto non credo abbia nulla di particolare, e quei ciuffi sulla testa sono…«Il tuo costume è adorabile!» esclamo e sotto la maschera vedo i suoi occhi verdi spalancarsi e gesticolare nervosamente un ringraziamento.
«G-grazie Oda-san, s-sei gentile» si gratta la nuca e io alzo gli occhi al cielo al sentire l’appellativo formale vicino al mio cognome, ma non lo forzo; forse per lui mantenere le distanze è una necessità o solo dovuto alla timidezza, chissà «Q-quindi siamo in squadra insieme, chissà chi affronteremo» gli metto la mano sulla spalla e poi sollevo l’altra a pugno.
«Non ti preoccupare, chiunque saranno i nostri avversari faremo loro il culo!!»
«Akane, linguaggio!» mi sfotte Kirishima, che nel mentre è finito in squadra con Sero e io mi tappo la bocca; All Might non sembra avermi sentito per fortuna, o se l’ha fatto, non gli importa molto. Devo ricordarmi di non lasciarmi andare troppo all’entusiasmo, mi succede anche quando guardo lo sport in tv e mi sono beccata certi coppini da mia madre che ancora mi fa male la testa.
«Tzè, tzè, prega che non sia tu a finire contro di me, rosso, oppure ti faccio ridere io!» lo minaccio scherzosamente, poi sento qualcosa picchettarmi la spalla; mi giro e Midoriya, sorridendo nervosamente, mi indica le squadre appena estratte da All Might: beh, ho appena scoperto che noi del Team A combatteremo per primi e saremo gli eroi, ma i nostri avversari sono quelli della squadra D, ovvero Iida e…
«Bakugou» sussurro, poi assottiglio lo sguardo «Eccellente!» non vedo l’ora di potergli dare una bella lezione come si deve, mi giro a guardarlo, ma noto che lui sta guardando in cagnesco Izuku «…» faccio per dire qualcosa al mio compagno, ovvero di non lasciarsi intimorire, ma mi accorgo che questa volta Midoriya non distoglie il suo sguardo e sembra farsi più determinato.
Un qualcosa che apprezzo e mi fa sorridere, compiaciuta. E una volta rimasti soli mentre Iida e Bakugou si preparano salendo nell’edificio che farà loro da covo non esito a dirglielo.
«Prima hai tenuto testa a Bakugou» gli faccio notare, appoggiata al muro, e Midoriya spalanca gli occhi.
«Uhn?»
«Ti ha guardato come se volesse sbranarti» tengo un elastico scuro tra i denti e una volta fatta una coda bassa con i miei capelli, lo faccio passare sul polso destro per poter stringere l’acconciatura e stare più pratica «ma stavolta non hai abbassato lo sguardo: hai fatto bene, non dovresti permettergli di trattarti in quel modo» Izuku si stringe nelle spalle e temo di essere stata un po’ troppo invadente, ma non riesco a star zitta «Dopotutto vi conoscete, no?»
«Sì, fin dall’asilo. Noi eravamo amici» spalanco gli occhi.
«Amici? Con…con quel prepotente lì!?» il mio compagno scuote il capo, esibendosi in un sorrisino nervoso.
«Sai, non è così male quando impari a conoscerlo. Kacchan non è cattivo come vuole far credere, anche se riconosco che…è una persona sgradevole.»
«Mh» non sono proprio convinta, che non sia cattivo come sembra «In ogni caso, sono contenta che tu abbia reagito, anche se pacatamente» mi stacco dal muro e gli metto le mani sulle spalle «vinciamo questa prova e facciamogli vedere di cosa siamo capaci!» lo voglio incoraggiare, e il suo imbarazzo mi fa ridere senza cattiveria.
«S-sei sempre così entusiasta, Oda-san. I-io ammetto di sentirmi un po’ sotto pressione» torno seria.
«Beh, siamo in due» ammetto in tono basso, come se gli stessi rivelando un segreto «diciamo che è il mio modo di sfogare la tensione. Fare casino, insomma. Ma in ogni caso vedilo come un incentivo, mh?»
«Certamente!» a dispetto della pressione, Midoriya sembra determinato e questo mi rassicura «Anche se Kacchan è molto più forte e sicuro di sé di quanto sono io…beh, non voglio farmi intimorire. Anzi, è proprio questa sua superiorità che mi spinge a volerlo battere» spalanco gli occhi, un po’ toccata nel profondo, perché lo capisco.
È innegabile che Bakugou sia forte: è arrivato primo in classifica in ogni prova, ha un quirk straordinario e da quel che so ha ottenuto degli ottimi punteggi anche negli scritti; insomma, tecnicamente parlando è perfetto e questa sua perfezione, alimentata da tanta arroganza, mi fa venir voglia di dargli addosso e far crollare il suo castello di carte! Sarà che io sono così piena di insicurezze che vedere tanta forza su quel viso mi…mi spiazza. E mi irrita profondamente.
«E allora entriamo lì dentro e battiamolo, no?» faccio l’occhiolino a Izuku, che mi sorride ed estrae la piantina della planimetria dell’edificio «Giusto. Spero che tu abbia un buon senso dell’orientamento, perché io faccio schifo» lo avviso, strappandogli una risatina.
 
Lo scontro è stato tutto fuorché facile. Anche stavolta Bakugou non si è risparmiato e, nonostante la vittoria, sento un leggero senso di frustrazione addosso: avrei voluto approfittare dell’occasione per dargli una lezione, ma quel cretino sembra sempre concentrato su Izuku. Da quel che ho capito si conoscono, quel che proprio non riesco a comprendere è il motivo di tanto, tanto astio nei confronti di quel ragazzo. È così educato e pacato, come si può odiare una persona del genere?
Quello lì ha problemi, mi ritrovo a pensare, scuotendo il capo, poi mi stiracchio e stringo i denti quando i muscoli mi fanno un po’ male. È stata una giornata faticosa e non vedo l’ora di schiantarmi sul letto di casa, ma prima voglio raccontare troppo a nonno Hideo dei progressi fatti e…
«Allora sei davvero sempre in mezzo alle palle» uh? «Cosa c’è, sei solo fastidiosa in modo casuale oppure ti impegni a seguirmi?» ecco, una bella giornata in chiusura rovinata dalla stronzaggine.
«Nah, ne ho abbastanza del tuo brutto muso, per oggi» ribatto, e Bakugou mi ringhia contro come un animale rabbioso; possibile che sappia solo arrabbiarsi?
«Te l’ho già detto oggi durante il combattimento, mocciosa» sai che ho un nome o almeno un cognome, vero? «Fuori dalla mia strada» a quelle parole, stringo i pugni.
 
Siamo appena entrati nell’edificio, Izuku ha preferito usare una delle finestre e mentre lui si è arrampicato, io ho usato l’aria per aiutarmi e raggiungere il secondo piano; ammetto che non è facile usare gli elementi in un modo che non sia solo attaccare, ma se dovessi imparare a gestirli meglio potrebbero essermi davvero utili!
«Via libera?» gli sussurro; Izuku si sporge dai corridoi per controllare e attendo i suoi cenni per avanzare subito dietro di lui «Vuoi che vada avanti io? Posso difendere entrambi con dei muri di roccia se necessario» lui scuote il capo, sorridente ma concentrato. C’è una luce determinata negli occhi che non gli ho mai visto e questo mi rincuora, ammetto di aver avuto un po’ d’ansia quando ho saputo che avremmo affrontato quel dinamitaro pazzo.
«Attenta!» e a proposito del pazzo, eccolo spuntare da un angolo per un attacco a sorpresa; Izuku istintivamente si butta su di me per evitarmi l’esplosione, mentre lui viene in parte ferito; Bakugou cerca di incalzare su entrambi ora che siamo vulnerabili, ma io ho ancora un braccio libero e allungandolo verso di lui libero una corrente d’aria che lo spinge all’indietro e gli impedisce di infierire mentre io e Midoriya cadiamo.
«Midoriya, stai bene?!» la sua maschera da eroe è già infranta, ma mi sono sbagliata, non sembra ferito, si è solo rovinato il costume.
«S-sì» borbotta «Immaginavo che Kacchan si sarebbe fatto avanti per attaccare» spalanco gli occhi, colpita dal fatto che l’avesse già previsto.
«E’ per questo che hai voluto passare da qui? Per attenderlo?»
«Avete finito di chiacchierare, brutti cazzoni!?» mi alzo in piedi e mi metto in guardia, Izuku fa altrettanto; Bakugou ci attende con quel suo sorriso carico di rabbia e adrenalina, una smorfia che, lo ammetto, contagia anche me.
«Oda-san» uh? «Lascialo a me» la richiesta di Izuku non mi stupisce, ma una parte di me inizia a rosicare brutalmente.
«Cosa? Ma tu…»
«Trova la bomba e disinnescala, io lo tengo impegnato» beh, ha senso, Bakugou sembra essersi impuntato con Izuku, ma una parte di me non vedeva l’ora di menare le mani, uffa!
«Sei sicuro?»
«NON IGNORARMI, DEKU!» Bakugou scatta in avanti e agire mi viene istintivo; batto il piede a terra concentrando il mio quirk e subito la terra risponde, il cemento si stacca e si solleva formando un grezzo pezzo all’altezza mia e di Izuku; colpendolo con il pugno chiuso lo scaglio contro Bakugou, che si ritrova a dover usare una sua esplosione per bloccarlo «FUORI DAI PIEDI, MOCCIOSA! NON TI RIGUARDA!»
«Vai, Akane!» Izuku è determinato, ma sta tremando.
So che devo fidarmi di lui, se non vado via non me lo perdonerà, però…
«Mh…vedi di fargli il culo, ok?» ma prima lascio un regalo a questo dinamitaro fuori di melone. Batto di nuovo il piede a terra, ma stavolta lo faccio due volte di fila; i pezzi di intonaco e cemento che volano verso Bakugou sono più piccoli, ma se il primo viene parato, il secondo lo colpisce in pieno petto e gli spezza il fiato facendolo cadere all’indietro «Vai, ti ho aperto una breccia!» e detto questo inizio ad allontanarmi; l’ultima cosa che vedo prima di girare l’angolo sono gli occhi di Bakugou furiosi su di me.
È solo un secondo, la sua attenzione viene monopolizzata da Izuku…ma capisco di averlo irritato e questo mi dà una fantastica scarica di adrenalina.
 
Capisco che in quel momento ai suoi occhi sono stata un sassolino più che fastidioso, che non è bastato calciare una volta. Stringo le labbra e cerco di farmi arrogante, non è facile avere addosso uno sguardo così rabbioso.
«Me l’hai detto diverse volte e in vari modi, uno più cafone dell’altro. Ma credo che tu sia troppo fissato con questa storia.»
«Ti sei intromessa» istintivamente si porta la mano al petto, un gesto che sopprime subito dopo e sogghigno, capisco che il colpo ricevuto da me gli fa male «Quella era una cosa tra me e Deku e se ti dico di farti i cazzi tuoi, devi farteli e basta»
«Era un’esercitazione e io ho fatto quanto dovevo. Per le tue faide personali c’è il doposcuola e in ogni caso, non hai diritto di trattare Izuku in quel modo, soprattutto dopo che ti ha fatto il culo» perché mi sono fatta raccontare cosa è successo tra loro due mentre io tentavo di avvicinarmi alla bomba protetta da Iida; Izuku nonostante abbia problemi a controllare il suo quirk sembra forte e anche Bakugou deve averlo notato.
«Non ti azzardare a dire certe cazzate, è chiaro?!»
«Sarà, a me sembra solo che Izuku ti faccia paur-» mi zittisco quando Bakugou avanza e senza troppi complimenti mi afferra per il bavero del blazer grigio, costringendomi a stare in punta di piedi a causa della differenza di altezza.
«Chiudi. La. Bocca.» scandisce e per un attimo ammetto di essere intimorita da tanta veemenza «Quel Deku è un moscerino e tu non sei da meno! non azzardarti mai più a dire che ho paura di lui, è chiar-» sono stufa.
Gli do un calcio allo stinco e approfittando del fatto che allenti la presa sulla mia giacca lo spingo via con entrambe le mani; non uso il quirk, è solo autodifesa corpo a corpo e riesco a farmi lasciare; il mio corpo si mette subito in posizione di guardia, sollevando entrambe le mani chiuse a pugno e le gambe leggermente divaricate, mentre Bakugou dopo aver indietreggiato sorpreso, sogghigna.
«Vuoi batterti, mocciosa? Sto aspettando» sussurra, leccandosi le labbra e spalancando le braccia come se volesse invitarmi.
Non nego che prenderlo a pugni adesso sia allettante, ma non voglio questo: voglio che mi ascolti.
«No» dico, decisa, sciogliendo la posizione «Voglio solo dirti una cosa, Bakugou: io credo che tu sia troppo abituato a circondarti di persone che ti temono o ti seguono fedelmente. O forse tutte e due le cose» come credo sia successo con Izuku «ma lascia che ti dica una cosa: io non appartengo a nessuna delle due categorie e non basta ringhiarmi addosso per intimorirmi!» non è mai bastato.
È da quando sono molto piccola che difendo mio fratello dai bulli perché senza quirk, e tu mi ricordi in maniera fastidiosa tutti loro. Non voglio che Izuku passi quello che ha passato Toshiro, non ora che posso fare di più.
«Senti un po’…»
«No, senti tu!» ora sono io che avanzo e gli punto il dito indice contro il petto, interrompendolo «ho dato addosso a quelli come te per tutta la vita. Un conto è essere un eroe, un conto è essere un bullo. E tu lo sei!» non lo faccio parlare, mi ha stufato «La tua strada, la tua strada, la tua strada» ripeto, come una cantilena «non esiste solo la tua strada, beccati questa notiziona dell’ultima ora. Esiste anche quella degli altri, anche la mia. E lascia che ti dica una cosa, Katsuki Bakugou: io non intendo allungare o abbandonare la MIA strada per avvantaggiare la tua in nessun modo, è chiaro? E se davvero sarà necessario per fartelo entrare in testa, allora migliorerò così tanto e ti pesterò così forte da inciderti sulla faccia ogni singolo concetto!» e indietreggio, stringendo le spalline dello zaino che ho sulle spalle per sfogare la tensione.
Noto che mi sta guardando con una certa sorpresa, come se l’avessi preso in contropiede: del resto, non ha detto una parola mentre me lo mangiavo vivo e quindi approfitto per togliermi anche questo sassolino dalla scarpa.
«E non è continuando a darmi addosso e cercare di schiacciarmi che mi farai cambiare idea. Quindi falla finita e inizia a mostrare un po’ di rispetto per gli altri»
«…» finalmente lo vedo tentare di dire qualcosa; scuote impercettibilmente quella zazzera bionda e solleva il mento «Mocciosa rumorosa e arrogante» mmmmh, senti chi parla «il mio rispetto te lo devi guadagnare»
«E tu devi guadagnare il mio, vedi un po’ che coincidenza. E ora, se hai finito, voglio andare a casa perché ho fame e non voglio farmi guastare la cena da te!» concludo, iniziando a incamminarmi verso casa, ma faccio appena qualche passo che mi giro; lui si è già incamminato ma quando lo chiamo si gira di nuovo «E comunque ti ho detto che ho un nome: Akane Oda. O hai la memoria dei pesci rossi?»
«Lo so il tuo fottuto nome» ribatte, poi ghigna «ma ho perso il punto dove me ne frega qualcosa di pronunciarlo» piccolo stronzo.
Anche io sogghigno.
«Allora te lo stamperò in fronte a cazzotti: non mi hai lasciato altra scelta» e me la godrò.
Oh, se mi godrò la cosa!
 
«…e poi mi sono buttata sulla finta bomba e abbiamo vinto!» e spalanco le braccia, mentre finisco il racconto super dettagliato dello scontro che ha visto vincitori me e Izuku nel pomeriggio. Nel concludere spingo involontariamente le bacchette con il gamberetto verso uno dei gemelli, che si allunga per mangiarlo «Ehi!»
«Fei lenta!» mi sfotte con la bocca piena questo moscerino, ora lo pesto.
«Daichi, non rubare il cibo a tua sorella, hai il piatto pieno!» lo sgrida papà, che ha ascoltato il tutto a metà tra il preoccupato e un malcelato orgoglio.
«Lei me lo ha messo davanti, quindi è mio!»
«Microbo irriverente» per tutta risposta gli frego una polpetta e lo vedo sgranare gli occhi «Ah! Prendi e porta a casa!»
«Mammaaaaaa»
«Ce la facciamo a cenare in santa pace?!» mia madre sospira e nonno Hideo si lascia sfuggire una risata di cuore.
«E’ una cena perfetta come sempre, mia cara! E stasera c’è anche Toshiro con noi!» avvolge un braccio intorno alle spalle di mio fratello maggiore, che ci è venuto a trovare e sorride pacatamente, anche se contento del gesto di nonno. Loro due, forse perché entrambi senza quirk, sono sempre stati molto uniti.
«G-già, anche se capisco di non essere molto di compagnia»
«Non è vero, è così bello vederti!» esclamo, allungando una mano per stringere quella di Toshiro «Sei sempre a lavoro, era tantissimo che non ci passavi a trovare! E se l’avessi saputo, sarei tornata a casa prima»
«Volevo fare una sorpresa e almeno non mi sono perso il resoconto dei tuoi primi giorni in accademia» effettivamente ho monopolizzato l’attenzione su di me, anche se l’ho fatto involontariamente «Ammetto che non mi aspettavo le dessi il permesso, papà» aggiunge, rivolgendosi proprio a nostro padre, che sospira.
«Non ti nego che ho ancora le mie riserve» ammette e io mi riempio la bocca di riso per soffocare il dispiacere «ma sembra che tua sorella sia…portata»
«Ha il sangue di Shitenno, che vi piaccia o no.» grazie nonna Natsumi, davvero «E lui è un grande combattente»
«Ci sono tanti bravi combattenti nella mia classe» borbotto, deglutendo la coda di un gamberetto e ripensando alla tecnica di Ojiro o alla capacità di creazione di Yayorozu.
«Come è giusto che sia. E poi dicevi che nel corpo insegnanti hai All Might e Oxygenie, vero?» il nome della mia eroina preferita mi fa sorridere e annuisco verso nonna Sakura «Quanto ti piace quella ragazza!»
«Devi vederla! È così intrepida e forte! E anche senza quirk è in grado di spaccare tutto! Sai che mi ha dato un sacco di consigli utili per il controllo del mio quirk? Tipo, mi ha suggerito di cambiare diversi stili di combattimento e mi ha messo in coppia con uno dei miei compagni di classe bravissimo!»
«Un giovanotto carino?» domanda subito nonna Sakura e alzo gli occhi al cielo; sotto questo punto di vista è proprio la classica nonna che chiede quando mi troverò un bravo ragazzo.
«Nonna…» che poi Ojiro è davvero carino, non posso negarlo, ma è decisamente troppo timido e quieto per essere il mio tipo.
«però è carino» mi fa notare e capisco che mi ha letto nel pensiero.
«NONNA FUORI DALLA MIA TESTA!» esclamo e Hana si mette a ridere, aggiustandosi di più contro il mio fianco; da quando vado a scuola è diventata molto attaccata con me e la cosa mi fa piacere, ma ci sono alcuni momenti che non riesco a scollarmela. Ah, che pazienza!
«Hai trovato il fidanzato» mi prende in giro con fare cantilenante; se ci avessero provato Daichi e Daiki si sarebbero beccati un pugno, ma lei è così carina che posso perdonarle tutto.
«No, scricciolo» accarezzo la testolina di questo piccolo fiore «Al massimo ho trovato gente interessante» per un attimo il pensiero vola su Midoriya, Mina e un po’ di più su Bakugou, salvo poi scacciarlo dalla mia testa «Il mio obiettivo punta alla carriera!» esclamo ed è proprio ora che Toshiro cerca di alzarsi «Dove vai?»
«Domani attacco presto, mi spiace. D-devo proprio andare» lo guardo stranita, perché è così stanco e pallido, possibile che non possa concedersi una pausa?
«Toshiro, non starai lavorando troppo?» gli chiede infatti nonna Natsumi con occhio critico «Sei sempre dentro quel laboratorio, non farci preoccupare» la mano magra di lei si allunga per scostare qualche ciocca scura dal viso di mio fratello, tenendolo seduto per qualche altro secondo, e lui sorride scuotendo il capo.
«Il lavoro mi piace, nonna, dovresti saperlo.»
«Ma ti prende tanto tempo…quand’è che hai dormito bene l’ultima volta?» mia madre insiste per mettergli un altro boccone nel piatto, ma dopo averlo mangiato per farla contenta, Toshiro si alza.
«Va tutto bene, davvero. Sto lavorando a qualcosa di grande e…» mi guarda, poi mi sorride «E la nostra eroina non sta faticando meno, giusto?» allunga una mano e mi accarezza la testa, ma non capisco.
Si inchina, ma non può evitare di prendersi un abbraccio da nonno Hideo o dai nostri fratelli, persino Daichi e Daiki lo adorano e si calmano avanti a lui e mentre si allontana sento proprio il secondo gemello sussurrare.
«E’ triste»
«Eh?» abbasso lo sguardo e Daiki mi guarda: hanno ereditato il quirk di telepatia di nostra madre, ma non sono ancora così bravi e allenati da leggere bene il pensiero come lei o nostra nonna, diciamo che per ora percepiscono le emozioni «E riguarda te, Akane»
«Me?» non posso lasciarlo andare, allora «Grazie sorcio, prendi pure il mio dolce»
«Già fatto» maledetto moccioso!
Senza rispondere inseguo Toshiro all’ingresso dove sta già mettendo le scarpe.
«Shiro!» esclamo, e lui si gira.
«Akane, che ci fai qui? La cena si raffredda…» premuroso come sempre, cerco la sua mano e la stringo «Akane?»
«Sei sicuro che va tutto bene? C’è qualcosa che…che vuoi dirmi? Ho fatto qualcosa che ti ha…?» mi zittisco.
Per tutta la serata non ho fatto altro che parlare di me: è lui quello che sta lavorando ad un progetto importantissimo e non ci ha detto praticamente nulla, mi sono lasciata così trasportare dalla Yuei e dalla mia nuova vita che non ho considerato i sentimenti di Toshiro, lui che da sempre è senza quirk e ci ha sofferto un sacco…
«S-shiro…» mormoro e lo vedo spalancare gli occhi «m-mi spiace»
«Ti dispiace?» sembra davvero colpito dalle mie scuse «per cosa?»
«S-sono stata insensibile. Da quando sono entrata alla Yuei parlo sempre di quello, anche quando ti telefono finisco sempre per parlare della scuola, del fatto che diventerò eroe e…e…»
«Akane» Toshiro mi mette le mani sulle spalle «va tutto bene, d’accordo?» ma… «è normale che tu sia emozionata e felice per questo. Anche io lo sarei.» oh… «Poi…beh, io non ho mai avuto una possibilità, lo sai» sorride tristemente «e ammetto, non mi aspettavo che nostro padre ti desse il permesso dopo la storia di nostro nonno Itachi.» già, nemmeno io «ma c’è una cosa che voglio chiederti.» si fa serio; i suoi occhi di colore diverso mi osservano, ed è sempre strano perché è come essere guardati da due persone diverse.
Shiro ha ereditato un occhio scuro da parte di nostro padre, come i miei insomma, ma l’altro occhio è verde come quelli di nostra nonna Sakura ed è come se il primo fosse sempre più duro rispetto a quello più chiaro. O forse sono io che mi faccio tante fantasie, ma anche ora ho come la sensazione che mi guardino due persone diverse.
«Dimmi»
«Sei davvero sicura di questa strada? Insomma, a parte Shitenno e tutto il resto, il mondo degli eroi è difficile, Akane. Non…non voglio perderti per questo» mi acciglio, poi sollevo le mani e gliele poggio sulle guance.
«Non mi perderai, Shiro! Sono sempre io, no?» sorrido e lo rassicuro, non capisco come anche a lui sia venuto in mente un pensiero del genere «Insomma, lo sai come sono fatta! Voglio aiutare gli altri, tu ci stai riuscendo con la chimica, io con il quirk! Non pensi sarebbe bellissimo se un giorno dovessimo collaborare?» si morde il labbro «non farò come Itachi Oda, davvero. Lo ripeto sempre. Io…io e te siamo fratelli, come potrei mai pensare di ferirti o lasciarti da parte? non so immaginare un futuro dove non sei con me, Shiro! È stato così fin da bambini!» bambini…lui ha comunque sette anni in più di me, eppure è così.
Toshiro è mio fratello maggiore, uno dei miei pilastri, e se ho iniziato a odiare i bulli è stato anche per come lo trattavano. L’ho visto un sacco di volte preso di mira dai suoi coetanei con i quirk, l’ho visto tornare da scuola molte volte sconsolato perché si parlava di quirk, di eroi…non ho mai potuto capirlo come ha fatto nonno Hideo, ma ho capito che Toshiro è stato il mio motore.
È anche grazie a lui che ho deciso di diventare un eroe: non potrei mai voltargli le spalle.
«Oh Akane…» mi stringe e presa alla sprovvista – dato che Toshiro non è solito essere troppo espansivo, credo abbia preso il carattere chiuso di Itachi Oda – lo ricambio; è una stretta così…così forte, è calorosa, ma non riesco ad interpretarla «quanto vorrei tornare ai giorni in cui eravamo bambini» gli sorrido e decido di godermi l’abbraccio.
«Non cambierà nulla. Anzi, le cose andranno meglio!» gli prometto.

Note dell'autrice
Salve! Eccomi qui con un ritardo giurassico, ma il lavoro non mi dà molto tempo e seppur avessi questo capitolo già pronto volevo dargli una letta veloce prima di postarlo e correggere diverse cose, anche se piccine. Allora, chi segue il manga ha riconosciuto la parte dello scontro finti eroi vs finti villain, così come le modifiche che ho fatto per farci stare Akane in mezzo. Ho deciso di non riportare tutto lo scontro perché la storia sarà PIENA, e voglio arrivare a parti molto più succose, spero che per questo il capitolo non risulti più noioso. Ho deciso anche di dare un po' di spazio alla figura di Toshiro e la famiglia di Akane, un concentrato di casino galattico che adoro descrivere e che torneranno tutti, ve lo assicuro. Come già detto, il manga all'inizio verrà seguito molto fedelmente per inserire Akane, poi inizierò a inserire più pezzetti originali e diluire gli eventi, ho in mente diverse cosette. Intanto ringrazio tutti quelli che leggono e commentano la storia, come sempre se avete critiche e consigli fatevi avanti, che io vi amo tutti. 
PS: Adoro che tanti di voi abbiano riconosciuto l'avatar, come stile, anche prima che lo nominassi. Davvero, siete tutti belli! A presto e PLUS ULTRA!
Ulvinne
  
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