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Autore: Farkas    08/10/2021    2 recensioni
Le sorelle Halliwell e i loro compagni hanno affrontato tante sfide nella loro vita, ma forse la più grande è l'essere diventati genitori.
Fare il genitore è molto più dura che che affrontare le forze del male, ma può dare molta più soddisfazione.
Una raccolta che presenta alcuni importanti momenti tra i figli delle sorelle e i loro genitori.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Paige Matthews, Phoebe Halliwell, Piper Halliwell, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Genitori e figli

Capitolo 13: Paura

 
“L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza.” Giovanni Falcone
 
 
Wyatt Halliwell era il membro più potente nella storia della famiglia. Poteva fare cose incredibili con la magia, era un ottimo angelo bianco ed un eccellente stregone buono. Ed era omossessuale cosa che lo rendeva l’orgoglio e la disperazione di suo padre.
Leo aveva vissuto per quasi cent’anni. Quando era nato l’omosessualità era una cosa inaccettabile. Certo aveva visto cambiare la società, di suo non aveva nulla contro le persone omosessuali… ma non ci aveva mai avuto a che fare granché. Né aveva mai previsto di farlo.
Suo figlio non aveva né desiderato, né deciso di essere così, questo Leo lo sapeva. E anche se la cosa gli appariva innaturale, si sforzava di accettarla. Certo non gli faceva piacere, vedere il suo primogenito portare ragazzi a casa. Ogni volta non riusciva a non immaginare suo padre lì di fronte a lui che urlava: “Che ci fanno in casa di mio figlio questi froci svergognati?!”. E se ne vergognava. Ma non poteva farci niente.
Il primogenito di Leo non era stupido e sapeva che suo padre non era felice del suo orientamento sessuale. Ma sapeva anche che si sforzava di accettare la cosa e sentiva di non potergli chiedere di più.
Per fortuna c’erano la magia e i risultati spettacolari che otteneva in quell’ambito. Facendo tanto per il bene, Wyatt sentiva di guadagnarsi in qualche modo l’approvazione e l’affetto di Leo. Avere un modo comodo e sicuro, per renderlo fiero di lui era un gran conforto per Wyatt. Anzi, il suo potere faceva in modo che qualunque essere magico lo trattasse con rispetto. Chi mai, avrebbe potuto sconfiggerlo in quell’ambito? E tramite lui anche le creature magiche come lui, potevano ottenere rispetto. Per tutti questi motivi, Wyatt amava il suo potere e la sicurezza che gli conferiva in più di un senso. Purtroppo, tale sicurezza stava per ricevere un duro colpo.
Un giorno durante il pranzo, una misteriosa luce dorata avvolse Wyatt e prima ancora che gli altri presenti potessero solo pensare di fare qualcosa, il ragazzo scomparve nel nulla.
La famiglia le provò tutte, ma non riuscirono a trovare uno straccio di traccia. Il ragazzo era semplicemente svanito nel nulla. Poi dopo un mese, quando ormai erano tutti alla disperazione la luce ricomparve.
-Maledetta, cosa! Ridammi, Wyatt!- urlò inferocita Piper. E la luce sparì, lasciando per terra un ammasso di carne sanguinolenta. Leo aveva visto cadaveri con un aspetto migliore: la faccia era un unico ammasso di lividi, da come era piegata la gamba destra era ovvio che fosse rotta e gli mancavano tre denti. Malgrado la pena, ad alcuni fece senso trovarselo davanti.
-No! Zia Phoebe… di sicuro la ucciderà! – ansimò. - Il premio…-.
La faccia era irriconoscibile, ma la voce di Wyatt non era cambiata in quel mese. Subito dopo aver biascicato quell’avvertimento, il ragazzo svenne fra le urla dei genitori, del fratello e della sorella.
Paige venne chiamata d’urgenza e tutti assistettero alla guarigione di Wyatt… rendendosi conto di quanto fossero gravi le sue condizioni: oltre ai danni già descritti, il suo corpo era pieno di bruciature e tagli, ma la cosa più inquietante era che c’erano segni di morsi dappertutto. Pur avendo ben altro per la testa, tutti i presenti, non avevano potuto non domandarsi che razza di belva potesse avere zanne simili.
Quando si fu ripreso, Wyatt raccontò di come la luce avesse trasportato lui e altri ventitré individui in un luogo non meglio identificato, da cui a causa di difese magiche non si poteva uscire col teletrasporto e li avesse costretti a partecipare a una sorta di reality, offrendo un premio favoloso al vincitore.
-Ed è stato il vincitore a conciarti così? - fece incredulo Chris.
L’altro annuì.
-E chi diavolo era? - chiese sconcertata Melinda.
-Il lato demoniaco della famiglia- rispose amaro Wyatt per poi svelare che aveva provato a proporre al cugino di lottare insieme contro il misterioso organizzatore, ma la sua risposta era stata: - E rinunciare al premio? Me lo darai tu, forse? -.
-E ha vinto. Di sicuro chiederà la morte di zia Phoebe. Dobbiamo proteggerla! -.
L’ultima figlia di Victor fu costretta a restare sempre vicina a Wyatt e ad un altro parente per un mese intero, ma non le accadde niente. La donna aveva sperato che ciò supponesse una qualche sua rilevanza positiva agli occhi del figlio, ma la verità era che il vincitore non avrebbe sprecato il premio per così poco. C’era una cosa che desiderava ben di più che vedere la bara di Phoebe calata nella terra. Ma questa è un’altra storia e si dovrà raccontare un’altra volta.
Quella batosta aveva dato una bella ferita anche all’ego di Wyatt, oltre che a qualsivoglia parte del suo corpo. Mai gli era capitato di venire sconfitto. Certo, aveva perso qualche innocente, ma mai a causa di qualcuno che avesse una potenza superiore. Nessuno toccò mai l’argomento e di ciò il primogenito di Piper fu grato, ma da quel giorno si impadronì di lui una strana inquietudine.
Un anno dopo il demone Astahroth che aveva il potere di sedurre le donne e ovviamente anche gli uomini omosessuali, venne liberato dalla prigionia a cui l’aveva costretto la Sorgente* e usò il suo potere per crearsi un esercito di marionette per ottenere il controllo degli Inferi… e materializzandosi in casa durante la festa di compleanno di Tricia (Parker aveva deciso che come nomignolo per sua figlia, suonasse meglio di Patty) ottenne il controllo di nove decimi della famiglia. I pochi che non si ritrovarono schiavi del demone, si salvarono dall’attacco di Wyatt solo grazie a Dean, l’angelo bianco di Jim che riuscì a portarli in salvo all’ultimo secondo.
Rifugiatisi alla scuola di magia furono presi da un temibile scoramento: come avrebbero potuto fermare Astaroth ora che controllava Wyatt? Leo si lambiccò la testa per giorni, spulciando decine di tomi magici, senza ricavarne nulla. E nulla ci fu bisogno che facessero, perché tre giorni dopo si aprì un portale in sala professori e ne venne lanciato fuori Wyatt con braccia e gambe rotte (un attimo dopo arrivò anche Phoebe e in condizioni ancora peggiori. Dopo averle rotto braccia e gambe, dovevano averle preso la faccia a calci fino a farle perdere i sensi).
-Ma come… chi…- aveva fatto esterrefatto Henry Jr. vedendo il cugino portato in infermeria.
-Chi? Perché credi che ci sia più di una persona (e sto usando il termine in senso lato), in grado di conciare così Wyatt? -fece irato Chris
-Potrebbe. Se ci fossilizziamo su un preconcetto, potremmo essere facilmente ingannati- azzardò il cugino.
-E zia Phoebe, è stata pestata in quel modo giusto per imbrogliarci… possibile- ammise a malincuore Chris. Wyatt non poté neppure essere curato, a differenza di Phoebe che fu dovuta tenere saldamente legata insieme a tutte le altre creature magiche buone ridotte in schiavitù dal demone. Ovviamente quelle che non erano riuscite a catturare, non potevano essere uccise, ma certo non ricambiavano la cortesia… in più il fatto che potessero scendere in campo solo coloro che fossero immuni al suo fascino, rendeva la situazione ancora più disperata. E quando dopo pochi giorni tutti i prigionieri rinsavirono, cosa che poteva essere dovuta solo alla morte del loro padrone, in tanti festeggiarono.
Non ci furono però interrogativi su chi, avesse causato tale morte dato che tre testimoni oculari dichiararono che lo splendido demone era morto a causa di “uno coi capelli neri che lanciava fuoco blu e brandiva una katana”.
Per Wyatt essere stato messo K.O. due volte di fila dalla stessa persona, era stato un duro colpo. La sua imbattibilità era stata persa. E che fosse stato quello là a salvare la situazione e forse anche il mondo fu una bella umiliazione per tutta la famiglia.
La notte dopo la sconfitta di Astaroth mentre andava in cucina a bere, il mezzo angelo bianco, trovò la luce accesa e i suoi genitori che discutevano.
-Ma com’è possibile che quello sia tanto più forte di Wyatt? - chiese Piper scuotendo il capo.
-Fisiologia, addestramento, talento, atteggiamento… e chissà quanti altri fattori- bofonchiò amaro Leo. - Un nemico più forte di Wyatt… non credevo che ce lo saremmo mai trovato davanti-sospirò Leo scuotendo il capo.
“Non è proprio detto sia un nemico” si disse Wyatt. “Poteva ammazzarmi per ben due volte e non lo ha fatto”.
-Forse se lo combattessimo tutti insieme…- azzardò suo moglie.
-Phoebe non ci riuscirebbe. Non ancora perlomeno-.
-Deve darsi una svegliata. C’ero anch’io mentre quello la massacrava di botte. E lo ha fatto ridendo- svelò amaramente Piper. - Quello aggrediva mia sorella e io… me ne sono andata, perché Astaroth mi voleva altrove. Non ho pensato a lei un secondo- aggiunse stringendo i pugni.
-Eri sotto il suo controllo. Non sei responsabile delle tue azioni - fece l’ex angelo bianco abbracciandola.
Wyatt si allontanò meditando su quelle parole. La colpa era sua. Doveva allenarsi, migliorare. E dal giorno dopo, quello divenne il suo unico pensiero. Non voleva che all’ansia negli occhi di suo padre, si aggiungesse la delusione come quando a quindici anni gli aveva detto di essere gay. Wyatt aveva paura di rivedere quello sguardo.
Barbas che aveva seguito con interesse la scalata al potere di Astaroth sorrise. Era il momento perfetto per entrare in azione.
 
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Il demone della paura era tornato. Aveva fatto già tre vittime a detta dei vari angeli bianchi e Wyatt si era precipitato alla Scuola di Magia alla ricerca di un modo per contrastarlo… quando Leo entrò in biblioteca in divisa da alto ufficiale nazista, accompagnato da una ventina di insegnanti e studenti abbigliati come sottoufficiali e soldati semplici.
-Prendetelo! È il momento che rimuova questa sporca aberrazione dalla mia discendenza! – tuonò Leo, fulminando Wyatt con uno sguardo carico di odio e disgusto.
“Visto? Lui si vergogna di te e vorrebbe che sparissi. Magari preferirebbe avere quell’altro per figlio: è più forte di te e di certo non condivide le tue vergognose tendenze… hai notato come guardava quella tizia, con la collana a forma di serpente…” sussurrò Barbas all’orecchio di Wyatt.
-Sì, sturbanfhurer!- tuonarono all’unisono gli altri.
Normalmente il giovane Halliwell avrebbe potuto liberarsi dei suoi assalitori in un attimo… ma un’altra sua paura era proprio perdere i suoi poteri: senza non avrebbe più potuto farsi accettare da Leo, non avrebbe più potuto proteggere la sua famiglia. E quando tentò di orbitare via, semplicemente non ci riuscì. Un attimo dopo gli piovvero addosso calci e pugni da cui non riuscì in alcun modo a difendersi.
Ridendo sguaiatamente il vicepreside lanciò un incantesimo per far comparire un triangolo rosa sulla camicia del malcapitato.
-Papà, ti prego…- gemette Wyatt, prima che Leo che mai aveva alzato le mani su uno dei suoi figli, lo zittisse con un colpo di scudiscio.
-Non chiamarmi papà. Tu sei la mia vergogna! – abbaiò, un attimo prima di afferrarlo per i capelli e costringerlo a rialzarsi, per poi spingerlo contro il muro.
Tutti gli insegnanti attivarono i loro poteri pronti a giustiziare il mezzo angelo bianco.
Il cellulare di Wyatt era caduto a terra durante il pestaggio e mentre si allontanava da quell’invertito rivoltante, il temporaneo nazista lo urtò col piede. L’uomo abbassò lo sguardo e si vide riflesso, con indosso l’uniforme di coloro che aveva dato la vita per combattere e con uno sguardo degno di coloro che aveva affrontato nella sua seconda vita.
Per un istante vide tutto come da spettatore, come se stesse guardando la tv. Poi sentì dentro di sé una voce molto simile a quella di Piper abbaiare: “Leo Wyatt, cosa diavolo stai facendo?”.
-Sto… sto… mio Dio, no! FERMI! - urlò l’uomo correndo a tutta velocità verso il figlio che stava per essere freddato.
Per fortuna sentendo l’ordine gli insegnanti ebbero un attimo di esitazione e ciò permise a Leo di spostare il figlio dalla linea di tiro.
Padre e figlio si diedero alla fuga tallonati dalle altre vittime di Barbas che li bersagliavano coi loro poteri. Fortunatamente, sentito il fracasso alcuni allievi si erano precipitati sulla scena e rimasero sbalorditi nel vedere gli insegnanti che cercavano di uccidere il preside.
-È una specie di esercitazione? Inciderà sul voto del semestre? - chiese perplesso uno degli alunni.
-No! C’è un demone che li controlla! Scappate! – urlò il marito di Piper, prima che una pioggia di sfere di metallo, palle di fuoco e fulmini li raggiungesse. Wyatt riuscì a schivarli, ma Leo non aveva più i riflessi di una volta e venne colpito da una sfera metallica che gli esplose addosso, facendolo finire bocconi sul pavimento.
Alcuni studenti fuggirono via atterriti, ma fortunatamente altri attivarono i loro poteri decisi a proteggere il loro preside e suo figlio.
-Papà! - chiamò disperatamente Wyatt, ma Leo aveva perso i sensi e aveva un orribile ustione sulla schiena. Wyatt tentò di guarirlo ma non accadde niente.
“Visto? Ti credevi eccezionale, ma sei solo un buono a nulla. Ti è sempre andata bene, semplicemente perché te la prendevi con avversari troppo deboli per te. Non vali niente. Non sei degno di essere un erede del trio”.
Wyatt continuò a porre le mani sulla schiena martoriata dell’ex-Incarnazione, ma nessuna luce dorata si accese.
Era inutile. Non valeva nulla, era solo un debole cresciuto nella bambagia che soccombeva alla prima difficoltà.
Le lacrime si affacciarono nei suoi occhi, mentre tanti ricordi gli affollavano la mente: quando suo padre gli aveva insegnato ad andare in bici, le gare di spruzzi d’estate al mare, tutte le volte in cui i suoi genitori applaudivano dalle gradinate dello stadio della scuola mentre giocava a football, Leo che scattava le foto il giorno del suo diploma…
La paura gli aveva bloccato i poteri, ma la guarigione è un potere innescato dall’amore e in quel momento l’amore che Wyatt provava per suo padre fu più forte della paura di deluderlo.
Le mani del ragazzo finalmente si accesero della luce dorata che lui tanto aveva voluto vedere e le ferite di Leo guarirono. Un attimo dopo attraverso vari portali, comparvero altri adulti che si lanciarono contro gli insegnanti impazziti: erano i genitori degli alunni scappati, che avvertiti dai figli avevano deciso di intervenire.
Troppa gente per poterla manipolare e oltretutto Leo e Wyatt avevano superato le loro paure per il momento. Stizzito, Barbas non poté far altro che sparire. Non gli restava che dedicarsi all’ultima figlia di Phoebe.
 
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Dopo aver esiliato Barbas in Purgatorio con un incantesimo, i membri della famiglia poterono guarire le ferite aperte dal demone della paura. Purtroppo non tutte erano fisiche.
-Mi dispiace tanto- fece Leo.
-Non devi. Non è stata colpa tua- rispose Wyatt.- Ho sempre saputo che faticavi ad accettare il mio orientamento sessuale-.
-Io…- cominciò l’altro, ma Wyatt lo fermò.
-Fammi finire. Tu faticavi ad accettarlo, ma ci hai sempre provato. E questo è tutto quello che potevo chiederti. Tu non hai scelto di avere difficoltà ad accettare la mia omosessualità, ma hai scelto di provare a superare quelle difficoltà. Non posso pretendere altro-.
-Non avrei dovuto essere io a fare il discorso maturo e profondo? -.
-Be’ a qualcuno dovevi pur tramandare questo tuo talento. A proposito… vorrei cercare di migliorare un po’ le mie abilità magiche. Non è che potresti darmi dei consigli? Seguirmi durante l’allenamento? -.
-Certo. Quando vuoi cominciare? -.
 
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I risultati di Wyatt avevano sempre reso orgoglioso Leo e lui ne era sempre stato felice, ma entrambi sarebbero stati ancora più felici e orgogliosi dei risultati che avrebbero raggiunto insieme: dialogo, accettazione, comprensione reciproca. Cose che possono essere più potenti di qualunque incantesimo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Avrei voluto aggiornare prima, ma mi sono voluto dedicare ad altre storie per cui ero più ispirato e che non aggiornavo da più tempo di questa, poi ho cominciato ad avere poco tempo per scrivere e sinceramente non sono convintissimo del risultato.
Spero di non aver reso Leo OCC. Per uno nato negli anni ’20 l’omosessualità dev’essere una cosa inaccettabile e dato che Streghe è stato anteriore alla mania del politically correct che impone d’inserire personaggi non eterosessuali ovunque, non abbiamo potuto vederlo alle prese con quest’argomento (ci tengo a precisare che non ho nulla contro i personaggi LGBT, anzi alcuni mi piacciono molto).
Credo che ci sia molta gente che pur non disprezzando gli omosessuali a prescindere, li trovi contro natura o cose del genere e che fra costoro ci siano persone che comunque non parlano male di loro e se ci hanno a che fare li trattano con rispetto. Non possiamo decidere cosa riusciamo ad accettare e cosa no, ma possiamo e dobbiamo comportarci in maniera civile con chiunque lo meriti. Spero che queste mie constatazione e questa mia storia non offendano nessuno. Se per caso non è così, mi scuso sinceramente.
I nazisti, sono gli antagonisti di una mia storia sulla serie tv “The Flash” e forse è stato proprio perché li sto già sfruttando altrove che mi è venuta l’idea di far loro riferimento anche qui. Per quanto le loro vittime predilette fossero gli ebrei, anche omosessuali e persone di colore erano nel loro mirino. Comunque sia, Leo e gli altri sono stati trasformati in nazisti perché tutti loro temevano di non riuscire ad accettare l’omosessualità e avevano paura di somigliare ad essi.
Julian ha battuto Wyatt perché è più allenato di lui: Piper ha fatto sì che suo figlio potesse avere una vita il più possibile normale, ma Elizabeth ha costretto Julian a imparare a combattere da quando è stato abbastanza grande da camminare e poi lui ha passato il resto della sua vita a servire Tremotino. Queste cose lo hanno reso un combattente più capace di Wyatt.
Come al solito ringrazio chiunque legge/recensisce/segue e spero che questo spiegone non vi abbia annoiato. Credo però che sia importante, chiarire quello che potrebbe non risultare chiaro durante la lettura.
Alla prossima.
  
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