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Autore: Degonia    02/09/2009    3 recensioni
Cerco su ogni volto un ricordo
e sembra che il tempo non sia mai trascorso
e un brivido
chiude lo stomaco
rimango incredulo e so
che le emozioni non muoiono mai...
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Los Angeles (Agosto 2009)



E allora eccomi qui
adesso resto per un po’ da solo
meglio così
io per il mondo oggi non ci sono
e voglio restare con me stesso a pensare
se solo adesso mi fermo ancora mi sembra di sognare


Era da tempo che Shannon mi esortava a ‘riordinare’ casa e studio e finalmente oggi è la volta buona. Mentre Brent e Tomo aiutano mio fratello a finire di risistemare gli strumenti al loro posto nello studio, io sono già diretto verso casa, non che debba poi camminare così tanto. Spalanco porte e finestre e mi guardo intorno: da dove cominciare?
Inizio a spostare un po’ di roba in attesa dei miei compagni, quando ripenso ad un luogo dove nessuno ci mette piede da anni; è una piccola soffitta probabilmente piena di polvere.
Ricordo che lasciammo lì degli scatoloni una volta trasferiti in questa casa, ma ... cosa contenevano non lo ricordo.
Adesso è un mistero per me, che voglio assolutamente svelare.
Inoltre non sarebbe male dare una ripulita anche a quel posto.
Ovviamente lo farà Shannon u.ù o Tomo, troppo sporco per me!
Feci scivolare giù la piccola scala che mi avrebbe portato nel sottotetto e piano salii.
Inutile dire che appena provai a salire della polvere mi cadde addosso.
Odioso!
Salii e quando fui in prossimità dell’entrata, mi ricordai di un vecchio film horror visto pochi giorni prima: terribile! >_<
Ma, per via di logica, nella mia soffitta non dovrebbe esserci nessun essere ‘morto’, al massimo avrei trovato qualche topo, ma ero sicuro che non ce ne fossero.
Piano, nel buio, spiai dentro e ruotai la testa per avere una visuale di tutta la stanza.
Fiù!
Lo sapevo che non c’erano fantasmi u.ù
Feci forza sulle braccia e mi aiutai a salire.
Mi alzai in piedi.
Ah!>.<
Avevo sbattuto la testa contro le travi superiori.
Non ricordavo che fosse così basso qui.
Ovviamente la polvere regnava sovrana; si dice che essa ‘conservi’ gli oggetti, ma... u.ù è solo un fastidio!
Feci un paio di passi e guardandomi dietro, potevo scorgere, grazie alla luce che proveniva da sotto, i solchi lasciati dalle mie Nike sulla polvere.
Assurdo! Bisognava davvero pulire anche qui!!
E pulire anche le Nike una volta sceso u.ù
Mi guardai ancora intorno.
Rividi vecchi giocattoli di Shannon che non aveva voluto che la mamma buttasse e li aveva portati con se nella nuova casa.
Accanto a loro, uno scatolone chiuso.
Cosa conteneva?
Sperando che all’interno non ci fosse il cadavere di qualche strano animale, e ciò è quindi assurdo, dedussi che ...
Basta pensieri!
Mi avvicinai allo scatolone, mi inginocchiai di fronte a lui e passai una mano sulla superficie superiore per togliere la polvere.
Lessi: “Treasures”.
Il mistero si infittiva quando notai che la calligrafia era la mia!O_O
Allora perché non ricordavo di questo scatolone e...se all’interno c’è un tesoro, perché è qui?
Tolsi lo scoch e lo aprii...


una foto coi miei attrae il mio sguardo in quello scatolone
ricordo sai era la mia prima comunione
un caldo infernale
un pranzo con poche persone
quel vestito nuovo rotto poi giocando a pallone


Una foto coi miei attrae il mio sguardo...
Era la prima in cima a tante altre.
La presi tra le mani, la polvere non l’aveva logorata.

Una semplice foto in bianco e nero.
Mi scese una lacrima.
La asciugai appena sentii la guancia inumidirsi e strinsi ancora di più la foto.
Papà era ancora lì con noi.
Eravamo nel giardino dietro casa: la mamma sorrideva.
Papà mi teneva sulle spalle e anche lui sorrideva.
Shannon era seduto per terra con in mano due bastoncini di legno.
Rideva.
Ridevo anch’io.

Con la foto in mano, riguardai nello scatolone: nella seconda foto ero vestito a lucido.
La presi.
Era una foto a colori
La mia prima comunione.
La ricordo ancora oggi.
La mamma, bellissima come sempre, coi suoi capelli castani e gli occhi dello stesso colore.
Indossava un vestito scuro molto elegante. Le scarpe col tacco la facevano diventare ancora più alta.
Shannon indossava anche lui, come me, un completino con giacca e cravatta scuri.
Sorrisi, sembrava ridicolo.
Non gli sono stati mai bene i vestiti di questo genere, anche adesso, ovviamente quello per ‘The Kill’ fa eccezione. Lì era stupendo, come tutti del resto.
Poi c’ero io, ricordo che ero tutto emozionato anche se non capivo ancora bene quello che mi stavano facendo.
In questa foto c’è anche un altro uomo, il Signor Leto: mio padre!
Anche lui, in giacca e cravatta, posava nella foto.
Lo chiamavo padre, avevo ed ho ancora adesso il suo cognome, ma non il suo sangue.

Posai la foto nell’altra mia mano, sopra alla prima, alzai la testa e chiusi gli occhi.
Ricordo che quel giorno faceva un caldo infernale pur essendo solo Aprile.
Era inconcepibile.
Già da allora si capiva che il mondo stava cadendo.
Mia madre decise di organizzare un pranzo nel giardino della nostra villetta.
Fortunatamente invitò poche persone, la maggior parte delle quali erano parenti.
Mia nonna, era l’unica che volevo con me oltre alla mia famiglia.
Ma era un desiderio... gli altri parenti si sarebbero arrabbiati se avessimo invitato solo nonna.
Erano venuti anche alcuni cugini più o meno coetanei e nel pomeriggio, dopo aver finito di pranzare, decidemmo di giocare a calcio.
Lo spazio non ci mancava e neanche i ‘calciatori’.
Shannon e io facevamo squadra fissa assieme ad un altro cugino.
Eravamo 3 contro 4, ma con Shannon in porta, nessun pallone avrebbe toccato la rete.
E fu così che vincemmo!
Esultavo abbracciando i miei due compagni di squadra.
Stavamo solo giocando, ma adoravo quelle piccole vittorie.

Ma la felicità durò poco: mamma arrivò urlando con alcune mie zie.
La giacca che avevo buttato da qualche parte fuori dal nostro ‘campetto immaginario’, era tutta sporca. Lo stesso si poteva dire della camicia bianca; ma questa era anche bucata vicino al gomito, come anche i pantaloni erano un po’ strappati qua e là. Le scarpe piene di terra.
Guardai gli altri: perché io ero l’unico così sporco e con i vestiti rotti?
Era anche vero che mi ero buttato più volte con vigorosa forza e violenza per prendere il pallone dagli avversari, ma...
...la festa finì così: gli invitati andarono via e io fui punito.
Mi vietarono per tutta la fine della giornata di vedere Shannon: papà diceva che lo portavo su cattive strade.
Tsk! Solo per una partita di calcio.
Ma a Shannon non importava cosa diceva il vecchio: di nascosto si intrufolò nel mio letto, mi diceva di non dare ascolto a quello che dicevano i grandi e che lui era stato contento di poter andare sulla ‘cattiva via’ con me, che ci sarebbe sempre venuto, poi ci addormentammo insieme.


e ancora eccole
qui tra mille foto impolverate
vedo così le mie emozioni immortalate
troppi ricordi momenti incancellabili
mentre una lacrima disegna un solco
tra i miei brividi
guarda mio padre coi baffi siamo nei settanta
quel pancione mia madre lo porta assai contenta (<- questa frase la lascio, ma dal momento
che non va bene con la fan fiction, fate finta che non ci sia)
le foto alle elementari in bianco e nero e a colori
guarda questa non ci credo a me lo sai sembra ieri...


Scavo ancora in questo scatolone.
Ci sono così tante foto.
Come ho fatto a dimenticarlo qui in soffitta per tutti questi anni?
Ci sono foto bellissime della mamma, ci sono foto di mio fratello e mie all’asilo, alle scuole elementari, foto in bianco e nero e a colori.
Ce n’è una di mio padre, del mio vero padre, ha i baffi e in bocca una pipa francese.
Sorrido.
Non voglio pensare a lui.
Ma di certo, guardandolo così ... non lo odio affatto.
In una busta per lettere, trovo le prime foto di Shannon scattate con una Polaroid.
Anche queste, alcune di esse a colori, altre no: se le ricorderà Shannon?
Probabilmente crede di averle perse.
In una delle sue foto ci sono io che col ditino, traccio nella terra solchi di strani simboli, a quel tempo, a me sconosciuti.
Sorrido.
Ero matto fin da bambino e questa foto ne è la conferma.
Shannon sa sempre come immortalare l’anima delle persone.


Cerco su ogni volto un ricordo
e sembra che il tempo non sia mai trascorso
e un brivido
chiude lo stomaco
rimango incredulo e so
che le emozioni non muoiono mai...




Vedo gente con noi
persa lungo questo mio cammino
giuro che mai avrei riconosciuto quel bambino
e che cambiamenti tra gli amici e parenti
con le mie pettinature quando stavo sui venti


Continuo a tirare fuori tante foto.
In molte di esse io e mio fratello stiamo con altre persone: compagni di scuola, amici con cui passavamo le nottate nei bar, a fare casino in mezzo alla strada.
Vecchi amici della mamma, amici di papà.
Parenti con cui non ho più contatti.
Conoscenti.
E rivedo me stesso: il bambino che non sapeva parlare e che ora urla.
Che non sapeva camminare ed ora corre.
Ritrovo delle foto dei miei diciotto anni, no, forse qui ne avevo venti.
E...oddio O_O che strane pettinature!
Però, immagino che a quel tempo mi piacessero così.
In una delle foto a colori ho i capelli tinti rossi e gialli: una miny cresta cresciuta malamente in mezzo alla testa.
Erano gli anni prima che cominciassi a lavorare come attore.
Erano gli anni migliori.


mi fermo un attimo qui
o meglio mi si ferma il cuore
quando a un tratto così
ritrovo il primo grande amore
resto senza parole
sai che eri bellissima
guardando dietro c’è un cuore
due frecce ed una dedica
”Staremo insieme per sempre
tu sei la mia vita”
e un sorriso innocente
per poi com’è andata
troppo distanti
ma troppo simili
sono i tuoi occhi a suggerirmelo qui non hai alibi


Tiro fuori ancora un’altra foto dal polveroso scatolone e ti rivedo: mi si ferma il cuore guardandoti.
Mi ero dimenticato di te?
Forse sì.
Lo chiamano ‘il primo amore’ e penso che sia un aggettivo abbastanza appropriato.
Era bellissima!
La foto ritrae entrambi in riva al mare: da quanto tempo non vedo il mare?
Da quanto tempo non provo quell’amore?
Mentivo prima, non mi ero dimenticato di lei; ho amato solo una persona in tutta la mia vita e quella sei tu. Ma adesso è trascorso troppo tempo e probabilmente tu di me non hai più ricordi.
Nella foto sorridevi, ma è vero anche che nella maggior parte delle foto si sorride.
Mi rigiro la foto tra le mani, voglio vedere se sul retro c’è scritta la data: saranno stati gli anni ‘90.
Ma al posto della data trovo qualcos’altro: un cuore, due frecce ed una dedica.
Leggo.
Solite parole.
Si dice che si starà insieme per sempre ma poi c’è sempre qualcosa che ci fa cambiare idea, e in questo caso sei stata tu a lasciare me su quella stessa spiaggia che fa da sfondo a questa vecchia fotografia.
Mi lasciasti quando ti dissi che mi sarei trasferito in un’altra città.
Ti promisi che sarei venuto a trovarti tutti i fine settimana, ma a te non piaceva la mia idea, hai trovato così tante scuse sotto quel sole rosso e mi hai urlato contro parole che mi hanno ferito molto; le ricordo tutt’ora. E se solo adesso potrei incontrarti... probabilmente sai chi sono, ma sta tranquilla, adesso sono io che non ti voglio.
La mia vita mi piace com’è e non voglio cambiare nulla di essa.
Tu, saresti solo un peso adesso.
Non è vero, ti dico questo solo perché mi hai fatto soffrire così tanto.
Non ho dormito per una settimana pensando a quelle parole.
Mi hai detto che ero falso e che non ti amavo, quando sarei morto per il tuo amore, mi hai urlato contro che ti usavo per i miei scopi, che la nostra storia era solo una bella bugia, ma quando ti rividi il giorno prima della partenza, al bar con quel bastardo di John, capii che mi ero illuso che tu mi amassi.
Non lo dimenticherò mai:

-Cosa guardi Jared?- mi chiese mio fratello mentre aspettavamo in auto che mia madre acquistasse delle bottiglie di acqua dal bar.
-Vedo la vita che non ho-
...
-Ci faremo dei nuovi amici e avremo una casa ancor più bella di quella di prima- mi fece coraggio.
-Non la voglio. Voglio un posto stabile e...-
Shannon mi tirò a se, eravamo entrambi seduti sui sedili posteriori.
Mi scompigliò i capelli, poi appoggiò la testa sulla mia spalla sinistra.
-Shan-
-Io... ti prometto che un giorno vivrai in una splendida casa tutta per te-
Lo guardai.
Sorrisi malinconico.
Cosa farei senza di lui?
Portai una mano sulla sua testa, gli accarezzai i capelli.
-Solo se tu sarai con me-
Si alzò di scatto e mi abbraccio: le braccia attorno al mio collo stringevano la mia schiena.
-Sempre- sibilò.


ritrovo serenità
quando rivivo quei momenti
in tutta sincerità
anni rivisti in pochi istanti
guarda questa è l’arena
ero a vedere Vasco (<- qui mettete pure una band americana che volete ^^”)
la metto sul comodino accompagnerà questo mio testo...
E non so se sorridere io
non so cosa può succedere
so che voglio vivere fermando il tempo
e guardarlo in un foto ricordo...


Riaprii gli occhi.
Molti ricordi erano tristi e malinconici, ma erano solo ricordi e nel rivederli ritrovo una serenità mai provata. Così tanti anni rivisti in pochi istanti, lo dice sempre Shannon, la fotografia fa miracoli, la fotografia è una delle migliori forme d’arte, e non per la sua tecnica ma perché mostra ciò che esattamente è stato.
Nei dipinti i ritrattisti cercano di dipingere il bello di una persona: se un imperatore aveva qualche difetto fisico, nel ritratto veniva abolito; invece la fotografia mostra solo una cosa: la cruda realtà!
Ma ci sono ancora foto: i primi concerti, la prima musica ascoltata.
Il primo passo verso il mio mondo.
La fotografia è l’unico modo che la gente ha di fermare il tempo e rivederlo anni dopo.
Ricordare perfettamente ciò che è successo in quella precisa data, perché la mente può giocare dei brutti scherzi, ma una fotografia rimarrà tale e quale per l’eternità.
Questi strani ‘artisti’, anche se per pochi istanti, hanno trovato l’unico modo per bloccare il tempo.
E gliene sono grato.
Mio fratello me lo ripete sempre.


Cerco su ogni volto un ricordo
e sembra che il tempo non sia mai trascorso
e un brivido
chiude lo stomaco
rimango incredulo e so
che le emozioni non muoiono mai...




E in sottofondo mettere buona musica
questa la voglio me la stacco dalla pagina
è la più vecchia c’è tutta la comitiva
sembra persino che anche il sole sorrida
quanto sembriamo diversi sempre gli stessi
alcuni si sono persi ma
noi ci siamo ancora e allora scatta subito
così per sempre avremo accanto il nostro pubblico...


Tantissime foto sono sparse tra la polvere accanto a me.
Sì, se ci fosse Shannon fotograferebbe questo momento.
Forse ho finito i ricordi, ma...c’è qualcosa che non quadra: l’esterno dello scatolone sembra troppo grande; guardo ancora dentro e scorgo qualcosa di rossiccio: un album!
E’ esattamente della stessa grandezza dello scatolone.
Lo tiro fuori a fatica, la polvere è in ogni pagina!
Man mano che giro volto le pagine dei miei ricordi, le lacrime mi salgono agli occhi.
Queste foto, quanti giorni passati a ... continuo a voltare i fogli della mia vita, della mia infanzia.
Acquistai questo album con la mia paghetta e decisi che ci avrei inserito tutte le foto dei nuovi amici, di quelli che mi lasciavo dietro.
Tra quelle pagine ritrovo una particolare foto: ci siamo noi due e tutta la comitiva, la prima.
Eravamo scatenati e matti!
Passavamo le nostre giornate tutti insieme, a casa dell’uno o dell’altro, nei giardini pubblici, a farci le prime sigarette, a guardare i primi giornalini porno.
La vita per noi era ancora un gioco, il sole ci sorrideva e la pioggia bagnava curiosa le nostre teste.
Sono cresciuto con loro, con Shannon sempre accanto.
Stacco la foto dall’album, questa la voglio!
Rimetto tutto nello scatolone e piano lo trasporto verso la scaletta.
Ripulirò tutte le foto una ad una, non dovranno prendere mai più così tanta polvere.
Saranno raccolte e riposte in un luogo asciutto e pulito.
Guardo lo scatolone mentre scendo le scale: i miei ricordi sono lì dentro, senza di essi l’essere umano è perso.
Sento Tomo e Brent entrare in casa.
Shannon dietro di loro urla il mio nome e si chiede in quale angolo della casa mi sono perso.
Questa volta ha ragione: mi ero davvero perso!


Cerco su ogni volto un ricordo
e sembra che il tempo non sia mai trascorso
e un brivido
chiude lo stomaco
rimango incredulo e so
che le emozioni non muoiono mai




Con tanto amore e passione ho finito anche questa mia fan fiction basata su ‘Fotoricordo’, una canzone dei ‘Gemelli DiVersi’. Vi consiglio di ascoltarla, a me piace moltissimo pur non seguendo la band come fan e ogni volta che l’ascolto mi scendono le lacrime ç_ç Me troppo sensibile >_< ... o troppo idiota xD fate voi. Spero che vi sia piaciuta, beh, se siete arrivati fin qui...immagino che l’avrete letta tutta e di questo vi ringrazio di cuore *-* se vi fa piacere, lasciate pure un commentino. Scusate per gli errori grammaticali e ... alla prossima!!!

-Degonia 31-08-2009 H: 12.36

   
 
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