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Autore: Miravel0024    11/10/2021    0 recensioni
#11 Ottobre / PumpInk / Gentilezza
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: Gentilezza
N° parole: 424
A volte la gentilezza nasconde qualcosa di più oscuro.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Writober 2021'
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Amavo tutto di lei, il suo sorriso, la sua risata, la sua voce, la sua allegria, ma ciò che davvero mi aveva fatta innamorare erano i suoi modi gentili e dolci. Mi trattava sempre come una persona forte e indipendente, ma allo stesso tempo era sempre così dolce e protettiva, riusciva a tenere tutto perfettamente equilibrato.
Anche quando mi toccava le sue mani erano così gentili e soffici, leggere come il tocco delle ali di una farfalla. Nessuno mi aveva mai toccato in quel modo, come… come qualcosa di prezioso che andava protetto. Mi cullava il viso tra le mani e lo riempiva di morbidi baci, le sue mani scorrevano calde sotto i miei vestiti, dolci parole confortanti mi accarezzavano l’orecchio. Era come vivere in un sogno.
Per anni avevo desiderato qualcuno che mi amasse, qualcuno che tenesse a me, che mi facesse sentire al sicuro e desiderata e finalmente l’avevo trovata.
Non mi ero mai sentita così amata e desiderata in vita mia, era tutto ciò che avevo sempre desiderato…
Forse fu per questo che non lo vidi arrivare.
 
Una mattina dal nulla mi svegliai incatenata al letto. Lei era li che mi fissava, sempre con quel sorriso gentile, ma c’era qualcosa di diverso, qualcosa che non avevo mai notato prima. Una scintilla di follia brillava nei suoi occhi e si estese al suo sorriso, leggermente più grande del solito.
Mi disse che era per il mio bene, che mi amava ed era stanca di vedermi soffrire, che era convinta che sarei stata più felice se fossi rimasta a casa con lei, lontano da persone tossiche.
Che non poteva rischiare di perdermi perciò doveva tenermi d’occhio, proteggermi.
Provai a parlarle, a ricordarle che ero già al sicuro, che mi aveva salvata, che mi stava già proteggendo. Non aveva bisogno di quella catena per tenermi con lei, era già tutto il mio mondo, non l’avrei mai lasciata.
Mi disse che non potevo capire, non ancora almeno, e mi lasciò lì.
E aveva ragione, non capivo, non capivo proprio, le cose andavano così bene, cos’era andato storto? Cosa avevo sbagliato? Perché era impazzita in quel modo?
Che fosse colpa mia? Le avevo rovesciato addosso tutti i miei traumi, le mie ansie, le mie paure e insicurezze e lei… lei non era riuscita a reggerne il peso.
L’avevo rotta.
Avevo rotto l’unica persona che mi avesse mai amata.
Dovevo aggiustarla, non potevo lasciarla così.
Dovevo rimettere le cose a posto, farle tornare com’erano e allora saremmo state di nuovo felici.
Infondo… era solo colpa mia, giusto?
   
 
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