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Autore: pampa98    12/10/2021    5 recensioni
[Storia scritta per il Writober di franwriter.it]
Albus/Scorpius con accenni Draco/Mirtilla. Non tiene conto degli eventi di TCC.
«Dovrebbe essere questo.»
Si fermò di fronte all’ingresso di un bagno e Albus riconobbe subito il luogo.
«Quello che tuo padre ti ha chiesto di fare» disse, «è entrare nel bagno di Malcontenta?»
«Si chiama Mirtilla Warren e sì, è quello che mi ha chiesto.»
Entrò, guardandosi intorno in cerca del fantasma che da anni infestava quei bagni. Albus lo seguì titubante.
«Senti, Scorpius, va bene che questa ragazza è parecchio pazza, ma non credo sia giusto venire qui a insultarla in piena notte.»
«Insultarla?»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Mirtilla Malcontenta, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Prompt 12: Memoria

AMICIZIE IMPROBABILI



 

Aspettò che tutti si fossero addormentati, prima di scendere dal letto e correre verso Albus.
«Al! Al, svegliati» mormorò piano per non disturbare gli altri due ragazzi. Lo scosse per le spalle, cercando di svegliarlo, ma il ragazzo si voltò dall’altra parte con uno sbuffo stizzito.
A mali estremi, estremi rimedi, si disse Scorpius.

«Ah! Ma che fai, ridammela!»
Scorpius portò l’indice sulle labbra per intimargli il silenzio, mentre tra le braccia stringeva le coperte del letto di Albus.
«Che cavolo vuoi, Scorpius?»
«Devo…  Devo fare una cosa.»
Albus aggrottò le sopracciglia.
«Bene, falla. Ora ridammi le coperte, qui si gela!»
Scorpius fece un passo indietro per allontanarsi dalla portata del ragazzo.
«Vieni con me, per favore» disse.
«Ho sonno, Scorpius!»
«Prima andiamo, prima tornerai a dormire. Ti prego.»
Albus sospirò, passandosi una mano sul volto assonnato.
«Ti rendi conto che la tua non è propriamente una richiesta?»
«Domani potrai farmela pagare, ora indossa le pantofole e seguimi.»
Lanciò le coperte sul suo letto e uscì dalla stanza, fermandosi nella Sala Comune per aspettare Albus – sarebbe venuto: poteva lamentarsi quanto gli pareva, ma non rifiutava mai una gita fuori dalla loro stanza nel cuore della notte. Come previsto, il ragazzo arrivò dopo pochi secondi con i capelli scuri ancora più fuori controllo del normale.
«Almeno me lo dici che dobbiamo fare?»
«È… È una cosa che mi ha chiesto mio padre» spiegò Scorpius, mentre uscivano dalla stanza. I sotterranei erano ancora più freddi a quell’ora e i due ragazzi non riuscivano a vedere a un palmo dal loro naso.
«Cavolo, non ho preso la bacchetta!» esclamò Albus.
«Lumos» Scorpius gli sorrise attraverso la piccola luce blu. «Non preoccuparti, ci basta questa. Ma stammi comunque vicino, non si sa mai.»
«Non si sa mai?» esclamò Albus, con una punta di preoccupazione nella voce. «Scorpius Malfoy, eri uno studente modello una volta. In cosa ti sei andato a cacciare?»
«In… In niente, Al! Te l’ho detto, è stato mio padre a chiedermi di fare questa cosa. Non specificatamente nel cuore della notte» disse, mentre si dirigevano verso le scale. «È che mi vergogno a farlo di giorno, qualcuno potrebbe notarci.»
Albus aggrottò le sopracciglia, sempre più confuso.
«Davvero non riesco a seguirti, Scorpius» disse. Dovevano fare qualcosa che li avrebbe messi in imbarazzo se fossero stati beccati? Ad Albus veniva in mente solo una cosa, ma per quello non aveva senso che Scorpius lo avesse buttato giù dal letto: gli sarebbe bastato intrufolarsi sotto le coperte con lui.
«Dovrebbe essere questo.»
Si fermò di fronte all’ingresso di un bagno e Albus riconobbe subito il luogo.
«Quello che tuo padre ti ha chiesto di fare» disse, «è entrare nel bagno di Malcontenta?»
«Si chiama Mirtilla Warren e sì, è quello che mi ha chiesto.»
Entrò, guardandosi intorno in cerca del fantasma che da anni infestava quei bagni. Albus lo seguì titubante.
«Senti, Scorpius, va bene che questa ragazza è parecchio pazza, ma non credo sia giusto venire qui a insultarla in piena notte.»
«Insultarla?»
Prima che Scorpius avesse modo di spiegare il motivo per cui si trovava lì, un urlo si diffuse per tutto il bagno. I due ragazzi si tapparono le orecchie, aspettando di veder comparire Mirtilla.
«Dunque io sarei una pazza?» esclamò una vocetta acuta. «Certo, perché voi sapete di sicuro cosa ho passato e quanto soffro ogni giorno. E la colpa è anche degli studenti come voi. Oltretutto» concluse, comparendo finalmente davanti a loro, «i maschi non dovrebbero nemmeno stare qui. Credo proprio che chiamerò la preside.»
«No, Mirtilla, per favore» esclamò Scorpius. «Non volevamo offenderti.»
Albus annuì a conferma di ciò.
«Ah, no? E allora cos’è che volete dalla povera… Mmm, sapete che voi due avete un’aria familiare?»
La rabbia fu sostituita dalla curiosità e in un attimo i due ragazzi si ritrovarono il volto traslucido di Mirtilla a un soffio dal loro.
«P-Probabilmente» disse Scorpius, «hai conosciuto i nostri genitori. Io mi chiamo Scorpius Malfoy e lui è Albus Potter.»
Il volto di Mirtilla si illuminò a quelle parole.
«Potter? Malfoy? Oh, ma certo che li conosco! Come sta Harry? È ancora un bellissimo uomo?»
Albus trattenne un conato di vomito, ma rispose con diplomazia.
«Sta bene, grazie.»
Mirtilla annuì felice.
«E invece Draco...» Il sorriso di Mirtilla svanì. Abbassò lo sguardo sulle mattonelle del bagno, lasciandosi sfuggire un lungo sospiro. «Oh, di sicuro non si ricorda più di me. Non abbiamo passato molto tempo insieme, in fondo.»
«In realtà» Scorpius si chinò per raggiungere il suo sguardo, «prima che salissi sul treno, mi ha chiesto di venire a trovarti. Per salutarti e vedere come te la passavi.»
«Lo dici tanto per dire» mormorò lei, con il tono più infelice che Scorpius avesse mai sentito.
«Io non mento mai, Mirtilla. Vero, Al?»
Albus annuì. «Uno dei suoi maggiori difetti.»
«S-Senti» Scorpius estrasse un biglietto dalla tasca del pigiama, ignorando il commento di Albus. Stava per porgerlo a Mirtilla, ma si ricordò che non avrebbe potuto toccarlo, perciò lo aprì e lo rivolse verso di lei. «Questo te l’ha scritto lui.»
Fece attenzione a non leggere il contenuto di quel messaggio: la curiosità era stata presente fin da quando suo padre glielo aveva affidato perché lo consegnasse al fantasma più bistrattato della scuola, ma per rispetto verso la loro privacy aveva deciso che solo Mirtilla avrebbe conosciuto il contenuto di quelle righe.
Lentamente, lei sollevò la testa e lesse ciò che Scorpius le stava mostrando. A ogni parola la sua espressione mutava, finché alla fine non scoppiò a piangere.
«Che… Che hai?»
Scorpius era stato convinto per tutto quel tempo che suo padre avesse scritto qualcosa di gentile – pur nei suoi standard – su quel foglio, ma la reazione di Mirtilla non era assolutamente quella che si aspettava.
«Oh, sono così felice!» esclamò tra le lacrime. «Si ricorda ancora di me! Di me! Oh, e adesso ho anche due nuovi amici che verranno spesso a trovarmi.»
Passò loro attraverso, in quello che doveva essere un abbraccio, e i due ragazzi si scambiarono uno sguardo scettico.
«Mio… Mio padre ti ha detto che saremo tuoi amici?»
«Tu, semmai» gli disse Albus, tirandolo verso di sé per parlargli nell’orecchio. «Che c’entro io?»
«Sì! Sì!» Mirtilla aveva ancora i lucciconi, ma sul suo volto splendeva un grande sorriso. «Oh, Scorpiussino, posso tenere io il biglietto?»
Scorpius nascose il suo disgusto per quel diminutivo e annuì.
«Vuoi metterlo in un posto particolare?»
Lei annuì e gli fece cenno di seguirla. Si fermò davanti alla terza cabina.
«Sulla parete in fondo» disse.
Scorpius aprì la porta, posizionò il biglietto dove gli aveva indicato la ragazza e con un incantesimo lo incollò al muro. Nel farlo, non potè fare a meno di notare cosa c’era scritto. Erano poche righe, ma tanto era bastato per rendere felice Mirtilla Malcontenta.

Non ti ho mai ringraziata per il tempo passato insieme. Mi ha aiutato, in qualche modo. Mio figlio è molto più gentile di me, ti farà compagnia. Quasi sicuramente si porterà dietro anche Potter: somiglia al padre, ma questo almeno è Serpeverde.
Spero che ti ricordi ancora di me, Warren.
Draco

 
 

«Ce la siamo cavata per un soffio» commentò Scorpius, sedendosi sul bordo del letto di Albus.
Il ragazzo non ne era altrettanto sicuro: avevano intravisto un gatto uscendo dal bagno di Mirtilla – che, una volta calmatasi e averli visti come suoi amici, aveva rivelato loro che quel bagno non era più tale da molti anni e maschi e femmine potevano entrarvi indistintamente per stare un po’ con lei. “Anche se non lo fa quasi nessuno” aveva detto, tornando triste. Era sicuro al novantanove per cento che quel gatto fosse la preside McGranitt e che il mattino seguente lui e Scorpius si sarebbero beccati una bella lavata di capo. O forse no? Fare compagnia a una ragazza solitaria era un gesto nobile, quasi da veri Grifondoro: magari avrebbe apprezzato e chiuso un occhio.

«Grazie di avermi accompagnato.»
Albus sbuffò, lanciandosi sul letto.
«La prossima volta che decidi di fare qualcosa in piena notte, almeno assicurati che sia l’unico momento buono per farla.»
«Hai ragione, scusa.» Scorpius si stese accanto a lui, girandosi su un fianco. «Domani andiamo dopo le lezioni del mattino?»
«Perché devo venire anch’io? Non è stato mio padre a chiedermi di fare compagnia a quella tipa.»
«Ma Harry Potter era suo amico» gli ricordò. «Non credi che sarebbe felice di sapere che la vai a trovare?»
Albus sbuffò.
«Boh, può darsi. Ora non mi va di parlarne. Ridammi le coperte, ho sonno.»
Scorpius sorrise. Usò l’incantesimo di appello per tirare su di loro le coperte che un’ora prima aveva brutalmente strappato al suo proprietario. Le posizionò per bene sopra di loro e si rimise giù, un braccio stretto intorno al corpo di Albus.
«Tu vattene nel tuo letto» disse il ragazzo.
«No, sto bene qui.»
«Scorpius...»
«Non avevi sonno?»
Albus sbuffò. «Ti odio!»
Si girò su un fianco, fronteggiando Scorpius, e nascose la testa nell’incavo del suo collo. 

 

 

   
 
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