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Autore: Soul Mancini    12/10/2021    2 recensioni
[Scritta per il compleanno dei miei OC Giulia, Thomas e Naomi ♥]
Ripose la sua opera incompleta dentro l’album da disegno e si avvicinò ai suoi gemelli. “E se facessimo un gioco? Tutti e tre assieme.”
Thomas scivolò giù dal sofà fino a ritrovarsi ai suoi piedi e la guardò dal basso, una scintilla di curiosità e sfida nei grandi occhi. “Per esempio?”
“A me va bene qualsiasi cosa: sto scoppiando a furia di leggere questo libro bruttissimo” accettò Naomi, incrociando le braccia al petto.
Scoppiando!” si illuminò Thomas, un sorriso furbo dipinto sul viso affilato ma ancora dai tratti infantili.
Le due bambine gli rivolsero un’occhiata interrogativa.
“Come le bolle di sapone!”
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Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Kidfic | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Anime sorelle'
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Bolle di sapone
 
 
 
 
Era un uggioso pomeriggio di ottobre e, come spesso capitava quando la pioggia disegnava sentieri liquidi sui vetri delle case, Giulia era contenta. Le piaceva sdraiarsi sul grande tappeto davanti al camino, sparpagliarci sopra le sue matite colorate e disegnare, cullata dal rilassante ritmo delle goccioline che battevano sul mondo intero.
Aveva già finito i compiti che la maestra le aveva assegnato per il l’indomani, così portò fuori dal suo album un disegno che aveva cominciato qualche giorno prima e si mise all’opera, intenzionata a terminarlo: si trattava di un grande cavallo alato, una bella sfida per lei.
Dopo qualche minuto, tuttavia, si accorse di non essere poi tanto ispirata; forse parte della colpa era da attribuire a Naomi e Thomas, i suoi due gemelli, che occupavano a loro volta il soggiorno e non facevano che ronzarle intorno.
La prima era sdraiata sul grande divano in ecopelle bianca e leggeva un libro che la maestra aveva assegnato alla classe, con aria palesemente annoiata; il secondo, Nintendo tra le mani, sedeva sul gradino del caminetto spento e borbottava tra sé.
“Naomi!” strillò il ragazzino a un certo punto, spezzando la quiete che regnava nella stanza e gettando con malagrazia sul tappeto l’oggetto che aveva in mano.
Lei sollevò un sopracciglio e spostò i grandi occhi verdi sul fratello.
“Mi sto annoiando!”
“Mmh” mugugnò lei, sdraiandosi meglio e voltando pagina.
Thomas, vedendosi ignorato, si inginocchiò a terra e gattonò fino alla postazione di Giulia. “Giuli!” cantilenò, allungando teatralmente le vocali.
Lei soffiò sul suo disegno. “Eh?”
“Smettila di disegnare!”
“Perché?”
“Perché quell’unicorno è brutto!”
Lei scrollò le spalle: sapeva che Thomas non lo diceva davvero, la voleva solo infastidire un po’. “Non è un unicorno.”
“Quanto sei noiosa!” Il bambino afferrò una matita della sorella e prese a pasticciare il bordo del tappeto color panna.
Naomi si mise seduta di colpo. “Thomas! Così lo rovini! Se ti vede mamma…”
“Anche tu sei noiosa!” la interruppe lui, poi si alzò all’improvviso e, senza dare alla sorella nemmeno il tempo di accorgersene, corse verso il divano e le balzò addosso con un grido di guerra.
Lei strillò e gli gettò il libro contro con l’intento di difendersi, ma il volume andò a schiantarsi al suolo. I due cominciarono a lottare, ognuno intenzionato a buttare l’altro giù dal divano.
Giulia sospirò: non aveva speranze di ritrovare la concentrazione con tutto quel baccano. Ripose la sua opera incompleta dentro l’album da disegno e si avvicinò ai suoi gemelli. “E se facessimo un gioco? Tutti e tre assieme.”
Thomas scivolò giù dal sofà fino a ritrovarsi ai suoi piedi e la guardò dal basso, una scintilla di curiosità e sfida nei grandi occhi. “Per esempio?”
“A me va bene qualsiasi cosa: sto scoppiando a furia di leggere questo libro bruttissimo” accettò Naomi, incrociando le braccia al petto.
Scoppiando!” si illuminò Thomas, un sorriso furbo dipinto sul viso affilato ma ancora dai tratti infantili.
Le due bambine gli rivolsero un’occhiata interrogativa.
 “Come le bolle di sapone!”
“Non ce le abbiamo” gli fece notare Naomi.
“È vero” convenne lui, assumendo un’espressione pensosa.
Giulia aggrottò le sopracciglia. “E poi sta diluviando, non possiamo uscire in giardino.”
Trascorsero alcuni attimi di silenzio, poi Naomi schioccò le dita. “Non le abbiamo, ma le possiamo fare!”
“Ma hai sentito quello che ho detto?” obiettò Giulia.
“Che cosa cambia? Ne faremo solo qualcuna, mamma non se ne accorgerà nemmeno!” la rassicurò la gemella, facendo un cenno al di sopra della sua testa.
Il padre dei tre bimbi non era ancora rientrato, mentre la madre si trovava al piano di sopra intenta a dare una ripulita alle camere da letto; prima di salire le scale si era fatta promettere dai figli che si sarebbero comportati bene e non avrebbero litigato come loro solito.
“Infatti, non dobbiamo mica allagare la casa! Dai, Giuli…” rincarò la dose Thomas, scambiando prima un’occhiata complice con Naomi e poi rivolgendo uno sguardo supplichevole all’altra bambina.
Giulia inizialmente mise su un piccolo broncio: non voleva finire nei guai, dopotutto avevano promesso alla madre che si sarebbero comportati bene. Tuttavia adorava le bolle di sapone e non poteva negare che una scintilla di entusiasmo si era accesa in lei quando il gemello le aveva nominate; dopotutto che danno potevano creare?
Un sorriso le comparve lentamente sulle labbra mentre annuiva a Naomi e Thomas.
Loro esultarono e tutti e tre si batterono il cinque soddisfatti, come per suggellare quell’alleanza.
“Come facciamo?” incalzò subito Thomas, che continuava ad agitarsi in preda all’impazienza.
“Aspettatemi qui” disse Naomi con fare complice, zampettando verso la porta e scomparendo in corridoio.
Giulia e Thomas si scambiarono un’occhiata confusa, poi la bambina si adoperò per mettere via l’album da disegno e le sue preziosissime matite colorate: aveva paura che acqua e sapone potessero rovinarli.
Aveva appena chiuso il suo zaino, riposto in un angolo della stanza, quando Naomi annunciò il suo ritorno con una risatina.
“Cosa vuoi fare con quella roba, un aperitivo?” sentì commentare Thomas con ironia.
Si voltò e si accostò alla sorella per poter vedere meglio: Naomi stringeva tra le mani tre bicchieri di plastica, tre cannucce, una bottiglietta d’acqua e una confezione di detersivo per i piatti.
“Me l’ha insegnato Miki quando sono andata a giocare a casa sua. Con queste cose possiamo fare delle bolle di sapone belle come quelle che compri nei negozi” spiegò fieramente la bambina. Si inginocchiò sul tappeto, si scostò le ciocche della frangia che le ricadevano sugli occhi e assunse l’aria di una scienziata alle prese con un delicato esperimento. Giulia e Thomas, uno a destra e l’altra a sinistra, si sedettero accanto a lei, curiosi.
Naomi dispose i tre bicchieri uno accanto all’altro, versò la stessa dose d’acqua in ognuno, aggiunse qualche goccia di detersivo e mescolò il tutto con le cannucce.
“Adesso esce la schiuma” borbottò Thomas.
“Non esce la schiuma” lo contraddisse lei, per poi porgergli un bicchiere.
“Devo bere?”
“Ma che scemo! No, la cannuccia serve per fare le bolle: ci devi soffiare dentro!”
Giulia sgranò gli occhi. “Davvero? E funziona?”
“Provate!” Naomi, un’espressione compiaciuta sul visino delicato, porse un bicchiere anche a Giulia.
Lei e Thomas, curiosi e affascinati, portarono fuori le cannucce e vi soffiarono dentro dalla parte asciutta. Un’esclamazione di sorpresa lasciò le loro labbra quando constarono che alcune piccole bolle si erano formate all’altra estremità del tubicino in plastica e, dopo un breve volo, erano esplose o si erano schiantate sul tappeto.
“Che belle!” esclamò Giulia, il sorriso raggiante che aveva sulle labbra rendeva il suo volto ancora più paffuto e dolce. Immerse subito la cannuccia nel bicchiere con l’intento di farne delle altre.
“Non funziona bene come con quei cosi con i buchi che vendono insieme alle bolle” commentò Thomas, soffiando con forza nella sua cannuccia.
“Attento, sta gocciolando ovunque!” lo rimproverò Naomi.
“Non è vero che non funziona bene.” Con un sorrisetto furbo, Giulia scattò in avanti e soffiò una cascata di piccole bolle proprio sulla faccia del fratello.
Naomi scoppiò a ridere talmente forte che finì sdraiata sul tappeto.
“Ah, vuoi la guerra?” si inalberò il ragazzino, brandendo il tubicino rosso come fosse una potente spada. Lo immerse nell’acqua e subito dopo partì all’inseguimento della sorella, che intanto si era messa in piedi e si era allontanata ridendo.
Ben presto la stanza si riempì di bolle e risate, e perfino il grigiore di quella giornata venne dimenticato, come se oltre la finestra il mondo fosse scomparso. I tre gemelli erano talmente presi dai loro giochi che scordarono pure il dettaglio più importante: la mamma che puliva al piano di sopra.
Dopo nemmeno tre quarti d’ora, il soggiorno era diventato un disastro: l’acqua saponata era schizzata ovunque, il tappeto color panna era zuppo, il pavimento era bagnato e scivoloso e diverse bolle erano andate a scontrarsi anche contro il divano bianco.
Thomas difatti, ormai perso l’interesse per le bolle, si divertiva a scivolare per terra a piedi nudi, sfidando la sorte e rischiando di cadere da un momento all’altro. Giulia, seduta sul bordo del caminetto, soffiava dentro il bicchiere con la cannuccia per capire se il poco liquido rimasto avrebbe fatto la schiuma; Naomi era l’unica ad aver ricaricato il suo bicchiere e, ancora intenta a fare le bolle, si divertiva a scoppiarle tutte con le dita prima che potessero sparire da sole.
Continuavano a chiacchierare e punzecchiarsi a vicenda, ma la verità era che si stavano divertendo un sacco e avevano persino smesso di litigare per unirsi in una causa comune.
Quello fu lo scenario che Enrica si ritrovò davanti quando scese al piano di sotto e varcò la soglia del soggiorno: per poco non ebbe un mancamento nel vedere la stanza e i suoi figli ridotti in quello stato.
“Si può sapere cos’avete combinato?” sbottò, facendoli sobbalzare e ammutolire di colpo. Nessuno dei tre si era accorto del suo arrivo.
“È stata un’idea di Naomi!” ribatté prontamente Thomas, accucciandosi a terra e dandosi una spinta per scivolare dal camino al mobiletto su cui stazionava il televisore.
“Smettila, è pericoloso! Vuoi finire al pronto soccorso?” lo riprese subito Enrica, vedendo che il bambino stava per schiantarsi contro lo spigolo del tavolino.
“Non è vero, è stata un’idea di Thomas!” si difese subito la bambina, scattando in piedi e piantandosi le mani sui fianchi.
“Ma se hai portato tu l’acqua e il detersivo!””
“Però tu hai detto che potevamo fare le bolle!”
Giulia intanto era arrossita, aveva abbassato lo sguardo e si era fatta piccola piccola; se non si fosse riempita di fuliggine, sarebbe volentieri entrata dentro il camino pur di non farsi notare.
“Non mi interessa di chi è stata o non è stata l’idea, perché vi ci siete messi tutti e tre! Ma siete impazziti per caso? Quando mai si sono viste le bolle di sapone dentro casa?” Attenta a non scivolare, la donna fece qualche passo avanti e si rese conto dello stato in cui versavano il tappeto e il divano. Era paonazza in volto per la rabbia, probabilmente stava già architettando qualche terribile punizione, o forse avrebbe aspettato il ritorno del marito per consultarsi con lui sul da farsi.
“Erano solo un paio di bolle di sapone, mamma…” azzardò Giulia, sempre più pentita di aver dato retta ai gemelli.
Un paio! Avete allagato tutto!” Enrica guardò i suoi figli quasi con disperazione; quando facevano fronte comune sapevano essere terribili. “Adesso vi alzate e innanzitutto andate a cambiarvi e lavarvi, poi voglio vedervi tirare a lucido questa stanza finché non sparirà ogni singola traccia di sapone! Su, in fretta!”
Giulia e Thomas si misero in piedi e i tre bambini si diressero lentamente fuori dal soggiorno, chi a capo chino e chi col sorrisetto impertinente.
Quando si trovò proprio accanto a sua madre, Thomas si fermò e sollevò il mento. “Tutto qui?”
“Thomas!” lo rimproverò Giulia in un sussurro. Perché suo fratello doveva sempre sfidare la sorte?
Enrica scosse il capo. “Niente affatto! Tu sicuramente non rivedrai la Nintendo per le prossime due settimane.”
“A-ha!” commentò Naomi in tono di scherno.
“Nemmeno tu te la scamperai, signorina” puntualizzò la madre, lanciandole un’occhiata in tralice.
Giulia sospirò, afferrò Thomas e Naomi per un braccio e li trascinò via. “Non lo capite proprio quando è il momento di stare zitti, vero?”
Una volta in corridoio, lontano dagli occhi della madre, i tre bambini si scambiarono un’occhiata complice e sorrisero.
“Però è stato divertente” bisbigliò Naomi.
“Io lo rifarei” ammise Thomas.
Giulia si schiarì la gola; lei in genere era la più composta e responsabile, quella che frenava i fratelli quando decidevano di combinare qualche sciocchezza. Ma quella volta era diverso.
“Sapete una cosa?” Abbassò lo sguardo sulla maglietta macchiata d’acqua, poi tornò a guardare Naomi e Thomas e sorrise. “Anche io lo rifarei!”
 
 
 
 
♥ ♥ ♥
 
AUGURI GIULIAAAAA, NAOMIIII E THOMAAAAS *________*
I miei tre gemellini!!! So che forse qualcuno non la penserà così, ma io voglio tanto bene a tutti e tre, sono tutti miei bambini ♥
Che dire? Quest’anno ho deciso di festeggiare tutti e tre i gemelli invece che solo Giuli, in fondo anche Thomas e Naomi ricoprono un ruolo importante nella serie (anche se magari ancora non è venuto fuori)! E così ne ho approfittato per raccontare un momentino carino della loro infanzia… perché non ci sono sempre stati problemi, questi tre bimbi si sono anche divertiti tanto insieme ^^
Il tutto prende in realtà ispirazione dalla mia infanzia: da piccola mi capitava di fare le bolle di sapone esattamente nel modo in cui ho descritto nella shot, quando mi veniva la voglia ma non avevo le bolle di sapone “convenzionali”! Funziona eh XD anche se non mi è mai saltato in mente di farle dentro casa AHAHAHAH!
Tornare in questo fandom per questa ricorrenza è stato un piacere immenso, ammetto che questi personaggi bussano sempre più nella mia mente e chiedono di essere raccontati, quindi spero davvero che l’ispirazione mi assista e mi permetta di tornare ad aggiornare questa serie *-*
Grazie a tutti voi che siete arrivati fin qui e che continuate a seguire le vicende di questi personaggi nonostante i tempi biblici di aggiornamento XD
E ancora tantissimi auguriiiiiii ai miei bimbi, che oggi hanno compiuti la bellezza di ventun anni ma per me rimangono sempre dei bimbi *_______*

   
 
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