Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: babastrell    14/10/2021    1 recensioni
Kuroo e Kenma si incontrano qualche mese dopo la partenza di Kuroo per l’università, in occasione delle vacanze di Natale.
-
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: Ukiyo
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: Ukiyo (pumpWORD)
No. parole: 1092

UKIYO —> il “mondo fluttuante”, vivere il momento 

-

 

BUON NATALE, KENMA

 

Le dita di Kenma si muovevano rapide sui tasti della console, anche se lui sentiva che si stavano rattrappendo per il freddo.

Era un pomeriggio di fine dicembre, l'inizio delle vacanze di Natale, e Kenma era seduto sulla panchina della fermata della corriera, il sedere intorpidito e il respiro che si condensava in nuvolette davanti al viso. Non c'era nessun altro, era l'unico abbastanza pazzo da starsene lì seduto a congelare.

Una corriera girò l'angolo e si fermò proprio davanti alla sua panchina. Kenma alzò lo sguardo quando le porte si spalancarono con uno sbuffo e le sue labbra si piegarono in un piccolo sorriso.

Kuroo non era cambiato dall'ultima volta che si erano visti, in fondo erano passati solo pochi mesi, eppure c'era qualcosa in lui di più adulto. Forse era l'università che gli si addiceva.

«Kenma!». Kuroo saltò giù dalla corriera e lo investì con tutto il suo peso.

Kenma non riuscì a godersi l'abbraccio perché era preoccupato per la sua povera console schiacciata tra i loro toraci. Quando Kuroo allentò la presa, chiuse l'apparecchio e lo mise in tasca.

«Hai aspettato molto?» chiese Kuroo. «Sei gelato».

Lui scrollò le spalle. «Sono solo rimasto seduto fermo per tutto il tempo».

Si avviarono per la strada.

«Allora, com'è la vita da universitario?» domandò Kenma.

Era una domanda stupida, tanto per dire qualcosa. Lui e Kuroo si scrivevano messaggi regolarmente, sapeva come andavano le cose

Il ragazzo si schernì. «Non mi ci sono ancora abituato» disse. «Ma mi piace».

Kenma annuì

Il silenzio tra loro era ancora piacevole come sempre. Camminavano in fretta, battendo i piedi a terra per scrollarsi il freddo di dosso.

«Passiamo di qua» disse Kenma, neutro.

Imboccò una strada secondaria, che portava in centro. Allungava il percorso verso casa, ma andava bene così. Kuroo lo seguì senza dire nulla.

Le giornate si erano fatte molto brevi, il cielo plumbeo era sempre più scuro. Quando arrivarono in centro, le luci di Natale appese agli edifici si stavano accendendo e illuminavano la piazza.

Kuroo alzò il naso e sorrise. «Adoro queste luci».

Kenma guardò la sua figura stagliarsi contro le luminarie rosse, gialle e verdi. Forse si era fatto più alto ultimamente.

«Ti va di sederci qui?» propose il ragazzo guardandolo e facendo un rapido gesto in direzione di una panchina a lato della piazza.

Kenma mosse appena il capo. «Okay» mormorò.

Si sedettero vicini, le mani nelle tasche e le gambe che si toccavano. Kenma stringeva la console nella mano, all’interno della tasca. Stava bene. Anche se era seduto su una panchina di metallo gelido in pieno inverno invece che sul divano di casa sua, anche se era in un luogo affollato e le persone davanti a lui si muovevano troppo in fretta e si ammassavano come formiche. Stava davvero bene.

Un refolo di vento dispettoso si insinuò nel colletto del suo cappotto, facendolo rabbrividire. Fece per stringersi i vestiti addosso, ma Kuroo fu più rapido nel mettergli un braccio intorno alle spalle e a tirarlo verso di sé. Il suo corpo era caldo e confortevole, come se fosse stato modellato apposta per accoglierlo in quell’abbraccio molle e rilassato. Kenma sospirò piano.

Nessuno faceva caso a loro, la maggior parte delle persone che li vedeva insieme dava per scontato che Kenma fosse una ragazza, forse per i capelli lunghi o la corporatura minuta. E non c’era niente di strano in un ragazzo e una ragazza accoccolati vicini su una panchina a guardare le luminarie di Natale.

Erano molte, le coppiette che passeggiavano insieme mano nella mano quella sera. Kenma ne contò otto solo in quei pochi minuti. Il Natale era proprio un momento romantico.

«Kenma» disse Kuroo, tenendo lo sguardo fisso sulle luci. «Lo sai che sono innamorato di te, vero?».

Lui soffiò dal naso. «L’avevo immaginato».

Lo sentì ridere e portarsi una mano al viso. «Che razza di risposta è?».

Non replicò subito. Non sapeva cosa dirgli.

Improvvisamente il silenzio si era fatto pesante. Kenma sapeva che era il suo turno per dire qualcosa. Ma cosa? Se anche avesse trovato il coraggio di dirgli che anche lui lo amava, da così tanto tempo che non ricordava nemmeno quando fosse iniziato, cosa sarebbe cambiato? Di lì a pochi giorni Kuroo sarebbe salito di nuovo su quella corriera, diretto alla sua nuova brillante carriera universitaria, distante da lui un intero anno. E non lo avrebbe rivisto per altri mesi, fino alla prossima vacanza.

Kenma non giocava a molte visual novel. C’era troppa narrativa e poco da giocare, si annoiava molto in fretta. Però in quel momento si rendeva conto di trovarsi a una schermata fondamentale per lo sviluppo futuro della partita. Poteva scegliere la route sicura, e conservare la sua amicizia con Kuroo, continuare a fare quello che avevano sempre fatto; oppure poteva correre il rischio, scegliere la risposta che avrebbe sbloccato un finale imprevedibile, forse un lieto fine o forse una tragedia.

«Quindi, ti piaccio anch’io?» lo incalzò Kuroo.

In alcuni di quei giochi, non scegliere nessuna risposta sbloccava un terzo finale segreto. Ma dal modo in cui il braccio intorno a lui si stava irrigidendo, era chiaro che tentare quell’opzione avrebbe portato alla bad ending.

Route sicura o route rischiosa, quindi?

Kenma chiuse gli occhi e cliccò mentalmente sulla sua risposta.

«Puoi usare il verbo ‘amare’, Kuroo» mormorò.

Il corpo di Kuroo si tese contro il suo. Il ragazzo sospirò. «Allora, mi ami?»

Era strano sentirglielo dire. «Sì».

Il braccio si strinse sulle sue spalle. «Forte».

Fantastico. Erano proprio due imbecilli.

La mano di Kuroo scivolò sulla sua guancia e lo fece voltare verso di lui. I suoi occhi brillavano sotto le luminarie. «Buon Natale, Kenma».

Si sporse su di lui e gli diede un bacio, leggero e rapido, all’angolo della bocca.

Kenma avrebbe voluto dirgli che non era ancora Natale, ma lasciò perdere. Era lì, insieme a Kuroo, a gelarsi le natiche in una notte d’inverno. E Kuroo sarebbe andato via entro qualche giorno. E lui doveva finire il liceo e andare all’università e lavorare e forse allora le loro vite si sarebbero finalmente di nuovo intrecciate, magari questa volta per sempre. E c’era il futuro.

Appoggiò la fronte sulla spalla di Kuroo per nascondere il sorriso ebete. Il futuro poteva attendere fino al giorno dopo. Ora c’erano le luci e il freddo e la folla che correva di qua e di là per la piazza. E Kuroo. E le sue braccia forti che lo stringevano e non gli importava nemmeno della console che veniva schiacciata.

«Buon Natale, Kuroo».

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: babastrell