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Autore: BeingHuman    14/10/2021    0 recensioni
Tempo fa, mio cugino mi mandò una poesia; il protagonista era un uomo che stava affogando. Gli chiesi se potevo continuarla, in prosa, immaginando uno scenario tutto mio.
A lui è piaciuta, spero piaccia anche a voi!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Continuo poesia Riki scrittura libera
La Punizione

Dicono che quando muori ti passa tutta la vita davanti, inesorabile come la corsa di un fiume in piena.
Sono i tuoi ricordi che tentano di uscire.
Bussano alla porta della tua mente aspettandosi che tu li accolga, che accetti la tua fine così com'è senza oppore resistenza alcuna; ma si sa, l'essere umano avrà sempre qualcosa da obbiettare alla morte.
Già, la morte. La più bella delle dee ed anche la più vecchia.
Eppure ti ostini a non volerla, ad offenderla, perché così fan tutti.
Poi arriva un momento in cui la vorresti, ma non arriva mai: è la tua punizione per averla sempre temuta.
Allora ti adagi sul fondo dell'oceano con il tuo corpo ormai pesante e attendi che la punizione finisca.
Vorresti dire qualcosa ma sai che le parole perdono tutto il loro valore; infondo la morte non ha mai pronunciato una singola sillaba. Eppure eccola lì, che fa spavento a tutti.
Vorresti dire qualcosa a tuo figlio. Magari che lo ami.
Vorresti dirgli che non hai mai voluto questo per lui, che desideravi una vita normale con una moglie che gli avrebbe fatto da madre degna.
Ma le fortune non capitano a tutti. E non tutti se le meritano.
Cosa puoi fare tu, piccolo e insignificante essere umano, in tutta l'immensità dell'universo?
Perché ti credi così importante da poter decidere della vita di un bambino innocente? Un bambino che non ha chiesto di perdere il padre.
Eppure lo perde.
Cosa dirai alla morte quando la vedrai? La ringrazierai per averti liberato dalle sofferenze o la scaccerai con tutte le forze?
Ma come fai ad alzarti quando senti tutto il peso della vita sul petto? Il tuo corpo affonda, il respiro ti manca sempre di più.
Gli spasmi ti avvertono che la tua ora sta arrivando, così come l'acqua che prepotente ti entra nei polmoni.
Boccheggi come un pesce, per l'istinto di sopravvivenza. E' naturale, no? E' naturale contrastare la morte.
E allora la contrasti. Allora lotti con tutte le tue speranze al seguito.
Nessuno dice che sarà facile e tu sai che è così, ma porti a termine la tua vita.
Una spinta verso l'alto, poi un'altra e un'altra ancora.
Guardi la morte che è di fronte a te, impassibile e calma.
Le sorridi.
Ti accorgi che non stai più spasimando in cerca di aria, che l'aria è già dentro i tuoi polmoni.
La lotta è finita.
E mentre risali dal fondo la morte finalmente parla:
"Lo faccio per tuo figlio."
  
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