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Autore: Altair13Sirio    15/10/2021    3 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
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Nel parco echeggiavano le voci dei bambini che giocavano a inseguirsi su e giù per la collina. In quella bellissima giornata di sole coronata da una leggera brezza primaverile, si festeggiava una ricorrenza speciale per quella gente, che doveva tutto a coloro che si erano sacrificati anni addietro per la loro libertà.
Ichigo si spostò un po' per avvicinarsi alla corteccia del gigantesco ciliegio e vi poggiò la schiena, sfogliando delicatamente le pagine del suo libro per raggiungere la parte dove aveva interrotto la lettura l'ultima volta. Ormai non le capitavano tanto spesso occasioni come quella per godere dell'aria aperta e del sole, del silenzio della solitudine, per quanto fosse breve. Non che le dispiacesse la compagnia, in realtà amava essere circondata da amici e parenti, ma di tanto in tanto le piaceva restare sola con i propri pensieri.
Quel momento sarebbe stato perfetto se solo si fosse avvicinato qualche gatto, lasciandosi accarezzare…
Oh, le andava bene anche solo restare ad osservare da lontano le famiglie riunite sul prato a festeggiare. C'erano tante giovani mamme con in braccio i loro neonati, sorridevano come se fossero le persone più felici al mondo… Si chiedeva se anche lei avesse avuto quello sguardo quando era nato Ichiro.
Forse no. Non era mai stata brava a mostrare il proprio affetto alle persone, figuriamoci a degli estranei che la notavano da lontano.
Visto il suo lavoro era anche troppo distante da suo figlio, Goro poteva sopportare di vederla tornare la sera tardi a causa di una riunione improvvisa, ma Ichiro non meritava una madre tanto assente.
Ichigo dovette fermarsi dal pensare ad altre cose deprimenti per non rovinarsi l'umore. Quando poi alzò una mano per strofinarsi gli occhi e scacciare il bruciore delle lacrime che già stavano facendo capolino dalle sue palpebre, sentì qualcosa di leggero sfiorarle la testa e una risatina sommessa.
Alzò lo sguardo per trovarsi una corona variopinta che le cingeva la testa e quando si voltò scoprì proprio il sorriso raggiante di suo figlio, che tratteneva a stento l'eccitazione.
<< Ecco dov'eri finito! >> Lo accolse con tono allegro posando il libro e girandosi un po' verso di lui.
Ichiro le mostrò un sorriso larghissimo; aveva sicuramente ereditato quella sua espressività dal padre, ma fisicamente somigliava molto di più a lei. << Papà mi ha insegnato a fare una cosa! >>
Ichigo continuò a sorridere e gli chiese che cosa fosse. Lui per tutta risposta indicò la corona di fiori che aveva sulla testa e la donna si ritrovò ad afferrarla con delicatezza per esaminarla meglio; si sentì un po' ingenua a non esserci arrivata prima, ma era talmente leggera che si era quasi dimenticata immediatamente di avercela addosso. La esaminò con un sorriso dolce in volto e si stupì a scoprire come suo figlio fosse già così abile: gli steli erano intrecciati assieme ad alcuni fili d'erba più lunghi che servivano a creare una base solida per la corona e i fiorellini che Ichiro aveva usato variavano di tonalità dal rosa al blu scuro, assieme a qualche petalo bianco e immacolato fissato meno saldamente.
<< Questa l'avresti fatta tu? >>
Il bimbo annuì e i suoi indomabili capelli blu svolazzarono su e giù; aveva provato così tante volte a fargli indossare un fermaglio come faceva lei, ma il ragazzino non resisteva più di dieci minuti senza cacciarselo.
Ichigo sorrise dolcemente e si portò di nuovo la corona di fiori sulla testa. << E' bellissima, tesoro! >> E gli regalò un bacio sulla punta del naso, facendolo arrossire entusiasta.
Ichiro rise contento; vedere sua madre felice rendeva lui felice, perché sapeva quanto potesse essere musona da un momento all'altro. Anzi, doveva essersi sicuramente accorto che Ichigo si stesse deprimendo seduta ai piedi di quell'albero e per questo era arrivato di corsa a farle quella sorpresa.
<< Hai visto che bella sorpresa? >> Una voce in arrivo dalla discesa della collina fece voltare il bambino, che iniziò a correre verso il padre in avvicinamento. Goro era tanto alto da poter essere avvistato in anticipo anche con lo scollino in mezzo; Ichigo invece non era cresciuta molto di più da quando erano ragazzi e lui aveva sempre trovato adorabile il suo brontolare in relazione alla loro differenza di altezza.
<< Non so dove tu abbia imparato a fare queste cose… >> Rispose lei sorridendo divertita al pensiero che suo marito si dilettasse con i fiori come un adolescente. << Ma è carino che tu l'abbia insegnato a Ichiro. >>
Goro si scrollò di dosso i fili d'era e i petali rimasti attaccati alla sua veste e sorrise. Era bello come il sole, così come il figlio; entrambi illuminavano le giornate di Ichigo con la loro energia.
Goro poi sembrò distratto da qualcosa in lontananza e avvisò il ragazzino.
<< Ehi, Ichiro! Credo di aver visto lo zio Mitsuru con i ragazzi. Perché non gli vai incontro, così vengono a sedersi con noi? >>
<< D'accordo! >>
E dopo aver mandato un altro sorriso alla madre, Ichiro partì di corsa per andare a intercettare Mitsuru e i figli che stavano scalando la collina, lasciando i genitori da soli.
Ichigo tornò a concentrarsi sul proprio libro e Goro si sedette per un minuto al suo fianco, ascoltando il canto di qualche uccellino appollaiato su un ramo del ciliegio.
<< E' cresciuto veramente tanto, eh? >>
Ichigo annuì in silenzio e sorrise, ricordando per un momento quando il piccolo era solo un fagotto che aveva bisogno di tutte le loro attenzioni.
Goro sbuffò profondamente e si fermò a fissare i fiori di ciliegio. Anche quell'anno l'albero era meraviglioso; non c'era niente che potesse rovinare quella festa, come previsto.
<< Sette anni passati in un battito di ciglia. >> Continuò pensieroso. << Come credi che diventerà tra altri sette anni? >>
<< Chiudi gli occhi e quando li avrai riaperti lo scoprirai. >> Scherzò lei senza alzare lo sguardo. Goro rise, ma si ricompose rapidamente; c'era qualcosa che voleva dire e lo rendeva particolarmente serio. Poteva sentire il proprio cuore battere all'impazzata, sempre più ansioso di svelare i propri sentimenti.
<< Ecco Mitsuru e i bambini. Non credi che Ai somigli a Kokoro ogni giorno di più? >> Borbottò, cercando di distrarre sé stesso e affacciandosi un poco per avvistare il loro amico, guidato da Ichiro che giocava con i figli più piccoli di Mitsuru.
Ichigo alzò lo sguardo per avvistare la giovane ragazza; era difficile ammetterlo, ma arrivata a quindici anni Ai era diventata una goccia d'acqua con sua madre. Doveva essere ancora più difficile per Mitsuru, che rivedeva sua moglie in lei tutti i giorni. Per un attimo sentì un grande dispiacere assieme alla nostalgia che la investì, ma non riuscì a distrarsi per via dell'ansia di Goro, così facile da avvertire da essere irritante.
<< Smettila di tergiversare, sei sempre stato molto diretto quindi se vuoi dirmi qualcosa sputa il rospo! >> Lo punse senza distogliere lo sguardo dalla famigliola in arrivo.
Goro sorrise mestamente. Era impossibile nasconderle qualcosa: Ichigo gli aveva letto dentro senza nemmeno rivolgergli lo sguardo… Così si fece coraggio e prese la parola prima che Ichiro tornasse.
<< Come credi che reagirebbe Ichiro se dovesse ricevere un fratellino? >>
La donna alzò finalmente lo sguardo verso Goro e lo fissò contrariata, ma arrossendo un poco. Non era certo quello che si aspettava di sentire e dovette controllare la propria voce per non far uscire alcun suono strano quando rispose.
<< Bé… >> Borbottò schiarendosi la voce e girando la testa da una parte. << Non ti smentisci proprio mai, riesci a cogliermi impreparata anche quando ti mordi la lingua… Cos'è, sei invidioso di Mitsuru? >>
Goro sbuffò. Era vero che pensava che avere la casa piena di bambini come per Mitsuru dovesse essere una sensazione meravigliosa, ma conosceva bene la loro situazione e non voleva certo emulare il record del loro amico. << Sai, pensavo solo… Che forse Ichiro si sentisse solo, e che potrebbe farci bene un altro po' di confusione per la casa… >>
<< Giusto un po' di confusione. >> Lo incalzò lei, ricordandogli come fosse diventata veramente la loro casa dopo l'arrivo del loro unico figlio.
<< Bé, eravamo molto inesperti. >> Ammise lui.
<< Non si tratta di essere inesperti. >>
<< No, infatti. >>
Ichigo sostenne lo sguardo di Goro, incredibilmente serio. Probabilmente aveva in mente la stessa cosa a cui stava pensando lei, ma nessuno dei due voleva dirlo a voce alta. Alla fine non ebbe il cuore di dargli un no secco e decise di scuotere la testa, sperando che il suo sorriso esasperato riuscisse a chiudere quella discussione senza dover aggiungere altro, ma Goro tornò all'attacco.
<< Sai, Ichiro sta diventando grande. E' ancora all'età di potersi sentire vicino a un fratellino o sorellina, se dovesse nascere ora. Tra qualche anno potrebbe essere troppo grande e sentirsi troppo diverso da lui… >>
<< Non credi che si sentirebbe trascurato? Più di quanto è già adesso? >> Reagì tagliente lei, facendo un cenno in direzione del bambino che si stava rotolando nell'erba con gli amici appena arrivati, un po' più grandi di lui.
<< Al contrario! >> Rispose lui. << Scoprirebbe un nuovo tipo di amore, avrebbe più compagnia a casa e la cosa potrebbe anche responsabilizzarlo e farlo crescere… >>
Ma Ichigo non era d'accordo. << Non ho intenzione di far nascere un altro bambino per guardarlo mentre cresce senza di noi. >>
Come poteva Goro rispondere a quelle parole? Era vero che fossero entrambi poco presenti a casa, Ichiro non glielo aveva mai fatto pesare ma era ovvio che ne soffrisse almeno un poco. I viaggi di lui erano diminuiti negli ultimi anni, ora si occupava solo della sua impresa edile, ma passava comunque moltissimo tempo lontano dal figlio, mentre il posto da dirigente nell'azienda di Ichigo non significava certo che la donna avesse più tempo libero da poter passare con il figlio…
Tuttavia le cose che aveva detto non le aveva dette solo per convincere sua moglie.
<< Anche io ho paura. >> Disse senza preavviso, sorprendendo Ichigo. << Come quando è nato Ichiro, ho una paura tremenda che qualcosa possa andare storto. Conosciamo tutti e due i rischi, anni fa decidemmo di non parlarne mai proprio per questo, e ci concentrammo su Ichiro per dargli tutto il nostro amore. Ma io ti amo. >>
Goro si fermò e Ichigo tornò a guardarlo negli occhi. Quelle parole le facevano ancora effetto dopo tutti quei anni; era come una formula magica, non aveva mai perso il suo effetto da quella prima volta dopo essere saltati fuori dalla sacca esplosiva di quello Stridiosauro…
<< Io ti amo, e amo Ichiro, e sono pronto ad amare incondizionatamente la nostra famiglia. Accetterò ogni tua decisione se non avrai intenzione di farlo, ma voglio sentire una risposta chiara. >> Continuò Goro mantenendo l'espressione più seria che riuscì ad assumere.
Ichigo sospiro e proprio in quel momento una folata di vento le fece cadere la corona di rose, che atterrò a poca distanza dai suoi piedi. Fece per andare a raccoglierla, ma si perse a guardare l'erba e vi passò sopra la mano con delicatezza.
<< Sai, avrei preferito non arrivare mai a questa discussione. >> Confessò debole. << Perché non credo di essere pronta a scoprire a cosa tengo di più, se l'amore per i miei cari o la mia stessa vita… >>
Goro si intristì ad ascoltare quelle parole, sapendo che avrebbero dovuto interrompere la loro discussione per via dell'arrivo di Mitsuru e dei bambini. Chissà se sarebbero più riusciti a tornarci sopra…
   
 
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