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Autore: pampa98    16/10/2021    4 recensioni
[Storia scritta per il Writober di fanwriter.it]
«Perché non ti piace il tuo nome?» le chiese Remus, sinceramente stupito.
«Perché è stupido. È adatto per una bambola o per un criceto e io non sono nessuna delle due cose! Anche se so Trasmutare il mio volto in quello di un criceto, ma questo non è importante! Perché ridi?»
Remus si era lasciato sfuggire una risatina divertita per la tenacia con cui Tonks denigrava il suo nome, guadagnandosi un’occhiataccia dalla ragazza – la prima che gli avesse mai rivolto.
«Scusami» disse, tornando serio. «È solo che, io lo trovo un bellissimo nome.»
Gli era sfuggito prima che potesse rendersene conto. Lo sguardo di Tonks mutò da infastidito a sorpreso a di nuovo infastidito, anche se a Remus sembrò quasi che la ragazza si stesse sforzando.
«A te… A te piace?» chiese, incerta. Remus annuì, il che fece aumentare lo stupore sul volto di Tonks. «P-Perché?»
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Prompt 16: Scale.

LA BELLA E LA BESTIA




 

La trovò seduta in cima alle scale, troppo concentrata sul libro che aveva tra le mani per accorgersi di star intralciando il passaggio. L’espressione concentrata sul suo volto divise Remus tra l’impulso di scoprire cosa la affascinasse tanto (e passare un po’ di tempo con lei) e il desiderio di scappare, tornando sui suoi passi (e facendo così la cosa migliore per lei). Non ebbe modo di fare nessuna delle due cose. Tonks sollevò la testa nella sua direzione e il suo volto si illuminò in un sorriso quando lo vide.
«Ciao, Lupin!» lo salutò allegramente. Remus abbozzò un sorriso in risposta.

«Cosa stai leggendo di bello?» le chiese, prima di riuscire a trattenersi.
«Oh, è un libro Babbano che mi ha prestato Hermione» disse. «Ci sono molte storie interessanti, si parla anche di magia, sai? Anche se è un po’ strana. Comunque il racconto che sto leggendo ora si intitola “La Bella e la Bestia”, sono solo alle prime pagine ma promette bene.»
Remus annuì, rapito come sempre dall’entusiasmo di quella ragazza, ma non potè fare a meno di pensare a quanto quel titolo si potesse applicare a loro. Era quasi curioso di leggere anche lui quella storia, per farsi un’idea di come una Bella potesse essere felice con una Bestia.
«Merlino!» esclamò Tonks, scattando in piedi. «N-Non… Sto bloccando il passaggio, mi dispiace tanto, non mi ero accorta… Cioè, mi ero accorta che ero sulle scale, ovviamente» specificò, con un tono che confermò a Remus che no, Tonks non aveva idea di essersi fermata a leggere seduta sull’ultimo gradino delle scale. «S-Scusa, tu… tu dovevi andare da qualche parte?»
«Non proprio, no.» Molly gli aveva chiesto se poteva aiutarla in cucina – “Quattro figli e nessuno che venga a darmi una mano! Solo Hermione e Harry si sono offerti di aiutarmi; ma lei ha così tanto da studiare, non voglio farle perdere tempo, e lui, oh, povero ragazzo, così giovane e con così tanto peso sulle spalle. Merita un po’ di riposo!” – ma non aveva specificato che fosse urgente.
«Ninfadora!»
«Ginny, lo sai che non devi chiamarmi così!» esclamò Tonks, affacciandosi sul vano delle scale che portavano al secondo piano. La giovane Weasley era in cima alle scale, con una tazza di porcellana in mano da cui pendeva una coda anomala.
«Scusa, ma così almeno rispondi subito» si giustificò la ragazza. «Puoi aiutarmi con questo esercizio di Trasfigurazione? Sono quasi certa che Fred e George abbiano fatto qualche strano incantesimo alla tazza, anche Hermione ha avuto difficoltà a farla diventare un topo.»
«Va bene, cinque minuto e arrivo. Ma non chiamarmi mai più...»
«Non dirò più il tuo nome, Tonks, ho capito!» rispose Ginny, tornando nella sua stanza.
«Perché non ti piace il tuo nome?» le chiese Remus, sinceramente stupito.
«Perché è stupido. È adatto per una bambola o per un criceto e io non sono nessuna delle due cose! Anche se so Trasmutare il mio volto in quello di un criceto, ma questo non è importante! Perché ridi?»
Remus si era lasciato sfuggire una risatina divertita per la tenacia con cui Tonks denigrava il suo nome, guadagnandosi un’occhiataccia dalla ragazza – la prima che gli avesse mai rivolto.
«Scusami» disse, tornando serio. «È solo che, io lo trovo un bellissimo nome.»
Gli era sfuggito prima che potesse rendersene conto. Lo sguardo di Tonks mutò da infastidito a sorpreso a di nuovo infastidito, anche se a Remus sembrò quasi che la ragazza si stesse sforzando.
«A te… A te piace?» chiese, incerta. Remus annuì, il che fece aumentare lo stupore sul volto di Tonks. «P-Perché?»
«Perché… ha il suono di una cosa dolce, pura. E amabile.»
Sentì il suo volto scaldarsi, rendendosi conto che stava decisamente superando il limite. Vide il viso di Tonks, e parte dei suoi capelli, virare velocemente alla tonalità pomodoro mentre prese a stringere convulsamente il libro che aveva tra le mani. Hermione non sarebbe stata felice delle pieghe che vi si stavano formando.
«Ecco, insomma» Remus si schiarì la gola, cercando le parole per porre rimedio all’atmosfera che aveva creato. «È un nome, alla fine...»
«Anche Remus è un bel nome!» esclamò Tonks, avvicinandosi a lui. «E quindi, ecco, possiamo chiamarci per nome. Cioè, se a te piace, puoi… Da questo momento, sei l’unica persona sulla faccia della Terra che ha il permesso di chiamarmi Ninfadora» disse, solenne.
Pronunciò l’ultima parola con una punta di disgusto, ma il suo sguardo intenso e sincero non vacillò un solo istante. Remus si rese improvvisamente conto che non erano mai stati così soli e così vicini. Avrebbe potuto allungare una mano verso di lei e sfiorarla, accarezzarle il viso. Baciarla. Tonks rifletté i suoi desideri, abbastanza coraggiosa da muoversi per prima. Il corpo di Remus si mosse d’istinto: sollevò le braccia, cingendole il volto con le mani, terrorizzato a ogni centimetro di pelle con cui entrava in contatto. Era ancora in tempo per fermarsi, si disse. Poteva ancora salvare Tonks dalla vita infelice a cui l’avrebbe condotta se avesse osato posare le sue labbra su quelle della ragazza. La sua parte razionale gli urlava di andarsene: forse Tonks avrebbe sofferto per il rifiuto, ma il tempo avrebbe guarito quella ferita. Ogni ragione per cui amare Tonks e lasciarsi amare da lei era sbagliato gli era chiara come l’acqua, ma Remus non riuscì comunque a impedirsi di avvicinarsi a lei e sfiorarle le labbra.
«Per la barba di Merlino, amoreggiate da un’altra parte! E in un altro momento!» Moody era appena uscito dalla cucina e si stava dirigendo alla porta. Non si era nemmeno fermato a guardarli, eppure Remus sentì lo sguardo dell’occhio magico bruciargli nella pelle. «Tonks, dobbiamo andare a fare quattro chiacchiere col buon Mundungus. Ti aspetto fuori entro due minuti.»
«S-Sì, signore!» esclamò la ragazza, scossa per l’insieme di eventi che si erano sommati nel giro di quei pochi minuti. Si voltò verso di lui e i loro sguardi imbarazzati si incrociarono.
«È… È meglio se vai» disse Remus. «Temo le ripercussioni su di me, se continuo a rubargli la sua pupilla.»
Tonks si lasciò sfuggire un sorriso e annuì.
«Allora vado. Ehm, magari torno più tardi, se ci sei. Oh, be’, vivi qui quindi ci sarai. A dopo allora. Ah!» Aveva già sceso qualche gradino, ma corse di nuovo indietro e nel farlo rischiò di cadere con la faccia a terra se Remus non l’avesse afferrata in tempo. «S-Scusami! Tieni.» Gli porse il libro che stava leggendo quando l’aveva trovata. «Posso lasciarlo a te per ora? Puoi leggerlo anche tu, se vuoi.»
Remus annuì e le sorrise.
«Fa’ attenzione con Mundungus» le disse.
«Certo! A più tardi!» Tonks sorrise allegra, scendendo le scale senza distogliere lo sguardo da lui e Remus fu tentato di cambiare la sua richiesta in “Fa’ attenzione in generale”, soprattutto dopo che la vide inciampare sull’ultimo gradino e andare poi a sbattere contro il piede di porco che Sirius si ostinava a non voler togliere dal corridoio.
«Tutto a posto!» esclamò Tonks, massaggiandosi la caviglia. «Allora ciao! Oh, ehm, buonasera, professor Piton.»
Solo in quel momento Remus si accorse che c’era una figura ammantata di nero sulla soglia della porta della cucina. Piton fece un cenno disinteressato verso Tonks, poi rivolse il suo sguardo carico di disgusto e disprezzo verso Remus.
«Non so se dovrei ridere o vomitare per questa imbarazzante scenetta» disse, e Remus capì subito che non stava parlando dell’incapacità di Tonks di muoversi senza farsi del male.
«Ti sarei grato se ti astenessi dal farle entrambe, Severus» gli rispose, dirigendosi verso di lui. «Ti unisci a noi per cena?»
«Remus!»
Sirius, che era seduto al tavolo della cucina con un bicchiere di vino in mano, scattò in piedi sconvolto. Remus pensò che se avesse Cruciato Harry davanti ai suoi occhi, avrebbe avuto una reazione più pacata.
«No» rispose Piton, con la bocca distorta in un’espressione di puro disgusto, sconvolto quanto Sirius. «Non intendo disturbare l’allegra famigliola. Devo stare con voi già più tempo di quanto vorrei.»
«Il sentimento è reciproco, Mocciosus» disse Sirius. Allungò un braccio in direzione della porta, rivolgendogli un sorriso stirato. «Ora, se non ti dispiace, noi avremmo questioni più importanti di cui parlare.»
Piton sogghignò, ma decise di non commentare ulteriormente e se ne andò, degnando solo per un secondo Remus di una misera occhiata che, nel suo caso, era quanto di più vicino ci potesse essere a un saluto cordiale.
«Allora, Lunastorta?» Sirius gli rivolse uno sguardo ammiccante, facendo il giro del tavolo per posizionarsi accanto a lui. «Hai finalmente raddrizzato il tuo cervellino, eh?»
Remus sospirò.
«Non dovresti essere così felice, lo sai.»
«Quello che so» disse, portandogli un braccio intorno alle spalle, «è che tu meriti di essere felice. Smettila di crearti tutti questi Mollicci nella testa, Remus. Goditi la vita e la gioia e l’amore. Pensa al tuo bene ogni tanto e fregatene di tutto il resto.»
«Oh, professor Lupin! Grazie per essere venuto» Molly uscì dalla dispensa tutta trafelata, iniziando subito ad accendere i fuochi e tirare fuori le pentole.
Il suo arrivo aveva impedito a Remus di ribattere a ciò che aveva detto Sirius. Senza Tonks vicina, la sua parte razionale si faceva sentire con molta più energia e avrebbe potuto riportarlo coi piedi per Terra. Ma Tonks era vicina: era nel suo cuore, sulle sue labbra e nel libro che teneva tra le mani.
«Molly, è un problema se ti aiuta Sirius per oggi?»
I due gli rivolsero uno sguardo sorpreso. Molly si strinse nelle spalle, acconsentendo, mentre Sirius non ne fu particolarmente felice. Remus gli sorrise.
«Hai detto che devo godermi l’amore e pensare al mio bene, no?» Gli mostrò il libro che gli aveva dato Tonks. «Queste storie piacciono molto a Ninfadora.»
Sirius rise, scuotendo la testa.
«Sei veramente un bastardo, Remus, ma per stavolta ci passo sopra. Ah, riguardo a quel nome...»
«È tutto a posto» lo fermò subito. «Mi ha dato ufficialmente il permesso di usarlo.»
Sirius sgranò gli occhi.
«Davvero? Anche con lei?»
Alla sua risposta affermativa, Sirius rise di nuovo e lo abbracciò, intimandogli di non lasciarsela scappare per nessun motivo al mondo.


 
   
 
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