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Autore: Allen Glassred    16/10/2021    0 recensioni
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Ogni storia è fine a sè stessa ed eventualmente collegata ad altre long, quindi potrete decidere di recensire quella che volete senza tener conto delle altre. Spero che questo originale Writober sia di vostro gradimento e che vorrete lasciarmi un vostro parere sulle storie che più gradirete.
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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- Questa storia fa parte della serie 'Write... '
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Day 16: Studio
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Serena ed Uriel

 

 

Questo prompt è un regalo ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia. ALTERNATIVA: Serena figlia di Uriel. 
 

La giovane dalla chioma bionda esita un momento: sta per bussare alla porta, ma la mano si blocca poco prima di toccare quel legno. “ Non so… ha così tanto da fare, non vorrei disturbarlo… “. Sussurra, parlando evidentemente a sé stessa. In seguito tuttavia, scuote il capo con enfasi. “ Oh andiamo! Lo fanno anche Barbiel e Zapkiel, non vedo perchè io no… “. Esita ancora un istante, poi scuote ancora una volta il capo e, finalmente si decide: bussa a quella porta con una certa decisione, pentendosene subito dopo e temendo di disturbare colui che, sentendo bussare alla porta, le da il permesso di entrare. La bionda esita un momento ma, alla fine decide semplicemente di entrare: chiude la porta dietro di sé ma ancora rimane sulla soglia, un po' in soggezione ed osservando colui che, sicuramente è suo padre. Da prima lui non alza lo sguardo dai documenti che sta leggendo, dando per scontato che la figlia si avvicinerà da sé e si siederà come ha sempre fatto. Perché lo sa: si tratta di sua figlia minore Serena, riconosce la sua Grazia. Tuttavia, questa volta così non è: Serena osserva attentamente il giovane dalla lunga chioma corvina ma, a differenza delle altre volte non gli sia avvicina. Accorgendosi di questo lui sembrerebbe rimanere un po' sorpreso: alza lentamente lo sguardo, non togliendo gli occhiali che nella sua forma umana porta ormai quasi sempre, quando deve leggere a lungo.

 

“ Serena, vuoi rimanere sulla soglia o ti siedi? “. Chiede semplicemente, con quello sguardo serio che gli è proprio, uno dei sei grandi Arcangeli elementari. Lei lo osserva qualche istante, scuotendo il capo.

 

“ No papà, è che non ti volevo disturbare. So che sei molto occupato, e… “. Ma lui la interrompe prima che possa terminare la frase: posa la penna che aveva appena preso in mano, in seguito toglie anche gli occhiali e li appoggia sul tavolo di quello studio che, da anni ormai, è il suo posto di lavoro.

 

“ Non dire stupidaggini e siediti “. Fa semplicemente colui che si rivela essere l’Arcangelo della Terra, Uriel. “ E dimmi cosa ti preoccupa “. Conclude il discorso, mentre la figlia obbedisce di lì a poco, andando a sedersi sulla sedia di fronte a lui ed abbassando lievemente lo sguardo.

 

“ Ecco… io… volevo chiederti scusa, per quello che è successo. Mi dispiace averti dovuto disturbare ed aver messo in pericolo i miei fratelli… ma io… “. Si ferma un istante: lo sguardo serio di suo padre la mette in soggezione, così com’è sempre stato d’altra parte, sin da quando era solamente una bambina. “ Era… era solo questo, che volevo dirti… “. Fa poi, ripensando a come lei ed i gemelli si siano allontanati da casa e siano andati in un luogo a loro sconosciuto, venendo attaccati così dai demoni di Abaddon. Solo l’intervento di Uriel li ha salvati da morte certa, ma da allora lei non ha più avuto modo di chiarirsi con il padre e questo, deve ammettere, la disturba parecchio. A quella frase lui la guarda seriamente ancora un momento, per poi sospirare pesantemente.

 

“ Non sono arrabbiato con te “. Sentenzia il quartogenito del Creatore, mentre lei alza di colpo lo sguardo, ora nuovamente speranzosa. “ Ti sei resa conto di aver commesso un’imprudenza? “. Chiede poi il padre, mentre lei annuisce mestamente.

 

“ Si. Mi dispiace… “. Mormora, mentre a quella frase lui si alza, raggiungendola e facendola alzare a sua volta, prendendole entrambe le mani con le proprie.

 

“ Non è solo perché hai coinvolto Zapkiel e Barbiel, ma anche per te: ti rendi conto che potevate essere tutti uccisi? Cos’avrei fatto a quel punto? Come avrei potuto fare i conti con la morte di tutti i miei figli? E tua madre? “. Chiede, mentre lei annuisce: è vero pensa, è stata una sciocca ed ha agito senza pensare alle conseguenze.


“ Mi dispiace, non ho pensato alle conseguenze delle mie azioni, e… “. Lui annuisce semplicemente, facendo finalmente un lieve sorriso.

 

“ Va bene, l’importante è che tu abbia capito il tuo errore e che non lo ripeta più “. Fa semplicemente, mentre istintivamente lei lo abbraccia come, lo ammette, rare volte ha fatto.

 

“ Lo prometto. Ma tu mi prometti un’altra cosa? “. Chiede, mentre lui la osserva un po' sorpreso. Tuttavia fa un cenno affermativo con il capo, ascoltando la richiesta della figlia. “ Mi permetterai di rimanere con te, qui nello studio? Ti voglio aiutare, così finirai prima con quelle scartoffie ed avrai più tempo per me e per i miei fratelli! “. Uriel rimane da prima sorpreso, in seguito sorride lievemente: deve dire che sua figlia lo ha stupito, stavolta in positivo. Ed allo stesso tempo pensa, avere un’assistente non gli dispiacerebbe.

 

“ E sia, dunque: affare fatto “. Fa solamente l’Arcangelo, annuendo. “ Sarai la mia assistente, ed in cambio ti prometto di passare più tempo con te e con i tuoi fratelli. E con la mamma “. Promette, mentre lei scioglie l’abbraccio e lo guarda, con un sorriso altrettanto radioso e promettendo a sé stessa di fare del suo meglio, ora che può aiutarlo, per non deludere mai più suo padre.

 

   
 
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