Se mi chiedessero: “Dov'è il primo figlio?”.
Risponderei: “Giù per lo scarico del cesso.”.
Non sono pronta a ripetere di nuovo
la fatica sanguinaria già passata
e non voglio altro sangue sulle mani.
Non sarebbe più volere di Natura,
ma mia pecca di codardia, per paura.
“Ho perso un figlio” per una donna
è, di per sé, una frase inopportuna.
Così mi ripeto: “Non ci penso.
Non ci penso.”.
Ma ho due figli: uno è in braccio;
dell'altro non vi è tomba alcuna.
Con il terzo voglio attender l'ora giusta
per esser pronta a ciò che è,
a tutti gli effetti, un'avventura.