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Autore: MusicAddicted    17/10/2021    2 recensioni
Un altro Missing Moment di 'Best Intentions, Wrong Ways', da qualche parte dopo il capitolo VII
A Jessica Ingrid non va proprio a genio e Killgrave trova la lezione perfetta da impartirle.
Tuttavia, la bella detective ha le sue armi da giocare e Killgrave sarà messo davvero a *dura* prova.
Una delle shot più sexy e divertenti che abbia mai scritto su quei due...
Questa one shot partecipa al Fluttober 2021. Prompt 17: Domestic Fluff
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fluff's never enough'
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Setting: questa One shot fa parte dell'universo di 'Best Intentions, Wrong Ways!' , da dopo le ben note vicende di un certo tappeto XD

Vi dirò, la prima volta che ho letto questo prompt non avevo la più pallida idea di cosa fare a riguado, poi, ancora una volta, hanno fatto tutto questi due, e mi sono divertita un sacco con quello che mi hanno suggerito, leggere per credere! ;)




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banner-colf


AKA C.O.L..F.! (Change Of Labour. Fuck!)

 

 

È una mattina tranquilla, oh beh, come possono essere tranquille le mattine a casa Killgrave, con due elementi così disfunzionali come lui e Jessica che proseguono nella loro convivenza, anelata dal primo, sempre meno sgradevole per la seconda, anche se non lo ammetterà mai.
 

Stanno facendo colazione, Jessica sembra anche più chiacchierona del suo solito, finché non le scappa una parola di troppo.

“Barbie Gatta-Morta è in gran forma oggi!” commenta guardando Ingrid intrattenersi con il giardiniere.

Data la bella giornata di sole, stanno facendo colazione fuori, quindi la vista è proprio sul giardino.

“Non ce la fai proprio ad essere un po’ più accomodante con lei?” la riprende Killgrave, versandosi dei pancake.

“No!” è la secca risposta della ragazza, fra una cucchiaiata di macedonia di frutta e l’altra.


“Beh, dovresti. Ingrid è una domestica di gran pregio, non è facile trovarne di così efficienti, quindi vedi di portarle il giusto rispetto… o agirò di conseguenza.” è la sottile minaccia del padrone di casa.


“E quale cazzo sarebbe la conseguenza?” gli domanda Jessica, per nulla intimorita.

 

“Vedrai…” replica misterioso lui, sorseggiando  il suo caffè.
 

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Per quel giorno quel discorso sembra sortire il giusto effetto, perché Jessica non lancia più frecciatine a riguardo della bella colf Svedese.


Tuttavia, un paio di giorni dopo, quando si siedono a pranzo, la cosa non le sembra più così facile.
 

“Oh, non riesco proprio a immaginare come potrebbe essere la mia vita senza un tovagliolo piegato a forma di cigno!” esclama, prima di dispiegare il sofisticato tovagliolo posto sul piatto.
 

“Ah! Ti avevo avvertito, Jessica!” la coglie in flagrante Killgrave.

“Ma.. nooo, non era un insulto!”

“Indirettamente hai fatto trasparire che trovi inutile questa ricercatezza di Ingrid.”

“Se te l’ho fatto trasparire, significa che allora tanto utile proprio non lo è.” ribatte lei, mordace.

 

“Oh, lo vedrai se non ti mancherà questo aspetto… e molti altri!” sogghigna perfido il persuasore, alzandosi da tavola.

“Ma… dove vai?” lo segue perplessa la detective, vedendolo andare proprio in direzione della domestica, ora in cucina con Daniel.

 

“Ingrid, sei stata così brava che ti meriti una vacanza. Ovviamente, portando Daniel con te,” la informa Killgrave, affabile. “Avete una settimana libera. A partire da oggi.”

“Oh, Mein Gott!” si stupisce la domestica, portandosi le mani al viso. “Danke, Herr Killgrave, è così gentile da parte sua, ma non è necessario…”

 

“Insisto.” replica Killgrave, ma non sta più sorridendo.

“Non saprei nemmeno dove andare, magari fra qualche giorno…” borbotta lei.

 

“Tu e Daniel volete andare in vacanza. Ora. Andate a fare le valigie.” comanda il persuasore e alla coppietta non resta che obbedire.

Jessica gli lancia un’occhiata velenosa, i suoi grandi occhi verdi ridotti a due fessure.


“Oh, andiamo, lo hai visto anche tu come erano restii ad accettare la mia generosa offerta!” dice lui in sua difesa.

Nel giro di un’oretta, Jessica vede Ingrid e Daniel portarsi alla porta principale con le loro valigie pronte.

 

“Bene, bene, senza considerare il giardiniere, che comunque se ne andrà via oggi pomeriggio, ormai in questa casa siamo rimasti solo tu ed io.” commenta Kevin.

“Come cazzo può essere che lo scorso Natale avevi uno staff di dodici persone e adesso soltanto di due?” lo interroga Jessica.

“Perché un certo qualcuno mi ha insegnato che potevo fare a meno del superfluo, perciò ho rinunciato alle mie sei guardie del corpo, altri due giardinieri e ho ridotto i miei ex tre autisti a uno soltanto, che ovviamente non vive qui.”

 

“Quindi, hai lasciato quelle povere persone senza un lavoro!” si lamenta lei e lui la guarda stranito. “Scherzavo, hai fatto la cosa giusta.” aggiunge lei, sorridendogli, ma solo per un fugace momento.

“Ho dato a tutti loro una liquidazione davvero generosa,” puntualizza Kevin, facendo sorridere Jessica ancora di più. “Ma non è questo il punto. Il punto è che qualcuno dovrà pur occuparsi della casa, ma di certo non sarò io.”

“Non puoi!” contesta Jessica, che ha già capito a cosa allude.


“Posso maledettamente e lo sto già facendo. Chissà mai che occuparti delle stesse cose che faceva Ingrid non ti aiuti a capirne il suo pregio.” le spiega lui, armeggiando con il cellulare. “Solo le faccende di  Ingrid. Mi occupo io di trovare un degno sostituto di Daniel. Sai che ti amo, Jessica, ma la cucina decisamente non fa per te!” ridacchia lui, allontanandosi, non prima che lei le abbia mostrato il terzo dito.

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Per quel primo giorno tutto sommato le va bene, perchè essendo andata via dopo pranzo, Ingrid aveva già finito di pulire e riordinare tutte le stanze.

È dal giorno successivo che il calvario di Jessica comincia.
Lo capisce da quando raggiunge Kevin, sveglio da prima di lei, nel giardino.

 

C’è il tavolo adibito per la colazione, come il giorno prima solo che c’è una differenza: quel tavolo è completamente spoglio.

“Ma che cazzo?’” borbotta la detective.

 

“Passi per questa volta, Jessica,” esclama lui, interrompendo la lettura del giornale. “Ma sappi che io ho le mie abitudini e mi piace far colazione all’ora che voglio,” continua, con una certa freddezza nel suo tono.

“Non stai per dirmi quello che penso…” digrigna i denti lei.

 

“Ovvio che sì: porta in tavola la colazione, sei già in netto ritardo!” si crogiola lui, dalla sua posizione di potere, per una volta.

Durante il suo percorso di redenzione, tutt’altro che finito, è sempre stato lui a sottostare alle sue regole e lei a non perdere l’occasione di umiliarlo un po’.

In questa particolare situazione, che peraltro è stata Jessica stessa a creare, i ruoli si sono ribaltati.


Jessica fa avanti e indietro dalla cucina, portando più cose alla volta e sbattendole sul tavolo, da incazzata.

“Spero che tu ti strozzi!” ringhia, quando ha finito l’ultimo viaggio e si siede con lui a mangiare.

“Sai, di solito non permetto mai alla servitù di mangiare al mio stesso tavolo, ma nel tuo caso sono ben disposto a fare un’eccezione,” commenta Kevin, in procinto di portare una fetta biscottata spalmata di burro e marmellata alla sua bocca, questo prima che Jessica gliela strappi violentemente di mano, sgretolandola fra le sue dita.

“Chiamami ancora ‘servitù’ e ti faccio fare la fottuta fine di questa fetta biscottata!” ringhia lei, con uno sguardo che fa sottintendere che non stia affatto scherzando.

“E va bene, forse sono stato un po’ indelicato.” ammette lui, senza scomporsi minimamente.

“Il termine esatto che stai cercando è ‘stronzo’!” non gliele manda a dire lei, pulendosi le mani un un tovagliolo. “E comunque hai due cazzo di gambe e di braccia, se stavi morendo di fame ci potevi anche andare fottutamente da solo a prenderti le fottute cose!”

“E credi che non lo sappia?” la provoca lui, sornione.

“Quale sarà la tua prossima mossa? Farmi indossare una di quelle stupide divise sexy da colf, bianca e nera, con tanto di cuffietta?” indaga lei, mentre, finalmente, mangiano.

“No, mia cara, niente di tutto questo, e poi per essere davvero sexy semmai dovrebbe essere viola e nero,” ammicca lui. “Sono spiacente, Jess, ma il mio obiettivo è solo quello di impartirti una lezione. Quindi, nel caso miri a usarle, sappi che le tue arti seduttrici stavolta non funzioneranno.”

Il tempo di dirlo e se la ritrova in braccio, con una mano che gli avvolge la nuca e  grandi occhi da cerbiatta che sbattono le lunghe ciglia in un modo che quasi lo ipnotizza.

“Ah, no?” chiede, con voce di miele, prima di intingere un dito nella ciotolina della marmellata.

Disegna una riga dal suo collo, poco sotto il mento, piacevolmente ispido, fino alla sua guancia e poi non esita a ripulirlo con una rapida leccata.

Kevin per poco non cade dalla sedia, colto alla sprovvista. Riesce a mantenere il contegno ma purtroppo una parte di sé lo tradisce, i pantaloni non sono larghi a sufficienza per nasconderlo, senza contare che Jessica gli è proprio seduta in grembo.

“Oh beh, io direi che un po’ funzionano…” ridacchia soddisfatta.“Ma visto che non miri a nulla di tutto questo…” aggiunge, alzandosi con nonchalance e lasciandolo da solo a finir la colazione… e a pensare alle cose meno sexy possibile.

Non appena si riprende, Kevin la trova proprio dove ha immaginato che si potesse recare.
Un altro esempio di quanto lui la conosca bene.

“Mi spieghi perchè cazzo è chiuso?” sbotta Jessica, cercando di aprire invano il suo studio.

 

“Perché con tutto quello che hai da fare, di certo non avrai tempo per le tue indagini questa settimana… e sarebbe un peccato scassinare la porta di un così bell’angolino che ti ho creato, no?” la ricatta sottilmente lui.

“Al diavolo!” si arrende lei.

- Posso resistere una settimana senza indagini… o posso trovare il modo perché questa settimana finisca prima.- comincia a complottare nella sua testa.

“Pertanto, se ora vuoi seguirmi in camera da letto..” la invita lui, con uno sguardo ammiccante.

“Lo vedi che le mie arti funzionano, brutto pervertito?” lo provoca lei, seguendolo.

“Per rifarmi il letto, cosa avevi capito?” la mette in difficoltà lui, aprendo la porta e mostrandole il letto disfatto.

“Poi ci sarebbe anche da fare il cambio dell’aria, sprimacciare bene i cuscini, mettere a posto i vestiti…” la lascia ai suoi compiti, chiudendo la porta e scendendo le scale.

Ritorna circa venti minuti dopo per vedere come sta andando e ha quasi un crollo nervoso per ciò che gli si prospetta davanti.

I vestiti sono messi alla bell’e meglio sulle grucce.

I cuscini, prima disposti con cura sulla poltrona, in perfetto ordine cromatico, dalla sfumatura di viola più tenue alla più scura, sono accatastati sul letto senza una parvenza di logica.
Ma almeno sono sprimacciati.
Quel che è peggio è che il letto è tutto meno che rifatto.

“Jessica, guarda che rifare il letto non significa solo tirare di nuovo indietro le coperte che ho spostato io… è tutto stropicciato, pieno di pieghe e…”

“Senti, damerino del cazzo, la vuoi vedere la differenza fra l’avere un letto poco rifatto e non avere proprio un letto? Perché ci metto meno di un secondo a scaraventare il letto giù dal balcone. Sai che posso farlo. poi voglio vedere come dormi sulla moquette!” lo minaccia lei.

“Beh, sì, tutto sommato, direi che mi posso accontentare.” rivede le sue priorità lui.

“Diresti giusto.” ribadisce lei, guardandolo torva. “E ora, se vuoi scusarmi, vado a sistemare la mia camera e poi passerò l’aspirapolvere per tutta la casa, quello lo so fare.”

“Sì, quello sì… e direi anche che è meglio tenerti lontana dalle lavatrici. Col mio tappeto ti è andata bene, ma vorrei evitare eventuali cataclismi…” si raccomanda lui, con lei che alza il dito, non certo il pollice per intendere ‘okay’ … ma il senso è più o meno quello.

Jessica deve pazientare fino al mattino seguente, prima di attuare la sua strategia.

Entra di soppiatto nella camera di Killgrave, soddisfatta di vederlo ancora dormire.

Apre la finestra per far entrare un po’ di luce, ma questo non sembra distrurbarlo minimamente e continua placido a riposare.

Jessica si mette a pulire la scrivania, facendo appositamente cadere la lampada da tavolo, che non si rompe ma l’aiuta a raggiungere il proprio obiettivo.

Kevin apre gli occhi all’istante.

“Jessica…” mugugna confuso, tirandosi su a sedere; questo prima che la veda veramente. “Jessica!”


“Oh, mi scusi, Mr. Killgrave, l’ho forse svegliata?” gioca a far l'innocente e a rivolgersi a lui come se fosse il suo datore di lavoro.

Se già non è il suo atteggiamento a sorprenderlo, di sicuro lo è il suo abbigliamento.

La detective indossa una divisa da cameriera sexy, con un’ampia gonnellina corta, di tulle, color lavanda, delle maniche corte a sbuffo, una pettorina bianca bordata di viola, con un fiocchetto bianco e viola su un fianco, che riprende il fiocco color lavanda che va a chiudere il colletto alla marinara, bianco, con le righine viola, così come i bordi delle maniche.
Sulla pettorina sono presenti dei laccetti viola incrociati.
Completa il tutto una cuffietta viola sul suo capo.

“Mio dio, Jessica, sei una visione!” sembra incapace di toglierle gli occhi di dosso lui.

“Oh, Mr. Killgrave, sono lieta che Le piaccia quello che vede,” mormora lei, suadente, avanzando verso di lui con movenze feline, con in mano un piumino per lo spolvero nero e viola, che lui ancora non aveva visto. “Io voglio compiacerLa così tanto.”

Kevin ha praticamente la salivazione a zero.

Jessica tira indietro le coperte del letto già sfatto e gli sale a cavalcioni, con Kevin che ha una sola domanda nella testa.

-Ma le indossa o no le mutandine?

Jessica giocherella con lo spolverino, prima solleticandogli il naso, poi accarezzandogli la guancia.

Kevin è come argilla nelle sue mani, a esclusione di una certa parte di sé piuttosto marmorea.

“Qualche idea su cosa posso per Lei, Mr. Killgrave?” lo provoca lei, scusciandoglisi contro.

Non ha mai avuto uno sguardo così invitante nemmeno quando era sotto il suo controllo.

Killgrave ha smesso di chiedersi se sia una trappola o no, baciarla per lui vale qualsiasi rischio

Schianta le labbra contro le sue morbide e piene, con irruenza, le lingue cominciano a giocare fra loro per un tempo indefinito.

Nel frattempo la mano di Jessica sbottona gradualmente la camicia bianca di Kevin, accarezzandogli collo e petto, prima di separarsi da lui, ma solo per assaggiare quella pelle con baci, succhiotti e piccoli morsi.

“Mr. Killgrave?” lo chiama lei.

“S..si?” ha quasi difficoltà a rispondere lui.

Jessica comincia a stuzzicargli un fianco con lo spolverino.

“Ho un sacco di lavori per la casa da sbrigare, ma sa, potrei impiegare il mio tempo qui, in attività ben più piacevoli.” crede di averlo ormai in pugno Jessica.

“Oh beh, Jess, ci hai provato e ci hai provato benissimo, te lo concedo, ma non credere che mi scordi così facilmente della lezione che devi imparare,” la scosta da sé lui, abbottonandosi nuovamente  la camicia. “Ci sono i vetri da pulire, l’argenteria da lucidare, i quadri da…”

“Non ci credo, cazzo, ti sei proprio fissato! E va bene, va bene, ci vado a pulire la tua fottuta casa!” torna quella di sempre lei, imprecando mentre si precipita fuori dalla camera da letto. “Lo sapevo che dovevo fottutamente trovare una fottuta divisa da domestica viola e nera!” la sente imprecare da lontano.

Kevin si alza e la raggiunge sul corridoio.

“Jessica?” la chiama e lei si volta.

“Nessuna possibilità che tu faccia tutte le faccende domestiche vestita così?”

Per la terza volta nel corso di pochi giorni Jessica gli mostra il terzo dito.

“Si fotta, Mr. Killgrave!”
 

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Nel corso di quella settimana Jessica ha pulito pavimenti, vasche, rubinetti, una passeggiata per la sua super forza, ma imparare a piegare i tovaglioli a forma di cigno l’ha tenuta impegnata per almeno due giorni e mezzo.

Quando arriva il fatidico lunedì che assieme al ritorno del giardiniere sancisce anche quello di Daniel e Ingrid, appena Jessica vede la ragazza Svedese al portone fa quello che nessuno si sarebbe mai aspettato.

“Sei importantissima per questa casa, ti ringrazio per tutto quello che fai, ma, ti prego, non andar più via!” dice quasi tutto d’un fiato, abbracciandola.

- Finalmente avrò di nuovo un letto fatto a regola d’arte.- si rallegra Kevin.

“Ehmm.. Danke, Fraulin Jessica …” farfuglia la domestica, un po’ imbarazzata, prima che Killgrave dia a lei e Daniel il permesso di andare a disfare le valigie nelle loro stanze.

“Lezione imparata, Jess?” le si avvicina.

“Più che imparata!”

Tuttavia c’è ancora una domanda che gli preme farle.

“Ma se quella mattina non ti avessi fermato, che cosa sarebbe successo?”

Jessica gli sorride ammiccante, scompigliandogli i capelli.

“Oh beh, ti avrei fatto perdere i sensi,” confessa, passandosi lenta la lingua sul labbro superiore.

Kevin strabuzza gli occhi.

“Non nel senso che pensi tu, porco depravato,” lo disillude, subito dopo. “Ti avrei dato un colpo in testa che ti avrebbe fatto dormire per almeno dieci ore!”

--

 

FINE

Lo ammetto, a volte mi limito a tirare indietro le coperte e basta anche io XD, ma secondo me è molto canon che lo faccia anche Jess XD

Killy invece è l'ordine e la precisione fatta uomo ... e che uomo! *O*

Lo so che finché non c'è uno scambio nessuno mi dirà nulla, ma se, anche solo per sbaglio, avete letto questa storiella, spero vi abbia divertito anche solo un decimo di quanto ha divertito me scriverla ^^

e domani questi, due, sì proprio da questo stesso Universo, saranno di ritorno con altre sorprese ;P

Lo so che non ne potrete più di me ma non ho ancora finito di assillarvi con questi due e intasare questa sezione... e sì, intendetelo come una minaccia XD

a presto


Lu

   
 
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