Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: crazy lion    17/10/2021    0 recensioni
Una ragazza e sua figlia hanno un segreto, ma come tutti i segreti, anche questo non resterà nascosto a lungo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mermaid-mother


LE DUE MADRI VENUTE DAL MARE

 
Yuriko si svegliò alle prime luci dell'alba. Rifece il letto e aprì una finestra e le imposte per guardare il sole che sorgeva. L'alba era meravigliosa, piena di colori. Faceva freddo e il cielo era limpido, colorato di blu scuro all'orizzonte. Era bellissimo. Chiuse la finestra perché faceva freddo e andò a svegliare Lihi, la sua bambina.
"Amore, è ora di alzarsi" sussurrò.
"Ho ancora sonno, mamma" disse la piccola.
Aveva solo quattro anni ed era radiosa come un angelo.
"È tardi, se vuoi che andiamo al parco dobbiamo sbrigarci.2
"Parco!" esclamò la bambina, che sgusciò fuori dal letto e si mise a saltare sopra di esso.
"Attenta, o cadrai" le disse la mamma.
Era  preoccupata che si facesse male, ma la bambina si sedette.
La aiutò a vestirsi e a indossare una tuta da ginnastica pesante a causa del freddo, poi scesero in cucina. La mamma preparò del riso in bianco al vapore e del pesce cotto sulla piastra, e mise due piatti sul tavolo colmi di quel cibo. Abitando in Giappone, facevano una colazione salata. Mangiarono di gusto, senza parlare, e bevvero un bicchiere di succo d'arancia ciascuna, poi uscirono. Il parco era vicino casa, per cui non ci misero molto a raggiungerlo. Yuriko avrebbe potuto mandare Lihi all'asilo, ma non era obbligatorio, così aveva deciso di tenerla a casa. Era domenica e quel giorno non lavorava, per cui avrebbe potuto stare con sua figlia tutto il tempo che voleva.
"Posso andare sullo scivolo?" chiese la bambina.
"Certo."
La madre si sedette su una panchina e la guardò andare su e giù diverse volte, per poi lasciare il posto a un altro bambino e dirigersi verso le altalene.
"Mi spingi, mamma?"
"Arrivo."
Yuriko spinse.
"Più in alto, più in alto!" gridava la bambina, tenendosi stretta alle catenelle dell'altalena. "Sto volando."
Lihi andò anche su un cavallino a dondolo e si divertì molto ad andare avanti e indietro.
"Che ne dici di una nuotata al mare?" chiese Yuriko quando uscirono dal parco.
"Come sirene o come umane?" le domandò la piccola sottovoce, affinché nessuno sentisse.
Una volta aveva alzato la voce parlando del fatto che potevano trasformarsi in sirene, ma la mamma le aveva spiegato che gli umani credevano che queste creature vivessero solo nei miti e nelle leggende, non nella realtà.
"Non ti devi mai, mai mostrare a un umano quando sei trasformata in sirena" le aveva detto, guardandola seria.
La bambina aveva annuito.
"Come umane" rispose Yuriko. "Devi imparare a nuotare meglio in questa forma."
"Ma il mare sarà freddo."
"Ci abitueremo presto alla temperatura, non preoccuparti. E poi è un oceano, l'Oceano Pacifico."
"Perché si chiama così?"
"Non lo so."
Andarono a casa e si infilarono il costume e un pareo, poi uscirono di nuovo. Il vento freddo le penetrava fin dentro le ossa, ma anche se tremavano decisero di andare avanti. Presto arrivarono alla spiaggia e videro il mare. Si tolsero il pareo, che lasciarono sulla sabbia, e si immersero in acqua. All'inizio tirarono un piccolo urlo quando toccarono l'acqua e ci volle un po' a entrambe per abituarsi. Era gelida.
Forse non è stata una buona idea portarla qui come umana, pensò Yuriko, ma vista l'ora temevo che ci fosse qualche umano in giro.
Fu in quel momento che vide due anziani passeggiare sulla sabbia.
"Ecco, appunto" disse fra sé.
La bambina cominciò a nuotare a pancia in giù, dando poderose bracciate.
"Tieni le gambe e il sedere più dentro l'acqua" le disse la mamma e glielo mostrò.
Lihi fece come le era stato detto e riuscì a nuotare molto meglio. Si sentiva bene in acqua, anche da umana.
"Come sto andando?" chiese.
"Molto meglio di altre volte, bravissima! Ora usciamo, o ti prenderai un malanno."
Yuriko fece una magia per asciugarle subito e la coppia di anziani non si rese conto di nulla, erano lontani da loro. Si rimisero il pareo e corsero a casa a farsi una doccia calda. La fecero insieme, perché Lihi era ancora troppo piccola per lavarsi da sola. L'acqua calda sui loro corpi le rilassò all'istante. Yuriko si lavò i capelli e poi fece lo stesso con quelli della figlia. Le riempì di schiuma anche il corpo e lasciò che si lavasse da sola la parte più critica e nascosta  di sé.
"Quando ci trasformeremo in sirene, oggi, mamma?"
"Nel pomeriggio, tanto se facciamo presto ad andare negli abissi non ci vedrà nessuno. Anche se, con questo freddo, dubito che verrà qualcuno in spiaggia."
Dopo la doccia si asciugarono corpo e capelli e si misero sul divano a guardare i cartoni animati.
"Mamma, dov'è  papà?" chiese la bambina dopo un po'.
"Te l'ho già detto tante volte, tesoro. Se n'è andato quand'ero incinta."
"Ma potresti darmene un altro, innamorarti di nuovo."
Yuriko sorrise e non disse nulla.
 
 
Intanto, nel mare, una lontra e il suo cucciolo giocavano a farsi gli agguati. Il cucciolo le saltava addosso.
"Bravo, Yaru" disse Chen. "Ora cacciamo davvero. Io ho fame, e tu?"
"Anch'io, mamma" disse il piccolo.
"Ricordati, fai piano e resta fermo finché la preda non si avvicina, poi attacca."
"D'accordo."
Il piccolo fece quando gli era stato chiesto e, dopo aver atteso un tempo interminabile, catturò un mollusco.
"Dammelo" disse Chen. Lo prese in bocca, lo appoggiò sul fondale e ruppe il guscio e lo ruppe con una pietra.  Era una tecnica che le lontre usavano spesso per rompere gusci troppo duri.
Cacciarono anche crostacei e altri molluschi e mangiarono di gusto. Poi si misero a giocare inseguendosi. Nuotarono e nuotarono e, quando Yaru fu stanco, la mamma lo condusse fuori dal mare, in un nido che aveva costruito vicino ad alcuni scogli.
"Ecco, ora possiamo riposarci un po'."
Il piccolo crollò non appena entrò nel nido e Chen sorrise. Era così bello vederlo dormire.
"Fai bei sogni" gli disse e lo leccò sulla fronte per dargli un bacio.
Lui si mosse appena, ma non si svegliò. Anche Chen dormì qualche ora, poi, quando si sentirono sufficientemente riposati, tornarono in acqua.
Fu lì che incontrarono due sirene, con i capelli e gli occhi scuri e a mandorla, che nuotavano.
"Ciao" disse Lihi a Yaru.
I due si presentarono e il maschietto di lontra le diede una zampa che lei strinse. Anche le madri dissero i loro nomi.
"Non vivete negli abissi?" chiese Chen.
"Sì, ma possiamo anche trasformarci in umane, se vogliamo, quando usciamo dall'acqua,"
"Quindi avete una vita fuori da qui?"
Chen era stupefatta.
"Esatto."
Mentre loro parlavano, i cuccioli si lanciavano schizzi d'acqua.
"Com'è bello vederli giocare!" esclamò Yuriko.
"Già, bellissimo. Dov'è tuo marito?"
"Non ce l'ho."
E le raccontò com'era andata.
"Che stronzo!" proruppe Chen.
"Sì, p proprio, Il tuo, invece?"
"Dovrebbe arrivare a momenti, è andato a caccia. Oh, eccolo!"
Yaxo arrivò con qualcosa in bocca e lo mandò giù.
"Hai fatto amicizia?" chiese alla moglie.
"Sto facendo conoscenza con questa sirena. E guarda i nostri figli!" esclamò.
"Giocano insieme, è un buon segno. Significa che stanno facendo amicizia."
Gli adulti nuotarono insieme tenendo sotto controllo i piccoli, che ora si inseguivano.
"Tanto non mi prendi, tanto non mi prendi!" esclamava Lihi.
"Staremo a vedere"  rispondeva Yaru, e partiva all'inseguimento.
La prese, ma la volta successiva fu lei a farlo.
"Lihi!" la richiamò la mamma.
"È già ora di andare? i stavo divertendo."
"No, non è ora di andare. Volevo solo dirti che io scendo negli abissi per incontrare le altre sirene Tu vuoi venire con me o restare qui?"
"Preferisco restare" disse.
"Puoi tenermela per un po', Chen?"
"Certo, tranquilla."
Yuriko sorrise.
"Grazie."
Poi Yuriko scese sempre più in basso sul fondale marito, fino ad arrivare agli abissi. Le sue amiche la accolsero con baci e abbracci.
"Dov'è la tua bambina?" chiese una di loro.
Yuriko glielo spiegò. Molte sirene non sembravano nemmeno asiatiche, avevano i capelli biondi, gli occhi chiari e non a mandorla. Una le aveva spiegato che provenivano da un altro mare, il mare Adriatico, e che, dopo essersi trasformate in umane, erano venute lì in aereo per vivere in Giappone sia da umane che da sirene.
"E perché avete fatto questo viaggio?" aveva chiesto Yuriko.
"Volevamo fare questo viaggio, e comunque ogni tanto torniamo per vedere le nostre famiglie e le sentivamo per telefono e via Skype" aveva detto un'altra.
Yuriko era rimasta affascinata. Avrebbe voluto esplorare il mare da cui provenivano le sue amiche e anche tanti altri, ma per il momento, con una bambina così piccola, non se la sentiva di fare viaggi lunghi e di scombussolarla troppo anche con i fusi orari.
Le sirene si riunirono in cerchio  e iniziarono a cantare. La loro voce, melodiosa e meravigliosa, si spanse per tutto il mare. Le sirene si misero a ballare, leggiadre. l'una al fianco dell'altra o a coppie. Era un modo per omaggiare lo Spirito del mare, che vegliava su di loro e le proteggeva quand'erano in acqua. Dopo diversi canti e danze si fermarono, senza fiato, e il rituale ebbe fine.
"Torno da mia figlia" disse Yuriko. "Ci vediamo domani."
Quando Lihi la vide le nuotò incontro.
"Mamma!" esclamò abbracciandola.
"Ti sono mancata così tanto? Sono stata via solo mezz'ora."
"Mamma, dobbiamo andare via, c'è..."
"Yuriko?"
La sirena si girò al suono di quella voce tanto familiare e vide Liu, il suo migliore amico da tutta una vita Era scioccato nel vederla in quella forma.
Mi sono fatta scoprire pensò. Magari ora non vorrà più essere mio amico.
"L-Liu, posso spiegarti" balbettò la ragazza.
Intanto Lihi era tornata a giocare con Yaru e le due lontre adulte si  erano unite al gioco, per lasciare alla sirena e all'umano di parlare con calma.
"Che cosa?" tuonò lui. "Che sei una sirena e non me l'hai mai detto? E poi come fanno a esistere le sirene?"
"Esistono, e se ti mettessi la tuta da sub ti potrei mostrare cose alle quali ora non crederesti."
"Vado a prenderla" disse. "Sono dubbioso,  ma voglio fidarmi."
Quando fu pronto, entrambi si immersero.
"Allora riesci davvero a respirare sott'acqua" disse lui.
"Sì, e anche Lihi lo sa fare."
Scesero negli abissi e Yuriko presentò Liu a tutte le sue sorelle.
"Siete tutte sirene" mormorò lui. "È pazzesco, non riesco ancora a crederci."
Risalirono piano, perché Liu non poteva stare sotto l'acqua così profonda per tanto tempo.
Una volta su, Yuriko chiamo Lihi e le disse che sarebbero dovute uscire. Iniziava a far freddo e no voleva che si ammalasse. Yaru la salutò, con la promessa di rivedersi presto, e dopo che Chen e il marito ebbero detto ciao a Yuriko e Liu, i tre uscirono. Non appena toccarono la sabbia, le due si trasformarono in umane.
"Ma... wow!" esclamò Liu.
Yuriko vedeva che era scettico, ma sperava che con il tempo riuscisse ad accettare il fatto che le sirene esistevano eccome. Avrebbe voluto parlagli d'altro, ma si disse che era meglio farlo un altro giorno.
Si salutarono e tornarono ognuno a casa propria.
"Liu è arrabbiato, mamma?" chiese Lihi.
"No, è solo ce gli ci vorrà un po' di tempo per abituarsi al fatto che siamo sirene."
I giorno seguente, Yuriko portò Lihi dalla nonna e andò al lavoro. Come Liu, anche lei era un'insegnante, ma mentre lui insegnava inglese, lei lo faceva con il cinese. Mentre disegnava ideogrammi e spiegava cosa significavano ai bambini, qualcuno bussò alla porta.
"Avanti" disse Yuriko.
Era Liu.
"Vorrei parlarti" disse, si avvicinò a lei e sussurrò: "Di noi due."
"Non adesso, siamo a scuola. Una volta fuori, volentieri."
Quando venne l'ora del pranzo, i bambini mangiarono in classe assieme agli insegnanti. Nel loro istituto si faceva così, mentre il altri c'erano delle aree adibite a mensa.
"Bene bambini, ora puliamo la scuola."
I piccoli si divisero in gruppi. C0era chi spazzava i corridoi, chi puliva i bagni, chi si occupava di farlo con l'aula stessa, che aveva quaranta studenti. La pulizia della scuola era responsabilità degli insegnanti e degli alunni, in Giappone, quindi anche Yuriko si mise al lavoro. Ricordò che, quand'era incinta di Lihi, le veniva la nausea solo ad annusare l'odore del detersivo.
Una volta finito, tutti i bambini poterono tornare a casa con i genitori e Yuriko uscì da scuola. Liu la aspettava fuori dal cancello.
"Ciao" dissero all’unisono e scoppiarono a ridere.
"Come stai?" gli chiese la ragazza.
"Insomma, un po' frastornato per quello che ho visto ieri." Lasciò che gli ultimi insegnanti uscissero da scuola, poi chiuse il cancello alle loro spalle. "Sono ancora un po' scettico, ma dopo quello che ho visto ti credo."
"Quindi non sei arrabbiato con me?" esclamò Yuriko, con una voce che somigliava tanto a quella di una bambina.
"No, assolutamente. All'inizio sì, mi son chiesto come mai non me ne avessi mai parlato prima, dato che siamo migliori amici."
"Non volevo sconvolgerti, avevo troppa paura, ma hai ragione, avrei dovuto dirtelo prima. Ho ventisei anni, sono una sirena da quando sono nata e da quasi tutta una vita so trasformarmi in umana. Avrei dovuto essere sincera con te fin dall'inizio."
Liu le accarezzò una guancia.
"Non importa, ormai quel che è fatto è fatto."
"Liu, io... non so se è il momento giusto, ma c'è una cosa che ti vorrei dire" tentennò la ragazza.
"Ti ascolto."
"Io... io sono innamorata di te da qualche anno, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo. Tu non solo mi piaci, ma io ti amo. Ti amo perché sei dolce, sensibile, gentile, per come fai giocare Lihi, per mille motivi."
Si fermò e lasciò che Liu assimilasse il tutto. Sperò ardentemente che le avrebbe detto che anche lui era innamorato di lei, ma vedeva che era sorpreso. Non se l'aspettava.
"Beh," disse, con la sua voce calda e profonda, "è stata una dichiarazione perfetta. Se non l'avessi fatto tu, probabilmente io non ci sarei mai riuscito."
"Vuoi dire che..."
Liu prese Yuriko fra le braccia e la strinse a sé prima di baciarla. Fu una bacio casto, sulle labbra, che poi si approfondì.
"Anch'io ti amo" le disse. "Ti amo tantissimo."
Liu era nato in Italia e non ne sapeva molto del corteggiamento in Giappone, si era trasferito solo un anno prima e aveva studiato giapponese all'università. Aveva conosciuto Yuriko alle elementari, I suoi genitori erano giapponesi, ma vivevano in Italia e lei conosceva entrambe le lingue. Poi la ragazza si era trasferita in Giappone per l'università assieme ai genitori. Liu tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una scatolina che diede a Yuriko.
"Che aspetti? Aprila" la incoraggiò.
Lei lo fece con mani tremanti e si ritrovò fra le mani un anello d'argento con un diamante sopra.
"È bellissimo!" esclamò estasiata.
Lui glielo infilò all'anulare della mano destra.
"Ti piace davvero?"
"Sì, lo adoro. Allora direi che siamo fidanzati.
Sorrisero entrambi.
"Ma Liu, Lihi..."
"Per me è come una figlia, lo sai."
Yuriko sorrise.
"Grazie. Grazie per essere così buono con noi-"
Lui le accarezzò i capelli.
"Andiamo a prendere la bambina?" chiese.
"Sì."
Quando, una volta a casa, le dissero che si erano fidanzati, la piccola prese a saltare per tutto il salotto.
"Yay!" esclamava.
Liu la prese in braccio e fece il giro della stanza con lei sulle spalle, mentre Lihi rideva. Poi giocò con lei e le sue bambole, mentre Yuriko preparava la cena. Mangiarono e poi giocarono ancora assieme, a carte e con i peluche della bambina, che fingevano di far parlare.
 Quando fu ora di andare a letto, fu Liu a mettere il pigiama alla bambina.
"Dormi bene, piccola principessa" le sussurrò all'orecchio.
"Notte" rispose la piccola.
"Che ti avevo detto?" gli chiese Yuriko quando lui scese in salotto. "Sei dolce e bravo con lei."
I due si baciarono e la ragazza pensò che non avrebbe voluto essere in nessun altro posto al mondo in quel momento, nemmeno nel suo tanto amato mare. Perché aveva mostrato a Liu chi era davvero e lui aveva accolto quella scoperta senza respingerla o arrabbiarsi. E se non era amore questo, Yuriko non sapeva cos'altro potesse essere.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: crazy lion