Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: pampa98    18/10/2021    2 recensioni
[Storia scritta per la #JBWeek2021]
Pre-serie: Robert allontana Jaime dalla Guardia Reale e Tywin non si fa sfuggire l'occasione per trovargli una moglie.
Questa raccolta sarà composta da sette storie che percorrono l'evolversi del rapporto di Jaime e Brienne come marito e moglie. I titoli dei capitoli si riferiscono al tempo trascorso dal giorno delle nozze.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister, Tyrion Lannister
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Day 1: Flirting with swords

15 GIORNI DOPO

 

 

«Sei già stanca, donzella? Io ho appena iniziato.»
Brienne strinse le mani attorno alla sua spada, pronta a respingere gli attacchi del suo avversario.

«Non dire sciocchezze. Fatti sotto.»
Jaime Lannister le rivolse un inchino, il volto distorto in un sorriso di scherno. Lo odiava e non desiderava altro che strapparglielo dalla faccia, ma c’era una qualità di quell’uomo che non poteva negare: era un abile spadaccino. Probabilmente il migliore del regno, dal momento che Arthur Dayne non era più in vita. E lei, per quanto lo desiderasse, era ancora molto lontana dal suo livello.
«Sarà un piacere sbatterti a terra, di nuovo» le disse, prima di affondare verso di lei.
Brienne parò il colpo e i due iniziarono a danzare. Affondarono e pararono, cercando di prendere il comando a turno, desiderosi di raggiungere il piacere della vittoria per primi. Lo scambio equo ebbe breve durata: Jaime incalzò verso di lei, affondando con sempre maggiore intensità fino a costringerla contro il muro esterno del cortile nel quale si stavano allenando. Brienne tentò l’ultimo affondo, sperando di riuscire a ribaltare la situazione, ma Jaime le afferrò il braccio tenendolo fermo contro il muro, mentre la lama della sua spada premeva contro il collo della donna.
I loro sguardi si intrecciarono, i volti a pochi centimentri di distanza. Brienne si sentì avvampare. Si diede della stupida per quella reazione di fronte a qualcuno come lo Sterminatore di Re, tuttavia aveva dovuto constatare anche un’altra innegabile verità su Jaime Lannister: era l’uomo più bello che avesse mai visto.
È più bello anche di Renly, riconobbe. Nell’aspetto.
Se non fosse stato un arrogante spergiuro e regicida, forse Brienne sarebbe stata felice di essere sua moglie.
«Devi dire le due paroline, donzella» disse Jaime, distogliendola dai suoi pensieri. Brienne notò che l’uomo aveva uno sguardo strano, forse era infastidito dal ritardo della sua resa. Odiava doversi sottomettere a lui, ma la sua superiorità con la spada era innegabile.
«Mi arrendo» rispose tra i denti. Tanto bastò per farlo sorridere e allontanarsi da lei.
«Stai migliorando» disse, riponendo la spada nel fodero.
Brienne aggrottò le sopracciglia, sorpresa per quel… complimento?
«Non riesco ancora a batterti» mormorò.
Jaime rise.
«È ovvio. Hai buone potenzialità, Brienne, e sono certo che diventarai un’ottima spadaccina, ma non riuscirai mai a battere me
Brienne aggrottò le sopracciglia.
«Non sarei così sicura al tuo posto. Non intendo continuare a perdere.»
«Mi dispiace, vuoi che ti lasci vincere qualche volta? Non credo però che ti sarebbe utile.»
«Non osare perdere di proposito» disse, rinfoderando la spada. «Ti batterò perché diventerò migliore di te. Non sarà difficile: ci alleniamo tutti i giorni, presto o tardi imparerò i tuoi movimenti.»
Si rese conto troppo tardi che non era la cosa giusta da dire. Era stato il maestro di Castel Granito a sorprenderla ad allenarsi da sola e l’aveva subito scortata da suo marito per farla rimproverare. Con enorme sorpresa di entrambi, Jaime le aveva semplicemente chiesto se avesse una spada sua e il mattino seguente Brienne ne aveva trovata una di ottima fattura adagiata sul suo letto accanto a un biglietto che le diceva di andare nel cortile di addestramento. Jaime aveva accolto con piacere la notizia che sua moglie fosse una spadaccina, “nemmeno troppo mediocre” come aveva detto dopo il loro primo incontro, ma era l’unico che avrebbe accettato di allenarsi con lei e Brienne, per quanto odiasse la sua compagnia, non voleva perderlo.
«Hai ragione» concordò Jaime.
«N-No, non intendevo...»
«Vuol dire» proseguì, ignorandola, «che dovrò migliorare ancora di più.»
Brienne sgranò gli occhi.
«Potresti farlo?»
Serrò le labbra troppo tardi. C’erano occasioni in cui riusciva a malapena a far uscire le parole di bocca – come al loro matrimonio, in cui tra la rabbia e l’agitazione, si era impappinata su buona parte delle promesse. Jaime era andato avanti, coprendo i suoi errori, e Brienne lo aveva trovato un comportamento molto cavalleresco da parte sua. In altre, invece, parlava più del necessario.
«Allora non pensi che sono, come avevi detto?, “uno spadaccino come un altro che si vanta perché circondato da persone…”»
«Va bene, va bene!» esclamò, arrossendo. «Sei… Sei bravo.»
«Mmm, forse puoi dirmi anche qualcosa in più?»
«È il massimo a cui accetto di sbilanciarmi per uno come te.»
Il sorriso di Jaime svanì. Brienne non se ne curò: credeva che solo perché aveva riconosciuto una sua qualità oggettiva, avesse dimenticato la mostruosità che aveva compiuto?
«Suppongo di sì» commentò l’uomo. Il suo tono si fece scontroso, come accadeva ogni volta che toccavano l’argomento Aerys, più o meno direttamente. «Ora ti consiglio di andare a lavarti, lady Lannister. Sudata sei ancora più inguardabile del solito.»

   
 
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