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Autore: _Misaki_    18/10/2021    3 recensioni
Tra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperare una micro SD che contiene preziose informazioni sulle attività estere di una nota organizzazione mafiosa. All'inizio sembra un gioco da ragazze, ma la situazione si complica quando il nemico, ex collaboratore della loro stessa agenzia, ordina ai propri sottoposti di ucciderle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 DANGEROUS
 
- Cap. 34 -



 
  
 
 
 
   Da quando aveva cominciato a lavorare a tempo pieno come agente, Dawon non riusciva più a vedere Wendy con la stessa frequenza di prima. La sera del giorno precedente era rientrato da una missione all’estero, così quella mattina aveva pensato di passare a salutare la sua ragazza a lezione. Diede un’occhiata all’orologio e si accorse che era già tardi. Gli allenamenti sarebbero iniziati in pochi minuti e ora che abitava in un vero appartamento e non più nel dormitorio dell’associazione avrebbe dovuto prendere la macchina per raggiungerla. Ci sarebbe voluto almeno un quarto d’ora. Dopo averci riflettuto un attimo, decise di fare comunque un tentativo. Se fosse arrivato a lezione iniziata si sarebbe trovato qualcosa da fare nell’attesa e l’avrebbe raggiunta per pranzo. Indossò il giubbotto nero che teneva sull’appendiabiti dell’ingresso, si infilò le scarpe, controllò di avere in tasca le chiavi dell’auto e uscì.
   Arrivato davanti alla palestra in cui si sarebbe tenuta la lezione, notò che la porta era ancora aperta ed entrò.
   «Buongiorno.» lo salutarono gli allievi, facendo anche un inchino in segno di rispetto. L’insegnante non c’era.
   «Ciao ragazzi. Non è ancora arrivata Wendy?»
  «No, non ancora.» si fece avanti un allievo un po’ più spigliato degli altri.
   «Strano… doveva essere arrivata quasi mezz’ora fa. Di solito è puntuale, no?»
   «Sì. Non è mai arrivata in ritardo.»
   «Umm… io resto nei paraggi, se non arriva fatemelo sapere.» Dawon congedò gli allievi di Wendy e si incamminò per i corridoi dell’associazione. Si diresse alle macchinette vicino all’ingresso, pensando che potesse essere lì, ma non la incontrò. Forse mezz’ora di ritardo non era poi così tanto, ma più i minuti passavano, più iniziava a temere che le fosse successo qualcosa. Prese il cellulare e provò a chiamarla, ma lei non rispose, il suo telefono risultava spento. In quel momento il ragazzo cominciò a preoccuparsi seriamente che si fosse sentita male o che le fosse capitata qualsiasi altra cosa. Uscì di corsa dall’associazione e provò a percorrere a ritroso la strada che Wendy faceva ogni mattina per andare al lavoro. Nulla, non c’era traccia di lei. Si spinse fino al suo appartamento e provò a entrare, ma anche lì non c’era nessuno. Improvvisamente sentì squillare il cellulare. Lo prese velocemente dalla tasca dei jeans e controllò il numero sul display nella speranza si trattasse di Wendy, ma si sbagliava. Era una chiamata di lavoro, perciò rispose ugualmente.
   «Agente Dawon?» lo chiamò la segretaria di L dall’altro capo del telefono.
   «Sì, mi dica.»
   «La prego di presentarsi nell’ufficio di L il prima possibile. Si tratta di una questione della massima importanza.»
   «Sono nei pressi dell’associazione. Arrivo subito.» non aveva idea di cosa si trattasse, ma aveva come un brutto presentimento. Si affrettò a richiudere la casa della ragazza e si diresse all’ufficio di L.
   Una volta arrivato vide che oltre a lui erano stati convocati anche Taeoh, Daeju, Iris, May e Minho.
   «Ragazzi, che sta succedendo?» chiese preoccupato.
   «Non lo sappiamo neanche noi.» rispose Taeoh. Dopo pochi minuti, L li fece entrare. Non aveva predisposto alcuna sedia e dopo aver fatto cenno alla segretaria di lasciare l’ufficio si era preoccupata anche di chiudere le tende. Doveva trattarsi di una questione urgente oltre che molto importante.
   Senza indugiare in formalismi, L girò verso di loro lo schermo del computer e fece partire un video. Quello che videro li lasciò spiazzati. C’era Wendy, imbavagliata e legata a una sedia, priva di sensi. Improvvisamente fece la sua comparsa sullo schermo il volto di Ray.
   «Ciao, ciao L… è un po’ che non ci si vede eh? Indovina un po’? Ho preso in ostaggio una tua cara agente. O forse non è più un’agente? Bah, che importa? Se non lo avessi già capito sto chiedendo che mi vengano restituiti i miei collaboratori. Tutti, nessuno escluso! Ti do tempo fino alle dieci di stasera, altrimenti…» il video mostrava Ray che si avvicinava a Wendy, le tirava la testa indietro afferrandola per i capelli e le puntava la lama di un coltello al collo «la tua preziosa agente farà una brutta fine. E ti assicuro che non sarà l’ultima!» Il video si concludeva con Ray di nuovo in primo piano che ribadiva l’ora dell’incontro e dava appuntamento a Iris, May e Minho in un’area dismessa di Seoul per effettuare lo scambio.
   Gli agenti convocati si scambiarono sguardi preoccupati. Nessuno di loro si capacitava di come potesse essere successa una cosa del genere. Soprattutto Dawon stava facendo seriamente fatica a mantenere i nervi saldi. Fosse stato per lui sarebbe corso immediatamente da Ray per liberare Wendy.
   Senza indugiare, L rimise a posto lo schermo del computer e prese la parola.
   «È evidente che Ray deve aver seguito Wendy e studiato le sue abitudini per poi rapirla. Ciononostante, dubito fortemente che i suoi informatori abbiano intuito che i suoi ex collaboratori non gli sono più fedeli.»
   «Non abbiamo mai accennato a nulla quando eravamo ancora sotto il suo comando.» confermò Taeoh. «Siamo stati direttamente imprigionati e abbiamo seguito gli allenamenti di Wendy senza avere più alcun contatto con lui.»
   «Ne sono certa.» confermò L «E credo anche che Ray si sia messo sulle vostre tracce solo di recente.»
   A tutti venne spontaneo pensare che fosse un ragionamento piuttosto logico. Di sicuro doveva aver avuto il tempo di trovare nuovi collaboratori fidati e, anche se questo teoricamente L non doveva saperlo, se si fosse messo sulle tracce di Wendy prima che Dawon fosse diventato un agente avrebbe di sicuro notato che si frequentavano e non avrebbe richiesto indietro “tutti i suoi agenti” scoperto il tradimento. Per tutti questi mesi doveva aver preparato la sua vendetta e alla fine era riuscito a trovare l’anello debole della catena proprio in Wendy, che era l’unica tra le agenti coinvolte ad avere una vita con orari regolari e prevedibili e che frequentava ancora l’associazione e i suoi dintorni.
   «Come facciamo?» chiese Dawon, impaziente di entrare in azione. Aspettare fino alle dieci gli sembrava improponibile. Si sentiva come se la preoccupazione lo avrebbe ucciso durante l’attesa.
   «Esattamente come ci ha chiesto.» rispose L.
   Gli agenti la guardarono con sguardi sbigottiti.
   «Ha intenzione di restituirci a Ray?» chiese allarmato Daeju.
   «Ho mai lasciato qualcosa al caso?» replicò L «Siete ancora miei sottoposti, perciò farò solo finta di riconsegnarvi. Al contrario, questa sarà una nuova missione per voi. In più, sarà un’ottima occasione per testare la loro fedeltà.»
   La porta dell’ufficio si aprì e fecero la loro comparsa Jiho e Minki.
   «Da quando si sono arresi, anche loro hanno scelto di essere reimpiegati nelle mie forze. Certo, non sono adatti come agenti al momento, ma possono comunque dimostrare le loro buone intenzioni restando dalla nostra parte. In più libererò anche Buffy e James. Saranno utili per rendere il tutto più realistico. Naturalmente loro non sanno chi è stato scarcerato e chi no, quindi vi manderò tutti insieme come se foste ancora alleati di Ray, scortati da Iris, May e Minho. Una volta effettuato lo scambio, anche se Buffy e James continueranno a dimostrarsi avversari, voi vi troverete quasi sicuramente in superiorità numerica e sarà più semplice catturare Ray e i suoi sottoposti.»
   «È troppo rischioso!» provò a obiettare Iris.
   «È sempre stato rischioso il vostro lavoro.» ribadì L «Questa è un’occasione d’oro che non possiamo lasciarci sfuggire. Vorrebbe dire annientare definitivamente la mafia di Ray. Senza il suo comando l’intero business fallirà e si dissiperà nel nulla.»
   «Ma non abbiamo alcuna certezza che Ray si presenterà sul luogo dello scambio!»
   «Io credo proprio che ci sarà. Hai pensato a perché ha chiesto esplicitamente che siate voi tre a presentarvi sul luogo dello scambio?» chiese L, riferendosi ai suoi tre vecchi agenti.
Iris ci pensò per un attimo e poi la risposta le fu chiara.
   «Per vendicarsi?»
   «Esattamente. Vuole recuperare la vecchia squadra e portare a termine l’omicidio che ha pianificato già molti mesi fa.»
   «Anche se così fosse, Wendy è già in mano sua, ma perché non convocare anche Lizzy?» osservò May.
   «Semplice, ora che è fuori servizio e vive a casa dei genitori, Lizzy è molto facilmente reperibile e sicuramente sanno in che condizioni si trova, perciò immagino non la reputino pericolosa. Allo stesso tempo, però, può essere che tenteranno di eliminarla in un secondo momento.»
   «Ma allora è in pericolo!»
   «Tranquille, ho pensato anche a questo. Ho già inviato una squadra sul luogo per proteggerla e al momento sta bene. Allora, vi ho convinti?»
   Gli agenti si guardarono tra di loro con aria preoccupata. Non sarebbe stato facile. Su Taeoh, Dawon e Daeju potevano contare, ma avrebbero comunque avuto contro Buffy, James, Ray e chissà chi altro. Per non parlare del fatto che non avevano idea da che parte si sarebbero schierati Jiho e Minki una volta arrivati sul campo.
   «Anche se non vi avessi convinto, il capo sono io, quindi niente obiezioni. Andate immediatamente a prepararvi alla missione. Questa è un’ottima chance, ma se il piano non andrà in porto ci ritroveremo con tutte le nostre carte scoperte e sarà un disastro. Non possiamo permetterci di fallire.»
   A quel punto tutti i presenti annuirono, anche se col cuore un po’ pesante, e lasciarono l’ufficio. Era il momento di unire le forze e prepararsi a liberare Wendy.
 
 
 
 
 
 
 *** 
 
 
 
 
 
   Dopo varie discussioni e piani d’azione rivisti e migliorati, erano giunte le nove di sera. Tutti gli ex alleati di Ray erano stati ammanettati e fatti salire insieme a Buffy e James, nelle stesse condizioni, sul furgone che li avrebbe condotti al luogo dello scambio. Alla guida, Minho si stava addentrando con cautela nelle strade sconosciute che li avrebbero condotti nell’area dismessa, e quindi isolata e protetta da sguardi esterni, indicata da Ray.
   Arrivarono un po’ in anticipo e attesero l’arrivo del nemico rimanendo all’interno dell’autovettura. Alle dieci e dodici minuti tre macchine raggiunsero il luogo e si posizionarono davanti al furgone dell’associazione. Al loro interno si potevano scorgere le sagome di Ray, tre complici e Wendy, seduta sul sedile posteriore di una delle auto. Gli agenti preferirono attendere che fosse lui a fare la prima mossa. Infatti così fu. Ray scese dall’auto di cui era alla guida, forte del fatto che gli agenti di L non gli avrebbero mai sparato a tradimento da lontano. I tre complici si comportarono allo stesso modo e uno di loro fece scendere dall’auto anche Wendy, imbavagliata e con le mani legate dietro alla schiena, conducendola in mezzo a loro mentre la teneva ben salda per un braccio e le puntava la pistola alla tempia. Colto il segnale anche Iris, May e Minho scesero dal loro mezzo.
   «Buonasera…» disse Ray, in tono sarcastico «dove sono i miei ragazzi?»
   «All’interno della vettura.» rispose Iris «Su ordine di L sono tutti presenti.»
   «Ottimo!» esultò il nemico. Dalla sua espressione si capiva chiaramente che stava ritenendo L una perfetta idiota. «Bene, consegnatemeli prima voi, o non se ne fa niente.»
   «Cominciate a non rivolgere la pistola contro la nostra collega!» ordinò Iris. «Altrimenti niente scambio.»
   Naturalmente Ray se lo aspettava. Fece cenno al suo sottoposto di abbassare le armi. A quel punto May fece uscire tutti i ragazzi dal furgone, ancora ammanettati.
   «I vostri alleati sono in superiorità numerica, mentre la nostra collega è da sola e in condizioni di svantaggio, perciò non possiamo accettare di consegnarvi prima tutti i nostri ostaggi.» ordinò Minho. Ray sembrò agitarsi. «Ma ho pensato a un compromesso. Mandiamo avanti gli ostaggi da soli, contemporaneamente.»
   «Quanto siete complicati…» sbuffò Ray «E va bene, mandateli avanti.»
   Appena i ragazzi cominciarono a camminare verso di Ray, il complice ordinò a Wendy di dirigersi verso i suoi alleati, spintonandola da dietro alla schiena. Appena la ragazza fu lontana di un paio di metri, però, il suo aguzzino puntò la pistola nella sua direzione. In un secondo anche i tre agenti di L estrassero le pistole.
   «Se sparate a Wendy è finita!» li ammonì Iris.
   «Stai tranquilla ragazzina, mi sembri un po’ agitata.» la schernì Ray, mettendo una mano sopra a quella dell’uomo con la pistola e facendogli cenno di abbassarla. Il sottoposto eseguì l’ordine. Pochi attimi dopo gli ostaggi raggiunsero indenni ognuno la propria squadra.
   «Wendy, stai bene?» le chiese Iris, togliendole immediatamente il bavaglio.
   «Si, maledizione!» imprecò lei, ancora incredula per quell’assurda situazione. Aveva anche una sete pazzesca. L’avevano tenuta legata su quella scomodissima sedia tutto il giorno e non le avevano dato né da mangiare né da bere per ore.
   «Le chiavi!» ordinò Ray da lontano. Gli agenti si scambiarono uno sguardo d’intesa. Erano quasi certi del fatto che appena il nemico avesse rimesso in libertà i suoi complici avrebbe ordinato loro di attaccarli e possibilmente ucciderli, forte del fatto che gli agenti si trovavano in netta inferiorità numerica.
   Minho prese un sacchetto con all’interno le chiavi delle manette e lo lanciò verso di Ray, che lo afferrò al volo. Nel frattempo, Iris liberò i polsi a Wendy con un pugnale.
   «Bentornati.» sogghignò Ray ai suoi scagnozzi, liberandoli uno ad uno dalle manette.
   «Capo, sei venuto a salvarci!» esclamò Buffy. Lui e James erano euforici, mentre gli altri si limitarono a fingere una reazione di felicità più pacata.
   «Non è tempo di festeggiare! Sapete cosa fare! Ammazzate gli agenti!» ordinò all’improvviso, facendo segno ai suoi seguaci di lanciarsi all’attacco. L ci aveva visto giusto, non era nient’altro che il proseguimento del piano di vendetta di Ray.
   «Oh, non credo proprio.» lo fermò immediatamente Dawon, tirandogli un pugno in pieno volto. Quello fu il segnale che lo scontro aveva avuto inizio. Taeoh si avventò prontamente contro James, mentre Daeju si occupò di Buffy. A quel punto anche Jiho e Minki scelsero definitivamente da che parte stare e si affrettarono a tenere impegnati due dei tre complici. Al terzo ci pensò Minho, che nel frattempo aveva raggiunto la folla.
   «Ma che cazzo… sta succedendo?!» urlò Ray incredulo.
   «Sei proprio cretino… nemmeno ti sei accorto che avevi già perso la nostra fiducia da molto tempo!» gli fece notare Dawon, urlandogli contro tutto il suo disprezzo. Dopo tanti anni di servizio aveva voluto rimpiazzarli con dei ragazzini incapaci, li aveva fatti seguire dimostrando di non fidarsi di loro e per lui questo era sempre stato inaccettabile.
   «Che stai dicendo? È uno scherzo?» chiese indietreggiando.
   «Tu che dici?» continuò a colpirlo.
 
   I tre alleati sconosciuti erano stati messi al tappeto in pochi minuti e ammanettati da Iris e May, che nel frattempo erano andate a prestare soccorso ai colleghi. Buffy e James erano stati un po’ più restii a cedere, ma fermarli non era risultato un problema per Taeoh e Daeju, che se l’erano cavata egregiamente. L’unico avversario temibile sembrava essere Ray, ma nessuno osava mettersi tra lui e Dawon. Sapevano perfettamente che per lui questo scontro si era in parte trasformato in una questione personale per aver rapito e tentato di sparare a Wendy. Se all’inizio Dawon sembrava in vantaggio, un attimo dopo si era ritrovato scaraventato a terra. Senza indugiare si era rialzato e aveva ricominciato ad attaccare Ray. Dopo un susseguirsi di attacchi incassati, lanciati o andati a vuoto da entrambe le parti, ad un certo punto Dawon riuscì a colpire l’avversario alla bocca dello stomaco, costringendolo a piegarsi su se stesso. Senza esitazione lo calciò, buttandolo faccia a terra. Si sedette sopra di lui e gli tirò indietro le braccia con forza, ammanettandolo.
   «Fine dei giochi.»
   «Bastardo! Siete tutti dei bastardi! Io mi fidavo di voi!»
   «Ma quando mai…» gli fece notare Taeoh che si trovava non molto distante, pronto a intervenire in caso di bisogno.
   «Lasciatemi! Non potete farmi questo! I miei alleati vi verranno a cercare! Siete spacciati!»
   «Mi sembra un po’ rumoroso questo…» disse Dawon, che ancora lo teneva fermo a terra, aspettando che smettesse di divincolarsi. Stanco di attendere gli tirò un colpo secco dietro alla nuca, facendogli perdere i sensi. «Molto meglio, pensaci tu, Taeoh.» lasciò il peso morto in carico all’amico e corse da Wendy, ansioso di sapere come stesse.
   «Wendy!» la chiamò da lontano, per poi andarle incontro «Stai bene? Ti hanno ferita?» le chiese, osservandola con sguardo preoccupato.
Vedendolo così in apprensione per lei, Wendy non poté fare a meno di sorridere e provare un certo senso di tenerezza.
   «Solo molto assetata e affamata, ma sto bene… tu piuttosto, guarda come sei conciato!» disse, asciugando un rivoletto di sangue che era sceso da un taglio sulla sua guancia. Solo in quel momento Dawon si rese conto che di botte ne aveva date ma ne aveva anche prese parecchie e iniziò a sentire dolore ovunque.
   «Ahi, ahi, sono vecchio… dovrai accudirmi per un po’, guarda come mi hanno ridotto!» scherzò.
   «Ma smettila, scemo!» rispose lei, ridendo e dandogli una pacca sulla spalla. Per tutta risposta lui la abbracciò teneramente.
   «Ho davvero avuto paura di perderti questa volta.»
   «Per chi mi hai presa? Non mi sarei certo fatta annientare così facilmente!»
   «Lo so, lo so…» rispose lui, senza lasciarla andare.
   Nel frattempo, tutti i criminali erano stati ben immobilizzati e caricati sul furgone, pronti per essere spediti nelle carceri del quartier generale di L.
   «Piccioncini, vi lasciamo qua o venite?» Taeoh interruppe la coppia facendo loro cenno di entrare.
   «Che vuoi?» lo guardò male Dawon, per poi entrare nel furgone subito dopo di Wendy.
   Le auto di Ray sarebbero rimaste lì per un po’. Non sarebbe stato un problema mandare qualcun altro dell’associazione a recuperarle.
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
   Una volta consegnati i criminali all’associazione, il compito degli agenti era terminato. Persino L aveva atteso fino alla fine delle operazioni per poter verificare di persona che fossero tutti incarcerati e messi sotto stretta sorveglianza. Dopo tanti anni, così, aveva rivisto in volto quello che era stato uno dei suoi agenti più talentuosi, ma anche più spregiudicati e immorali e che più di dieci anni prima era stata costretta a licenziare a causa della quantità intollerabile di regole infrante, che in un paio di casi avevano portato anche a vittime innocenti. Da allora, Ray aveva iniziato a lavorare nell’ombra, cercando di realizzare quella che era la sua idea di giustizia. Aveva reclutato dei giovani ragazzi con la promessa di un futuro brillante per poi sottoporli ad allenamenti estenuanti e isolarli da tutti, famiglia e amici. Infine, aveva disatteso le promesse fatte loro e li aveva esposti ai pericoli della criminalità organizzata anziché impiegarli per i nobili scopi come aveva loro promesso. Negli anni il suo business aveva messo radici a Seoul e si era espanso in molte altre città e paesi. L era sempre stata consapevole di ciò di cui Ray era capace, ed era ben consapevole che prima o poi sarebbe arrivato il momento di fermarlo. E infatti così era stato.
 
   Una volta conclusasi l’intera vicenda si era fatta notte fonda e finalmente L aveva congedato gli agenti che avevano partecipato alla missione. Jiho e Minki avevano finalmente dimostrato la loro fedeltà, perciò nei giorni a venire avrebbe dato loro la possibilità di essere allenati e reimpiegati all’interno dell’associazione, mentre per gli altri tutto sarebbe proseguito come sempre.
   «È finitaaa!!!» esclamò Taeoh appena furono usciti dall’associazione, sollevando improvvisamente Iris per i fianchi e facendole fare un giro.
   «Piano, piano!» lo rimproverò lei, colta alla sprovvista, mettendo le braccia intorno al suo collo per sorreggersi.
   «Siete proprio euforici!» osservò Wendy, notando che anche gli altri due ragazzi erano un po’ su di giri.
   «Per noi rappresenta la fine di una via che ci sembrava senza uscita.» spiegò Dawon «A differenza di Buffy e James, che sono arrivati quando Ray era già un noto mafioso, all’inizio noi ci eravamo schierati con lui perché ci aveva promesso che lo avremmo affiancato nel combattere la criminalità, ma come già sapete è successo tutto il contrario… e quando hai speso la tua vita a servirlo non puoi pensare di uscire tanto facilmente dal suo giro.»
   «Già… quindi essenzialmente voi siete state la nostra seconda chance, l’opportunità di fare le cose nel modo giusto questa volta.» puntualizzò Taeoh, riferendosi alle tre agenti.
   «Bene, se non vi dispiace io mi incammino con Wendy… sai non vorrei mai che la rapissero di nuovo!» disse Dawon, mettendo un braccio intorno alle spalle della ragazza.
   «Non sono così sprovveduta!» provò a protestare lei.
   «Su, su, andiamo.» la prese un po’ in giro il ragazzo. Dopodiché i due salutarono i colleghi e si incamminarono verso casa della ragazza. Per quella sera sarebbe rimasto con lei.
   In quel momento, nel buio videro una macchina nera parcheggiare vicino all’ingresso. Una persona scese e si diresse nella loro direzione. Era Shion di ritorno da una missione.
   «Ciao!» li salutò «Anche voi avete finito a quest’ora?»
   «Eh già.» rispose May. «Come mai qui in associazione?»
   «Devo consegnare un po’ di scartoffie prima di tornare a casa.» rispose, indicando una cartelletta che teneva in mano in cui c’era il report dell’ultima missione «Vuoi venire da me dopo, May?» provò a chiedere, nonostante fosse già l’una di notte.
   «Va bene!» rispose contenta lei. Questo appuntamento imprevisto era proprio quello che le ci voleva per distendere i nervi e ricaricare le energie «Allora vi saluto.» disse poi, rivolgendosi al resto del gruppo «Accompagno Shion e torno con lui!» Lo prese a braccetto e si incamminò con lui all’interno dell’edificio dell’associazione.
   «Ok, buona notte!» le rispose Iris. Dopodiché Iris, Taeoh, Daeju e Minho scesero nel parcheggio sotterraneo dell’associazione, dove avevano lasciato le loro auto.
   «A questo punto vi saluto anche io.» disse Minho, prendendo le chiavi della propria macchina «Ci si vede!»
   I tre rimasti lo salutarono e salirono sull’auto di Iris, dirigendosi verso il palazzo con le vetrate in cui si trovava l’appartamento della ragazza e, da quando erano agenti a tutti gli effetti, anche quello di Taeoh, Daeju e Dawon. Una volta entrati nell’edificio, presero l’ascensore e, raggiunto il ventesimo piano, Iris prese per mano Taeoh e scese, portandolo con sé.
   «Ehi, ma tu non devi scendere qui! Il nostro appartamento è al piano di sopra!» provò a protestare Daeju. Taeoh sollevò leggermente la mano, ancora stretta a quella di Iris.
   «Che vuoi farci, mi sembra un chiaro invito a restare…» lo prese un po’ in giro.
   «Uffa! Ma perché sono l’unico solo?»
   «Non è colpa mia se ti scegli ragazze troppo giovani che stanno ancora seguendo gli allenamenti e hanno il coprifuoco.»
   Da qualche giorno, finalmente, Daeju aveva trovato il coraggio di fare un passo avanti ed era così iniziata la sua relazione con la giovane Luna, l’allieva di SolHee.
   «Ma se me l’hai detto tu di non mollare che l’età è solo un numero!»
   «Ciao, ciao Daeju!» Taeoh scacciò definitivamente il povero collega selezionando per lui il numero sul display in modo che le porte si richiudessero e l’ascensore se lo portasse via.
   «Non sarai stato un po’ troppo cattivo?» lo punzecchiò Iris.
   «Nah, se la caverà.» rispose Taeho, mentre la ragazza digitava il codice di accesso sul display. Senza badare ulteriormente sulla solitudine di Daeju, i due entrarono nell’appartamento.
 


   Fine cap. 34
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   E dopo ben 34 capitoli, Ray è stato sconfitto e le coppie hanno finalmente la loro felicità!!!
   Ma c'è ancora un ultimo capitolo prima che sia tutto conluso per davvero, restate con me fino alla fine~
   Ci sono alcuni aspetti del background dei personaggi che avrei voluto approfondire meglio, perciò sono in programma anche due extra, che devo ancora decidere se pubblicare di seguito o sepatatamente. Uno è già pronto, mentre l'altro spero di avere presto il tempo di scriverlo.
    Ci vediamo presto! Con il 35esimo e ultimo capitolo di questa long durata quasi un anno e mezzo <3

   Misa
  
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