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Autore: ArrowVI    19/10/2021    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 12-3: Notte Cremisi [3-3]



Quando Astarte aprì di nuovo gli occhi, si guardò lentamente intorno con sguardo confuso, per poi osservare intensamente le sue stesse mani con occhi increduli.

La sua vista era chiara eppure, per qualche momento, le sembrò quasi come se ciò che stesse vedendo non fosse reale.
Prese un profondo respiro, poi posò il suo sguardo su Ehra.


<< Dove mi trovo? >>
Le domandò, con un tono calmo e stanco.

<< Con chi sto parlando? >>
Controbatté la donna, pronta a difendersi in qualunque momento.



Il demone non rispose.
Lentamente si guardò ancora una volta intorno, posando poi il suo sguardo sul soldato alla sua destra, una persona che conosceva fin troppo bene.
Il suo aspetto era diverso, da quello che era ancora impresso nella sua mente... Eppure lo riconobbe in un istante.

<< Ti ricordavo diverso, Andrew. >>
Non appena Andromeda sentì quelle parole, i suoi occhi s'illuminarono come quelli di un bambino che ha ritrovato sua madre dopo averla persa per le strade.
Per qualche istante balbettò ma, alla fine, riuscì a risponderle.

<< Lilith, sei davvero tu?! >>
Esclamò il soldato, non riuscendo davvero a credere che la persona davanti a se fosse veramente lei.

<< Più o meno... >>
Rispose il demone, con una voce debole, poi posò ancora una volta il suo sguardo su Ehra, notando fosse ancora piuttosto tesa.

<< Quello è il mio nome. Potrei sapere cosa sta succedendo e cosa volete da me? >>
Domandò subito dopo.



Realizzando che il rituale avesse funzionato, e che il demone ora in controllo del corpo di Astarte non avesse cattive intenzioni, Ehra tirò un sospiro di sollievo.
Ciononostante, il peggio non era ancora passato. Anzi, sapeva che, se il necromante fosse qualcuno di molto abile, neanche la sua barriera sarebbe stata in grado di mascherare completamente i suoi tentativi.

Il tempo a loro disposizione era poco, ed Ehra avrebbe dovuto farne l'uso migliore che poteva.

<< So tu abbia molte domande... >>
Disse la donna, mentre Lilith ascoltò in silenzio con uno sguardo stanco e confuso.

<< Ma, ho paura che non abbiamo abbastanza tempo per rispondere entrambe a tutte le nostre domande. >>
Aggiunse subito dopo.
Quella risposta non sorprese Lilith.

Ridacchiò in silenzio, posando poi il suo sguardo sul soffitto.

<< Ne sono cosciente. >>
Le rispose, con un sorriso amaro in volto.

<< Potresti rispondere ad alcune nostre domande? >>
Quella richiesta, Lilith non l'accetto subito.
Posò il suo sguardo intenso sulla donna, uno sguardo non minaccioso ma, ciononostante, non meno intenso.


<< Perché dovrei farlo? >>
Le rispose.
Quelle parole lasciarono Ehra perplessa per qualche istante.
Sapeva che non sarebbe stato facile, ma stavano sprecando tempo prezioso per provare a convincerla.

<< Le informazioni che volete da me... Hanno a che fare con i miei compagni, non ho forse ragione? >>
Disse la donna.

<< Per quale motivo dovrei tradirli? >>
Aggiunse subito dopo.



Ehra scosse il capo, cogliendo Lilith alla sprovvista.

<< Non vogliamo informazioni su di loro. >>
Le disse, con uno sguardo fermo sulla donna davanti a se.

<< Ciò che vogliamo chiederti è... Sappiamo che sei morta nella Notte Cremisi e riportata in vita tramite una Pietra Filosofale. Chi l'ha fatto? Perché? Cosa è successo quella notte? >>
Davanti a quelle domande, Lilith non aprì bocca per qualche istante.
Riprese a fissare il soffitto con uno sguardo preoccupato, visibilmente scossa semplicemente ripensando a quegli avvenimenti che rimasero così profondamente impressi nella sua mente anche dopo così tanto tempo.


Poi una voce a lei familiare attirò la sua attenzione.

<< Lilith, ti prego. >>
Le disse Andromeda, avvicinandosi lentamente a lei e toccandole una mano.

<< Se puoi, aiutaci. >>



Con un sorriso forzato, Lilith ridacchiò per un istante, poi quella risata venne tradita dalle sue stesse emozioni, mandandola in frantumi.
Prese un grosso respiro, trattenendo le sue emozioni e voltandosi verso Ehra.

<< Sei fortunata. >>
Le disse.

<< C'è un comune denominatore a tutte quelle domande. >>
Continuò, lasciando i presenti con sguardi confusi e incuriositi.


Bastò un nome a far congelare il sangue nelle vene dei presenti, un nome al quale sarebbe seguito un racconto che nessuno dei presenti sentì mai, prima d'allora, in vita loro. 


<< Lucifer. >>





"Quel giorno, Bael ci ordinò di radunarci tutti nella sala dove era solito discutere insieme ai suoi Generali. Quel giorno sembrava essere più deciso del solito.
Ci disse che "oggi ci riprenderemo ciò che ci è stato tolto ingiustamente", che "oggi torneremo nel Giardino".

La gran parte dei Generali era felice di sentire quelle parole, anche se molti rimasero scettici.
Tra gli scettici, c'erano tre demoni in particolare che spiccavano.

Minerva, la sorella maggiore di Azael che, a quel tempo, era il terzo demone più forte in circolazione, seconda solamente a Lucifer e Amon.
Mephist, il fratello più piccolo di Bael e Lucifer che, nonostante non fosse il più abile nei combattimenti, era decisamente tra i più intelligenti del gruppo.
E Lucifer in persona, fratello di Bael e Mephist, secondo in comando.

Più e più volte loro si scontrarono in accesi dibattiti con Bael, cercando in tutti i modi di convincerlo che quella strada non fosse la più pratica... Ma, tutte le volte, Bael ordinò semplicemente loro di "stare al loro posto".


Bael era il comandante. Le sue decisioni erano leggi, il suo volere era indiscutibile. La sua forza era ineguagliabile.


Tra gli scettici, c'ero anche io.

Molti videro il piano di Bael come un suicidio, ma nessuno ebbe mai il fegato di dirglielo in faccia, tranne loro tre.
Il piano, in teoria, era molto semplice: usare il potere di una Pietra Filosofale per aprire un portale da Gaia al Giardino, un portale dal quale tutti i demoni sarebbero passati
per scontrarsi ancora una volta con coloro che ci cacciarono.

Questa parte di storia non ha importanza, e non ho tempo per raccontarvela... Se volete saperne di più, vi conviene chiedere a qualche demone di prima generazione.


Per farla breve: fummo già sconfitti una volta e, ormai, eravamo anche più deboli di quando venimmo sconfitti quella prima volta.
Per tanti di noi tornare indietro significava segnare le nostre condanne a morte... Sconfitti una volta, cacciati dalla nostra casa. Tornare indietro, più deboli di prima... Non avremmo mai potuto vincere.


Mephist e Minerva la pensavano allo stesso modo. Ma furono in pochi ad avere il coraggio di seguirli.
Nonostante tutto, però, Lucifer decise di restare al fianco di suo fratello, pur non concordando con quell'assurdo piano.

Minerva e Mephist, invece, insieme a qualche altro demone tra cui alcuni demoni di spicco, decisero di abbandonare la missione suicida con cui non concordarono.
Nonostante tutto, però, Bael decise di non demordere: 

"Vinceremo, questa volta."
Disse.

"Ne sono sicuro."


Quella notte, Bael ordinò a tutti i restanti demoni di scendere sul campo di battaglia contro Avalon: quella guerra avrebbe permesso a Lucifer di far assorbire abbastanza energia per creare una Pietra Filosofale abbastanza potente per aprire il portale tra i due mondi.
Era convinto che, quella volta, sarebbe riuscito a riprendersi ciò che gli spettasse di diritto.

Lucifer rimase al suo fianco, insieme ai restanti otto membri dei Dodici Generali che decisero di seguirlo in battaglia.

Amon, Belzebub, le Tre Bestie, io, Siegmund e Azael.
A quel tempo, Abraxas e Asteroth non erano ancora diventati ufficialmente membri dei Dodici.


Iris decise di non prendere parte allo scontro, mentre Mephist e Minerva ormai lasciarono il loro posto tra i Generali vuoto.


Quello scontro fu un bagno di sangue a senso unico.
Gli umani non riuscirono neanche a rallentare òa nostra avanzata, e Bael fece terra bruciata di ogni cosa intorno a se.

Per quanto amassi anche io scendere sul campo di battaglia... Non erano quelli gli scontri che mi facevano ribollire il sangue nelle vene.
Da sempre mi scontrai sempre e solo con avversari forti e, quel giorno, fu come schiacciare formiche con un masso.


La mia fedeltà per Bael cominciò rapidamente a vacillare, ma pensai di essere l'unica.
Quindi continuai a seguire gli ordini... Come feci sempre fino a quel momento.


Quando lo scontro finì vidi, con la coda dell'occhio, Lucifer volare a tutta velocità nella direzione di Bael.
Decisi di seguirlo, perché il suo sguardo mi fece pensare che qualcosa fosse andato storto.


Ero molto più lenta di Lucifer, quindi ci misi qualche minuto a raggiungerli... Ma, quando arrivai, riuscii a vederle la conclusione.


Vidi un grosso portale viola dalla forma circolare, sembrava quasi come se il cielo fosse andato in frantumi rivelando una strana dimensione nascosta.
Poi vidi delle catene afferrare gli arti di Bael: non credo che se lo aspettasse, a giudicare dallo sguardo che vidi nel suo volto.

Infine... Vidi Lucifer spingere suo fratello dentro quel portale. Feci fatica a realizzare cosa fosse successo, all'inizio... Pensai che i miei occhi mi stessero mentendo.
Sentii per un istante il nostro comandante urlare il nome di Lucifer, poi quel portale scomparve nel nulla, lasciando dietro di se una infinità di scariche elettriche al suo posto, quasi come se ci fossero rimasugli di energia nella nostra dimensione.


Fu in quel momento che Lucifer mi notò.


Impallidì di colpo, per un attimo restammo entrambi a fissarci l'uno con l'altro senza muovere neanche un muscolo.
Poi il suo sguardo si fece improvvisamente più cupo.


Cominciò una lenta discesa verso il terreno senza distogliere lo sguardo da me... 

* Non mi aspettavo di vederti qui, Lilith. *
Mi disse, non appena atterrò davanti a me.

Rapidamente estrassi le mie lame, pronta a difendermi se necessario.

"Che hai fatto, Lucifer?!"
Urlai, chiedendogli spiegazioni.

Sembrò scosso.
Non penso si aspettasse che qualcuno lo avesse seguito.

* Ho fatto ciò che dovevo. *
Mi rispose, sorridendo.

Gli chiesi ancora una volta spiegazioni, non riuscendo a capire di cosa stesse parlando.
Si portò una mano nella fronte, osservandomi con uno sguardo confuso o... Incredulo.

* Sai anche tu che questo piano sia un suicidio, Lilith. *
Mi disse.

* Se non l'avessi fermato, ci avrebbe condotti tutti quanti a una morte certa. *
Continuò, ma non accettai quelle parole, pur sapendo che avesse ragione.


" Bael è il nostro leader!"
Esclamai, ma Lucifer continuò a fissarmi con uno sguardo minaccioso, abbastanza da farmi congelare il sangue nelle vene.

* Bael era un folle. *

" E' stato lui a darci i nostri titoli, è stato lui a radunarci insieme e a proteggerci quando non sapevamo cosa fare!"
Continuai, ma Lucifer non indietreggiò.

* Non puoi essere così stupida da non capire quanto fosse ridicolo quel piano, Lilith. So che la pensi come me, sai che andava fermato per il bene della nostra gente. *
Sapevo avesse ragione... Ma fu Bael a darmi a uno scopo.

Fu Bael a darmi una casa, quando venni abbandonata insieme alle mie sorelle.
La mano che mi aiutò a sollevarmi fu quella di Bael, non quella di Lucifer.


Nonostante non fossi d'accordo con il suo piano... Nonostante tutto...
Commisi l'errore di restargli fedele.

"Gli altri devono sapere."
A Lucifer quella mia risposta non piacque per nulla.

Nonostante Lucifer fosse incredibilmente forte... Se tutti i Generali di Bael si fossero alleati contro di lui, neanche lui sarebbe riuscito a uscirne vincitore.

E questo, lui lo sapeva perfettamente.
Fu per quello che decise di non correre rischi.





Non feci in tempo neanche a vederlo.
Il respiro mi mancò, la vista cominciò ad appannarsi.


In un battito di ciglia, prima che potessi anche solo reagire, Lucifer mi trapassò il petto da parte a parte con il suo braccio.
Quel dolore indescrivibile... Non fui in grado nemmeno di urlare.

Notai che stesse reggendo qualcosa con la sua mano libera.
Era la pietra che usò per imprigionare Bael.


Con le ultime forze che mi rimasero in corpo, tagliai in due la Pietra con una delle mie due lame.
Lucifer sembrò terrorizzato da quel mio gesto.


Quando caddi in terra, l'unica cosa che fui in grado di vedere fu il cielo.
Non fui più in grado di muovermi, non sentii più neanche dolore.


Lentamente, non sentii più nulla."



__________________________________________________________________________________________________________________________


Fine del capitolo 12-3, grazie di avermi seguito e alla prossima!



 

   
 
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